martedì 30 novembre 2010

Dietro lo sgambetto Usa a Berlusconi c’è lo scontro per il gas di Mosca

Nabucco contro South Stream, ovvero l’asse Usa-Ue contro quello Italia-Russia. Dietro alle preoccupazioni, emerse dalle rivelazioni di Wikileaks, che il governo americano nutre nei confronti dell’amicizia tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin c’è innanzitutto il gas, materia prima di cui l’Europa ha disperato bisogno e su cui si sono innestati negli ultimi anni duelli economico-politici ad altissima tensione.

lunedì 29 novembre 2010

Il trenino della Cgil. La Fiom dà la linea, la sinistra segue a ruota

C’è un filo, ingarbugliato ma senza soluzione di continuità, che lega Maurizio Landini a Pierluigi Bersani. Con il primo, segretario della Fiom, che segna il passo e il secondo, segretario del Pd, che tenta faticosamente di restare in scia. In mezzo c’è la sinistra radicale e antagonista e, soprattutto, la Cgil, che ieri, con la prima “piazza” di Susanna Camusso, ha dimostrato di non avere ancora la forza necessaria per il colpo di reni.
Due erano le possibilità che si presentavano al neosegretario del sindacato rosso, considerato il quadro economico e politico, per riprendersi la scena.

Cisl e Uil la suonano, Susanna balla da sola

Raffaele Bonanni aveva auspicato che la politica restasse fuori dalla grande manifestazione nazionale della Cgil. «Spero», ha detto il segretario della Cisl alla vigilia della kermesse, «che non ci siano le solite bandiere di partito, i troppi politici». Più di quelli che hanno sfilato ieri per le strade di Roma, a dire il vero, era difficile anche immaginarlo. Dalla sinistra antagonista fino ai dipietristi passando per i vertici del Pd: nessuno ha voluto perdere l’occasione del bagno di folla offerto a costo zero dal sindacato rosso.

sabato 27 novembre 2010

80 miliardi per il Mezzogiorno. Pure la Cgil al fianco del Cav

Quasi quasi il piano per il Sud piace pure alla Cgil. Il giudizio resta «sospeso», spiega la neo segretaria Susanna Camusso, «ma c’è una convergenza tra il documento sottoscritto dalle parti sociali e i titoli del piano enunciato».  È la stessa Camusso, del resto, a svelare che il governo, tra fondi nuovi e risorse già in bilancio da riprogrammare, è pronto a mettere sul piatto risorse pari a 75-80 miliardi. Una cifra considerevole che, considerata la fonte, non dovrebbe discostarsi molto dai numeri ufficiali che potrebbero uscire già oggi dal Consiglio dei ministri.

giovedì 25 novembre 2010

Ad AliFrance manca solo la fusione

La fusione con Air France? «Non si può escludere», ha detto candidamente Roberto Colaninno intervenendo ieri alla presentazione di un accordo con l’indiana Get Airways. Vere e proprie certezze, sul futuro di Alitalia, non ci sono mai state. Ma se dovessimo prendere per buone tutte le dichiarazioni dei vertici della compagnia negli ultimi mesi ci troveremmo di fronte ad un rompicapo praticamente insolubile. Riassumiamo, solo per avere un’idea, le più recenti.

mercoledì 24 novembre 2010

L'euro scappa dall'Europa

L’austerity non piace. E chi può prende il largo lo fa. Visto l’andazzo che tira in Europa, con i debiti sovrani che schizzano alle stelle, il gendarme tedesco che vuole mettere sotto controllo le finanze pubbliche di mezzo Continente, e le banche che scricchiolano, gli investitori cercano approdi più sicuri. La fuga era già iniziata la scorsa primavera, con le prime avvisaglie della crisi greca. In quel periodo si iniziarono a registrare ingenti flussi di capitali verso la vicina e tranquillizzante Svizzera. Secondo uno studio di Bnp Paribas (le cui cifre non hanno però trovato conferme ufficiali) nei periodi di maggiore instabilità della moneta unica il flusso giornaliero avrebbe toccato picchi di sette miliardi di euro. L’obiettivo non è più quello di sottrarre la valuta alle occhiute attenzioni del fisco, ma di proteggere il denaro in un Paese che non rischi di finire commissariato dalle politiche germanocentriche di Bruxelles.

