mercoledì 28 dicembre 2011

Monti teme lo spread. Anche il Tesoro fugge dai Btp

Piazza Affari maglia nera in Europa (-0,99%) e spread stabile sopra i 500 punti. Spumante e panettone non hanno, purtroppo, addolcito il giudizio dei mercati sul nostro Paese. In barba alla manovra salva-Italia, o forse a causa di essa viste le spinte recessive che arriveranno dalla stretta fiscale messa a punto da Mario Monti, l’assedio prosegue senza sosta. Al punto che il premier sembra intenzionato a correre ai ripari anche attraverso una gestione più “dinamica” del debito pubblico. Il che significa, in soldoni, che dopo banche e investitori anche il Tesoro si prepara a fuggire dai Btp.

Edison ai francesi, Edipower agli italiani

Difficile dire chi abbia veramente vinto la partita. Anche perché il serrato duello su Edison che ha tenuto banco per mesi sembra essersi risolto con la soddisfazione di tutti. I francesi assumeranno il controllo esclusivo del gruppo di Foro Buonaparte, con una partecipazione dell’80,7% del capitale, gli italiani avranno in dote il 100% di Edipower. È questa, in sintesi, la quadra trovata al termine di estenuanti trattative che si sono concluse nella notte tra il 26 e ieri. L’intesa prevede che Edf acquisti il 50% di Transalpina d’Energia (Tde), la holding che possiede il 61,3% di Edison, da Delmi, società che raggruppa gli azionisti nazionali, A2a e Iren in testa.

martedì 27 dicembre 2011

Le finestre Inps funzionano. Centomila pensioni in meno

La riforma delle pensioni c'era già. I sindacati che ora sono pronti a dare battaglia a colpi di scioperi e manifestazioni di piazza contro le nuove norme volute da Elsa Fornero forse non se ne sono accorti, ma le “finestre” di Giulio Tremonti nei primi undici mesi del 2011 hanno bloccato la bellezza di 94mila assegni previdenziali. Si tratta del 29,5% del totale delle erogazioni effettuate dall'Inps nello stesso periodo del 2010.

Le banche fanno festa strangolando le imprese

Le banche potrebbero riaprire i rubinetti per le Pmi. E non è detto che sia una buona notizia. Negli ultimi giorni si sono chiesti in molti cosa faranno le banche con la valanga di liquidità (489 miliardi di euro, 116 agli istituti italiani) piovuta dalla Bce con la maxi asta di prestiti a 3 anni. La speranza del governo, che non a caso ha inserito nel salva-Italia la possibilità di bollinare le obbligazioni bancarie con la garanzia del Tesoro, è che i soldi vengano utilizzati per acquistare titoli di Stato a mani basse.

lunedì 19 dicembre 2011

Il governo dei Prof imbarca 12.500 insegnanti

Un maxi concorso nella scuola pubblica per 300mila persone entro il 2012. Messa così, l’annuncio del ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, sembra una manna scesa dal cielo, una roba da presepe, che ci fa già sentire in pieno clima natalizio.

sabato 17 dicembre 2011

Lo Stato non paga, gli imprenditori muoiono

Di debiti, purtroppo, si muore. Anche quando nei libri contabili risultano 250mila euro di crediti. Soldi che non esistono, finché non sono in tasca. E così saltano le tredicesime dei dipendenti, scatta la cassa integrazione, si valutano i primi licenziamenti. Finché, qualcosa si rompe. E le conseguenze possono essere inimmaginabili. Come è accaduto a Giovanni Schiavon, che qualche giorno fa, nella sua abitazione di Peraga di Vigonza, in provincia di Padova, ha impugnato una pistola e si è sparato un colpo alla testa.

