domenica 29 dicembre 2013

Imu, fumo, famiglie: un'altra finanziaria

Invece di contenere le opportune correzioni di rotta per evitare l’ennesima stangata di circa un miliardo che nelle prossime settimane si abbatterà sulla testa dei contribuenti, il governo Letta ha pensato bene di utilizzare il decreto di fine anno, tradizionalmente dedicato alla proroga dei termini per alcune misure in scadenza al 31 dicembre, per infilare qua e là qualche nuova tassa.

martedì 24 dicembre 2013

Bankitalia si rivaluta le quote senza il via libera di Draghi

Il Natale, si sa, quando arriva arriva. Così, per non lasciare le banche senza doni sotto l’albero, Bankitalia ha deciso di procedere comunque alla rivalutazione delle quote societarie (detenute per il 95% da banche private), senza aspettare né il parere della Bce (in barba alla nuova vigilanza unica bancaria coordinata proprio da Francoforte), né la conversione del decreto legge sulla materia, la cui discussione al Senato partirà solo l’8 gennaio e potrebbe di nuovo modificare le carte in tavola.

sabato 14 dicembre 2013

Il debito vola a 2.085 miliardi. E Saccomanni gira il conto a noi

La mini-Imu? Per Fabrizio Saccomanni si tratta solo di «un eccesso di drammatizzazione». Anzi, il ministro dell’Economia, ascoltato al Senato sul decreto che ha abolito parzialmente la seconda rata della tassa, ha assicurato che da parte del governo non c’è stata «alcuna volontà di dar fastidio al contribuente». Tanto è vero, ha proseguito senza battere ciglio, che la scadenza per il pagamento, il prossimo 16 gennaio, «è stata fissata il più tardi possibile, compatibilmente con la necessità di contabilizzare le entrate nel 2013». Non solo, «qualora ai Comuni venga assegnato un ammontare di risorse superiore a quanto necessario l’eccedenza verrà restituita dai Comuni ai contribuenti».

venerdì 13 dicembre 2013

Affitti mai più in contanti. Colpa del Pd

Prima la pensione. E ora gli affitti. Non bastava aver abbassato il limite dei pagamenti in contante da 2.500 a mille euro e aver obbligato gli anziani ad aprire un conto corrente per ricevere l’assegno dell’Inps. Adesso il cash, tanto per complicare un altro po’ la vita ai contribuenti, viene spazzato via anche dal mondo delle locazioni. A prevederlo è un emendamento alla legge di stabilità presentato dal capogruppo del Pd in commissione Finanze della Camera, Marco Causi, il quale ha subito ricevuto il parere favorevole sia del relatore Maino Marchi (sempre del Pd) sia del governo. Modifica, manco a dirlo, approvata con larga maggioranza dalla commissione Bilancio. Il testo è chiaro e semplice: «I pagamenti riguardanti canoni di locazione di unità abitative fatta eccezione per quelli di alloggi di edilizia residenziale pubblica, devono essere corrisposti obbligatoriamente, quale ne sia l’importo, in forme e modalità che escludendo l’uso del contante ne assicurino la tracciabilità».

giovedì 12 dicembre 2013

De Benedetti e giudici sbancano Fininvest

Non bastavano 494 milioni. Ora Carlo De Benedetti ne vuole un altro centinaio per «i gravissimi disagi nella sfera psichica ed emotiva». Può sembrare incredibile, considerati i numerosi gradi di giudizio (una decina tra la sede penale e quella civile), ma la saga del Lodo Mondadori riparte con un nuovo clamoroso episodio. Dopo la sentenza della Cassazione dello scorso settembre, che ha condannato la Fininvest a risarcire 494 milioni di euro alla Cir per i danni patrimoniali subiti nell’ambito della cosiddetta guerra di Segrate per il controllo della Arnoldo Mondadori Editore, tutti pensavano che il duello tra il gruppo della famiglia Berlusconi e quello dei De Benedetti fosse concluso.

mercoledì 11 dicembre 2013

Vince ancora la Germania: rinviato l'accordo sulle banche

Che tirava aria di rinvio, al di là degli annunci di circostanza del ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Scheauble, lo si era capito da un po'. A confermare l'andamento delle trattative in sede Ecofin è stato ieri mattina Jorg Asmussen, che da rappresentate della Bce ha partecipato a tutti i vertici informali dei giorni scorsi ed era presente al summit di ieri a Bruxelles. «Nei colloqui bilaterali sono stati fatti dei progressi», ha spiegato l'uomo incaricato da Mario Draghi di spingere con forza verso uno sblocco della fase di stallo, «ma non mi aspetto che si raggiunga un accordo finale ora e immagino che vi sarà un altro Ecofin prima del vertice Ue del 19 e 20 dicembre». Asmussen ha poi ribadito che la Bce «considera il meccanismo di risoluzione unico come un elemento complementare rispetto al meccanismo unico di vigilanza», che è stato già approvato ed entrerà in funzione entro il 2014. Per Francoforte è essenziale non solo che si arrivi ad un fondo unico per i salvataggi delle banche e ad una autorità unica, ma anche che nel periodo di transizione, nel tempo cioè che occorrerà per finanziare lo strumento ci sia «un paracadute finanziario credibile». In altre parole, che gli Stati siano pronti a fornire la liquidità necessaria in caso di bisogno.

Saccomanni è felice per la crescita zero

Fabrizio Saccomanni gongola e si lancia in un’ardita previsione su Twitter: «Nel quarto trimestre l’andamento del Pil sarà positivo. Con la ripartenza delle imprese potranno finalmente arrivare miglioramenti per l’occupazione». Poi, interpellato nel pomeriggio a margine dell’Ecofin di Bruxellex, rettifica: «Ci stiamo avviando verso la fine della recessione», ma è «ingiusto sperare» che ci saranno riflessi immediati sull’occupazione perché «la situazione è molto grave».

martedì 10 dicembre 2013

Banche e debito: la Merkel comanda l'Europa esegue

Il senso e i possibili esiti delle delicate trattative in sede europea dei prossimi dieci giorni stanno anche nel voto con cui ieri la Cdu ha dato il via libera al governo di grande coalizione con la Spd: nessuno dei 167 delegati si è espresso contro l’intesa. Una compattezza granitica che pone Angela Merkel ad un passo dal suo terzo mandato. Se tutto va come ci si aspetta, manca ancora il referendum nella Spd, la Cancelliera potrà presentarsi al tavolo del Consiglio Ue del 19-20 dicembre già alla guida del nuovo governo. E a quel punto i margini di manovra dei Paesi periferici potrebbero assottigliarsi ulteriormente.

Mezza Italia non sa ancora se pagherà l'Imu

Può sembrare incredibile, ma a sei giorni dal pagamento della seconda rata Imu e a pochi giorni dall’approvazione definitiva della legge di stabilità, che dovrebbe contenere la compensazione per la cosiddetta mini-Imu, 3mila comuni non hanno ancora deciso quali saranno le aliquote su cui pagare l’imposta. Il termine ultimo per pubblicare le delibere sul proprio sito web (tralasciando il paradosso che circa l’1% degli enti territoriali neanche ce l’ha) è scaduto a mezzanotte. Ieri pomeriggio, stando ai dati del dipartimento delle Finanze (aggiornati all’8 dicembre scorso) a cui affluiscono gli atti dei comuni, risultavano all’appello solo 5mila invii su un totale di 8mila enti. Evidentemente i sindaci hanno deciso di utilizzare anche gli ultimi minuti a propria disposizione. Un modo come un altro per gettare il Paese nel caos più totale.

sabato 7 dicembre 2013

Scaroni si ricandida all'Eni e sfida Letta sulle privatizzazioni

«Un quarto mandato? Perché no, mi piacerebbe». Con largo anticipo, senza ipocrisie, Paolo Scaroni ha messo ufficialmente sul piatto la sua riconferma in vista della scadenza del consiglio dell’Eni, prevista per la prossima primavera. Un’autocandidatura che porta in dote i risultati conseguiti finora dal gruppo sul fronte industriale, ma nessuno sconto sul piano politico. Anzi. Intervistato da Gianni Minoli su Radio 24 il manager ha fatto chiaramente capire che il governo dovrà rifare il calcolo delle privatizzazioni. La quota di 2 miliardi del pacchetto di dismissioni da 10-12 miliardi previsto dal governo non potrà infatti arrivare entro il 2014.

venerdì 6 dicembre 2013

A Berlino vertice segreto sul destino delle banche

Un vertice informale a Berlino con tutti i papaveri della finanza e dell’economia europea. È qui, con tutta probabilità, che si decideranno i destini dell’Europa nei prossimi anni. Un’iniziativa stile Bilderberg lanciata dal ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Scheuble, e a cui parteciperà, sembra, anche il nostro Fabrizio Saccomanni. Il condizionale è d’obbligo perché dal dicastero di Via XX Settembre sugli impegni istituzionali del ministro c’è il massimo riserbo. «Sono indiscrezioni europee che noi non commentiamo», fanno sapere dal ministero dell’Economia. Eppure, non si tratta di una gita di piacere. Né di un incontro privato tra semplici cittadini. Al summit riservato di oggi in terra di Germania parteciperanno i responsabili delle Finanze dei principali Paesi europei (si parla di Italia, Francia, Spagna), il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Djisselbloem, e il commissario al mercato interno, Michel Barnier.

giovedì 5 dicembre 2013

L'ultima resa di Letta: far scrivere alla Merkel la nostra finanziaria

Catene in cambio di soldi o, nella versione più rigorosa, di tempo. È questa la sostanza dei cosiddetti «contractual arrangements» o «reform contracts» di cui si parla da qualche tempo e che ieri sera il presidente del consiglio Ue, Herman Van Rompuy, ha portato sul tavolo di Enrico Letta in vista del vertice del 20 dicembre. I riflettori, dopo l'intemerata di martedì di Olli Rehn, sono tutti puntati sul mancato rispetto da parte dell'Italia della tabella di marcia del pareggio strutturale di bilancio, con 6 miliardi di correzione dei conti che mancano all'appello. In realtà, l'affondo del commissario europeo al mercato interno contro il nostro Paese altro non è che il preludio di una manovra a cui la cancelliera Merkel, sostenuta dagli Stati rigoristi dell'Unione, sta lavorando da alcuni mesi. E cioè quella di stringere ancora di più le maglie dei controlli sui Paesi indisciplinati, tra cui chiaramente l'Italia.

Il governo si vergogna della pensione che ci dà. Addio busta arancione

I fondi di previdenza integrativa già lo fanno. L’Inps ci sta provando da 18 anni. O meglio, ci stava provando, visto che ieri il governo ha definitivamente annunciato l’intenzione di archiviare l’operazione trasparenza sulle nuove pensioni: la famosa «busta arancione» che i lavoratori italiani aspettano da tempo per conoscere l’entità dei futuri assegni previdenziali non arriverà mai. Il motivo? Gli italiani, ha spiegato ieri Enrico Giovannini citando il recente rapporto dell’Ocse sull’istruzione,  «hanno una scarsa capacità a districarsi con i numeri». Al di là della battuta di cattivo gusto del ministro del Welfare, la realtà è che il governo Letta, che ha già troppi problemi di cui occuparsi, ha deciso di disinnescare una mina dagli effetti probabilmente devastanti. Ovvero, far sapere ai cittadini quale sarà il loro destino previdenziale dopo il passaggio dal sistema retributivo al sistema contributivo il cui percorso si è completato sotto il governo Monti con la legge Fornero.

mercoledì 4 dicembre 2013

Bruciato il taglio al cuneo e la mini-Imu raddoppia

Il taglio del cuneo è già svanito, la mini Imu raddoppia e il taglio lineare delle detrazioni fiscali spunta all’orizzonte. Si fa irto di ostacoli, e cupo per i contribuenti, il percorso del governo dei prossimi mesi, che sembra ormai inghiottito in una spirale di tasse e coperture senza uscita.
La brutta notizia per le imprese arriva dalle categorie, che si sono fatte due conti dei vari prestiti forzosi disposti dal ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, per far tornare i conti. Secondo la Cgia di Mestre la clausola di salvaguardia del decreto sulla prima rata dell’Imu, che ha fatto lievitare gli acconti Ires e Irap dal 101 al 102,5% avrà un impatto medio sulle società di capitale di poco superiore ai 1.200 euro.

L'Europa ci stritola ancora. E Letta scopre che è cattiva

Precisazioni, repliche, persino minacce. È bastata una carezza per il verso sbagliato a far evaporare l’europeismo del governo. Poche parole piazzate nei punti nevralgici per mandare in pezzi un idillio che sembrava granitico. Può apparire sorprendente, ma il primo a perdere le staffe per le dichiarazioni del commissario Ue al mercato interno, Olli Rehn, è stato proprio Enrico Letta. Lo stesso che fino a ieri decantava le magnifiche sorti e progressive degli Stati Uniti d’Europa, lo straordinario sostegno di Bruxelles per lo sviluppo, il contributo imprescindibile dell’Unione per la ripresa dell’Italia. Roba vecchia, superata e sorpassata dall’affronto di Rehn, che nei giorni in cui il premier cerca di puntellare il governo spiegando che il mondo nuovo è dietro l’angolo, si permette non solo di accusare il nostro Paese di non aver fatto i compiti, ma addirittura di criticare la legge di stabilità.

martedì 3 dicembre 2013

Gran casino Imu. La pezza del Tesoro è peggio del buco

A cinque giorni dal varo del provvedimento il governo si è finalmente accorto del pasticcio Imu. Il decreto per l’abolizione della seconda rata, approvato in tutta fretta mercoledì sera per celebrare l’ingresso nell’era post-berlusconiana, si è trasformato nel più clamoroso degli autogol.
Il testo uscito da Palazzo Chigi, che attraverso kafkiani meccanismi fiscali porterà di nuovo alla cassa 10 milioni di famiglie, ora non lo difende più nessuno.

domenica 1 dicembre 2013

Imu infinita, si paga pure la prima rata

Il cerchio si chiude. Dopo la beffa della seconda rata dell’Imu, la cui abolizione costringerà comunque una decina di milioni di famiglie a sborsare 250 milioni di gettito mancanti all’appello, il governo torna all’incasso pure sulla prima rata. La favola delle famose clausole di salvaguardia, inserite ormai dall’esecutivo con disinvoltura e ipocrita spensieratezza in ogni provvedimento di spesa, si è infranta ieri pomeriggio con il comunicato del ministero dell’Economia.

