sabato 28 gennaio 2012

Semplificazioni col trucco: la laurea mantiene il valore legale e la banda larga può aspettare

Il piatto forte, l’abolizione o quantomeno il depotenziamento del valore legale del titolo di studio, non è arrivato. Servirà, ha spiegato Mario Monti, «una consultazione pubblica sul tema». Del resto, ha messo le mani avanti il premier dopo aver comunque detto che lui sarebbe stato favorevole, «del tema si dibatte dai tempi di Einaudi». In altre parole, possiamo tranquillamente aspettare altri 60 anni.

L'antitrust Ue mette a terra Alitalia

Indaga pure l’Europa. A pochi passi dal traguardo, le cose per Colaninno e company sembrano complicarsi. I mesi che separano Alitalia dalla fatidica data del gennaio 2013, quando i soci italiani messi insieme da Intesa avranno mani libere per consegnare la compagnia ad Air France, si preannunciano burrascosi.

Ecco le semplificazioni di Monti

La Pa si procurerà i documenti da sola, i cittadini potranno ottenere i certificati on line, 333 leggi finiranno al macero. Il rischio di un altro provvedimento spot, dopo quello sulle liberalizzazioni, c’è. Molte delle misure contenute nel decreto sulle semplificazioni che finirà oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri non sembrano infatti proprio nuove di zecca.

giovedì 26 gennaio 2012

Befera vuole aumentare i servizi ai contribuenti. La Cgil si oppone

È lastricata di buoni propositi la strada di Attilio Befera. La dichiarazione dei redditi dovrebbe essere più semplice, di «due paginette», spiega il direttore dell’Agenzia delle entrate intervenendo all’iniziativa del Sole24Ore “Telefisco”. Quanto ai soldi raccolti dalla lotta all’evasione, «bisogna ragionare» se si potrà «in futuro» destinare una quota dei proventi per abbassare la pressione e «recuperare un rapporto positivo tra fisco e contribuenti».

mercoledì 25 gennaio 2012

La protesta dei Tir ci costa mezzo miliardo

Le associazioni di categoria e dei consumatori stanno ancora facendo i calcoli. Ma facendo una media delle prime stime l’entità dei danni provocati dalla protesta degli autotrasportatori contro il caro gasolio potrebbe superare complessivamente i 500 milioni al giorno. Fabbriche, supermercati, agricoltori, benzinai: quando il camion tira il freno l’impatto è più devastante di uno sciopero generale. Basti pensare che l’86% dei trasporti commerciali italiani avviene su strada.

martedì 24 gennaio 2012

Galassi: "Dalle liberalizzazioni essun aiuto alle pmi in crisi"

«Se non paghiamo le tasse il fisco ci sequestra l’azienda, se lo Stato non ci paga le forniture possiamo sequestrare una scuola?». È una provocazione, quella di Paolo Galassi, ma fino a un certo punto. Dietro c’è tutta l’esasperazione delle piccole e medie imprese, che si sono viste passare davanti l’ennesimo treno ricco di promesse senza trovarsi nulla per le mani. «Non è con i taxi o con le farmacie che si cambia l’Italia», spiega il presidente di Confapi, che malgrado dia voce ad oltre 60mila Pmi è stato lasciato fuori dalla porta dagli incontri tra governo e parti sociali per la riforma del lavoro. «Venerdì abbiamo incontrato il ministro Fornero e ci aveva assicurato la convocazione. Poi non abbiamo saputo più nulla».