Ma Equitalia con i debitori non ha pietà

«È singolare», sottolinea il presidente della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi,  «che lo Stato sia diventato così efficiente ed inflessibile quando deve recuperare le sue spettanze, visto che l’incremento di gettito da riscossione nel 2010 rispetto al 2009 è cresciuto di quasi il 15%, mentre è il peggiore pagatore d’Europa quando deve liquidare i propri fornitori».

venerdì 16 dicembre 2011

La Casta la spunta ancora. Salvi gli stipendi di boiardi e manager

Doppi, tripli e super stipendi. Dopo tante chiacchiere, allarmi e promesse, la verità è che cambia poco o nulla. Sia per i dirigenti della Pa sia per i manager delle controllate. L’emendamento dei due relatori Maurizio Leo e Pierpaolo Baretta che sembrava fatto apposta per salvare le retribuzioni cumulate dei professori al governo non riguarda invece, come ha spiegato anche il titolare della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, né ministri né sottosegretari. Anzi, saranno proprio loro a finire sotto la tagliola della sforbiciata che prevede la possibilità di sommare i trattamenti solo fino al 25% di quello già percepito prima dell’incarico di governo. Non è chiaro cosa succederà con i magistrati fuori ruoli, che sono numerosi nell’esecutivo, visto che il loro stipendio viene definito “indennità”.

mercoledì 14 dicembre 2011

Pensioni, per salvare le minime bastonate quelle d'oro

Un ritocco di qua, un’aggiunta di là, una limatina di sotto. Se l’obiettivo era quello di disorientare l’avversario, il risultato sembra ottimo. Sulle pensioni non si riparte proprio da zero, ma la selva di modifiche contenute nell’emendamento presentato dal governo nelle commissioni Bilancio e Finanze è tale da mandare in confusione anche gli osservatori più preparati. La novità più attesa è sicuramente quella che riguarda l’indicizzazione degli assegni più bassi. Le pensioni con un importo inferiore ai 1.402 euro mensili (ovvero fino a tre volte la minima) avranno la rivalutazione piena rispetto all’inflazione. La modifica inserita in manovra dal ministro del Welfare, Elsa Fornero, dovrebbe salvare dal blocco dell’adeguamento circa tre quarti dei trattamenti Inps, visto che secondo i dati 2010 dell’istituto circa il 78,4% dei pensionati ha un reddito inferiore ai 1.500 euro. L’aumento del tetto, comunque, vale solo per il 2012, mentre per il 2013 dovrebbe tornare a valere il blocco per gli assegni superiori a due volte il minimo.

Liberalizzazioni, anzi no. Rivolta delle farmacie

I taxi escono, le farmacie restano, le altre attività economiche saltellano qua e là. Il nodo liberalizzazioni ha tenuto banco per tutta la giornata di ieri, sulla scorta di un emendamento presentato dai relatori Maurizio Leo e Pierpaolo Baretta che prevedeva lo slittamento di tutto il pacchetto al 2013. Solo in serata è arrivata la modifica ufficiale del governo che riporta le lancette al 2012. Non per tutti, però. Nella giungla di emendamenti che si sono accavallati ieri nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera sembra infatti aver resistito quello del governo che esclude i taxi dalla riforma.

Terna tartassata. Con la Robin Tax saltano 9 miliardi di tagli alle bollette

Sulle nostre bollette ballano circa 9 miliardi di euro. Risparmi potenziali, paradossalmente legati ad un incremento tariffario. La partita si gioca tutta sulla remunerazione della rete elettrica il cui adeguamento viene stabilito ogni quattro anni dall’authority per l’energia. Può sembrare strano, ma in qualche modo più sale la tariffa più le bollette calano. Questo, almeno, è quello che è successo negli ultimi cinque anni, dove il sistema complessivamente ha risparmiato circa 3 miliardi grazie ad una adeguata remunerazione. A quel valore sono, infatti, appesi gli investimenti della società di trasmissione Terna. E se la remunerazione del gestore della rete pesa solo per il 2,7% sulle bollette, gli interventi sull’infrastruttura hanno invece un impatto ben più ampio. Che la società, a fronte di un pacchetto di investimenti previsto dal piano di Sviluppo 2011-2020 di 7,5 miliardi, stima appunto in 9 miliardi.

