mercoledì 29 giugno 2016

L'Inps rifiuta i soldi e si tiene le case

Dopo anni di calma piatta e malgrado il periodo poco favorevole per il mattone, il mercato dei fondi immobiliari quotati torna ad accendere i motori. Con una raffica di operazioni che non si vedeva almeno dal 2007. Ad aprire le danze è stato, lo scorso maggio, il colosso americano Elliott, con una quadrupla Opa da oltre 560 milioni di euro lanciata attraverso la controllata lussemburghese Blado Investment.

Immigrati e risparmi. La Merkel blocca tutto

Alla fine a dirigere l’orchestra è sempre Angela Merkel. Il primo Consiglio europeo dopo Brexit, quello da cui doveva arrivare la risposta forte e nerboruta dell’Europa allo schiaffo della Gran Bretagna, ha partorito il solito topolino. Qualche contentino è andato a Matteo Renzi, che dopo essere stato celebrato come il nuovo autorevole membro del direttorio franco-tedesca non poteva tornare a casa a mani vuote. Il premier ha incassato il via libera all’utilizzo di 1,4 miliardi di fondi per la coesione, «denari destinati alle Pmi e ai giovani per il lavoro». Al vertice di Bruxelles si sarebbe parlato anche della possibilità di istituire due no-tax area a Milano, nell’area ex Expo, e a Bagnoli.

domenica 26 giugno 2016

Dopo gli aumenti falliti: "Fondiamo Vicenza e Veneto banca"

Niente spezzatino per Veneto Banca. Luca Zaia è tornato, ieri, a ribadire la necessità di rimettere in piedi senza traumi la banca finita in pancia, come Pop Vicenza, al fondo Atlante.
Un’ipotesi tutt’altro che scontata, considerata la situazione. L’unica certezza, per ora, è che la Brexit non avrà alcun impatto sull’operazione. «Gli impegni assunti dalla sgr con riferimento all’accordo di sub-garanzia stipulato il 31 maggio con Banca Imi e gli altri garanti dell ’aumento di capitale per 1.000 milioni di Veneto Banca rimangono confermati e inalterati in seguito all’esito del referendum che si è tenuto nel Regno Unito», ha spiegato in una nota il veicolo gestito dalla Quaestio sgr di Alessandro Penati.

giovedì 16 giugno 2016

La tassa sui rifiuti è salita del 115%. Le città sono sommerse di immondizia

Tarsu, Tia, Tares, Tari. La vecchia tassa sui rifiuti solidi urbani negli ultimi anni ha cambiato spesso nome. Per i contribuenti italiani la musica è rimasta esattamente la stessa: ogni sei mesi per evitare che le strade si riempiano di immondizia (cosa che non di rado accade ugualmente) bisogna aprire il portafoglio e versare un sostanzioso obolo alla società del comune che si occupa di raccogliere e smaltire la spazzatura.

Il Pd va in piazza per festeggiare i balzelli che ci lascia

Altro che no tax day. Il Pd ha organizzato per oggi banchetti e volantini per festeggiare il calo delle tasse. Un calo che secondo  il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan,  tra prima casa e tagli al cuneo fiscale si aggira sui 10 miliardi di euro. Resta il fatto che, mettendo in fila ritenute Irpef, Tasi, Imu, Ires, Iva, Irpef, Irap, addizionali comunali e regionali, le imprese e le famiglie italiane entro oggi dovranno comunque versare ben 51,6 miliardi di imposte. Di cui, 34,8 all’erario, 11 ai comuni e 5,3 alle Regioni. Un salasso che ha spinto  lo stesso premier Matteo Renzi, preoccupato di una scarsa adesione nelle piazze, a ridimensionare l’evento: «Il Pd pride ha un senso, finalmente le tasse sono cominciate a scendere, ma non è certo un giorno di festa».