Saccomanni scatenato: un condono per lo Stato

Mentre gli italiani dovranno tornare alla cassa per l’Imu, alla faccia dell’abolizione promessa, il governo si fa un bel condono edilizio a suo uso e consumo. È questa l’ultima novità emersa dal diabolico decreto che fa rientrare dalla finestra l’imposta municipale unica per 10 milioni di italiani. Lo scopo è sempre quello di fare cassa, ma in questo caso non a spese dei contribuenti. La norma riguarda infatti «la valorizzazione degli immobili pubblici, in relazione ai processi di dismissione finalizzati ad obiettivi di finanza pubblica».
Buoni propositi, dunque, su cui, però, il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, visto il fallimento dei numerosi tentativi fatti finora e l’assoluta necessità di recuperare risorse per far quadrare i conti, ha deciso di mettere da parte gli scrupoli istituzionali.

sabato 30 novembre 2013

Beffa Imu: la pagherà una famiglia su due

Gira che ti rigira, la stangata è arrivata puntuale pure questa volta. La quota di extragettito scaricata sui contribuenti scende dal 50 al 40%, ma le abitazioni coinvolte passano da 3,5 a 10 milioni. Dopo due giorni di fibrillazioni governative e, si racconta, di pressanti ed insistenti richieste dell’Anci che avrebbero portato a piccole ma rilevantissime riscritture, il testo finale sull’Imu è arrivato. E le brutte sorprese non mancano. È bastata una parolina piazzata al posto giusto per trasformare il decreto per l’abolizione della seconda rata sulla prima casa in un altro appuntamento con l’erario. Gli importi sono minimi, ma la platea dei contribuenti colpiti si è allargata al punto da trascinare nuovamente nell’incubo Imu circa la metà dei contribuenti che hanno pagato il balzello nel 2012. Alla faccia degli impegni presi da Letta.


venerdì 29 novembre 2013

Il governo inventa i cassintegrati di serie B

Vista la crisi, il governo non ha trovato di meglio che fare cassa sulla pelle delle Pmi. Penalizzando, inoltre, le aziende del Nord. È questo, sostanzialmente, il risultato dell'operazione messa in piedi congiuntamente dal ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, e da quello del Welfare, Enrico Giovannini, nel provvedimento dedicato alla ridefinizione degli ammortizzatori sociali.

Ecco i comuni dove l'imu si paga

Altro che impegni mantenuti. L’Imu sulla prima casa si pagherà anche nel 2013. E il balzello, tanto perché alle beffe non c’è mai fine, colpirà in alcuni casi anche chi si era salvato nel 2012.
La brutta sorpresa è contenuta nel decreto approvato in tutta fretta dal Consiglio dei ministri di mercoledì. Sulla carta il provvedimento ha abolito, come aveva promesso la scorsa estate il premier Enrico Letta, la seconda rata dell’imposta municipale sulla casa. Nella realtà, il governo ha deciso di assecondare gli appetiti dei Comuni. In particolare di quelli che nell’anno in corso, per coloro che non sono rientrati nell’esenzione, hanno di nuovo messo mano alle aliquote, sfruttando la forbice del 2 per mille (dal 4 fino al tetto massimo del 6 per mille) prevista dalla legge varata dal governo Monti.

giovedì 28 novembre 2013

Il motore della crescita è nella Difesa

Tecnologia militare e crescita. È questo il binomio su cui il premier Enrico Letta dovrebbe puntare al prossimo consiglio Ue del 20 dicembre, dove si discuterà principalmente di investimenti nella difesa. A quantificare la posta in gioco è uno studio realizzato da Prometeia per Finmeccanica. Dal lavoro presentato ieri emerge che il colosso dell’aerospazio sforna valore aggiunto, occupazione e gettito fiscale per l’Italia con moltiplicatori più alti degli altri settori industriali e, in alcuni casi, anche dei principali Paesi europei. Per avere un’idea basti pensare che ogni occupato di Finmeccanica produce un valore aggiunto diretto di 83mila euro, il 47% in più rispetto alla media italiana. Ancora più elevati gli impatti indiretti. Ogni occupato del gruppo produce altri 2,1 posti di lavoro nell’intera economia, ogni euro di tasse genera altri 1,8 euro di gettito, mentre ogni euro di valore aggiunto ne crea altri 1,6 per il sistema Italia. Complessivamente Finmeccanica ha generato nel 2012 lo 0,6% del pil, con una produttivita più alta del 65% rispetto alla media italiana. Il tutto grazie a massicci investimenti in ricerca e sviluppo. Il gruppo da solo copre il 12,3% della spesa delle imprese e il 6,6% di quella totale. Il problema è che tale spesa (1,2% del pil) resta ancora molto al di sotto della media Ue (1,9%). L’occasione per il cambio di passo potrebbe arrivare dai programmi comuni della Ue, da cui il nostro Paese rischia invece di restare fuori. In palio non c’è solo la crescita economica. Come ha spiegato il presidente di Finmeccanica, Gianni De Gennaro, «aerospazio, difesa ed elettronica sono la frontiera più avanzata sulla quale nei prossimi mesi si andranno a consolidare i nuovi equilibri socio-politici dentro e fuori dell’Europa».

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Generali: più dividendi. E il numero uno Greco se la prende con S&P

È infuriato contro Standard & Poor’s, Mario Greco, ma non perde di vista gli obiettivi. Quelli verso cui le nuove Generali procedono a testa bassa, bruciando i tempi e battendo le stime. Il creditwatch negativo dell’agenzia di rating, piombato martedì sera sul debito del Leone, è l’unica nota stonata dell’investor day di Londra, in cui l’ad ha potuto fare il punto sui risultati raggiunti a dieci mesi dalla presentazione del piano triennale non solo confermando gli impegni presi, ma anche annunciando il miglioramento dei target. In particolare sul taglio dei costi, dove l’obiettivo al 2015 sale dai 600 milioni di risparmi dichiarati a gennaio a 750 milioni, che diventeranno un miliardo nel 2016, di cui il 40% nel business vita e il 60% in quello danni e altre attività. Complessivamente, i benefici operativi lordi arriveranno a quota 1,6 miliardi già nel 2015. Restano, invece, invariati gli obiettivi di un roe operativo al 13% e di un indice solvency I al 160%, contro il 152% di fine ottobre.

martedì 26 novembre 2013

Da Imu a Iuc, cambia solo il nome

Sulla casa si cambia ancora. Mentre prosegue la telenovela sulla seconda rata dell’Imu, con il decreto per l’abolizione slittato di nuovo, dal cilindro della commissione Bilancio del Senato è spuntato l’ennesimo groviglio linguistico-fiscale. La tanto discussa Trise, così come prevista dalla versione originaria della legge di stabilità, non c’è più. Al suo posto arriverà la Iuc, che dovrebbe, almeno nelle intenzioni, semplificare la materia e alleggerire un po’ il peso del fisco sugli immobili. Ma che, a ben guardare, lascia i balzelli quasi invariati e aggiunge ulteriore confusione.


venerdì 15 novembre 2013

Pil in calo da 27 mesi. Altra stangata in arrivo?

«Non c’è bisogno di manovre aggiuntive». Preoccupa un po’ la dichiarazione con cui ieri Fabrizio Saccomanni ha commentato i dati Istat sul pil. L’ultima volta, a settembre, in cui il ministro dell’Economia, sempre sull’onda delle preoccupazioni sollevate dall’Istituto di statistica, ha smentito la necessità di interventi correttivi parlando di «aggiustamenti minimi e gestibili» poi è arrivata una manovrina da 1,6 miliardi per far tornare il deficit sotto il 3%.

Air France molla Alitalia: basta soldi

E ora? È questa la domanda che circola con più insistenza dopo la fuga dei francesi dalla pratica Alitalia. All’indomani della presentazione del piano industriale da parte dell’ad Gabriele Del Torchio Air France ha ha espresso ufficialmente il suo cortese ma fermo rifiuto. La compagnia «conferma il suo impegno a restare un partner leale e serio di Alitalia, nella continuità della partnership industriale in corso», si legge in una nota diffusa ieri mattina dal gruppo transalpino, «ma non parteciperà all’aumento di capitale». I francesi bocciano il piano Del Torchio, sostenendo che non «contiene le indispensabili misure di ristrutturazione», ma ci tengono a dire che non hanno alcuna intenzione di «distruggere Alitalia». A questo proposito fanno sapere che convertiranno le obbligazioni per consentire alla compagnia italiana di «migliorare i mezzi propri, mantenendo allo stesso tempo legami stretti con la partecipazione». Ma la sostanza cambia poco. La quota parte dell’aumento da 300 milioni (75 milioni) non arriverà e il pacchetto di azioni detenuto dal gruppo franco-olandese verrà diluito dall’attuale 25 a circa l’8-10%.

mercoledì 13 novembre 2013

Il Pd è all'ultima spiaggia. Si spacca sulle concessioni balneari

«Ridurre ai ricchi la tassazione sulla casa svendendo i tesori ambientali di tutti». L’Unità sintetizza così il bieco tentativo della «destra berlusconiana» di scardinare l’architettura della legge di stabilità. In realtà, più che l’assalto al Pdl, ieri sull’ipotesi della vendita delle spiagge è andato in scena un grottesco scontro interno al Pd.

Così la Tuc ci salva dai sindaci

Ici, Imu, Tarsu, Tares, Trise, Tasi, Tari. L’ultima sigla arrivata a turbare i sonni degli italiani si chiama Tuc, tributo unico comunale. L’acronimo è il perno intorno a cui ruota la riforma della tassazione immobiliare targata Pdl. Il Tuc, contenuto in un emendamento alla legge di stabilità presentato da uno dei due relatori al Senato, Antonio D’Ali, si propone di ridurre il peso complessivo del fisco sulla casa e di semplificare la vita al contribuente.

martedì 12 novembre 2013

Saccomanni prende un altro vaffa

Il governo è l’economia reale continuano ad essere sintonizzati su due frequenze differenti. Malgrado le stime errate fatte sull’anno in corso (solo qualche settimana fa Palazzo Chigi ha accettato l’idea che il pil scenderà dell’1,8%), Fabrizio Saccomanni continua a credere (o a farci credere) nel grande recupero, con il pil in deciso rialzo dell’1,1% nel 2014 e vicino al 2% nel 2015. «Dopo una crisi grave e prolungata gli ultimi dati congiunturali segnalano che l’attività economica si sta stabilizzando e che il paese si sta avviando verso una graduale ripresa», ha detto il ministro dell’Economia durante un intervento alla Scuola di polizia tributaria della Guardia di Finanza ad Ostia. Un dato, quello citato dall’ex dg di Bankitalia per il prossimo anno, che è stato già smentito la scorsa settimana da Istat e Commissione Ue (che prevedono 0,7%), ma che, soprattutto, non trova alcun riscontro nel tessuto produttivo del Paese.

Niente tasse sotto i 12mila euro. Fassina contro: aiuta i ricchi

C’è un parlamentare a Berlino. Anzi ce ne sono due, Anna Cinzia Bonfrisco e Gian Carlo Sangalli. La prima è del Pdl, il secondo del Pd. Ma per una volta sono entrambi d’accordo nel tagliare le tasse. Portano la loro firma, infatti, due emendamenti, a cui si aggiunge anche quello del senatore Remigio Ceroni, sempre del Pdl, che prevedono l’estensione della no-tax area (attualmente a 8mila euro per i dipendenti e 7.500 per i pensionati) ai redditi sotto i 12mila euro. In pratica, dal primo gennaio 2014 tutti i contribuenti italiani inizierebbero a pagare l’Irpef solo a partire da quella soglia. Un salvavita per le classi meno abbienti, una boccata d’ossigeno per il ceto medio.

Il Pd boccia il Pdl sulla vendita delle spiagge. Ma la proposta era del governo (e del Pd)

La vendita delle spiagge per fare cassa, proposta dal Pdl con un emendamento alla legge di stabilità, «non è nell’interesse del paese». E non è neanche «in linea» col programma del governo, spiega il viceministro all’Economia (del Pd), Stefano Fassina. Per il presidente della commissione Bilancio (del Pd), Francesco Boccia, «la vendita delle spiagge non è oggetto di mediazione tra la maggioranza, anche perché ricorda l’affare tentato da Totò con la vendita di Fontana di Trevi oppure la proposta della Lega di vendere le Dolomiti». Peccato che la bislacca proposta del Pdl arrivi direttamente da Via XX Settembre. L’idea di «sdemanializzare» il tratto di spiaggia dove si trovano le infrastrutture degli stabilimenti e venderlo in prelazione ai gestori era stata avanzata lo scorso settembre dal sottosegretario all’Economia (del Pd) Pier Paolo Baretta ad un tavolo ministeriale con le categorie, il direttore del Demanio, Stefano Scalera, e parlamentari di tutti i partiti. «Se questa è la serietà del governo», dice l’on del Pdl, Ignazio Abrignani, che era presente, «allora ha ragione Berlusconi, meglio stare all’opposizione».

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giovedì 7 novembre 2013

Alfano azzera Saccomanni: «L'Imu non si deve pagare»

L’Imu torna. Anzi no, salta. Mentre i tecnici del Tesoro sono ancora alle prese con numeri e tabelle per tirare fuori dal cilindro le risorse necessarie e i commercialisti lanciano l’allarme per le scadenze troppo ravvicinate, sulla seconda rata dell’imposta municipale sulla casa esplode pure il caso politico. Il continuo balbettio di molti esponenti di governo, culminato martedì con il «non sarà facile evitarla, ma si può fare» pronunciato dallo stesso ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, è stato interrotto ieri dal perentorio intervento di Angelino Alfano. «La seconda rata non si pagherà. È un impegno assunto con il Parlamento e con gli italiani ed è un impegno che sarà mantenuto, che dovrà essere mantenuto».