sabato 10 dicembre 2011

La cura monti: recessione, inflazione e 44 miliardi di tasse

Tecnici contro tecnici. Altra doccia gelata per Mario Monti. Dopo il servizio bilancio della Camera, i professori del governo finiscono nel mirino anche di Bankitalia e Corte dei Conti. E i voti non sono esattamente entusiasmanti. Aumento dell’inflazione, effetto recessivo, tassa sullo scudo a rischio, imposte alle stelle. Il lungo elenco di perplessità e constatazioni “tecniche” è stato snocciolato durante le audizioni che si sono tenute ieri di fronte alla commissione Bilancio della Camera dal presidente della magistratura
contabile, Luigi Giampaolino, e dal numero uno di Palazzo Koch, Ignazio Visco. Le bordate più pesanti, com’era prevedibile (e con buona pace del direttore dell’Agenzia delle entrate, Attilio Befera, che ieri nel denunciare il deprecabile attentato contro un dirigente di Equitalia se l’è presa con chi semina odio sulle tasse), arrivano proprio sul fronte del fisco e dell’impatto sui consumi.

venerdì 9 dicembre 2011

I tecnici della Camera bocciano la tassa sullo scudo

Tecnici contro tecnici. La cosa accade con regolarità ad ogni manovra finanziaria. Ma questa volta le critiche al provvedimento formulate dagli esperti del servizio bilancio della Camera dei deputati fanno un po’ sorridere, visto che alla guida del governo sono arrivati i professoroni delle più quotate università italiane.
Possibile che siano inciampati sul loro stesso terreno?

Con la manovra salta uno stipendio. Stangata da 2.500 euro per le famiglie

Duemila euro l’anno a famiglia di qui al 2014 fra tagli (pochi) alla spesa e nuove tasse (tante) che verranno prelevate direttamente dalle nostre tasche. Il conto delle manovre anticrisi diventa vertiginoso. E, se non insostenibile, assai difficile da sopportare. Con il testo ufficiale della manovra Monti pubblicato in Gazzetta la Cgia di Mestre è tornata a calcolare l’impatto delle misure sugli italiani. Com’era prevedibile, e come avevamo scritto, il risultato è ben diverso da quello che era scaturito sulla base delle quantificazioni degli interventi illustrate dal governo durante la lunga ma poco dettagliata conferenza stampa di domenica scorsa.

giovedì 8 dicembre 2011

Nel mirino ora i baby pensionati

Capitali scudati, pensioni d’oro o baby. Sono questi i tre capitoli offertidalla commissione Lavoro al governo per recuperare le risorse necessarie ad allentare la presa sui trattamenti previdenziali più bassi. Tanto più che dal testo finale del decreto è arrivato anche il chiarimento che tutti aspettavano, e temevano. Ovvero che il congelamento della rivalutazione per le pensioni superiori a due volte il minimo è totale e non solo, come qualcuno aveva sperato, sulla parte eccedente i 935 euro mensili.

Dai capitali nascosti in Svizzera si possono recuperare 15 miliardi

Quindici miliardi di euro, più di quanto entrerà nelle casse dello Stato con la stangata sull’Ici. Per eliminare una delle misure più pesanti e contestate del decreto lacrime e sangue varato da Mario Monti basterebbe una firma. Anzi due, quella del governo italiano e quella del governo svizzero. Già, perché i quindici miliardi che ballano sono quelli che potrebbero arrivare da un accordo sulla tassazione dei capitali italiani non dichiarati al fisco e ben nascosti nei forzieri della confederazione elvetica.

mercoledì 7 dicembre 2011

Manovra da 20 miliardi, 18 sono di tasse

Le cifre, come spesso accade, sono ben diverse da quelle illustrate dal governo, peraltro in maniera non proprio dettagliata, nel corso della lunghissima conferenza stampa di domenica sera. E non si tratta di sorprese molto gradite. Anzi. Dalle tabelle sui saldi allegate alla relazione tecnica della manovra sbarcata ieri alla Camera, ad esempio, si apprende che le misure consentiranno nel 2012 di ridurre il deficit di 20,2 miliardi. Per arrivare a questa somma, tenetevi forte, il contributo delle nuove tasse sarà di 17,9 miliardi a fronte di tagli che si fermano a 2,3 miliardi.