martedì 14 giugno 2016

Alla fine se la cava (quasi) sempre

Le indagini, solitamente, lo sfiorano. Come quella, per certi aspetti simile alla vicenda per cui è a processo ad Ivrea, di Vado Ligure. Alla centrale a carbone Tirreno Power la magistratura di Savona attribuisce, dal 2005 al 2010 un numero di morti compresi tra 427 e 675. Il legame forte tra Carlo De Benedetti e l’inquinamento ambientale su cui indaga la procura è di tipo societario. Il 39% della ex centrale Enel fu acquistata nel 2002 per circa 145 milioni e finì in pancia alla Sorgenia, fino allo scorso marzo posseduta dal gruppo Cir della famiglia De Benedetti.

venerdì 10 giugno 2016

Le dritte per non sbagliare la prima rata di Imu e Tasi

La tassa è conosciuta e il meccanismo collaudato. Eppure, anche quest’anno l’appuntamento con il doppio balzello sugli immobili sarà tutt’altro che indolore. Oltre al salasso, da cui si salveranno quest’anno solo i proprietari di una prima casa non di lusso, il pagamento di Tasi (tassa sui servizi indivisibili) e Imu (imposta sulla proprietà) costringerà i contribuenti al solito percorso ad ostacoli tra normative che si intrecciano, termini che slittano e aliquote che non smettono mai di cambiare.

I fannulloni protetti per legge

Nel caos giuridico-normativo creato dalle applicazioni concrete delle ultime riforme sul lavoro una cosa è certa: gli statali non si possono licenziare. Almeno non definitivamente. La Corte di Cassazione, con sentenza n. 11868 della Sezione Lavoro depositata ieri, ha infatti stabilito che il licenziamento del personale del pubblico impiego è disciplinato solo dall’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Ergo, se è illegittimo il lavoratore va reintegrato, senza alternative possibili.

giovedì 9 giugno 2016

Il direttore dell’Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi, ha spiegato ieri in audizione alla Camera di aver fatto «i salti mortali» per gestire la pratica del canone Rai in bolletta. Di quelli che dovranno fare i contribuenti per evitare di finire ingiustamente impigliati nella rete del fisco, però, nessuno si preoccupa. Malgrado tutto faccia presagire che l’operazione si tradurrà in una vera e propria carneficina. La Orlandi ha certificato ieri che alla data del 16 maggio, ultimo giorno utile per l’invio, sono pervenute alle Entrate 817mila dichiarazioni sostitutive per l’esenzione, di cui 220mila per via telematica. Il che conferma, purtroppo, tutti i timori della vigilia.

martedì 7 giugno 2016

Rischio doppio canone Rai su 23 milioni di case

La lotteria del canone Rai in bolletta è ufficialmente partita. E le vittime si preannunciano numerose. La pubblicazione, sabato 4 giugno, in Gazzetta Ufficiale dell’attesissimo decreto attuativo del ministero dello Sviluppo (era previsto per il 15 febbraio e porta la data del 13 maggio) ha confermato la scorciatoia che sarà utilizzata dal fisco per far scattare la presunzione di possesso della tv e quindi l’addebito sulla bolletta elettrica dei 100 euro di canone (in 10 rate, ma solo per quest’anno con rata unica di 70 euro e poi 30 euro rateizzati).

sabato 4 giugno 2016

Incorreggibile Inps: fa la cresta pure sui disoccupati

È un coefficiente mancante quello che sta complicando la vita a circa 20mila pensionati, colpevoli solo di aver perso il lavoro a fine carriera.  Le norme in materia sono chiare. La legge 223/1991, proprio per evitare discriminazioni nel calcolo degli assegni previdenziali, ha stabilito che i periodi di fruizione della indennità di mobilità sono utili ai fini del conseguimento del diritto e della misura dei trattamenti pensionistici. Successivamente il decreto legislativo 503/1992, ha disposto che quando la disoccupazione si prolunga per più di un anno gli stipendi accreditati figurativamente, e i conseguenti contributi accantonati dall’Inps, devono essere rivalutati sulla base degli indici Istat per gli adeguamenti retributivi della categoria di appartenenza.