Il sindaco in campo sugli esuberi di Acea. Deciderà il Campidoglio

Alla fine, com’era prevedibile, è sceso in campo Gianni Alemanno. Difficile dire come abbia preso l’intervento il principale socio privato Francesco Gaetano Caltagirone, che da tempo chiede più efficienza e meno legami con la politica. Sta di fatto che il sindaco di Roma ha deciso di prendere in mano la patata bollente del contenzioso tra azienda e sindacati in Acea. Le rassicurazioni della società sull’entità e le dinamiche di alcuni tagli al personale inevitabili per proseguire un cammino di riduzione dei costi che negli ultimi mesi ha già portato buoni risultati (i bilanci sono anche tornati in utile nei primi 9 mesi del 2010) non sono servite a raffreddare le tensioni dei lavoratori, che da alcune settimane sono in stato di agitazione sostenendo che nel nuovo piano industriale si prevedono circa 700 esuberi rispetto ad un organico di 5.400 unità. Ieri il sindaco, che ha convocato le sigle sindacali e i vertici di Acea, ha fatto capire che qualsiasi mossa dovrà essere concordata con il Campidoglio. Dopo aver annunciato l’apertura di un tavolo di confronto per discutere i nodi che si sono accumulati sul piano industriale per ricreare «condizioni di pace sindacale» Alemanno ha infatti detto senza mezzi termini che si riserva «di intervenire successivamente qualora questo tavolo non desse i risultati attesi». Quanto alla privatizzazione, ha rassicurato Alemanno, la vendita del 20% della società non è all’ordine del giorno.

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martedì 23 novembre 2010

I finiani puntano i piedi. Riforma Gelmini a rischio

Messa in freezer per approvare la finanziaria la bomba università riesplode nel bel mezzo della semi-crisi di governo. Se a metà ottobre le acque erano agitate, ora il mare è forza 10, in piena burrasca. Ieri la riforma ha ripreso il cammino, approdando nell’aula della Camera, ma il nodo da sciogliere è ancora lì. Si tratta della richiesta di risorse aggiuntive che si è materializzata sotto forma di emendamenti  nel corso dell’esame in commissione Cultura.

Marchionne annuncia il suv prodotto a Detroit col marchio del Tridente. Mentre le auto made in Italy sono ancora congelate

Il prossimo modello Fiat sarà una Maserati. Mentre in Italia tutti attendono risposte sul piano industriale, sugli investimenti e sulla partenza delle nuove vetture (34 modelli entro il 2014) promesse lo scorso aprile dal Lingotto, Sergio Marchionne va a Los Angeles e annuncia alla stampa, attraverso le pagine del Wall Street Journal, una jeep Chrysler firmata dalla casa del tridente.

lunedì 22 novembre 2010

In Irlanda si gioca la battaglia per la libertà fiscale d’Europa

Autonomia fiscale. Al di là delle chiacchiere sui controlli, sulle sanzioni e sulle regole, si gioca qui la battaglia europea. Non è un caso che l’Irlanda stia cercando con tutte le forze di dribblare gli aiuti europei che farebbero scattare un commissariamento sulle politiche di bilancio. Ieri il quotidiano Irish Times ha fatto sapere che il governo di Dublino sta lavorando ventre a terra per far uscire il piano quadriennale anti-deficit al massimo martedì, prima quindi della definizione e dell’arrivo di qualsiasi aiuto internazionale. A parte verrà pubblicato un piano di ristrutturazione del sistema bancario, anch’esso da mettere definitivamente a punto durante il weekend.

sabato 20 novembre 2010

Mago Tremonti: fa regali ma risparmia

Dal finanziamento per oltre 240 milioni alle scuole paritarie, all’esenzione (per 5 mesi) del ticket sanitario, passando per il finanziamento dell’università e della detassazione del salario di produttività. Sono queste alcune delle misure della legge di stabilità che hanno ricevuto il via libera dell’aula della Camera e che dalla prossima settimana sono attese in commissione Bilancio al Senato. Tra le ultime novità inserite in aula a Montecitorio c’è anche il rifinanziamento dell’eco-bonus per le ristrutturazioni, i 100 milioni per l’assistenza dei malati di Sla e la puntualizzaziona sull’asta frequenze che dovrà esser fatta entro il 31 dicembre 2012.
Ma la notizia più importante per i conti pubblici è quella contenuta nella nota di variazione di bilancio approvata sempre alla Camera successivamente alla finanziaria. Ebbene, nessuno sa bene come abbia fatto, ma Giulio Tremonti è riuscito a risparmiare anche questa volta. L’insistenza dei finiani lo ha costretto ad accorpare alla manovra vera e propria un pacchetto da 5,7 miliardi che avrebbe dovuto essere discusso separatamente nel ddl sviluppo.