3 Italia punta 1 miliardo sulla banda larga mobile per battere sul tempo la concorrenza

Come diceva il maestro di strategia militare Sun Tzu per vincere una guerra bisogna saper trasformare gli svantaggi in vantaggi. È questa l’idea di 3 Italia, che ha deciso di dare un colpo di acceleratore sugli investimenti della Lte (la banda larga mobile di quarta generazione) mettendo sul piatto un miliardo di euro nel prossimo biennio. Il tentativo dell’operatore asiatico è quello di battere sul tempo la concorrenza, che per ora non ha neanche iniziato a scaldare i motori.

Sbloccati 5 miliardi e mezzo per finanziare le grandi opere

Arrivano i soldi. Oltre due miliardi e mezzo di euro per opere infrastrutturali strategiche in corso, 600 milioni all’Anas e altrettanti al Mose, 123 milioni per interventi medio-piccoli nel Mezzogiorno. Sono queste le principali risorse assegnate ieri dal primo Cipe del Governo Monti. Può sembrare un paradosso o peggio una presa in giro, visti i chiari di luna e i sacrifici chiesti ai cittadini per risanare il bilancio pubblico. In realtà, si tratta prevalentemente provenienti dai fondi strutturali, che erano già state contabilizzate dal precedente governo e che aspettavano solo di essere definitivamente liberate dal Comitato interministeriale per la programmazione economica. Non è chiaro se i soldi erano congelati a causa di problemi burocratici o se l’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, li teneva da parte per fronteggiare eventuali emergenze (com’era già successo per i fondi Fas). Sta di fatto che alcune voci, come il filobus di Verona, erano in attesa di ricevere i finanziamenti dalla fine degli anni ’90.

martedì 6 dicembre 2011

Colpite anche le mini-pensioni. Tagli da 100 a 500 euro all’anno

Circa sei milioni di assegni pensionistici congelati per i prossimi due anni e oltre 200mila lavoratori costretti il prossimo anno a rinviare le pensione. Ma l’effetto più pesante degli interventi in materia previdenziale contenuti nella manovra correttiva che il governo ha varato domenica sono senz’altro quelli che colpiranno gli assegni delle pensioni più basse. Se quelle minime, sotto i 467 euro al mese lordi, saranno totalmente escluse
dal blocco dell’adeguamento all’inflazione, già per lo scalino successivo iniziano i dolori. La perequazione sarà infatti decurtata del 50%. Per quelle che superano il doppio, poi, il trattamento nel 2012 resterà esattamente identico a quello attuale: zero rivalutazione.

Il conto del professor Monti: mille euro a famiglia

I numeri ufficiali dell’ennesima manovra per risanare il bilancio dello Stato, malgrado le promesse del governo, ancora non ci sono. Nell’attesa, però, qualcuno ha iniziato a farsi due calcoli su quanto peserà complessivamente sulle spalle degli italiani la raffica di interventi correttivi. E le cifre sono spaventose. Secondo la Cgia di Mestre solo considerando le misure varate nel 2011 l’impatto da qui al 2014 sarà di 161 miliardi di euro. In realtà sarà molto di più, visto che l’associazione degli artigiani di Mestre scorpora dal conteggio i 10 miliardi destinati da Mario Monti allo sviluppo e non tiene in considerazione l’effetto disaggregato della manovra nel biennio 2012-2013.