venerdì 3 giugno 2016

Il 730 precompilato è una boiata pazzesca

Il termine per la presentazione del 730 è slittato dal 7 al 23 luglio. Ma difficilmente due settimane saranno sufficienti per districarsi dalle trappole del nuovo precompilato, che, almeno per ora, sembra aver complicato di molto la vita dei contribuenti. A far venire i capelli dritti persino ai più esperti è sicuramente il miscuglio indecifrabile di dati che vengono automaticamente inseriti nel modulo della dichiarazione e quelli che, invece, ne restano fuori e devono essere aggiunti «a mano». La linea di confine è sottile e non facilmente individuabile. Tanto per fare un esempio, gli interessi passivi del mutuo o i contributi alla colf, ad esempio ci sono, ma le spese per il nido o quelle per lo sport dei figli a carico no.

I debiti con l'Inps non scadono. I crediti cancellati in soli 3 anni

Qualcuno sostiene che a spingere per la norma che dal 2011 ha ridotto a 3 anni il tempo entro cui poter chiedere il ricalcolo della pensione fu proprio l’Inps, allora guidato da Antonio Mastrapasqua, ventilando al governo pericoli per la stabilità finanziaria dell’Istituto di previdenza. Un’ipotesi non confermata. Che trova, però, riscontro in una sentenza della Corte Costituzionale (la 69 del 2014, che ha salvato le pensioni già in fase di contenzioso) in cui si attribuisce all’ente la «difesa» di una legge «finalizzata a produrre risparmi nel settore previdenziale riducendo i tempi di esercizio del diritto degli assicurati alle prestazioni pensionistiche». In quest’ottica, scrivono i giudici della Consulta, secondo l’Inps l’intervento non solo «rientra nella discrezionalità del legislatore», ma «in linea di principio non è censurabile».

L'Inps stavolta si supera: non paga 32mila persone

Non sempre gli errori negli importi delle pensioni, che abbiamo visto essere tanti e diffusi, sono dovuti a disguidi tecnici o sviste dei funzionari. In alcuni circostanze ci si mette anche l’ingarbuglio legislativo. È il caso, ad esempio, dei 32mila pensionati rimasti per anni impigliati in un cavillo dello legge Fornero ed ora, che avrebbero diritto al ricalcolo, nelle lentezze della burocrazia, rapida nell’incassare, lentissima nel pagare. La vicenda riguarda tutti i lavoratori che, con l’entrata in vigore della riforma delle pensioni, dal gennaio 2012 hanno deciso di andare in pensione anticipata (la vecchia anzianità), avendo i requisiti contributivi, ma non quelli di età (62 anni). Per queste «uscite» la Fornero, manco a dirlo, ha previsto delle penalizzazioni: riduzione dell’1% per ciascuno degli   anni mancanti al compimento dei 62 anni e al 2% per ciascuno degli anni mancanti al compimento dei 60.

giovedì 2 giugno 2016

Pensioni più basse del dovuto. Errori in aumento nel 2015

Occhio alla pensione. Se qualcosa non vi torna, correte da un patronato per farvi fare un riconteggio e chiedere all' Inps il ricalcolo. La possibilità che l' istituto di previdenza, con i suoi sofisticati sistemi informatici e i suoi 30mila dipendenti, possa aver commesso un errore è tutt' altro che rara.
Anzi, è assai frequente. E i tempi sono strettissimi, considerati che dopo 3 anni decade qualsiasi diritto di avere indietro gli importi dovuti.

mercoledì 1 giugno 2016

Governo alla cassa: ceduta Poste

Invece della tracciabilità dei voucher, che tutti attendevano, è arrivata «fuori sacco» la quotazione della seconda tranche di Poste. Il Consiglio dei ministri lampo di ieri pomeriggio è ha infatti dato il via libera al Dpcm per l' ulteriore collocamento sul mercato della società guidata da Francesco Caio.
L' obiettivo annunciato le scorse settimane dal ministero dell' Economia è quello di mantenere la governance della società, ma di uscire interamente dall' azionariato.