giovedì 18 novembre 2010

Tremonti non teme l’Irlanda: «Italia solida, non collasserà»

«Non siamo il problema, ma parte della soluzione». Risponde così Giulio Tremonti, con una frase alla Sylvester Stallone, a chi negli ultimi giorni ha tentato di trascinare l’Italia nella bufera irlandese. L’effetto è un po’ quello del “non sono qui per salvare Rambo da voi, ma voi da Rambo” dell’intramontabile colonnello Trautman, la sostanza è che secondo il ministro dell’Economia il nostro Paese non solo è fuori pericolo, ma rappresenta anche un modello di stabilità, rispetto alla vulnerabilità finanziaria di Stati che al rigore hanno preferito la spesa facile.

Silvio mette in palio i posti in Eni, Enel e Terna

Mentre alle Camere impazza la compravendita dei parlamentari, nel gran bazar della politica rischiano di finire trascinate anche poltrone ben più delicate. I tempi non sempre coincidono, visto che la partita sulla fiducia al governo si dovrà chiudere prima di Natale, ma nulla vieta di stringere patti che verranno poi onorati successivamente, come spesso accade quando la posta in gioco è molto alta. E di incarichi che contano sul piatto ce ne sono parecchi. Praticamente tutti i colossi pubblici partecipati dal Tesoro, infatti, vedranno scadere i propri vertici da qui alla prossima primavera.

mercoledì 17 novembre 2010

Irlanda e Portogallo sull’orlo del crac. Borse a picco, scivola l’euro e frena pure Wall Street. Il presidente di turno della Ue avverte: «Ora a rischio la sopravvivenza dell’Unione»

Dopo essere sopravvissuti allo tsunami greco, la crisi rilandese sembrava una passeggiata. Eppure, gli inquietanti scricchioli della tigre celtica, uniti ai segnali per nulla incoraggianti che arrivano dal Portogallo e dalla Spagna, stanno concretizzando il peggiore incubo dei governanti europei. Quello di un devastante effetto domino in grado non solo di mettere in ginocchio, uno dietro l’altro, gli Stati del Vecchio Continente, ma di far crollare l’intera impalcatura dell’Unione europea. Ne è convinto il presidente di turno della Ue, Hermann Van Rompuy che ieri, lanciando un allarme senza precedenti, ha detto fuori dai denti che «se i problemi di budget di alcuni Paesi non saranno risolti, la zona euro e l’Unione nel suo insieme non sopravviveranno».

Il nuovo incarico di Bernabè rischia di mandare in tilt la fibra ottica dei romani

Non arriva davvero al momento giusto la nomina di Franco Bernabè alla vicepresidenza dell’Unione industriali di Roma. Alcuni sostengono che la mossa di Aurelio Regina sia dovuta al tentativo di mettere insieme un parterre de roi da fare invidia al salotto buono della Confindustria nazionale. In effetti, con l’ingresso dell’ad di Telecom,  il presidente della Uir completa il quadro di una serie di collaborazioni prestigiose che vanno da Mauro Moretti, a Rocco Sabelli, da Flavio Cattaneo e Giorgio Zappa fino a Caltagirone Junior.

sabato 13 novembre 2010

L'aria di crisi ci costa 250 milioni di euro al mese

Comunque la si pensi su Fini, Bossi e Berlusconi, una cosa è certa: la maggioranza di governo per litigare non poteva scegliere momento peggiore. Durante l’estate le fibrillazioni provocate dal duello tra il presidente della Camera e quello del Consiglio non avevano turbato più di tanto i mercati internazionali.
Ma l’accelerazione degli ultimi giorni sulle prospettive di crisi ha riacceso i riflettori sul nostro Paese. E ieri è bastato un refolo di vento (i timori sulla tenuta dell’Irlanda smentiti da tutte le istituzioni europee) per far ballare i rendimenti dei nostri titoli di Stato addirittura ai massimi da quando è stata introdotta la moneta unica, ovvero dal 1997.