Ora all'attacco dell'articolo 18

E non è finita. Il giorno dopo il varo della manovra da 30 miliardi Mario Monti è già proiettato sui prossimi interventi. Quelli buoni, tanto per capirci, dopo la valanga di tasse contenuta nel decreto. Si tratta del capitolo riforme strutturali, su cui si erano concentrate le richieste dell’Europa e su cui, di fatto, è caduto il governo Berlusconi. La strada per abbattere vincoli e ostacoli che impediscono alla crescita di rianimarsi e all’occupazione di rimettere in moto il circolo virtuoso capace di sfruttare la flessibilità, senza trasformarla in precarietà, sarà forse uno scoglio più duro delle pensioni, su cui il professore della Bocconi dovrà faticare molto per rendere il boccone digeribile ai sindacati. Ma, come per il sistema previdenziale, è forse per questo più che per le stangate che il governo di tecnici è stato chiamato a Palazzo Chigi.

domenica 4 dicembre 2011

La Camusso non vuole interrompere i festeggiamenti per la caduta di Berlusconi

Stava ancora festeggiando, Susanna Camusso, quando la manovra di Monti gli è piovuta sul groppone. Silvio Berlusconi ha fatto le valigie il 12 novembre, ma la segretaria della Cgil ha appena iniziato a fare baldoria e ha intenzione di proseguire ancora a lungo. Di qui, alla vigilia dell’incontro delle parti sociali con il presidente del Consiglio, previsto per questa mattina con addirittura 36 sigle, l’appello al professore. «Non rovini la festa che pensiamo di poter continuare a fare perché l’altro governo è uscito», ha detto la leader del sindacato rosso nel suo discorso davanti all'assemblea dei delegati.

venerdì 2 dicembre 2011

L'idea anticrisi di Passera: lo Stato ci pagherà in Bot

Tra un po’, se continua così, ce li daranno di resto anche quando andiamo a comprare il pane. Dopo gli appelli di giornali e privati cittadini all’acquisto patriottico di quote del debito pubblico, la richiesta del neo ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, di avere lo stipendio in titoli di Stato e il Btp-day delle banche, anche Corrado Passera si è lasciato contagiare dalla Bot mania. Questa volta, però, non si tratta di iniziative volontarie o promozionali.

Quattro milioni convincono Guarguaglini a lasciare

Lasciando a bocca asciutta tutti i patiti del toto nomine e smentendo la valanga di indiscrezioni della vigilia, alla fine Mario Monti ha scelto la soluzione più soft: Pier Francesco Guarguaglini esce, nessuno entra. Una mossa a sorpresa, quella formalizzata ieri nel corso del cda straordinario che ha tolto le deleghe al presidente per riconsegnarle immediatamente a Giuseppe Orsi. Insomma, si va avanti con un ritorno al passato: tutti i poteri concentrati nelle mani di un solo uomo, esattamente come è stato per anni con Guargaglini.

giovedì 1 dicembre 2011

Guarguaglini liquidato con 5 milioni. Il successore arriverà dall’interno

L’accordo, stando alle indiscrezione circolate nella serata di ieri, sarebbe stato trovato. Dimissioni di PierFrancesco Guarguaglini. Buonuscita di 5 milioni. Soluzione interna per la successione. Ma le trattative sono febbrili e non si concluderanno definitivamente prima delle 16.30, quando si aprirà il cda della resa dei conti in Finmeccanica. Mario Monti, che qualche giorno fa aveva auspicato «una soluzione rapida e responsabile», ieri si è ufficialmente tirato fuori dalla partita: «Il consiglio d’amministrazione si è autoconvocato e noi siamo rispettosi delle procedure e quindi sarà il consiglio a prendere eventuali considerazioni». 

Bruxelles si dà l’ultimatum: «Dieci giorni per non morire»

I dieci giorni che sconvolsero il mondo. Se qualcuno non aveva capito che l’Europa è sull’orlo del baratro, da ieri il concetto è ben chiaro a tutti. «Siamo ormai arrivati a un momento in cui si deve operare una serie di scelte per andare verso il completamento dell’Unione monetaria o accettare la graduale disintegrazione di cinquant’anni di integrazione europea», ha spiegato nel pomeriggio Olli Rehn di fronte al Parlamento Ue.