martedì 30 aprile 2013

Letta: un programma che costa 30 miliardi

Solo lo stop all’Imu e il reddito minimo pesano dai 9 ai 14 miliardi. Mettendo sul piatto il resto si può tranquillamente arrivare fino a 30 miliardi. Nel tentativo di raccogliere il consenso più ampio possibile il neo presidente del Consiglio, Enrico Letta, si è lasciato un po’ prendere la mano e ha messo sul tavolo una quantità di buone intenzioni ben più sostanziosa di quella che il fragile equilibrio dei conti pubblici è in grado di sostenere. Anche perché se le voci di spesa abbondano, di coperture, finora, non se n’è vista traccia.

sabato 20 aprile 2013

Prodi insaccato: e adesso vendetta

«Oggi mi è stato offerto un compito che molto mi onorava anche se non faceva parte dei programmi della mia vita. Ringrazio coloro che mi hanno ritenuto degno di questo incarico. Il risultato del voto e la dinamica che è alle sue spalle mi inducono a ritenere che non ci siano più le condizioni». Presidente per un giorno. Dopo la clamorosa débâcle del quarto scrutinio, con oltre cento voti mancati all’appello, poco prima delle 21 Romano Prodi ha ufficializzato il suo ritiro.

venerdì 19 aprile 2013

Torna odore di Mortadella

L’unico che lo dice apertamente è Beppe Civati, rottamatore non renziano del Pd che ha votato Stefano Rodotà insieme ai grillini. «Quello che vedo», spiega, «è scheda bianca e poi una nuova linea per il Pd: una linea che ha un nome e si chiama Prodi». Ma le forze che in queste ore stanno manovrando per ripescare il nome del professore bolognese sono tante.

giovedì 18 aprile 2013

Prodi si scaglia contro la Merkel per conquistare il Colle

Viva l’Europa, viva l’euro. Romano Prodi assicura che essere tirato in ballo per la corsa al Quirinale non gli fa alcun effetto. Subito dopo, però, l’ex premier ed ex presidente della Commissione Ue non perde occasione per sfoderare tutto il suo repertorio istituzional-europeista. Un sorta di promemoria (a suo giudizio efficace) per chi, da domani in Parlamento, dovrà esprimere la sua preferenza per il Colle.

Marini, il sindacalista Dc che il Pd aveva nascosto

I nemici sono tanti. A partire da Matteo Renzi, che qualche giorno fa, facendo scoppiare l’ennesima polemica interna al Pd, ha parlato senza mezzi termini di «un ripescaggio di lusso non giustificabile». Ma per Franco Marini questa volta potrebbe essere quella buona. La prudenza è d’obbligo. Tanto più per l’ex presidente del Senato, che ad un passo dal Quirinale c’era già arrivato 14 anni fa.


lunedì 15 aprile 2013

Da venerdì la corsa al Colle entra nel vivo

Da venerdì sera tutto può accadere. È questa, numeri alla mano, la linea di confine di un accordo politico preventivo sulla scelta del successore di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica. In assenza di un’intesa entro la sera del 19 aprile, infatti, l’asticella dei voti richiesti si abbasserà e, sulla carta, il Pd potrebbe essere in grado di imporre un suo candidato con il sostegno di un pugno di voti in più. Basterebbero quelli di Scelta civica.

sabato 13 aprile 2013

Il programma di governo c'è e al Pdl piace

La crisi sta mettendo a rischio la coesione sociale e la tenuta stessa della democrazia. Forse non c’era bisogno dei saggi per spiegarci che la priorità nel nostro Paese è l’emergenza economica e l’impoverimento della popolazione, sta di fatto che le dieci personalità chiamate da Giorgio Napolitano per indicare un possibile percorso per un governo di scopo non potevano non partire da lì, dalle macerie lasciate dalla violenta recessione che, con lo zampino del governo tecnico, ha devastato l’Italia nell’ultimo anno. Scontate, per certi aspetti, anche le soluzioni proposte: meno tasse per lavoro e famiglie. Compresa quell’Imu sulla prima casa che il governo uscente vorrebbe a tutti i costi confermare per far quadrare i «suoi» conti e che, invece, secondo il saggio Pitruzzella andrebbe «rivista».

venerdì 12 aprile 2013

Imu o no, Monti ci ha lasciato il buco: arriveranno altre manovre

Altro che risanamento. L’eredità che Mario Monti lascia al prossimo governo, e soprattutto agli italiani, è una prospettiva di lacrime e sangue per molti anni a venire. Quello che già si era largamente intuito durante la presentazione del Def è scritto nero su bianco nel documento, con alcune agghiaccianti novità in merito alla tenuta dei conti pubblici.