Finmeccanica va. Ansaldo Breda nel baratro

Finmeccanica tiene nei comparti core dell’aerospazio e della difesa, ma «il perdurare della grave crisi di Ansaldo Breda» zavorra i conti del gruppo, che non riuscirà «a raggiungere gli obiettivi di redditività attesi per il 2013». I risultati dei primi 9 mesi approvati ieri dal cda di Piazza Montegrappa fotografano in maniera netta le difficoltà con cui si sta confrontando la nuova gestione Pansa-De Gennaro.

mercoledì 6 novembre 2013

Il primo bilancio di Marino è con il trucco. E dal 2014 a Roma l'Irpef sforerà il massimo

Il trucco c’è. E si vede. Nella notte tra lunedì e martedì la giunta del comune di Roma ha approvato il bilancio di previsione per il 2013. Un documento contabile da oltre 6,5 miliardi di euro che Ignazio Marino ha sbandierato come una manovra zero tasse. «È stato un ottimo risultato», ha festeggiato il sindaco, «siamo riusciti, utilizzando rigore, severità, revisione di tutti i conti a chiudere il bilancio senza innalzare tasse in nessun settore, né Imu né Irpef né tassa di soggiorno e occupazione di suolo pubblico così come avevamo promesso da mesi». Non solo, «nonostante la difficile situazione contabile ereditata», spiegano ancora dal Campidoglio, «vengono rafforzate le voci di spesa che riguardano la promozione dei servizi sociali, i servizi educativi e scolastici nonché la manutenzione urbana». Nel dettaglio, rispetto allo scorso anno crescono di 43,6 milioni i fondi destinati alle infrastrutture e alla manutenzione, di 12,8 quelli per le scuole, di 9,5 milioni le risorse destinate a servizi sociali e la salute. In tutto 65,9 milioni.

Scaroni insiste sullo shale gas: «Non possiamo farne a meno»

Mentre in Italia continuiamo a credere alle favole pseudoscientifiche dei terremoti provocati dalle trivelle o a preoccuparci per le possibili, ma tutte da dimostrare, conseguenze sull’effetto serra, gli Stati Uniti (e presto anche la Gran Bretagna) continuano ad estrarre tonnellate di gas a basso costo, condannandoci alla schiavitù energetica.

martedì 5 novembre 2013

Non si sa chi salverà Alitalia. Di sicuro ci sarà cassaintegrazione

Alitalia dovrà stringere la cinghia. Noi pure. Mentre continuano ad accavallarsi le indiscrezioni e le smentite sui numeri del nuovo piano lacrime e sangue per rimettere in sesto la compagnia un elemento inizia ad emergere con discreta chiarezza: l’intervento dello Stato, e quindi dei contribuenti, non si limiterà alla fiche da 75 milioni messa sul piatto dalla controllata del Tesoro Poste Italiane. Ad annunciarlo, senza troppi fronzoli, è stato ieri il ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato. «In caso di esuberi nella partita Alitalia saranno messi in campo una serie di meccanismi e di ammortizzatori sociali», ha spiegato, aggiungendo che «non è mai capitato che una grande impresa chiuda un pezzo della sua attività senza che ci sia un aiuto anche da parte dello Stato in modo tale da non creare drammi sociali».

Per uno 0,4% Saccomanni attacca pure l'Istat

«Abbiamo opinioni leggermente diverse». Come spesso accade ai tecnici, quando viene contraddetto sui numeri il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, diventa spigoloso e puntuto. Soprattutto se a farlo sono i suoi ex colleghi economisti. Era già capitato lo scorso maggio con l’Ocse, che si era permesso di abbassare le stime sul pil del 2013 dal -1 al -1,5% (poi portate a -1,8%) alla vigilia della chiusura delle procedura d’infrazione per deficit a carico dell’Italia. «Le stime Ocse», ebbe a dire l’ex dg di Bankitalia nel corso di un’audizione in Parlamento sul Def, «non hanno molta rilevanza». La stizza del ministro si è ripresentata a luglio. Nel mirino, questa volta, le valutazioni di S&P che hanno portato al declassamento dell’Italia. Una decisione, disse Saccomanni, «non adeguatamente sostenuta da analisi condivise» che appare anzi «basata sull’estrapolazione meccanica di dati e della situazione del passato, con minima o nulla considerazione per le misure già prese o in corso di attuazione».


venerdì 1 novembre 2013

Marino prepara la supertassa sulla casa

Brutte notizie per i romani. In attesa della più volte annunciata riforma del catasto il fisco ha fatto da sé. Sfruttando una norma della Finanziaria 2005 l’Agenzia delle entrate (nella quale è confluita l’Agenzia del territorio) ha rivisto al rialzo le rendite di 175mila immobili in 17 microzone. Tra quartieri colpiti il Centro storico, Borgo Pio, Flaminio, Testaccio, San Saba, Delle Vittorie, Parioli, Salario, Esquilino, Trionfale Appia Antica e Gianicolo. Si tratta di zone definite anomale, dove il valore catastale è spesso molto inferiore a quello di mercato.

giovedì 31 ottobre 2013

Paghi 1.001 euro in contanti? Multa da 3.000 euro

Secondo il relatore del Pdl alla legge di stabilità, Antonio D’Alì, parlare di modifiche alla normativa sull’uso del contante «in questo momento è inopportuno». Parole che il viceministro all’Economia, Stefano Fassina, definisce «di buonsenso». Il tema, però, continua a solleticare la fantasia di alcuni esponenti di governo. Dopo la sortita, durante l’audizione al Senato, del titolare dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ieri è sceso in campo anche il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, che nel corso di una trasmissione su Radio Rai si è detto «favorevole» ad una stretta sull’utilizzo del cash.

mercoledì 30 ottobre 2013

La magia di Saccomanni: far sparire i contanti

Ci risiamo. La roulette del contante si prepara a girare per l’ennesima volta. Per l’esattezza, la sesta in sei anni anni. Ad annunciare la novità, come non bastassero i numerosi bocconi indigesti già contenuti nella legge di stabilità, è stato ieri il ministro dell’Economia. «Certamente misure che rafforzano la tracciabilità sono importanti», ha detto Fabrizio Saccomanni, intervenendo al Senato davanti alle commissioni Bilancio e Finanze, «è anche necessario prevedere una riduzione del ruolo del contante nei pagamenti. È un punto su cui l’Italia è ancora indietro e noi vogliamo intervenire».

martedì 29 ottobre 2013

I costruttori demoliscono Letta: la prima casa costerà il 72% in più

Si prospetta tutta in salita la strada parlamentare della legge di stabilità. Malgrado le continue rassicurazioni del governo sulla manovra senza tasse, molti sembrano pensarla diversamente. E non solo dalle parti del centrodestra. A lanciare l’allarme sulla trappola fiscale ieri sono state le parti sociali, che si sono presentate alla Camera cariche di numeri e tabelle che certificano l’imminente stangata.

domenica 27 ottobre 2013

Fine anno col botto: 28 scadenze fiscali per oltre 76 miliardi

C’è grande fermento in questi giorni nei partiti di maggioranza. Il Pdl è tormentato dalle divisioni interne, con una caotica guerriglia in atto tra lealisti, alfaniani, scissionisti, falchi, colombe e chi più ne ha più ne metta. Sullo sfondo, si avvicina l’appuntamento al Senato per il voto sulla decadenza parlamentare di Silvio Berlusconi, che nel frattempo ha azzerato il partito e riesumato Forza Italia.

sabato 26 ottobre 2013

Resta la tassa su birra e grappa. Galan si dimette per protesta

Meno tasse, più concorrenza. Era questa la rivoluzionaria idea balzata in testa a Giancarlo Galan, le cui velleità sono state prontamente impallinate ieri in Commissione cultura della Camera. Con il placet e il sostegno diretto, denuncia l’esponente del Pdl, del ministero dell’Economia.
L’ex governatore del Veneto per una volta aveva trovato il modo di lasciare i balzelli fuori dalla porta. Ottenendo pure l’inconsueto risultato di eliminare una distorsione del mercato. La proposta, contenuta in un emendamento, riguardava la sostituzione di una parte delle coperture fiscali previste dal decreto scuola (che dispone 69mila nuove assunzioni in tre anni per una spesa di circa 500 milioni l’anno fino al 2017) con entrate non provenienti dalle tasche dei contribuenti.

mercoledì 23 ottobre 2013

Il taglio del cuneo lo pagano gli artigiani

Lo sforzo fatto dal governo Letta per tagliare il cuneo fiscale non è stato ciclopico. Complessivamente per i lavoratori è stata prevista una dote finanziaria di 5 miliardi di cui 1,5 nel 2014, 1,7 nel 2015 e 1,8 nel 2016. Cifre che, tradotte in importi mensili, si trasformano in mancette mensili che nel migliore dei casi arrivano a 15 euro. Non è andata molto meglio alle imprese, che riceveranno in tutto 5,3 miliardi di cui 1,2 nel 2014, 2 nel 2015 e 2,1 nel 2016. Non solo. Per alcune categorie dietro quelle esigue somme stanziate dalla legge di stabilità si nasconde anche la beffa.
È il caso degli artigiani, che di fatto finanzieranno buona parete del taglio del cuneo per le imprese dell’industria. Lo strumento deciso dal ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, per alleggerire il costo del lavoro è infatti quello della decontribuzione. Nel 2014, stando alle tabelle contenute nella relazione tecnica della legge di stabilità, un miliardo tondo degli 1,2 previsti arriverà dalla riduzione dei premi pagati dai datori di lavoro all’Inail per l’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali.

sabato 12 ottobre 2013

Da Fiat a Sulcis fino a Tirrenia. Le Alitalia che nessuno vede

Certo, il capitalismo di Stato ha stufato, le controllate del Tesoro e la Cdp spuntano come il prezzemolo in ogni operazione di salvataggio o di ritocco dei conti pubblici, le privatizzazioni stentano a decollare, il mercato non vince mai e i contribuenti perdono sempre. Ma è difficile pensare che dietro tutta l’indignazione che sta montando in queste ore contro i 75 milioni messi sul piatto da Poste Italiane, controllata al 100% dal tesoro, per salvare Alitalia ci sia un esercito di novelli liberisti che vogliono far uscire lo Stato dall’economia, lasciando che le imprese se la cavino da sole, finendo all’estero o magari anche fallendo.

venerdì 11 ottobre 2013

La Cgil rinnega la Consulta e se stessa: niente tavoli con chi non firma il contratto

La Costituzione è sacra, ma solo quando fa comodo. Hanno combattuto con le unghie e con i denti per quasi due anni contro la Fiat di Sergio Marchionne e il cosiddetto modello Pomigliano per ottenere il diritto di rappresentanza sindacale anche senza aver firmato il contratto collettivo. Hanno presentato decine di ricorsi nei tribunali di mezza Italia. Si sono rivolti persino alla Consulta, riuscendo a far dichiarare incostituzionale un pezzo di quello Statuto del 1970 venerato come una Bibbia da tutti i lavoratori. Ma quando non è la Fiom ad essere messa alla porta il discorso cambia. E di molto.

giovedì 10 ottobre 2013

La Tares picchia più dell'Imu. Maxi stangata da 10 miliardi

Un giochino delle tre carte, ma senza troppa destrezza. Al di là degli annunci e delle promesse, lo scenario che si va prefigurando sulla tassazione degli immobili è quello di un’ulteriore stretta fiscale per i contribuenti. Il governo punta sull’inevitabile difficoltà per i cittadini di seguire il filo di una serie di balzelli che cambiano nome, si spostano e si ridimensionano. Ma i conti reali sono più semplici di quello che sembrano. Per scoprire la truffa della service tax, su cui nella legge di stabilità sarà incardinato il cosiddetto superamento dell’Imu sulla prima casa, basta non perdere mai di vista il gettito complessivo, che in mancanza di interventi di spesa dovrà necessariamente essere riproposto. Tenendo conto delle maggiorazioni derivanti dalle aliquote fissate dai Comuni, l’incasso totale dell’imposta sulla casa è ammontato nel 2012 a 23,7 miliardi, di cui 4 per la prima casa. Più complicato calcolare il gettito Tares, che per ora, non essendo mai stata applicata, può essere solo stimato.

mercoledì 9 ottobre 2013

Il Pd rinuncia al ritorno dell'Imu. Ora ci prova con la Service tax

Il trucco c’è. E si vede. La «nuova» maggioranza a trazione Pd non ha alcuna intenzione di mollare la presa sul fronte delle tasse. E gli sviluppi di ieri sull’emendamento per riaprire il cantiere dell’Imu sulla prima casa, con la marcia indietro del partito di Guglielmo Epifani, indicano chiaramente quali sorprese dovranno aspettarsi i contribuenti italiani.

martedì 8 ottobre 2013

Per tagliare il cuneo rialzano l'Iva

Più tasse, un po’ meno cuneo. È questo lo scenario paradossale che sembra profilarsi all’orizzonte. Il taglio del costo del lavoro per ridare peso alle retribuzioni è diventato il nuovo mantra del governo. Il capitolo dovrebbe essere il perno intorno a cui ruoterà gran parte della legge di stabilità per il 2014. Sugli aspetti tecnici, però, c’è ancora grande incertezza. Domenica scorsa il premier Enrico Letta ha spiegato che il prossimo anno «i lavoratori avranno un beneficio in busta paga e anche le imprese avranno dei vantaggi in modo da poter assumere e capitalizzare le proprie imprese».