Tassate anche le liberalizzazioni

Far valere i propri diritti può costare fino a 5.864 euro. Alla faccia delle liberalizzazioni. Nelle pieghe del decreto varato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri, che dovrebbe favorire la concorrenza, abbassare le tariffe e tutelare i consumatori, spunta l’ennesimo balzello. La sorpresina è contenuta nella parte alta del provvedimento, quella, per intendersi, che contiene i cavalli di battaglia dell’intera riforma,  a partire dalla «liberalizzazione delle attività economiche e riduzione degli oneri amministrativi sulle imprese».

sabato 21 gennaio 2012

Liberalizzazioni col trucco. Le tariffe non scendono

Sui taxi deciderà l’authority, sullo scorporo della rete ferroviaria (Rfi) dalle Fs pure. Sulle nuove procedure di calcolo per abbassare i costi delle bollette collegando i prezzi ai valori di mercato dell’energia idem. Sulle tariffe professionali che tanto hanno fatto e fanno discutere, parola del ministro della Giustizia, Paola Severino, l’abrogazione era già stata disposta dai decreti Bersani e da successive norme varate dall’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. I farmaci di fascia C resteranno in farmacia. Sulle polizze vita collegate ai mutui, pratica considerata scorretta dall’Isvap e dalla stessa manovra salva Italia, il decreto prevede che la banca ti debba far vedere anche un prodotto di un’assicurazione concorrente, ma non interviene a spezzare il meccanismo perverso della polizza (non obbligatoria per legge) imposta di fatto dall’istituto di credito in abbinamento ai prestiti per la casa.

Imprese beffate. Lo Stato non trova neanche i Bot

Oltre al danno ora per le imprese si aggiunge anche il sapore amaro della beffa. Dopo una giornata passata ad inseguire notizie e indiscrezioni su come e quando lo Stato avrebbe finalmente pagato il suo debito elefantiaco (dai 90 ai 200 miliardi secondo le diverse stime) nei confronti delle aziende, alla fine si è tornati al punto di partenza.

venerdì 20 gennaio 2012

Tutti gli errori di Monti sulle liberalizzazioni

Liberalizzazione non sempre fa rima con diminuzione. Basti pensare che per far scendere i costi di alcuni servizi bancari (come conti correnti e bancomat), settore aperto e libero in cui moltissimi soggetti si contendono il mercato, piuttosto che liberalizzare il governo ha deciso di intervenire con un atto dirigistico che prevede per legge il taglio delle commissioni sulle carte di debito e l’introduzione di un conto bancario di base low cost.

giovedì 19 gennaio 2012

L'Agcom ammette: l'Italia resterà fuori dall'agenda digitale

Dire che l'Italia è in ritardo sarebbe poco. Gli obiettivi dell'agenda digitale Ue prevedono entro il 2020 una copertura con la banda ultralarga (connessione internet a 100 Mbps) per almeno il 50% della popolazione. Volete sapere a che punto siamo? Secondo i dati snocciolati ieri da Corrado Calabrò durante un'audizione alla Camera la copertura territoriale è al 10%, con 2,5 milioni di edifici raggiunti dalla fibra ottica, ma gli accessi sono solo 300mila, ovvero lo 0,6% della popolazione. Il bello è che malgrado i grandi annunci di tutti gli operatori telefonici, gli attuali utenti, ha spiegato il presidente dell'Agcom, «rappresentano un dato che non varia da 4 anni».

Banche, notai e assicurazioni: il governo cambia tutto (ma frena su Fs, gas e taxi)

Un passo avanti e due indietro. La bozza sulle liberalizzazioni che circola in queste ore (44 articoli) e dovrebbe approdare sul tavolo del Consiglio dei ministri di domani non è ancora quella definitiva. C’è ancora spazio per aggiunte e limature. Stando alle ultime versioni, però, il governo sembra aver introdotto elementi di maggiore cautela su alcuni punti caldi.

mercoledì 18 gennaio 2012

Anche i francesi bocciano l'Italia. Debito pubblico in mano a Draghi

La credibilità non ci manca davvero. Anche Fitch ieri ha elogiato il nuovo cammino dell’Italia sotto la guida dei professori. Ma anche Fitch, come S&P, ha spiegato che non basta e che se lo spread sui titoli italiani non diminuisce entro gennaio, un bel downgrade non ce lo toglie nessuno. La sensazione è che malgrado tutto il rispetto e la stima che gli vengono riconosciuti, Mario Monti in questa fase possa fare ben poco.

