Ma è chiaro, considerato che Via XX Settembre ha il 30,2% di Finmeccanica e otto consiglieri con diritto di voto su undici, che sarà lui a decidere. Basterebbe che quattro dei consiglieri eletti nella lista del Tesoro si dimettessero, ad esempio, per far automaticamente decadere l’intero cda. L’ipotesi, che comporterebbe la sostituzione anche dell’ad Giuseppe Orsi, è stata vagliata,ma resta in fondo alla lista di quelle percorribili, anche perché costringerebbe il gruppo a riavviare, a pochi mesi di distanza, una nuova trafila per il rinnovo del consiglio che intralcerebbe l’attivita del gruppo proprio durante la chiusura dell’esercizio.
Il tentativo a cui sta invece lavorando il premier, nonché ministro dell’Economia ad interim, è quello di una chiusura della vicenda senza grossi traumi. Scossoni che si aggiungerebbero a quelli che sta già vivendo Finmeccanica sia sul fronte giudiziario che su quello industriale. L’idea è quella di riuscire a voltare pagine senza passare per la sfiducia di Guarguaglini da parte del cda attraverso un ritiro delle deleghe conferite al presidente lo scorso maggio. L’addio del manager dopo nove anni di gestione dovrebbe avvenire in manieramorbida, con la rimessione del mandato e un accordo sulla parte economica.
Il tentativo a cui sta invece lavorando il premier, nonché ministro dell’Economia ad interim, è quello di una chiusura della vicenda senza grossi traumi. Scossoni che si aggiungerebbero a quelli che sta già vivendo Finmeccanica sia sul fronte giudiziario che su quello industriale. L’idea è quella di riuscire a voltare pagine senza passare per la sfiducia di Guarguaglini da parte del cda attraverso un ritiro delle deleghe conferite al presidente lo scorso maggio. L’addio del manager dopo nove anni di gestione dovrebbe avvenire in manieramorbida, con la rimessione del mandato e un accordo sulla parte economica.
L’intesa, stando a fonti ben informate riportate da Radiocor, sarebbe stata raggiunta su cifre ben più basse di
quelle circolate nei giorni scorsi. Si parla di una somma sempre ragguardevole, ma che non dovrebbe superare i 5 milioni di euro. Le manovre per la successione a Guarguaglini sono partite da tempo. Le piste più battute negli ultimi giorni sembrano tutte portare ad una soluzione interna. Due gliidentikit principali: il primo è quello del direttore generale Alessandro Pansa. Il secondo profilo, sul quale si riscontra un lavoro
intensa degli sherpa del professore della Bocconi, è quella di Paolo Cantarella. L’ex amministratore delegato
della Fiat, siede nel cda di Finmeccanica come indipendente dallo scorso maggio, e rappresenta, secondo alcune fonti, quel «segnale di forte discontinuità con il passato» di cui il gruppo ha un gran bisogno, sia dal punto di vista generazionale, sia per l’immagine che ha all’estero lo stesso Cantarella, vista la sua storia manageriale. Ma restano sempre molto alte le quotazioni dell’ex Capo di StatoMaggiore della Difesa, Guido Venturoni, anche lui presente nel cda di Finmeccanica e dato da alcuni ambienti governativi come il candidato che raccoglierebbe i maggiori consensi di Palazzo Chigi. Nella rosadi nomi c’è, infine, anche l’attuale presidente di Alenia Aeronautica ed ex presidente di AgustaWestland, Amedeo Caporaletti.
Sembrerebbero invece tramontate le chance di Vito Gamberale, nome che godrebbe del sostegno forte di
Corrado Passera, ma che rientrerebbe in gioco solo nell’eventualità di un azzeramento del cda.
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