Banche e Fs volano via da Alitalia

Le Ferrovie si sfilano. I creditori pure. A Palazzo Chigi si è deciso di proseguire la trattativa ad oltranza, anche nel tentativo di ripescare i francesi, ma il cielo per Alitalia si fa scuro. L’incontro di ieri sera è andato male. Il nuovo vertice convocato da Palazzo Chigi dopo il sostanziale stallo di quello di martedì scorso si è risolto con un altro nulla di fatto. Il governo, presenti il premier Enrico Letta, i ministri dell’Economia, dello Sviluppo e dei Trasporti, Saccomanni, Zanonato e Lupi, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi, ha sostanzialmente registrato l’indisponibilità di fornitori e banche a concedere altro ossigeno all’ex compagnia di bandiera.

domenica 6 ottobre 2013

Case: via l'Imu c'è la Tares e il conto sale di 2 miliardi

Il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, continua a ripetere che senza tagli della spesa non si potranno abbassare le tasse, considerata la situazione dei conti pubblici. L'unica speranza, a questo punto, è che il nuovo commissario per la spending review Carlo Cottarelli impugni in fretta le forbici, perché l'aria che tira è tutt'altro che incoraggiante. Soprattutto sulla casa. Mentre la sinistra, sfruttando l'indebolimento del fronte di centrodestra, ventila addirittura un rientro dalla finestra della seconda rata dell'Imu, si avvicina pericolosamente anche il momento in cui gli italiani dovranno fare i conti con la nuova Tares. E il salasso, in assenza di interventi correttivi, sarà inevitabile.

sabato 5 ottobre 2013

Il fisco scova 1,2 milioni di case fantasma

A tre anni di distanza si è finalmente chiusa l’operazione case fantasma. I numeri sono strabilianti: oltre 1,2 milioni di unità immobiliari sconosciute al fisco su 2,2 milioni di particelle del Catasto terreni passate al setaccio. Per una volta, però, le cifre corrispondono alle stime iniziali. Padre del progetto per l’emersione dei fabbricati non censiti è nientemeno che l’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che nel giugno 2010 aveva previsto nella manovra finanziaria la presenza di 1,3 milioni di potenziali case fantasma, per una rendita complessiva di 627 milioni di euro mai assoggettata a tassazione.

Il ticket Pansa-De Gennaro sblocca le dismissioni di Finmeccanica

Capitalismo di Stato o no, Alessandro Pansa e Gianni De Gennaro sono più che soddisfatti. I due in pochi mesi sono riusciti a sbloccare un dossier che era sul tavolo di Finmeccanica da più di due anni. L’operazione chiusa ieri con la cessione dell’85% di Ansaldo Energia alla Cassa depositi e prestiti può suscitare perplessità sotto il profilo politico, perché riporta alla luce la schizofrenia dei governi italiani sulla tutela del patrimonio industriale del Paese.

giovedì 3 ottobre 2013

Cottarelli, il mister spending review che aumenterà la spesa

Almeno mezzo milione di costi aggiuntivi. È questa la svolta annunciata da Enrico Letta sulla spending review. «Nel 2013», ha spiegato il premier durante l’intervento al Senato, «ci sono stati già 1,7 miliardi di riduzione della spesa. Cifre, fatti, non annunci». Ma non basta, serve il cambio di passo. E l’annuncio, alla fine, c’è. «La revisione va fatta con accortezza», ha spiegato. Per questo, «chiederemo a Carlo Cottarelli di diventare commissario della spending review».

mercoledì 2 ottobre 2013

L'unico obiettivo di Letta: spaccare il Pdl

Pochi voti, incerti e inaffidabili. È questo l'incubo di Enrico Letta a poche ore da un voto di fiducia ancora carico di incognite ed imprevisti. Lo scenario peggiore per il premier sarebbe quello di incassare il sostegno di una maggioranza risicata, che lo costringa a restare in sella, appeso ad un gruppetto di senatori pronti a sfilarsi al primo refolo di vento. Ma anche un ricompattamento a sorpresa di tutto il Pdl a suo favore, per quanto preferibile alla vittoria di misura, non è visto di buon occhio. I corridoi di Palazzo Chigi resterebbero infatti disseminati di mine pronte ad esplodere da un momento all'altro.

sabato 28 settembre 2013

Liti e urla fra ministri: così sale l'Iva

Tutto congelato, tranne l'Iva, che da martedì prossimo, come ammette il ministro Delrio, «aumenterà inevitabilmente» dal 21 al 22%. È questo il risultato della escalation delle ultime ore, con la tensione tra governo e Pdl salita alle stelle il vecchio gioco del cerino trasformato in una sanguinosa roulette russa. La giornata è iniziata con Enrico Letta a fare la spola tra Palazzo Chigi e il Quirinale per ottenere il via libera di Giorgio Napolitano al «chiarimento» parlamentare, ovvero un voto di fiducia prima della seduta della giunta sulla decadenza di Silvio Berlusconi per costringere il Pdl ad uscire allo scoperto ed assumersi la responsabilità della crisi di governo.

venerdì 27 settembre 2013

Il governo litiga: a chi svendere Alitalia

Stop ai francesi, anzi benvenuti. Mentre il cda di Alitalia tenta di prolungare la sopravvivenza della compagnia dando il primo via libera all’aumento di capitale da 100 milioni, il governo procede in ordine sparso. Il ministro dello Sviluppo economico, che vede i cugini d’Oltralpe come fumo negli occhi, è convinto che la società possa essere rimessa in piedi per poi andare a caccia di altri soci. Come? Con lo stesso metodo che ha già portato non solo Alitalia ma anche Telecom ad un passo dal baratro: una bella soluzione ponte finanziata dalle banche. «Non è detto che solo i francesi possano immettere capitale» nella compagnia, ha spiegato Flavio Zanonato in un’intervista al Sole 24 Ore, si possono, invece, «trovare soluzioni alternative, ci stiamo lavorando proprio in queste ore». L’idea è quella di «coinvolgere il mondo bancario per provare a superare le difficoltà di Alitalia e poi negoziare con altri partner».

Ultima carta di Letta: verifica o lascia

Per tentare scaramanticamente di allungare la vita del governo Enrico Letta ha addirittura chiesto a Obama di inserire in agenda un incontro a Washington per il 17 ottobre. Quella negli States doveva essere la trasferta dell’orgoglio italiano. Ed è invece diventato il viaggio della speranza. Il premier ha dedicato la maggior parte della conferenza stampa di ieri a New York a mandare messaggi in Italia. Il tentativo è quello di coinvolgere il Capo dello Stato in una disperata mediazione con il Pdl, i cui capigruppo di Camera e Senato, stanno però già raccogliendo le adesioni dei parlamentari alle dimissioni in massa, per tenere in piedi le larghe intese. Letta spera che la discesa in campo di Giorgio Napolitano, che ieri ha sparato a zero contro le mosse del Cavaliere, possa in qualche modo riportare l’ordine. E prima di partire dagli Stati Uniti, rifiutandosi di parlare di dimissioni o altre maggioranze, si è detto «certo» che riuscirò a «convincere tutti sulla corretta priorità dei problemi in agenda».

giovedì 26 settembre 2013

Se salta Letta, Iva e Imu sicuri

Imu selettiva, service tax anticipata a dicembre, Iva sterilizzata con l’aumento della benzina. Nel caos assoluto in cui il governo sta navigando nel tentativo di trovare le risorse per tappare tutti i buchi del bilancio, per ora l’unica certezza è che se salta l’esecutivo sul groppone degli italiani arriverà più o meno tutto.
L’ipotesi di una crisi di governo provocata dalle dimissioni in blocco dei ministri del Pdl è ancora molto sfumata e tutt’altro che concreta. Ma se dovesse accadere, le conseguenze sono facilmente prevedibili. In bilico potrebbe essere anche il primo step, quello previsto per il Consiglio dei ministri di domani, in cui il governo dovrebbe risolvere il nodo dello sforamento del deficit sopra il 3%.

mercoledì 25 settembre 2013

La sinistra si lamenta per Telecom, ma la colpa è sua

Altro che capitani coraggiosi. Per la sinistra, oggi, il matrimonio spagnolo tra Telefonica e Telecom non s’ha da fare. Secondo il capogruppo del Pd alla Camera, «le notizie che arrivano sul caso Telecom sono molto preoccupanti perché riguardano asset strategici del nostro Paese». Per questo Roberto Speranza chiede che «il governo venga al più presto a riferire alla Camera». Stessa richiesta arriva anche da Luigi Zanda, capo dei senatori Pd, che però, riferendosi pure ad Alitalia, rincara la dose parlando «di grave declino del sistema industriale italiano» e di «prevalenza degli interessi privati sugli interessi pubblici».

I fondi esteri convengono alle banche

I colpi della crisi si sono fatti sentire sulle tasche degli italiani. Nel 2012, secondo i dati di Bankitalia, la propensione al risparmio è scesa per le famiglie consumatrici al 7,9% rispetto all’8,4% del 2011 e al 9,1% del 2010. Di conseguenza, gli acquisti netti di attività finanziarie, sempre nel 2012, si sono attestati a 16 miliardi, il volume più basso dal 1995.

martedì 24 settembre 2013

Chi soffrirà di più l'aumento dell'Iva

Che l’aumento dell’Iva al 22% deprimerà i consumi già scesi ai minimi storici è ormai assodato. Secondo Confesercenti la contrazione sarà talmente violenta da provocare un buco di 300 milioni nelle casse dello Stato a fronte dei circa 4 miliardi di maggiore gettito stimati sulla base di un andamento costante delle vendite. Resta da capire quali saranno i settori più colpiti dalla stangata. L’aliquota massima al 21% (l’unica che sarà soggetta al rincaro) è attualmente applicata ad una serie di prodotti che per definizione non vengono considerati beni di prima necessità. Si va dai vestiti alle auto (acquisto e riparazioni), dai telefonini ai computer e ai tablet, dal parrucchiere alla parcella dell’avvocato o del commercialista, dall’abbonamento della pay tv agli elettrodomestici. Ma nel paniere rientrano anche le bevande gassate, il vino, i superalcolici, il caffè e, non ultimo, il carburante.

Il «modello Crocetta » va a mare. Il Pd scarica il governatore

Addio modello Crocetta. Molti avevano pensato di esportare a livello nazionale l’esperienza dell’ammucchiata di centrosinistra che appoggia il governo siciliano. E invece il Pd, dopo soli 9 mesi di legislatura, ha già deciso di far saltare tutto  togliendo il sostegno all’esecutivo guidato dal presidente Rosario Crocetta. Oggetto del contendere, come nella migliore tradizione, un paio di poltrone. Due assessorati che il governatore da mesi si rifiuta di concedere, arrivando a definire il Pd «il partito degli scandali». I Democrat, da parte loro, parlano invece di rafforzamento politico e accusano il presidente siciliano di lavorare da tempo ad un ribaltone con Udc, crocettiani del Megafono, i Democratici e riformisti di Sicilia e l’appoggio esterno di parti dell’opposizione. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, dopo mesi di attriti, il rifiuto di Crocetta di partecipare alla direzione regionale del partito per restare accanto agli uomini della sua scorta coinvolti nel grave incidente automobilistico di sabato scorso insieme allo stesso governatore.

domenica 15 settembre 2013

Pressione fiscale record: sulle imprese è al 70%

Tre mesi da incubo attendono contribuenti e imprese. Da ottobre a dicembre li aspetta un diluvio di adempimenti fiscali, in totale 187 pratiche, al ritmo di 2 al giorno, per un valore di 100 miliardi di euro. Dall’Imu, all’Irpef, dall’Ires all’Iva fino alla Tobin Tax. È la Confesercenti a fare il conto, sottolineando che la mole di scartoffie in questi anni è cresciuta in maniera abnorme, con altri 17 adempimenti dal 2011. «Le aziende muoiono di troppa burocrazia e troppe tasse oltre che di crisi», è l’allarme lanciato dal presidente Marco Venturi, aprendo l’annuale appuntamento del Meeting Confesercenti alla ripresa autunnale.

Il ricatto di Letta: se cado vi beccate l'Imu

«Se il governo cade, i decreti sull’Imu non verranno convertiti e quindi i cittadini dovranno pagare l’Imu». Fino ad ora aveva resistito alla tentazione, aveva lasciato che fossero i suoi colleghi di governo a lanciare il sasso. Alla fine, però, anche Enrico Letta ha deciso di scendere sul terreno della propaganda, utilizzando l’intramontabile e formidabile arma della tassa sulla casa come merce di scambio per puntellare il suo governo. Dopo giorni caotici e confusi in cui siamo passati repentinamente dall’euforia del «lasciateci lavorare perché la crisi è finita» al «lasciateci lavorare perché l’Italia è in bilico ed è rientrata nella lista europea dei cattivi», in vista dell’appuntamento cruciale di mercoledì, con il voto al Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi, il premier ha evidentemente deciso di giocare anche le ultime carte. A partire da quella più diretta e convincente: se il governo cade, torna l’Imu.

venerdì 13 settembre 2013

Renzi dà i numeri sulle pensioni. Allo studio batoste per 12 miliardi

Togliere qualcosa alle pensioni d’oro per dare qualcosa ai giovani senza lavoro. Messa così, l’idea potrebbe anche passare. Soprattutto se si considera che in Italia la disoccupazione giovanile sfiora il 40% e l’Inps emette ogni mese circa 300 assegni previdenziali da oltre 24mila euro lordi. Ma la proposta a cui sta lavorando il sindaco Matteo Renzi, futura promessa del Pd e del fantasmagorico rinnovamento dell’Italia, è qualcosa di ben diverso. Il piano era già circolato nei mesi scorsi e di tanto in tanto la giovane promessa del Partito democratico lo risfodera zoppicando un po’ sui numeri.

La Bce non si fida del governo: manovra in vista

L’Italia rischia di non raggiungere gli obiettivi fissati per il 2013. E non siamo noi di Libero, che mercoledì abbiamo paventato la nefasta ipotesi, a dirlo. Dopo l’euforia scaturita dalle ottimistiche previsioni di Confindustria, che ha annunciato senza troppe esitazioni la fine della crisi, ha riportare tutti con i piedi per terra ci ha pensato Mario Draghi, che dopo gli aiutini forniti sottobanco all’Italia per sgonfiare la tensione sullo spread non è davvero sospettabile di manovre a nostro danno.

mercoledì 11 settembre 2013

I «giudici» europei bocciano la Tobin tax

Nella versione italiana non esiste in nessun altro Paese al mondo. E in quella europea potrebbe presto scomparire, considerato che gli esperti giuridici di Bruxelles hanno scoperto che è «illegale».
La storia della Tobin tax si sta trasformando nell’ennesima beffa a carico dei contribuenti italiani. Sull’onda di un’euforia antimercatista ben undici Paesi europei lo scorso inverno avevano preso l’impegno di accogliere la proposta della Commissione Ue e di introdurre la tassazione sulle transazioni finanziarie chiamata con il nome del suo ideatore, il Nobel per l’economia James Tobin.