domenica 15 gennaio 2012

Londra batte moneta e si salva dalla scure di S&P

Altro che moneta unica, freni alla Banca centrale, timori nel finanziare, seppure indirettamente, l’acquisto dei bond. In Europa c’è chi se la spassa facendo tutto il contrario. E ieri da Standard & Poor’s è arrivato pure il riconoscimento ufficiale. Uno dei pochi Paesi uscito indenne dalla scure dell’agenzia di rating (9 declassamenti su 17 di eurolandia) è stata infatti la Gran Bretagna, che essendo fuori dall’unione monetaria sta affrontando la crisi a suo modo: stampando moneta esattamente come fa la Federal reserve oltreoceano (e non può fare la Bce) e modulando il costo del denaro in base alle esigenze del Paese.

Rischiamo interessi più cari su 550 miliardi di bond bancari e Btp

Sono gli effetti collaterali quelli che ora spaventano di più. Il primo, più immediato, è sul rifinanziamento del debito italiano. Il Tesoro nel 2012 dovrà emettere titoli di Stato, al netto delle aste già effettuate nei giorni scorsi, per circa  430-440 miliardi. Somma necessaria a coprire 23,6 miliardi di fabbisogno pubblico e i titoli in scadenza.

sabato 14 gennaio 2012

Adesso la sinistra attacca il rating

«Comportamenti perversi». La raffica di downgrade scagliati da S&P contro Francia, Austria, Spagna e Italia ha subito scatenato il fuoco di fila, Fabrizio Cicchitto in testa, del Pdl. Ma la vera notizia sono i commenti del Pd, che fino a qualche mese fa riteneva i declassamenti autorevoli e indiscutibili bocciature dell’azione del governo Berlusconi. Ora che il Cav non è più a Palazzo Chigi i sacri giudici del rating sono diventati improvvisamente spregiudicati corsari. «Ormai è come i dieci piccoli indiani», commenta irriverente Pierluigi Bersani, per dire, parafrasando Agatha Christie, che tutti prima o poi vengono colpiti. Ancora più esplicito il responsabile economico del Pd, Francesco Boccia, che definisce l’intervento di S&P sul debito italiano e di altri Paesi europei «una vera e propria scorribanda nei già fragili mercati» ed invoca «un’agenzia di valutazione europea», perché «queste intrusioni non si devono più sopportare».
Identica, anche se più antica, la posizione del centrodestra, i cui commenti vanno dalla «perversione» denunciata dal capogruppo Cicchitto al «vero e proprio attacco speculativo» denunciato dall’onorevole Beatrice Lorenzin. Per Rocco Girlanda, primo firmatario di un progetto di legge per l’istituzione di una commissione di inchiesta sulle agenzie di rating, si tratta della «prosecuzione di un disegno destabilizzante». Questa volta i downgrade non piacciono nemmeno alla Germania, unico Paese uscito indenne dalle bastonate di S&P. La pioggia di declassamenti rischia infatti di mandare all’aria anche il fondo salvastati (che assorbe i rating dei Paesi membri), unica alternativa ad un maggiore interventismo della Bce che risulterebbe sgradito a Berlino. Di qui le parole del ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, che invita a «non sopravvalutare le agenzie di rating».

© Libero

giovedì 12 gennaio 2012

I conti pubblici migliorano. Ma è tutto merito del Cav

Qualche giorno fa Mario Monti ha spiegato che non saranno necessari ulteriori sacrifici per gli italiani, visto che l’ulteriore intervento correttivo messo a punto dal governo tecnico a colpi di tasse e balzelli «permetterà al Paese di raggiungere un avanzo primario pari al 5% del Pil nel 2013 contro una media Ue stimata dello 0,5%». Bene, direte voi. La cosa curiosa è che il saldo primario (la differenza tra entrate e uscite dello Stato al netto della spesa per interessi) era già previsto al 5,4% nel 2013 dall’aggiornamento al Documento di economia e finanza (Def) presentato da Giulio Tremonti a settembre, dopo la doppia manovra estiva (sempre a colpi di tasse e balzelli) messa a punto dal precedente esecutivo.