Rifondare Fare. Boldrin in campo

Rifondare Fare. È questo l’obiettivo di Michele Boldrin, che dopo la rottura polemiche di fine febbraio ha deciso di tornare in campo per riorganizzare e rilanciare il movimento. Avevamo lasciato l’economista di Padova qualche mese che sbatteva la porta inviperito contro Oscar Giannino («Ad Oscar serviva un board di esperti tramite i quali rendere il profilo del movimento autorevole, ma fin da subito sono incominciati gli isterismi da prima donna e le guerre a colpi di Phd») e i vertici del partito («Mi vergogno di aver fondato un movimento e di avergli regalato le mie idee perché poi finisse in mano a pusillanimi ed arrivisti di terzo livello come costoro»). Lo ritroviamo oggi con posizioni immutate, ma con la convinzione che non si debba buttare a mare il patrimonio di uomini e idee che sta dietro l’avventura di Fermare il declino.

giovedì 11 aprile 2013

I record di Monti: debito al 130% e contabilità parallela sull'Imu

Un debito record che riporta l’Italia ai tempi del ventennio fascista, un quadro di finanza pubblica pesantemente peggiorato rispetto all’ultimo aggiornamento del Def e una contabilità parallela che non tiene conto del percorso legislativo dell’Imu impostato dallo stesso governo. Se si trattasse di un’impresa privata ci sarebbe già la finanza fuori dalla porta. Ma a Palazzo Chigi le cose funzionano diversamente. Il Def, ha spiegato ieri con orgoglio il premier Mario Monti illustrando il documento appena approvato dal Consiglio dei ministri, conferma «che il risanamento è avvenuto. Le finanze pubbliche sono su un sentiero sostenibile. È centrato l’obiettivo del bilancio in pareggio in termini strutturali». Insomma, un successo completo. Poi, però, il ministro dell’Economia ha iniziato a snocciolare i dati. E le sorprese non sono davvero mancate.

mercoledì 10 aprile 2013

Patto tra imprese e Pdl per raddoppiare i rimborsi

Il decreto è da riscrivere. A partire dalle fondamenta, ovvero la quota dei debiti della Pa da restituire alle imprese. Un’asticella che può e deve essere alzata. È questa la linea su cui è intenzionato a muoversi il Pdl, che ieri, dopo un lungo confronto con i rappresentanti delle piccole e medie imprese, quelle più penalizzate dal tortuoso percorso ipotizzato dal governo, si è detto pronto a dare battaglia.
Il primo giro di consultazioni avviato dal partito con le parti sociali non ha fatto altro che rafforzare le perplessità già emerse nei giorni scorsi.

martedì 9 aprile 2013

Su tasse, sindacati e Stato Meggie aveva capito tutto

Vista oggi la Gran Bretagna sembra un mondo alieno, lontano anni luce dalle pastoie burocratiche, il pansindacalismo e il welfare asfissiante del Vecchio Continente. Ma non è sempre stato così. E se non fosse stato per Margaret Thatcher, probabilmente, la società britannica sarebbe adesso poco diversa dalle ingessate e stantie democrazie europee.

Tra cultura e ironia, così la Thatcher cambiò la politica

«Occhi da Caligola e labbra da Marilyn Monroe». Fu la celebre frase usata dal presidente francese Francois Mitterrand per descrivere Margaret Thatcher. E l’espressione racchiude bene l’essenza di una donna che, con i suoi abiti in stile Upim e le sue borsette, riuscì ad affermarsi con prepotenza in un mondo, quello della politica britannica, fino ad allora dominato dagli uomini. Una femminilità sottile ed energica, grazie alla quale dominava i maschi del suo gabinetto come una classe di scolaretti. «Non mi importa quanto i miei ministri parlino, fintanto che fanno ciò che dico», ebbe a dire nel 1987.

domenica 7 aprile 2013

Le aziende smentiscono Monti: il decreto non servirà a nulla

Mario Monti ieri si è tolto più di un sassolino dalla scarpa. «È giunto il momento di voltare pagina», ha detto presentando il decreto appena approvato, di fronte a «una situazione inaccettabile, e a lungo accettata». 