Allarme Istat: prodotto interno -1,8%. E l'Iva sarà un autogol da 300 milioni

Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, se la prende con l’instabilità politica, che potrebbe azzoppare la ripresa. Dove sia la ripresa, però, è ancora difficile dirlo, con l’Istat che ha certificato ieri l’ottavo trimestre consecutivo di recessione. Anzi, la sensazione è che le cose stiano andando peggio del previsto. E che dietro i continui annunci sulla fine del tunnel arrivati in questi giorni da diversi esponenti del governo, a partire dal premier Enrico Letta, ci sia una precisa strategia legata anche al destino di Silvio Berlusconi.

domenica 8 settembre 2013

Il governo ricatta Silvio

L’Iva, l’Imu, lo spread, il surriscaldamento globale, l’invasione delle cavallette. Enrico Letta e Fabrizio Saccomanni sono ottimisti. «Sono fiducioso e determinato ad andare avanti», dice il primo. «Le probabilità di una crisi diminuiscono giorno per giorno», dice il secondo. Se, però, qualcosa dovesse andare storto, allora aspettiamoci catastrofi e cataclismi.
Come ormai è prassi quotidiana, in vista dell’appuntamento di domani al Senato quando la giunta delle elezioni e delle immunità dovrà decidere sulla decadenza di Silvio Berlusconi, anche ieri gli esponenti del governo hanno passato la giornata ad elencare le sventure che arriverebbero da una eventuale caduta.

Nel Pdl tutti a dire "non tradiremo"

C’è chi, come il senatore Antonio Milo, parla di «caccia alle streghe» e denuncia i «fantomatici elenchi senza fondamento» comparsi sulla stampa. Sta di fatto che la mappatura del Pdl a Palazzo Madama realizzata ieri da Libero ha immediatamente, e inopinatamente, scatenato tra i senatori indicati come meno vicini al Cavaliere una raffica di autodichiarazioni di fedeltà. E E sono molti anche i big che hanno ritenuto di dover scendere in campo per smentire qualsiasi tipo di tentazione ribaltonistica nella truppa berlusconiana di Palazzo Madama.

sabato 7 settembre 2013

Letta parla, Saccomanni lo smentisce

A sentire Enrico Letta al summit di San Pietroburgo tra le 20 economie più grandi del pianeta non si sarebbe fatto altro che elogiare il grande lavoro fatto dall’Italia per uscire dalla crisi. «Negli altri G20», ha spiegato il premier, ci avevano dato i compiti a casa perché eravamo stati malandrini», ma ora «non ci prendiamo più bacchettate sulle dita, i compiti a casa li abbiamo fatti e ora c'è bisogno di vedere la terra promessa». E proseguendo sulla metafora scolastica Letta ha poi detto che «questo è stato il primo vertice del G20 senza l’Italia tra i sorvegliati speciali: abbiamo giocato a tutto campo senza stare dietro la lavagna». Non solo, il nostro Paese avrebbe anche ottenuto riconoscimenti ufficiali nel comunicato finale del vertice. Insomma, un successo pieno e completo.

Il ricatto dei banchieri: Letta o trattamento-Grecia

Gli imprenditori non hanno dubbi. Tra l’avvio di una crisi internazionale dagli esiti imprevedibili con il lancio dei missili su Damasco e la caduta del nostro governo l’evento sicuramente più spaventoso e catastrofico è quest’ultimo. Dopo il terreno insidioso del G20, dove le autocelebrazioni del premier si sono dovute confrontare con la diffidenza dei «grandi» che vogliono ancora tenere sott’occhio il nostro Paese, domani Enrico Letta dovrebbe trovare a Cernobbio una platea tutta schierata al suo fianco.

venerdì 6 settembre 2013

Per tenersi il posto Saccomanni dà numeri a caso

Da un ex direttore generale di Bankitalia tutto ci si poteva aspettare tranne che smentisse le previsioni elaborate dai suoi colleghi economisti dell’Ocse. Ma l’imperativo, adesso, è proteggere il governo dalle fibrillazioni della maggioranza. E l’uscita imminente dal tunnel della crisi è uno scudo a cui Fabrizio Saccomanni non vuole rinunciare. Così, malgrado le fosche previsioni dell’organismo internazionale, che solo un paio di giorni fa hanno certificato le difficoltà dell’Italia, il ministro dell’Economia ha voluto annunciare il bel tempo. «Il processo di ripresa è in corso», ha spiegato dall’autorevole palcoscenico del G20 in Russia. Aggiungendo che «stiamo uscendo dalla fase di recessione».

Slot machine, Pdl e Pd votano contro. L'esecutivo finisce sotto al Senato

Un buco potenziale da 6 miliardi per i conti pubblici. Un sottosegretario all’Economia che rimette le deleghe. Il Pd che esulta per lo sgambetto al suo esecutivo. Confindustria che si dice sconcertata. È questo, in sintesi, il bilancio del pasticcio andato in scena ieri al Senato con lo scivolone del governo su una mozione presentata dalla Lega che prevede lo stop per un anno all’apertura di nuove sale per i giochi d’azzardo elettronici, on line e nei luoghi pubblici.

domenica 1 settembre 2013

Per tagliare l'Imu alzano le tasse sulla benzina

La stangata è servita. Alla fine, tra sviste, smentite e riscritture, l’aumento di tasse è puntualmente arrivato anche questa volta. E non si tratta di bruscolini, perché tra clausole di salvaguardia e risorse per gli esodati da qui al 2016 nel decreto Imu pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale ballano circa 3 miliardi di euro che potrebbero essere tranquillamente sfilati dalle nostre tasche.

giovedì 29 agosto 2013

Affitti, cifre, scadenze. Ecco chi pagherà l'Imu

Molta confusione, tante incognite, poche certezze. L'intervento del governo di mercoledì, presentato come abolizione totale dell'Imu, ha rimesso mano per l'ennesima volta alla tassazione sulla casa con alcuni effetti già operativi nel 2013 e altri solo annunciati che dovrebbero entrare in vigore nel 2014. È ancora da capire fino in fondo quale sarà l'impatto complessivo sulle tasche degli italiani, che di sicuro per quest'anno dovrebbero riuscire a risparmiare qualcosa, anche se non è ancora chiarissimo quanto, ma potrebbero essere costretti a saldare il conto con gli interessi il prossimo anno. Prospettive poco rosee sono in particolare quelle che riguardano gli inquilini in affitto, che se tutto va come sembra saranno chiamati a farsi carico di buona parte del peso fiscale di cui sono stati alleggeriti i proprietari delle prime case. Cerchiamo di capire cosa cambierà in concreto per i contribuenti e quali sono le insidie nascoste nella mossa del governo.

Niente Imu al ritorno dalle vacanze

L'Imu sparisce. Forse. Al di là degli annunci e dei festeggiamenti del governo e della maggioranza, per ora l'unica certezza uscita dall'atteso Consiglio dei ministri di ieri pomeriggio è che la prima rata della tassazione sulla prima casa e sui terreni agricoli viene definitivamente gettata nel cestino. Per sapere se ci sarà davvero il lieto fine, però, bisognerà aspettare ancora. Gli italiani dovranno rimanere col fiato sospeso almeno fino al prossimo 15 ottobre, quando sarà varata la legge di stabilità che dovrebbe contenere, secondo quanto promesso ieri dal premier Enrico Letta, l'abolizione totale della famigerata Imposta municipale unica.

mercoledì 28 agosto 2013

Il Pd prova fino all'ultimo a farci pagare la tassa sulla casa

Vertici a ripetizione e trattative febbrili che proseguiranno, con tutta probabilità, fino all’ultimo minuto utile. È una vigilia carica di tensione quella del Cdm che dovrebbe sciogliere una volta per tutte l’intricato nodo dell’Imu, che ha tenuto il governo e gli italiani sulla graticola per tutta l’estate. La soluzione, stando ad alcune indiscrezioni che filtrano da Palazzo Chigi, sarebbe a portata di mano. Renato Brunetta scommette sul lieto fine. «Sono ottimista», dice il capogruppo alla Camera del Pdl, che ha passato con il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni gran parte della giornata, «ma servono soldi, bisogna trovare oltre 4 miliardi di euro. Stiamo ancora lavorando». Anche il ministro delle Riforme è convinto che il provvedimento arriverà in porto. «Un’altra notte di lavoro e l’obiettivo sarà raggiunto», dice Gaetano Quagliarello, spiegando che c’è la «volontà» di tutti di trovare una soluzione.

La Merkel cerca voti sul disastro greco

A poche settimane dalle elezioni per il rinnovo del governo tedesco il caso Grecia piomba come un macigno sulle speranze  di Angela Merkel di ottenere un secondo mandato. Al punto che la cancelliera in questi giorni sta provando a scaricare la patata bollente sull’ex premier Gerard Schroeder, accusandolo di aver portato Atene nell’euro senza preoccuparsi dei suoi conti in disordine.
Il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, ieri ha promesso ai tedeschi che se la Cdu vincerà il confronto elettorale non ci saranno mai più salvataggi come quello greco. «Un’Europa più forte», ha detto in un’intervista alla Cnn, «significa che ciascuno deve fare la propria parte e non chiedere soldi agli altri».

domenica 18 agosto 2013

Solo i cinesi non sentono la crisi

Una volta c’era solo l’involtino primavera. Ancora avvolto da un alone di esotismo. Poi sono arrivati gli articoli per la casa, i giocattoli, l’abbigliamento. L’ultima frontiera è la messa in piega. Insieme alle bacchette i cinesi hanno deciso di impugnare pure le forbici e di aprire un altro fronte di concorrenza con i commercianti locali. Concorrenza pacifica, cordiale e sempre sorridente. Ma non per questo meno spietata.

Ora Letta si aggrappa ai ciellini

Dopo la breve pausa ferragostana, con la famiglia a Pisa, per Enrico Letta è già tempo di tornare in pista. L’agenda, del resto, è fitta. E i tempi strettissimi. La gravissima crisi in Egitto, il braccio di ferro con la Ue su crescita e lavoro, la necessità di trovare una soluzione sull’Imu, sono solo alcuni dei fronti roventi che il premier dovrà affrontare nelle prossime settimane, con le orecchie e gli occhi sempre ben aperti per cogliere ogni movimento interno alla maggioranza, legato sia alle questioni relative alla sentenza di condanna di Silvio Berlusconi sia alle grandi manovre dentro il Pd, che potrebbe mettere a rischio il delicato equilibrio su cui poggia l’intesa di governo.

sabato 3 agosto 2013

Letta punta i piedi: "C'è la ripresa, si va avanti"

«Far cadere ora il governo sarebbe un delitto». È sintetizzato in questa frase il concetto che ieri Enrico Letta, all’indomani del terremoto giudiziario che ha travolto Silvio Berlusconi, ha continuato a ripetere come un mantra per tutta la giornata, prima in conferenza stampa al termine del Cdm, in cui stando a quanto i riferiscono i partecipanti nessuno avrebbe fatto cenno al verdetto della Cassazione, poi nell’incontro con i parlamentari di Scelta civica.

venerdì 2 agosto 2013

I crediti non pagati si possono dedurre

Buone notizie per le Pmi. Una volta tanto il fisco si muove in direzione dei contribuenti, tenendo conto delle condizioni avverse provocate dalla crisi. Un po’ in ritardo con i tempi, considerato che la norma di riferimento è inserita nel decreto sviluppo varato la scorsa estate dal governo Monti, ieri dall’Agenzia delle entrate è arrivata la circolare relativa alla deducibilità delle perdite sui crediti non pagati. La possibilità per le imprese di scaricare dalle tasse le somme a vario titolo non riscosse e inserite nel bilancio come perdite è già prevista da tempo, sulla base dell’articolo 101 del Testo unico delle imposte sui redditi.

Dopo sei ore la mazzata. Cav agli arresti per 4 anni

«La Corte rigetta il ricorso del Berlusconi nei cui confronti dichiara, ai sensi dell’articolo 624 comma 2 del Codice di procedura penale, irrevocabili tutte le altre parti della sentenza impugnata». Si conclude così, con poche parole lette in Aula con voce un po’ tremolante e la prima condanna definitiva a carico di Silvio Berlusconi, un’offensiva giudiziaria durata circa 20 anni. Alla fine, l’affondo della magistratura, di cui l’ex premier ha iniziato a ricevere costanti e persistenti attenzioni a partire dalla sua discesa in campo nel 1994, è arrivato dalla sezione feriale della Corte di Cassazione, che ieri, alle 19.45, ha confermato la condanna a 4 anni di reclusione nei confronti del Cavaliere per frode fiscale nell’ambito del cosiddetto processo Mediaset.

sabato 13 luglio 2013

La Ue pronta a buttare 3,2 milioni per farsi una «Pravda»

L’Europa ci riprova. Qualche mese fa a Bruxelles era circolato un dettagliato progetto per addestrare un esercito di pattugliatori del web con il compito di spiare, controllare ed eventualmente combattere le sacche di euroscetticismo che si annidano nei social network. In sostanza, un grande piano di propaganda virtuale. Il tutto per soli 2 milioni di euro, chiaramente dei contribuenti.

venerdì 12 luglio 2013

Salta la festa per gli F35. Li facciamo, ma in silenzio

Il generale del Pentagono, Christopher Bogdan, stava già preparando le valigie. Il 18 luglio, presso lo stabilimento di Cameri, in provincia di Novara, partirà l’assemblaggio del primo caccia F35 italiano targato Lockeed Martin e Alenia Aermacchi. Si tratta di una linea di produzione (l’unica fuori dagli Stati Uniti) che rientra nel più costoso programma aeronautico mai avviato: che prevede complessivamente la realizzazione di 4mila aerei. Lo stabilimento di Cameri, a regime, sarà in grado di produrre fino a due velivoli al mese.

giovedì 11 luglio 2013

Bankitalia vede la ripresina ma S&P rischia di bruciarla

In sociologia le chiamano le profezie autoavverantesi, che si verificano quando la predizione genera l’evento. La definizione rischia di calzare a pennello per l’intervento a gamba tesa di S&P, che con il suo frettoloso declassamento potrebbe generare le condizioni per un peggioramento reale dello scenario economico.
Questo, almeno, è il quadro che emerge all’indomani dello sgambetto dell’agenzia di rating. La situazione dell’economia italiana «è difficile», ha spiegato Ignazio Visco nel corso dell’assemblea dell’Abi, ma «la prospettiva è di ripresa» come sottolineato «da diversi organismi internazionali fra cui l’Fmi».

martedì 9 luglio 2013

Della Valle trascina il Quirinale nella battaglia per il «Corriere»

«È in pericolo la libertà di opinione di un pezzo importante della stampa italiana e vedendo che sulla questione Rizzoli è già stato coinvolto da altri, anche io, e credo molti italiani, abbiamo bisogno di conoscere il Suo pensiero». Solo qualche giorno fa Diego Della Valle aveva definito la telefonata tra John Elkann e il capo dello Stato sulla scalata della Fiat ad Rcs una roba «da Istituto Luce», come quando «il Duce mieteva il grano ad agosto».