mercoledì 11 gennaio 2012

Come sfuggire alle fauci di Equitalia

Trentamila accertamenti sintetici (basati su presunzioni di reddito), un milione e 600mila preavvisi di fermo, 557mila fermi, 135mila ipoteche (che si aggiungono alle 450mila ancora in corso), 11mila pignoramenti immobiliari, 133mila pignoramenti immobiliari. Per incutere nei contribuenti quello che Attilio Befera chiama «un sano timore» non sono necessari i blitz degli ispettori a Cortina, basta leggere gli ultimi dati disponibili della riscossione (anno 2010) e incrociare i numeri con l’elenco delle nuove armi messe a disposizione del fisco (accertamento immediatamente esecutivo, nuovo redditometro, inversione dell’onere della prova, accesso automatico ai conti correnti, ecc ecc.).

martedì 10 gennaio 2012

Ogni anno trecento milioni ai partiti

Si è parlato così tanto degli stipendi dei parlamentari, che molti si erano scordati che per foraggiare la casta i contribuenti devono anche sborsare ogni anno i soldi per gli intramontabili finanziamenti pubblici ai partiti. Qualcuno, forse tratto in inganno dal referendum radicale del 1993 che li aveva aboliti, pensava addirittura che non ci fossero più.

Profumo è costato 19,5 miliardi ai soci Unicredit

«Non ci aspettavamo un calo del titolo in Borsa di questa entità, che va al di là della flessione fisiologica attesa, dovuto a fattori tecnici e a fattori di carattere più generale. Ma questo non tocca la bontà dell'operazione». L'ad tenta di limitare i danni e di rassicurare gli investitori, ma la sostanza è che dopo quattro giorni di passione anche Federico Ghizzoni, alla fine, è stato costretto ad ammettere che il crollo delle azioni Unicredit è devastante.

sabato 7 gennaio 2012

Capri, Versilia e Portofino. Gli ispettori del fisco scaldano i muscoli

Forse Attilio Befera è veramente convinto di fare del bene al turismo. Fatto sta che dopo il clamoroso blitz di Cortina, sembra che l’Agenzia delle Entrate non voglia affatto rinunciare ad altre vacanze. Nel mirino ci sono località di mare, come Capri e la Versilia, ma anche città d’arte, comunità montane, altri luoghi di villeggiatura. Nella caccia all’evasore vip tutto lo stivale, da Nord a Sud, sarà passato al setaccio. «Ci dobbiamo aspettare ulteriori attività di questo genere», ha detto chiaramente il direttore dell’Accertamento all’Agenzia delle Entrate, Luigi Magistro, spiegando anche che «non ci sarà bisogno di aspettare quest’estate» visto che «la stagione invernale è ancora lunga». Insomma, se andate a fare la settimana bianca insieme a sci e scarponi mettete in valigia anche la dichiarazione dei redditi e un bell’estratto conto storico dei movimenti bancari degli ultimi anni, non si sa mai.

Befera è Mr Fisco da 17 anni, ma l'evasione non cala

A sentire Attilio Befera ogni anno è da record. Gli annunci trionfalistici degli incassi dalla lotta all’evasione si susseguono con meticolosa periodicità (solitamente c’è una stima tra ottobre novembre, il dato consolidato nei primi mesi dell’anno e un andamento diffuso prima dell’estate) dalla seconda metà del 2008, quando il superispettore del fisco è approdato alla guida dell’Agenzia delle Entrate. Erano 6,9 miliardi nel suo primo anno da direttore, sono diventati 9,1 nel 2009, 10 nel 2010. Per il 2011 si prevede l’ennesimo record con 11 miliardi e le stime per quest’anno arriverebbero addirittura (merito del redditometro, secondo Befera) a 13 miliardi.

venerdì 6 gennaio 2012

Befera va in tv a rifarsi lo spot. Ma non dice quanto ha recuperato a Cortina

All’Agenzia delle Entrate non ci stanno a liquidare il blitz degli ispettori a Cortina come un’operazione mediatica. «Noi non partiamo mai con l’intenzione di sollevare alcun polverone», dice a Radio 24 il direttore dell’Accertamento, Luigi Magistro, «abbiamo una strategia che si muove costantemente alla ricerca delle situazioni di evasione nei vari comparti. Abbiamo fatto molti altri di interventi di questo genere». E, aggiunge, «ce ne dobbiamo aspettare ulteriori, la stagione invernale è ancora lunga».