Sbloccati i pagamenti: sicuri solo 6 miliardi. Aziende beffate

Il decreto c’è, i soldi ancora no. E quante risorse riusciranno veramente a finire alle imprese è tutto da vedere. Le speranze delle aziende sono concentrate sull’allentamento del patto di stabilità interno degli enti locali. Misura che permetterebbe ai comuni che hanno liquidità di cassa di provvedere in tempi abbastanza rapidi ai pagamenti. Ma, se tutto va bene, si tratterebbe, per il 2013, di una cifra che si aggira sui 6 miliardi. Poca cosa rispetto ai 91 miliardi di Debiti della Pa certificati da Bankitalia, ma anche rispetto ai 40 promessi dall’esecutivo.

sabato 6 aprile 2013

La stangata di Natale: Tares, Iva e più Imu. Fisco record al 52%

Che le tasse fossero aumentate lo avevamo capito un po’ tutti. Soprattutto quando, alla fine dello scorso anno, siamo stati costretti a girare la nostra tredicesima quasi per intero nelle casse del fisco. Ma la percentuale snocciolata ieri dall’Istat era difficile da immaginare.

Anche al netto degli interessi sul debito la spesa dello Stato è più alta

Tante tasse, niente tagli. Al netto delle polemiche e della propaganda è questa l’eredità del governo tecnico certificata ieri dall’Istat. A prima vista la missione di Mario Monti sembra perfettamente riuscita. Nel 2012 il rapporto tra indebitamento netto e Pil è stato pari al 2,9%, in miglioramento di 0,8 punti percentuali rispetto a quello del 2011.

venerdì 5 aprile 2013

Troppi errori: al via i rimborsi Imu

Silvio Berlusconi ci ha costruito sopra la campagna elettorale facendo infuriare gli avversari. Ma ora c’è chi l’Imu la sta rimborsando davvero. Tra errori, sviste e complicazioni burocratiche non sono pochi gli italiani che hanno pagato più del dovuto. E alcuni Comuni hanno già avviato le pratiche della restituzione.

Maroni sfratta Equitalia dalla Lombardia

Tra gli obiettivi principali ci sono due classici come la macroregione del Nord e il tentativo di trattenere almeno il 75% delle tasse sul proprio territorio. Ma nel primo discorso da presidente di Roberto Maroni i due punti che balzano agli occhi sono l'addio a Equitalia e la moneta lombarda. Non si tratta di slogan. Il neo governatore cita Gaber e promette una «rivoluzione della concretezza». Per quanto riguarda il fisco i tempi saranno stretti. «La riscossione dei tributi deve essere più vicina al territorio e tener conto del contesto sociale», spiega il leader della Lega davanti al Consiglio regionale, «ed Equitalia non sta operando con questi criteri. Ecco perché intendiamo sostituirla con un ente regionale entro la fine dell'anno, per dare un adeguato supporto agli Enti Locali e allo stesso tempo ridurre disagi e costi per i cittadini in difficoltà».

giovedì 4 aprile 2013

Morte di Stato per 15mila aziende

Il ritardo sui ritardi può sembrare una barzeletta. Eppure, è proprio quello che è successo ieri sulla questione del pagamento dei debiti pregressi della Pa nei confronti delle imprese, con il decreto slittato a data da destinarsi dopo l’ennesimo pasticcio del governo Monti, che ha provato a scaricare sui contribuenti la copertura del provvedimento. Nel frattempo, le imprese continuano a morire come mosche. Dall’inizio della crisi ad oggi sono già fallite 15mila imprese a causa dei ritardati pagamenti della Pa, il 114% in più rispetto al 2008 quando il numero era stato di 1.800. Sul fronte dell’occupazione, i posti di lavoro persi sono stati circa 60mila.

Pasticcio anche sulla Tares

Tares, Iva, cassa integrazione, esodati. Il governo uscente naviga a vista, senza avere la minima idea di che direzione prendere. E a farne le spese, inutile dirlo, saranno famiglie e imprese. Il pasticcio del giorno si chiama tassa sui rifiuti. Dopo aver introdotto il nuovo balzello e tergiversato da settimane, ieri il governo ha deciso di intervenire alla cieca, mantenendo vivo il pagamento dell'imposta che dovrà sostituire Tarsu e Tia con tre scadenze annuali (maggio, settembre, dicembre), ma rinviando l'aumento di 30 centesimi a metro quadro all'ultima rata.