Ci salva la vacanza: boom del turismo

La crisi europea non ferma il turismo italiano. È tutta riconducibile ai mercati Extra-Ue, infatti, la crescita considerevole della spesa degli stranieri nelle nostre strutture che, secondo i dati della Banca d'Italia, nel 2012 ha fatto segnare un introito di 32 miliardi di euro, con un incremento del 3,8% rispetto all'anno precedente. Un risultato che permette di guardare con ottimismo anche alla ripresa dell'economia, considerato che il comparto vale oltre il 10% del Pil.

domenica 7 luglio 2013

Rispunta la vecchia idea: scontrini da scaricare

Scaricare dalle tasse lo scontrino fiscale o la fattura dell'idraulico. Con l'accelerazione impressa dal parlamento alla delega fiscale, rispunta la possibilità che anche in Italia si possa finalmente introdurre il cosiddetto contrasto di interessi. Della cosa si parla da anni, ma finora nessun governo è riuscito a cavare un ragno dal buco. L'ultimo tentativo risale all'esecutivo dei professori. Un emendamento presentato alla fine del 2012 in commissione Finanze del Senato al disegno di legga delega per la riforma fiscale prevedeva di assegnare al governo anche il compito di articolare forme e modi per inserire il contrasto di interessi nel nostro sistema tributario. La chiusura della legislatura vanificò il tentativo.

Rubinetti, piatti bio, super viti. I 946 prodotti che tirano l'Italia

Mille prodotti per cui siamo al top nel mondo. Eccellenze che battono sia l'agguerrita concorrenza a basso costo dei Paesi emergenti sia quella ad alto livello tecnologico dei Paesi industrializzati. Rispetto alla recessione profonda, al crollo dei consumi, alla disoccupazione alle stelle, il mondo descritto nel rapporto realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere e Fondazione Edison sul made in Italy sembra lontano anni luce. Un mondo di competitività, di innovazione, di speranze, ma soprattutto di successi.

sabato 6 luglio 2013

Depressione Monti: consumi giù del 6%

Un Paese dove non si comprano più vestiti, dove i discount vengono presi d'assalto, dove si tagliano pure i costi delle medicine e del dentista. La fotografia della recessione italiana scattata ieri dall'Istat è impietosa. Nel 2012, la spesa media mensile per famiglia è stata, in valori correnti, di 2.419 euro. Il che significa un calo, sempre in termini nominali, del 2,8%. Si tratta del peggiore risultato dall'inizio delle nuove serie storiche, avviate nel 1997, ovvero 15 anni fa. In tutti questi anni solo un altra volta, nell'orribile 2009, all'indomani della crisi dei mutui subprime, l'Istat aveva rilevato una discesa della spesa delle famiglie, ma allora il ribasso era stato meno accentuato, pari a -1,7% (2.442 euro il valore assoluto medio mensile). Ma nel 2009 l'inflazione era appena allo 0,8%, quindi pure il ribasso in termini reali era risultato meno profondo. Oggi, invece, il dato diffuso dall'Istituto di statistica va caricato con una dinamica del carovita che nel 2012 ha fatto balzare i prezzi del 3%. In pratica, il valore reale speso dalle famiglie lo scorso anno è crollato quasi del 6%.

L'Italia muore di tasse. Più le alza, meno incassa

Le tasse aumentano, il gettito cala. La maledizione di Laffer continua ad abbattersi sul fisco italiano senza che nessuno al ministero dell’Economia se ne preoccupi più di tanto. L’ennesima certificazione del peso abnorme dei balzelli in Italia è arrivata ieri da Bankitalia, che ha messo nero su bianco la classifica dei Paesi più tartassati d’Europa nel 2012. Con il suo bel 44% di pressione fiscale (rispetto al 42,6% del 2011) l’Italia ha agevolmente scalato posizioni, piazzandosi con autorevolezza nel gruppo di testa. Nell’eurozona, dove la media è del 41,5%, siamo arrivati al quarto posto, scavalcando la Finlandia, su 17. Meglio di noi hanno fatto solo il Belgio, la cui pressione fiscale nel 2012 si è attestata al 47,1% (era al 45,9% nel 2011), la Francia con 46,9% (45,8% nel 2011) e l’Austria 44,2% (43,5% nel 2011).

venerdì 5 luglio 2013

L'Imu resta:l'Fmi ordina, Letta ubbidisce

Un aiutino così Enrico Letta non se l’aspettava proprio. Mentre i tecnici di Via XX Settembre si arrovellano senza grandi risultati per trovare le coperture e lo stesso premier è costretto quasi ogni giorno a rintuzzare le pressioni interne alla maggioranza con vaghe promesse, il Fondo monetario internazionale si presenta a Roma e ci spiega senza mezzi termini che l’Imu è cosa buona e giusta e ce la dobbiamo tenere.

giovedì 4 luglio 2013

Cancellata la sanatoria fiscale per le cartelle sotto i 2mila euro

Tra le tante tasse introdotte nella scorsa legislatura il governo di Mario Monti, complice il clima pre elettorale e le pressioni dei partiti di maggioranza, aveva anche varato in zona Cesarini una mini sanatoria per le vecchie cartelle esattoriali. La norma, inserita nella legge di stabilità 2013 dello scorso dicembre (articolo 1 comma 527) e accolta da tutti con grande soddisfazione, prevedeva l’annullamento automatico entro sei mesi dall’entrata in vigore di tutte le somme inferiori ai 2mila euro (compresi gli interessi e le sanzioni) iscritte a ruolo entro il 31 dicembre 1999. Stando al testo del provvedimento l’azzeramento riguardava tutti i crediti della Pa, fossero essi tributi, contributi previdenziali o rette scolastiche, compresi quelli oggetto di controversia giudiziale.

L'Europa molla due spicci, ma ci dirà come spenderli

Non è la golden rule tanto invocata, ma è comunque un risultato. E, stando all’entusiasmo sfrenato di Enrico Letta, neanche così scontato. Il premier si è avventato sulla notizia senza aspettare un secondo. «Ce l’abbiamo fatta! La Commissione Ue annuncia ora ok a più flessibilità per prossimi bilanci per paesi come Italia con conti in ordine», ha subito scritto su Twitter, battendo tutti sul tempo.

Accordo su Finmeccanica. De Gennaro presidente

Sarà Gianni De Gennaro il nuovo presidente di Finmeccanica. Il Tesoro, che detiene il 30,2% delle azioni, ha designato ieri sera ufficialmente l’ex segretario con delega ai servizi segreti per la presidenza del gruppo di Piazza Monte Grappa e Alessandro Minuto Rizzo come consigliere. Le nomine saranno effettuate oggi nel corso dell’assemblea degli azionisti.

mercoledì 3 luglio 2013

Letta-Merkel si fanno lo spot sul lavoro

Sul tavolo ci sono i 6 miliardi (che dal 2015 potrebbero diventare 8) appena stanziati dal Consiglio europeo del 27 giugno per l’occupazione giovanile. Ma molti sono pronti a scommettere che al vertice di oggi a Berlino gli annunci e gli slogan saranno di gran lunga superiori alle decisioni concrete. Gli oppositori interni di Angela Merkel, che a fine settembre dovrà presentarsi alle urne per il rinnovo del governo, parlano senza mezzi termini di un «cinico stratagemma». Sottolineando che ora la Cancelliera cerca di assumere la guida della campagna comunitaria contro una disoccupazione che le sue stesse politiche di austerity hanno contribuito a far lievitare in misura abnorme.

venerdì 21 giugno 2013

Vogliono far pagare a noi il crac delle banche

«Il principio di proporzionalità verrà opportunamente graduato». Sono appese qui, a questa vaga promessa del governo, le speranze dei risparmiatori italiani di non vedersi sfilare i soldi di tasca per salvare le banche dal fallimento. Il rischio è concreto e imminente. La proposta di direttiva della Commissione europea per la gestione e la risoluzione delle crisi bancarie (adottata nel giugno 2012) è oggi sul tavolo dell’Ecofin che si tiene a Lussemburgo. L’obiettivo è quello di definire regole comuni a livello europeo per stabilire chi dovrà sopportare il costo del salvataggio di un istituto di credito che finisce in bancarotta.

Il Pd propone al Cav un patto di non aggressione

Il governo si tiene fuori. Il Pd pure. Intervenuto alla stampa estera, Enrico Letta ha voluto subito mettere distanza tra l’esecutivo e la questione dell’ineleggibilità di Silvio Berlusconi. Il voto, su un ricorso del Movimento 5 Stelle, è fissato per il prossimo 9 luglio in Senato. E per il premier la faccenda è tutta e soltanto di competenza parlamentare. «Il governo non c’entra con questa scelta. Sono dinamiche parlamentari», ha spiegato il presidente del Consiglio ai cronisti stranieri.

giovedì 20 giugno 2013

La pressione fiscale è al 53%, ma sull'Iva il governo vola basso

La Confesercenti stima che nel 2013 la pressione fiscale salirà al 44,7% (dal 44% del 2012). La Corte dei conti certifica che quella reale (depurando il Pil dal sommerso) è già balzata al 53%. Ma il governo ha altro da fare. Nel Consiglio dei ministri che ha varato l’ennesima lenzuolata di semplificazioni (mentre siamo ancora in attesa che decreti e regolamenti facciano entrare in vigore quelle del governo Monti) dell’Iva, che tra dieci giorni passerà dal 21 al 22%, non si è discusso neanche di sfuggita. «Il tema non è stato toccato», spiegano il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Filippo Patroni Griffi, e il ministro della Pubblica amministrazione, Giampiero D’Alia.

martedì 18 giugno 2013

Finmeccanica fa la dieta per non farsi mangiare

C'è aria di grandi manovre nel settore dell'aerospazio. Con Finmeccanica che si dice pronta ad eventuali opportunità di integrazione e il governo che invita il gruppo a valutare partnership prima di vendere. L'ad Alessandro Pansa ha approfittato ieri del tradizionale appuntamento del Salone di Parigi (dove Finmeccanica ha già incassato 240 milioni di commesse) per fare il punto sulle prossime mosse. 

sabato 15 giugno 2013

Occhio, sull'Iva può cadere Letta

Forse Nichi Vendola esagera quando dice che la parabola del governo Letta è già allo show down. Ma l’atmosfera che si respira in questi giorni nella maggioranza non è molto diversa. Il braccio di ferro tra il Pdl e il governo sulle tasse è diventato così serrato da far pensare che, in mancanza di cambi di rotta immediati dell’esecutivo, il momento della resa dei conti potrebbe essere davvero vicino. A rendere ancora più forte l’odore delle elezioni ci sono poi le indiscrezioni insistenti relative ad una mossa della Consulta che permetterebbe di fare a meno di una nuova legge elettorale. Secondo i costituzionalisti la suprema Corte, che presumibilmente riterrà legittima la questione sollevata dalla Corte di Cassazione, potrebbe evitare il vuoto legislativo, cancellando il solo premio di maggioranza del Porcellum e non tutta la norma. Il che offrirebbe ai partiti una sorta di proporzionale puro per andare al voto senza riforma.

Siluro dall'Europa, le banche in crisi le salveranno i risparmiatori

«Non abbiamo più tempo, bisogna agire subito». Enrico Letta ha aperto i lavori del vertice dei ministri economici di Francia, Germania e Spagna con toni gravi e ultimativi. Un modo per sottolineare quanto l’Italia conti sul sostegno europeo per combattere la disoccupazione e rilanciare il lavoro giovanile. Per quanto il premier tenti di caricare di aspettative il calendario degli appuntamenti europei e internazionali (lunedi e martedì ci sarà pure il G8) in vista dell’ormai mitico summit a Bruxelles del 27 giugno, per ora di carne al fuoco non ce n’è molta. L’obiettivo a portata di mano è quello di anticipare al 2013 i fondi Ue per la disoccupazione. Ma per l’Italia si tratta di 400 milioni spalmati fino al 2020. Bruscolini. Quanto alla possibilità di scorporare gli investimenti produttivi, la famosa golden rule, il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, ha ribadito ieri che non se ne parla.

venerdì 14 giugno 2013

Nel Pdl cresce il malumore

Le riforme indispensabili per il rilancio del Paese «potranno realizzarsi solo se non sarà sottoposta a scosse e messa in questione la continuità del governo e insieme la continuità del Parlamento». Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, prova a dare una mano al premier Enrico Letta, invitando i i partiti ad evitare «meschini e convulsi calcoli di convenienza di qualsiasi specie». Ma la tensione, soprattutto dopo la frenata di Fabrizio Saccomanni e Flavio Zanonato sull'Iva e la richiesta della procedura d'urgenza (approvata dal Senato) sul ddl di riforma costituzionale, è ormai alle stelle.

giovedì 13 giugno 2013

I commercianti fischiano il governo per l'aumento Iva

A poco meno di un mese e mezzo dal suo insediamento per il governo Letta è già arrivato il momento dei fischi. Non è la prima volta che dal mondo delle imprese arrivano segnali di pentimento rispetto al sostegno accordato sulla fiducia al nuovo esecutivo. Ieri, però, il dissenso è stato sonoro e plateale. A scatenare la protesta, manco a dirlo, i tentennamenti di Palazzo Chigi sui temi fiscali. Il ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato, si è presentato davanti agli esponenti di Confcommercio riuniti per l’assemblea annuale pieno di buone intenzionie, ma con pochissime certezze da offrire ad uno dei settori, quello della piccola e media impresa, più colpiti dalla crisi.

mercoledì 12 giugno 2013

Il governo sta fermo. Pagheremo Iva e Imu

Il governo ha deciso di cambiare passo. Ma i soldi non ci sono. Così, al posto di interventi su Iva e Imu arriveranno i certificati di maternità per via telematica. La misura, tra le altre, è una di quelle a cui sta lavorando l’esecutivo nell’ambito di un pacchetto di riforme per rilanciare l’economia. L’annuncio è stato dato al termine della riunione di maggioranza che si è tenuta ieri mattina a Palazzo Chigi. Prima del prossimo Consiglio europeo, ha annunciato il ministro per i Rapporti col Parlamento, Dario Franceschini, il governo varerà un «decreto del fare» che contiene «misure su occupazione, fisco, lavoro e giovani».

martedì 11 giugno 2013

Braccio di ferro a Bruxelles per poter spendere

Dodici mesi dopo le dichiarazioni di Mario Monti, che sbandierava con orgoglio di avere già incassato il sostegno di Angela Merkel, l’Italia è di nuovo alle prese con la golden rule. Al di là di tutte le chiacchiere sui margini di manovra aperti dallo stop alla procedura di infrazione e considerate le previsioni catastrofiche sul Pil, con la ripresa che si allontana alla primavera del 2014, la speranza del governo di raggranellare qualche euro da destinare alla crescita è appesa alla possibilità che l’Europa ci consenta di scorporare dal deficit alcune spese per gli investimenti.