venerdì 12 novembre 2010

Salta la tregua sulla banda ultra larga. Aumenti unbundling troppo “generosi” per Telecom

Il pallino sulla fibra ottica, avevamo scritto, è in mano all’authority. E ieri l’authority è scesa in campo, con una decisione che è piombata come un macigno sulla tregua faticosamente raggiunta dal ministro dello Sviluppo, Paolo Romani. All’indomani della l’intesa sulla società per realizzare le infrastrutture passive della banda ultra larga, l’Agcom ha infatti emesso il tanto atteso verdetto sugli aumenti dell’umbundling (il canone pagato a Telecom per l’affitto della rete) scatenando la furia degli operatori alternativi. In un comunicato congiunto Fastweb, Wind, Vodafone e Tiscali si dicono addirittura pronti ad «avviare le opportune azioni nelle sedi competenti» non appena saranno conosciute le motivazioni del provvedimento. Sull’incremento tariffario deciso dall’Agcom era arrivato qualche settimana fa lo stop della Commissione Ue, che aveva invitato l’authority a ricalcolare gli aumenti considerati troppo “generosi” per l’ex monopolista. Ebbene, per il 2010 il valore resta fissato a 8,70 euro al mese. Per il 2011 lo sconto porta il canone da 9,14 a 9,02, mentre per il 2012 si passa  da 9,48 a 9,28. L’ad di Telecom si è detto «stupito» per la decurtazione, ma ha comunque incassato gli aumenti definendo «positiva» la chiusura della pratica. Per i piccoli Corrado Calabrò si sarebbe invece fatto beffe non solo delle loro obiezioni, ma anche di quelle di Bruxelles. Di sicuro, come annunciato più volte dagli stessi operatori alternativi, la decisione peserà sugli accordi per la rete veloce di nuova generazione la cui strada, ora, appare tutta in salita. 

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giovedì 11 novembre 2010

Sulla rete ultralarga la palla ora passa all’autority delle tlc

Per Paolo Romani il risultato ottenuto è addirittura «straordinario». Di sicuro, visto lo scenario, non si poteva ottenere molto di più. Il ministro dello Sviluppo è riuscito a mettere allo stesso tavolo tutti gli operatori telefonici, compresa Telecom, per siglare un memorandum d’intesa sulla creazione di una società ad hoc, che potrà raccogliere anche investimenti pubblici come quelli della Cdp, per la realizzazione delle infrastrutture passive per la rete ultra larga.

«Senza la liberalizzazione Tnt Post lascerà l’Italia»

«Lo abbiamo fatto in Austria, se saremo costretti lo faremo anche in Italia». Luca Palermo è convinto che il nostro Paese sia un mercato strategico dove il gruppo ha investito e vuole continuare a investire. Ma se la liberalizzazione dei servizi postali che dovrebbe partire il primo gennaio si rivelerà un bluff, il colosso olandese delle spedizioni  è anche pronto a fare le valigie. Servono garanzie e, soprattutto, regole.

mercoledì 10 novembre 2010

Sacconi prova a far lavorare la Cgil

I duri della Fiom non ci hanno pensato neanche un secondo. La mano tesa di Maurizio Sacconi sul nuovo statuto dei lavoratori, ha tuonato il segretario Maurizio Landini, è un atto «gravissimo e inaccettabile». Eppure, più che una provocazione, l’invito rivolto ieri dal ministro del Welfare ai sindacati ha tutta l’aria di una grande opportunità. Soprattutto per la Cgil, che avrebbe la possibilità di smarcarsi dall’abbraccio soffocante delle tute blu e di far coincidere la nuova segreteria con una svolta storica per la confederazione rossa.

Romani cerca di mettere pace nella rete internet di ultima generazione

Le distanze non sono state del tutto colmate. Anche perché l’authority sta ancora lavorando alla definizione del quadro regolatorio sulla rete di nuova generazione. Il passo avanti ottenuto da Paolo Romani è comunque significativo. Oggi tutti  gli operatori alternativi (Fastweb, Wind, Vodafone e Tiscali) e Telecom si siederanno intorno al tavolo per firmare un memorandum d’intesa sul piano di sviluppo della banda ultralarga. Non c’è molto di più rispetto all’accordo tecnico raggiunto qualche settimana fa sempre al tavolo promosso dall’allora viceministro ed ora titolare dello Sviluppo economico. La prospettiva di Romani è quella di arrivare alla creazione di una società per la condivisione delle infrastrutture passive che veda la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti. Gli ostacoli, però, sono ancora molti. Compreso quello relativo agli aumenti unbundling (il canone da pagare a Telecom per l’utilizzo dell’ultimo miglio) ora al vaglio dell’authority dopo lo stop imposto da Bruxelles. Aumenti che secondo gli operatori alternativi andranno a togliere risorse per gli investimenti sulla fibra. 

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martedì 9 novembre 2010

L’Italia dà la caccia a 400 miliardi arabi

Quando investono in Italia, solitamente, scatenano reazioni e polemiche. Recentissimo è il caso di Unicredit che, alla fine, è anche costato la poltrona all’ex ad Alessandro Profumo. Ma in fondo pure i critici sanno che il business col mondo arabo è un’opportunità cui l’Italia, soprattutto in questo periodo, non può permettersi di rinunciare. Oltre alle attività contestate dei tanto temuti fondi sovrani, infatti, i Paesi del medio oriente e del golfo rappresentano mercati emergenti  in forte espansione dove le nostre imprese possono giocare un ruolo di primo piano.

sabato 6 novembre 2010

Il Tar contro la Prestigiacomo. Chiuso da un anno l’ente che vigila sui rifiuti

L’Osservatorio nazionale sui rifiuti torna in campo. La notizia può sembrare bizzarra, visto che l’organismo interministeriale non è mai stato sciolto. Tuttora, nella sezione “comitati e commissioni” del sito del ministero dell’Ambiente, si può leggere che l’Onr “vigila sulla gestione dei rifiuti, degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio;  provvede all’elaborazione e all’aggiornamento permanente di criteri e specifici obiettivi d’azione, nonché di un quadro di riferimento sulla prevenzione e gestione dei rifiuti; verifica i costi di recupero e smaltimento; verifica i livelli di qualità dei servizi erogati; predispone un rapporto annuale sulla gestione dei rifiuti, ecc. ecc.”. Compiti mica da ridere, soprattutto mentre Napoli è sommersa dalla “monnezza” e l’Europa è pronta ad aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia proprio sui rifiuti.

Elkann sbarca a Roma per ammorbidire le spine di Marchionne

Normali relazioni istituzionali. Così John Elkann ha definito la sua girandola di incontri romani. Un pellegrinaggio che lo ha portato al Quirinale, in Bankitalia, ma soprattutto a Palazzo Chigi e a Via XX Settembre, dove ha incontrato rispettivamente il sottosegretario Gianni Letta e il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Il tempismo del giovane rampollo della famiglia Agnelli non lascia molti dubbi sull’oggetto delle conversazioni.

mercoledì 3 novembre 2010

Sabelli invoca la Francia. Colaninno lo scomunica

Solo gli sciocchi, si dice, non cambiano mai idea. Tuttavia fa un po’ impressione leggere, tra le decine di anticipazioni quotidianamente distillate dall’ultima fatica di Bruno Vespa, che l’ad di Alitalia Rocco Sabelli ha intenzione di proporre agli azionisti della compagnia la fusione con Air France. Solo qualche mese fa, infatti, per l’esattezza il 5 luglio, lo stesso manager sosteneva che la fusione «non è nei nostri piani, né nelle nostre prospettive».

martedì 2 novembre 2010

Wall Street sicura: Fiat lascerà Torino

Delle due l’una: o gli esperti a stelle e strisce di Goldman Sachs sono impazziti oppure sono convinti che Sergio Marchionne abbia già preparato le forbici per tagliare la zavorra Italia. Sarebbe difficile spiegare in altro modo quella fiducia che la grande banca d’affari americana continua a riporre sulle potenzialità di crescita del Lingotto, al punto da consigliare agli investitori di fare man bassa di azioni Fiat, perché il titolo sarebbe sottovalutato non di qualche spicciolo, ma di quasi 10 euro.