Il Pil frana, manovra in vista

Produzione a picco, export ancora giù e pil più basso del previsto. Detto in due parole: manovra correttiva. Dopo un paio di settimane di sbornia da conti pubblici, in cui si era pensato che lo stop della procedura per deficit eccessivo aprisse chissà quali spazi di intervento su tasse e crescita, l'Istat ieri ci ha bruscamente riportato con i piedi per terra, delineando un quadro di crisi profonda che apre concretamente la strada alla necessità di ulteriori sacrifici.

domenica 9 giugno 2013

Borghi: «Le quattro opzioni per rompere la gabbia comunitaria»

«La Merkel è come un centravanti che continua a vantarsi di segnare nella porta della propria squadra. Lei sale nella classifica dei marcatori, ma noi perdiamo la partita». La metafora è cristallina. Così come, secondo Claudio Borghi Aquilini, è chiaro cosa dovrebbe fare il governo a Bruxelles. «Non amo sbattere i pugni», dice l'economista, professore incaricato all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, riferendosi al dibattito in corso in questi giorni, «e credo che Enrico Letta non ne avrebbe bisogno. I numeri sono così evidenti che non dovrebbero essere oggetto di negoziato».

Via al braccio di ferro: rispunta l'eurobond

Altro che uscire dall’euro. L’idea di Enrico Letta (lui parla di «sogno della vita») è che questo sia il momento di «accelerare» verso gli Stati Uniti d’Europa. E la «grande occasione» per l’Italia è rappresentata dal semestre europeo che scatterà nella seconda metà del 2014, quando il nostro Paese avrà la presidenza di turno e potrà, secondo il premier, passare alla storia facendo «il rompighiaccio che consenta di andare verso l’unione politica».

sabato 8 giugno 2013

Un esercito di padroncini ostacola la corsa dei Tir

Un cambio di passo. Utilizzando la crisi come un'opportunità per scardinare un sistema dell'autotrasporto da troppi anni ingessato. È questo il tentativo di Assotir, che ieri è oggi ha riunito gli iscritti a Roma per il suo secondo congresso nazionale. La parola d'ordine è aggregazione. Delle migliaia di mini aziende che operano nel settore, spesso con logiche antieconomiche e non competitive. Ma anche delle decine di sigle sindacali, a volte più attente alle faide interne che agli obiettivi comuni.

Mezza Italia contro l'Europa

Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, liquida l’intervento di Silvio Berlusconi, spiegando che «molti euroscettici hanno avuto il tempo per fare a braccio di ferro con la Merkel e non lo hanno fatto». Ma la protesta anti euro sta montando come un fiume in piena. E gli attacchi non arrivano solo dal Cavaliere.

venerdì 7 giugno 2013

Befera rivuole le ganasce sulle auto

Attilio Befera ne parla con una punta di nostalgia. Non arriva a rievocare i bei tempi di quando gli agenti del fisco potevano sequestrarti l'auto per un debito di pochi spiccioli, ma poco ci manca. «Chiunque faccia la riscossione ha difficoltà a riscuotere perché non è possibile fare azioni esecutive», si è lamentato il direttore dell'Agenzia delle entrate nonché presidente di Equitalia di fronte al Parlamento. Aggiungendo che occorrerebbe rivedere gli strumenti cautelativi, per esempio valutando la «reintroduzione del preavviso di fermo della autovettura. Altri strumenti coercitivi non ne vedo».

giovedì 6 giugno 2013

L'euro ci costa uno stipendio l'anno

Non è facile dipanare l’intreccio perverso degli effetti dell’unione monetaria europea e della crisi internazionale. Di sicuro il combinato disposto (e il numero di chi sostiene che i due fattori non siano affatto slegati si ingrossa giorno dopo giorno) ha fatto precipitare il nostro Paese nella recessione più violenta dal Dopoguerra ad oggi. Al di là delle valutazioni sui presunti benefici arrivati con l’introduzione dell’euro o, viceversa, sui vincoli troppo severi che hanno affossato ancora di più la nostra già debole economia, il bilancio che emerge dai numeri è abbastanza eloquente: dal 2000 ad oggi il Paese si è impoverito. E non di poco.

Martino: «Europa in mano ai bigotti Riprendiamo la sovranità»

Professor Antonio Martino, lei è euroscettico da tempo. Ora cosa pensa?
«Che Le mie preoccupazioni sono state confermate in misura molto più drammatica di quanto pensassi. L’Italia, ma tutta l’Eurozona non è in recessione, ma in profonda depressione. Negli ultimi anni abbiamo avuto un calo del reddito superiore a quello che si ebbe in America all’epoca della grande depressione del ’29. Negli ultimi tre anni sono morte 55mila imprese, i disoccupati hanno raggiunto quota 3 milioni. E ho notizia che gli immigrati non solo non cercano più di entrare in Italia, ma alcuni di loro tornano nei Paesi di origine».

mercoledì 5 giugno 2013

Savona: "Uscire dall'euro? Ci ridiano le chiavi di casa o prepariamoci ad ogni evenienza"

«O noi o loro». Dove loro sta per la Germania di Angela Merkel. Sono anni che Paolo Savona mette in guardia la classe dirigente italiana, ed europea, dai rischi che possono scaturire da un’unione azzoppata e incompleta. Anni in cui l’economista esperto di sistemi monetari e di politiche comunitarie (fu lui nel biennio 2005-2006 a guidare il Comitato tecnico governativo per la Strategia di Lisbona) ha continuato a ripetere che accanto ad un piano A per restare nell’euro i governi avrebbero dovuto preparare per tempo anche un piano B per sottrarsi alla morsa. Il tempo, ora, è scaduto. Ma prima di sbattere la porta, spiega a Libero, c’è spazio per «un ultimo tentativo che può e deve essere fatto». E questo tentativo ruota intorno ad una riforma dell’Europa le cui linee sono tratteggiate in un appello lanciato nei giorni scorsi dallo stesso Savona e da Pellegrino Capaldo. «Siamo finiti in una gabbia», taglia corto il professore, «ci ridiano le chiavi, altrimenti saremo costretti a prepararci ad ogni evenienza».

I soldi per le aziende? Ai sindaci

Può sembrare una beffa, ma nello stesso provvedimento che sblocca i debiti della Pa alle imprese, 400 milioni di soldi destinati ai quei pagamenti finiscono in tasca ai sindaci. Il rischio paventato dalle associazioni imprenditoriali si è puntualmente concretizzato con il via libera al decreto arrivato ieri dall’Aula del Senato.

sabato 1 giugno 2013

Ristrutturazioni e bonus, occhio a Iva e redditometro

Il ministro delle Infrastruttura, Maurizio Lupi, parla di «una scossa all’economia» e quantifica in 2 miliardi di pil l’effetto delle misure. Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha stimato «un primo impatto macroeconomico che potenzialmente dovrebbe essere superiore a circa un decimo di punto di pil nel 2013». E l’effetto benefico si dispiegherà anche negli anni a venire. In quanto, ha spiegato, «gli interventi porteranno a minori costi per l’energia e al miglioramento delle performance delle apparecchiature utilizzate, che dovrebbe migliorare anche il potere d’acquisto delle famiglie».

Ci si può rifare casa. Risparmiando

Ristrutturazioni, efficienza energetica e persino i mobili. Con una settimana di ritardo rispetto alla tabella di marcia annunciata, l’esecutivo è riuscito a trovare la quadra sulla proroga delle agevolazioni edilizie, tirando fuori dal cilindro addirittura qualche sconto in più rispetto alle attese.
Il governo parla di «un forte potenziamento dell’attuale regime di detrazioni fiscali» avvertendo, però, che per tutti gli interventi si tratta dell’ultima occasione utile.

venerdì 31 maggio 2013

Fiat lascerà l'Italia. Parola di Elkann

Avanti tutta sulla fusione con Chrysler, piena fiducia a Sergio Marchionne e addio all'Italia di Fiat Industrial. Nessun ripensamento, nessun cambio di rotta. Intervenendo all'assemblea di Exor il presidente e ad John Elkann (che ricopre lo stesso incarico in Fiat) ha confermato tutti gli obiettivi del gruppo. Primo fra tutto quelli americano: «È molto prematuro dire oggi come avverrà e di cosa c'è bisogno. Ciò che è sicuro è che da parte di Exor c'è l'assoluta convinzione che bisogna andare avanti e che Fiat e Chrysler devono avere un futuro insieme». 

giovedì 30 maggio 2013

Berlino inquina, noi facciamo i virtuosi

L’Italia ambientalista festeggia. Forse. Secondo le stime diffuse ieri da Eurostat il nostro Paese è ancora al terzo posto per livello di emissioni di CO2, con 366 milioni di tonnellate prodotte, ma nel 2012 siamo a pieno titolo nel gruppo degli Stati virtuosi che hanno sforbiciato di più la quota di gas nocivi rilasciata nell’atmosfera.

Per promuoverci l'Europa ci impone ancora sacrifici

Sei raccomandazioni stringenti con paletti invalicabili su Imu, Iva e spesa pubblica. Una serie infinita di compiti a casa e una raffica di allarmi sulle criticità del sistema Italia. Per essere una promozione, quella arrivata ieri da Bruxelles somiglia molto ad una camicia di forza. Il tanto atteso stop alla procedura d’infrazione per deficit eccessivo è puntualmente arrivato. Ma dopo aver letto il documento che accompagna la decisione, viene il dubbio che sia andata di gran lunga meglio a Francia, Spagna, Polonia e Slovenia, che hanno incassato due anni di proroga per riportare il deficit sotto il 3%. Regalo che il premier francese, Francois Holland, ha addirittura accolto con stizza, replicando alle richieste di Bruxelles sulla riforma delle pensioni con un secco: «La Commissione non ci dica ciò che dobbiamo fare». Persino il Portogallo (così come i Paesi Bassi) è riuscito ad incassare un anno di sconto.

mercoledì 29 maggio 2013

"Lo Stato ha perso 90 miliardi". E' la prova: le manovre erano inutili

«L’adozione di una linea severa di austerità non ha impedito che gli obiettivi programmatici assunti all’inizio della legislatura fossero mancati». In altre parole, la valanga di tasse che i governi ci hanno fatto pagare negli ultimi anni non è servita a nulla. A più di qualcuno il sospetto era già venuto da tempo. A mettere nero su bianco il fallimento delle politiche di lacrime è sangue ci ha pensato ora la Corte dei Conti che, numeri alla mano, ha tracciato il bilancio della legislatura appena conclusa nel Rapporto 2013 sul coordinamento della finanza pubblica. Non è la prima volta che i magistrati contabili puntano il dito sugli effetti perversi dell’austerity, che alla fine della fiera, a forza di impoverire il Paese, toglie alle casse pubbliche più di quello che porta. Il consuntivo degli ultimi cinque anni di governo non solo conferma la tesi, ma offre un quadro che va oltre ogni peggiore previsione.

martedì 28 maggio 2013

Pagano solo i debiti del Sud. E il Nord si ribella

Sale la tensione sulla questione settentrionale. Se il Nord è sull’orlo del baratro, i governatori vogliono che le tasse restino sul territorio. Dopo l’allarme lanciato in occasione dell’assemblea annuale dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, sul rischio di tracollo della parte produttiva del Paese, i presidenti delle Regioni Lombardia, Piemonte e Veneto scendono in campo per chiedere che almeno il 75% dei tributi versati dai cittadini non finisca nelle casse dello Stato centrale per essere poi destinato al finanziamento della spesa pubblica generale o redistribuito alle Regioni del Sud.

domenica 26 maggio 2013

Letta vede Alfano e lo gela: niente soldi per la crescita

Mentre i tecnici si arrovellano sulle questioni fiscali e di bilancio, sulla testa di Enrico Letta piomba la prima grana politica del suo mandato. Al termine di una settimana di fuoco, iniziata con l’accusa per Emilio e Adriano Riva di aver fatto sparire nei paradisi fiscali 1,2 miliardi e finita con il maxisequestro di 8,1 miliardi disposto dal Gip di Taranto, ieri si è dimesso in blocco tutto il cda dell’Ilva. La notizia è arrivata dopo il consiglio di ieri mattina a Milano: tre ore di riunione al termine della quale il presidente Bruno Ferrante, l’ad Enrico Bondi e il consigliere Giuseppe De Iure hanno presentato le dimissioni a partire dal 5 giugno, giorno in cui è stata convocata l’assemblea.

Il Nord dà 100 miliardi al Sud e paga 500 euro di tasse in più

Tartassati e mazziati. Ieri Giorgio Squinzi è tornato a lanciare l’allarme sulla crisi del Settentrione. «In Italia», ha detto il leader di Confindustria, «abbiamo una questione meridionale seria, ma abbiamo anche un Nord che ha rallentato. I suicidi degli imprenditori sono concentrati essenzialmente al Nord, in modo particolare nel Veneto una delle regioni che si è trasformata di più nel dopoguerra». Lo sa bene il governatore Luca Zaia, che ieri, dalle pagine del Corriere della Sera, si è schierato senza esitazione al fianco di Squinzi. «Finalmente», ha detto il governatore del Veneto, «qualcuno che parla chiaro: non c’è sviluppo senza il Nord, non ci sarà nuovo lavoro e reddito se non si toglieranno di mezzo i vincoli, le leggi, i gravami fiscali e contributivi che impediscono di fare impresa».

sabato 25 maggio 2013

I partiti si tagliano i rimborsi. A parole

Sarà colpa del suo amore per l’Europa. Sta di fatto che Enrico Letta è uscito dal Consiglio dei ministri di ieri (che ha anche rinviato i dossier su ecobonus e agevolazioni edilizie) con un risultato che ricorda molto da vicino quelli dei grandi vertici di Bruxelles: sullo stop del finanziamento pubblico ai partiti c’è l’accordo, ma non la legge.

venerdì 24 maggio 2013

Squinzi vede l'Apocalisse: stiamo bruciando 50 anni

Fisco, riforme, innovazione, lavoro, ma soprattutto «crescita». Perché il Nord è «sull’orlo del baratro» e rischia di trascinare l’intero Paese «indietro di mezzo secolo». Giorgio Squinzi non usa mezzi termini per descrivere la crisi italiana. Parla di un’economia soffocata da tasse e burocrazia, strozzata dalla mancanza di credito (50 miliardi di prestiti in meno negli ultimi 18 mesi, come nel dopoguerra), azzoppata dall’assenza di modernizzazione e competitività.

giovedì 23 maggio 2013

Giovannini gela gli ottimisti: "I 12 miliardi non si trovano"

Dodici miliardi per il lavoro? «La vedo difficile». Così, senza troppi fronzoli, Enrico Giovannini ha gelato le speranze di chi nei giorni scorsi, anche con lo zampino di alcune ottmistiche indiscrezioni di stampa, aveva pensato che i primi interventi concreti del governo fossero dietro l’angolo. L’incontro di ieri con la parti sociali, come del resto era previsto, è stato solo il primo passo di un percorso che si prennuncia tutt’altro che rapido. «Il governo considera una priorità» la lotta alla disoccupazione, ha detto il ministro del Lavoro, ma le risorse ancora non ci sono. «Stiamo lavorando su ipotesi costose e meno: sulla base delle compatibilità economiche si lavorerà su quelle più efficaci», ha detto Giovannini, che ha comunque assicurato che è in corso una serie di analisi molto dettagliata sulle risorse e sui fondi disponibili.

Letta canta vittoria ma la Merkel lo snobba

Malgrado i toni ultimativi e bellicosi della vigilia («l’Europa così com’è non basta più, andiamo a trattare con la schiena dritta», aveva detto martedì Enrico Letta), ieri il vertice di Bruxelles si è svolto come doveva svolgersi: una discussione su energia ed evasione fiscale, i due temi all’ordine del giorno. Esiguo, se non nullo, lo spazio dedicato alle questioni che stanno a cuore all’Italia. E allo stesso premier. Con la cancelliera tedesca Angela Merkel che, abbandonando il summit, gli è passata accanto senza salutarlo e senza neanche degnarlo di uno sguardo. In barba alla promessa di Letta di non far «tornare l’Italia oggetto di scherno».

mercoledì 22 maggio 2013

La gaffe del renziano Farinetti: "I miei Eataly? Alcuni senza licenza"

Vuole rifondare il Pd, cambiare il Paese, scendere in campo per combattere l'illegalità e il discredito dell'Italia nel mondo. Nel frattempo, però, apre negozi senza le autorizzazioni, come fosse un furbetto qualsiasi. A nessuno, intendiamoci, verrebbe mai in mente di puntare il dito su Oscar Farinetti , ambasciatore riverito e celebrato del made in Italy culinario nel mondo, guru della nuova sinistra, grande elettore di Matteo Renzi. Se la notizia arriva dalla sua viva voce, però, non possiamo che prenderne atto.

sabato 11 maggio 2013

Tributo unico su casa e rifiuti. La stangata arriverà in autunno

Gli approfondimenti tecnici su Imu e Cig dureranno una settimana. Giusto il tempo di permettere a Fabrizio Saccomanni di presenziare al G7 britannico, di tornare domani nell’abbazia toscana di Spineto per il ritiro di governo, e di ripartire in fretta e furia per Bruxelles, dove lunedì si terrà l’Eurogruppo e martedì l’Ecofin. Un tour de force che consentirà al ministro dell’Economia di annusare le prime reazioni internazionali, confrontarsi con il premier Enrico Letta e i colleghi di governo, e chiedere poi all’Europa il via libera definitivo, con tanto di rassicurazioni sulla chiusura della procedura d’infrazione a fine maggio.

venerdì 10 maggio 2013

L'Italia ha 75 miliardi di gas e greggio

Settantacinque miliardi di risorse aggiuntive in dieci anni. Non servono miracoli, ma trivelle. Il tesoro è custodito nel sottosuolo e aspetta solo che qualcuno si metta a scavare. Un disturbo di cui il governo dovrebbe e potrebbe farsi carico, considerata l’infinità di dossier aperti sul tavolo, tra Imu, Cig, esodati e cuneo fiscale, piuttosto che continuare a raschiare il fondo del barile.

Letta rinvia il taglio delle tasse: serve il via libera dell'Europa

Un bluff, una mossa obbligata, una strategia sapiente. Sta di fatto che l’Imu non viene cancellata, né sospesa, ma al massimo rinviata a settembre. Per quanto riguarda la Cig, i fondi verranno recuperati raschiando il barile delle risorse già stanziate nell’ambito delle politiche per il lavoro. Sarebbe questo l’orientamento del governo, che ieri, però, in sede di Consiglio dei ministri non ha neanche trovato la forza di andare fino in fondo, lasciando la questione aperta fino all’inizio della prossima settimana allo scopo di approfondire alcuni dettagli tecnici.

giovedì 9 maggio 2013

La Corte dei Conti smonta Monti: «Molte misure senza copertura»

Pasticciata, scorretta, inaffidabile. È difficile, andando indietro nel tempo, trovare una bocciatura della Corte dei Conti così netta come quella piombata ieri sull'ultima manovra finanziaria dell'ex premier Mario Monti. Una mazzata che apre anche, con i dubbi su coperture e stime di gettito messi nero su bianco dai magistrati contabili, scenari inquietanti su un possibile buco di bilancio con cui il governo Letta potrebbe dover fare i conti. Non è un caso che il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, stia da giorni effettuando una rigorosa ricognizione sui conti pubblici. Una mossa che, evidentemente, l'ex dg di Bankitalia ha ritenuto necessaria prima di impegnarsi sulle misure correttive annunciato dal premier e allo studio di governo e maggioranza. 

martedì 7 maggio 2013

Dai milioni allo Ior al caso Pecorelli: su Andreotti quanti misteri irrisolti

Piano Solo, Calvi, Sindona, la P2, Gladio, Moro, Dalla Chiesa, Pecorelli... non c’è mistero, scandalo, omicidio, dossier o episodio oscuro della storia della Repubblica italiana che non sia stato, in un modo o nell’altro, collegato a Giulio Andreotti. Una delle ultime vicende in ordine di tempo è quella che lega il sette volte presidente del Consiglio scomparso ieri all’eta di 94 anni ai segreti dello Ior, la banca del Vaticano su cui da sempre si concentrano le attenzioni di giornalisti, scrittori, e dietrologi di mezzo mondo.

domenica 5 maggio 2013

L'Imu si pagherà (più cara)

La tolgono, ce la ridanno, la diminuiscono. Il rischio, purtroppo, è che alla fine l'Imu la pagheremo lo stesso. E anche più salata. La questione dell'imposta municipale tiene da mesi gli italiani con il fiato sospeso. Prima la gara in campagna elettorale a chi la odiava di più. 

sabato 4 maggio 2013

Equitalia rischia la condanna in Europa

Usura legalizzata? Tassa sulla tassa? La palla, ora, passa all’Europa. Saranno i giudici della Corte di Giustizia Ue ha decidere se i compensi dovuti ad Equitalia per il servizio di riscossione rispettano le norme comunitarie. A chiamare in causa l’organismo di Lussemburgo è stata, con l’ordinanza dello scorso 29 gennaio, la Commissione tributaria provinciale di Latina.

Riforme, poltrone, soldi: per Letta una grana al giorno

Lunedì serà andrà a Madrid dal premier Mariano Rajoy per uno strascico di tour europeo. La mattina sarà prima all’Expo di Milano e poi, subito dopo, alla Borsa, per seguire la relazione annuale della Consob. Nel corso della settimana è poi previsto un incontro col presidente dell’Europarlamento, Martin Schulz, e col segretario di Stato Usa, John Kerry. Ma le speranze degli italiani di avere ragguagli sul programma, visti come sono andati gli impegni pubblici dei giorni scorsi, sono appese anche all’ospitata da Fabio Fazio a Che tempo che fa, prevista per domenica sera. Delle serie: non si butta via niente.

venerdì 3 maggio 2013

Letta in tour prende solo sorrisi

Il libro dei sogni si ingrossa, alimentandosi degli abbracci e dei sorrisi che Enrico Letta ha raccolto nel corso del suo tour per presentarsi alle cancellerie europee. Il neo premier si dice convinto che l’Europa saprà capire il nuovo corso dell’Italia offrendo sostegno e collaborazione. «Torno a Roma più ottimista di quando sono partito», ha detto ieri, perché in tutte le capitali che ho visitato ho constatato come «ci sia una consapevolezza che ci accomuna: i cittadini europei devono vedere l’Europa come strumento di soluzioni positive non di cose negative». E ancora: «Ho trovato un terreno ben arato e ho colto quanto sia importante il ruolo dell’Italia e quanto noi vogliamo giocarlo».
Nel suo girovagare, del resto, non ha ricevuto altro che consensi e disponibilità. Il capo dell’Eliseo, Francois Hollande, si è detto addirittura «felice» per l’arrivo «dell’amico Enrico», producendosi in calorose e prolungate strette di mano. Persino la dura cancelliera tedesca Angela Merkel, è sembrata più mansueta, assicurando che con il governo italiano si portà lavorare bene. Un clima di euforia che ha spinto la Commissione Ue a dirsi «fiduciosa» di poter chiudere la procedura per deficit eccessivo a carico dell’Italia. Con il presidente Josè Manuel Barroso che ha attribuito a Letta un «alto senso di responsabilità» e «la capacità di costruire ponti».


Per rispettare gli obblighi europei pagheremo 250 miliardi in 5 anni

Duecentocinquanta miliardi di euro. È questo il regalino che ci arriva dall’Europa per i prossimi cinque anni. La cifra può sembrare mostruosa, ma la realtà è che si tratta di una stima al ribasso. Il cambiamento di alcune variabili macroeconomiche e degli accordi stipulati in sede internazionale potrebbe infatti far lievitare ulteriormente l’impatto sui nostri conti pubblici degli impegni con Bruxelles. La stangata micidiale è il frutto del combinato disposto dei patti sottoscritti dal governo e ratificati dal Parlamento italiano relativi al programma di aiuti Ue, all’accordo Euro Plus, al Six Pack e al Fiscal Compact. Una raffica di vincoli rafforzata dall’inserimento in Costituzione dell’obbligo di equilibrio strutturale di bilancio.


martedì 30 aprile 2013

Letta: un programma che costa 30 miliardi

Solo lo stop all’Imu e il reddito minimo pesano dai 9 ai 14 miliardi. Mettendo sul piatto il resto si può tranquillamente arrivare fino a 30 miliardi. Nel tentativo di raccogliere il consenso più ampio possibile il neo presidente del Consiglio, Enrico Letta, si è lasciato un po’ prendere la mano e ha messo sul tavolo una quantità di buone intenzioni ben più sostanziosa di quella che il fragile equilibrio dei conti pubblici è in grado di sostenere. Anche perché se le voci di spesa abbondano, di coperture, finora, non se n’è vista traccia.

sabato 20 aprile 2013

Prodi insaccato: e adesso vendetta

«Oggi mi è stato offerto un compito che molto mi onorava anche se non faceva parte dei programmi della mia vita. Ringrazio coloro che mi hanno ritenuto degno di questo incarico. Il risultato del voto e la dinamica che è alle sue spalle mi inducono a ritenere che non ci siano più le condizioni». Presidente per un giorno. Dopo la clamorosa débâcle del quarto scrutinio, con oltre cento voti mancati all’appello, poco prima delle 21 Romano Prodi ha ufficializzato il suo ritiro.

venerdì 19 aprile 2013

Torna odore di Mortadella

L’unico che lo dice apertamente è Beppe Civati, rottamatore non renziano del Pd che ha votato Stefano Rodotà insieme ai grillini. «Quello che vedo», spiega, «è scheda bianca e poi una nuova linea per il Pd: una linea che ha un nome e si chiama Prodi». Ma le forze che in queste ore stanno manovrando per ripescare il nome del professore bolognese sono tante.

giovedì 18 aprile 2013

Prodi si scaglia contro la Merkel per conquistare il Colle

Viva l’Europa, viva l’euro. Romano Prodi assicura che essere tirato in ballo per la corsa al Quirinale non gli fa alcun effetto. Subito dopo, però, l’ex premier ed ex presidente della Commissione Ue non perde occasione per sfoderare tutto il suo repertorio istituzional-europeista. Un sorta di promemoria (a suo giudizio efficace) per chi, da domani in Parlamento, dovrà esprimere la sua preferenza per il Colle.