Unicredit si mangia mezzo aumento. Ma alle altre banche potrebbe andare peggio

Circa 3,5 miliardi in fumo in sole due sedute. L’ampia e rassicurante (forse troppo) intervista dell’ad Corrado Ghizzoni al Sole 24 Ore non è servita a molto. Al mercato l’aumento di capitale di Unicredit continua a piacere pochissimo. Dopo il crollo di mercoledì del 14,45% (bruciati quasi 2 miliardi di euro), ieri per la banca di Piazza Cordusio è arrivata un’altra bastonata. Al termine di una giornata fatta più che altro di sospensioni per eccesso di ribasso, il titolo ha chiuso con un calo addirittura del 17,2% (altri 1,5 miliardi persi). Una percentuale che riporta il titolo ai livelli del settembre 1992, a 4,48 euro, e che ha fatto scattare anche l’allarme in Consob, dove stanno verificando se nelle sale operative di Piazza Affari qualcuno si sia fatto beffe della disciplina sulle vendite allo scoperto.

giovedì 5 gennaio 2012

Sui mutui la banca ci frega due volte

La questione non è più quanto, ma fino a quando. Anche ieri si è registrato l’ennesimo record di depositi overnight (ad un giorno, con tasso dello 0,25%) presso la Bce. Le banche europee hanno parcheggiato nelle casse dell’Eurotower 453,2 miliardi. Il giorno prima erano 446, mentre il 27 dicembre (record precedente) erano 452. La storia va avanti da quando sugli istituti di credito del Vecchio continente sono piovuti i 489 miliardi di liquidità con il maxi prestito a 3 anni (con tasso all’1%) della Banca centrale. Un bottino che invece di essere riversato nell’economia reale, con la ripartenza dei finanziamenti a imprese e famiglie, o nel sostegno ai debiti sovrani, con l’acquisto di titoli di Stato, viene quotidianamente ridepositato nei forzieri della Bce o, tutt’al più utilizzato per l’acquisto di strumenti di debito a breve termine, come è accaduto con l’asta dei Bot semestrali della scorsa settimana, che ha fatto il pieno di richieste.

Resistenze allo sportello per prelevare mille euro

Volete avere un po’ di soldi in tasca per qualche spesa imprevista? Pensateci due volte, perché l’operazione potrebbe non essere così semplice. Intanto, ci sono le nuove norme sull’accesso automatico del fisco ai dati relativi a tutti i movimenti bancari dei conti correnti. A questo, che si concretizza in un flusso di informazioni inviato periodicamente dagli intermediari finanziari all’Agenzia delle Entrate si aggiungono le segnalazioni specifiche che scattano, in base ai regolamenti interni di ciscuna banca e, a volte, di ciascuna filiale, sopra un determinato tetto di prelievo. Qualsiasi cifra, sulla base delle nuove norme per la tracciabilità del contante, dovrà poi essere giustificata. In altre parole, se volete utilizzare i quattrini per comprare una bambola gonfiabile o per frequentare qualche signora (o signore) a pagamento, dovrete scrivere che servono per comprare i libri di scuola a vostro figlio.

mercoledì 4 gennaio 2012

Negozi sempre aperti? Le Regioni dicono no

Cos’hanno in comune Renata Polverini, Enrico Rossi, Roberto Cota e Luca Zaia? Sono tutti autorevoli presidenti di Regione e tutti fieramente contrari alle liberalizzazioni. Siano pure quelle poche briciole rimaste qua e là tra le mille tasse della manovra Monti, come le aperture dei negozi. Dopo aver subito i blitz dei farmacisti, quelle dei tassisti ed, infine, quelle degli esercenti, il famigerato articolo 31 del salva Italia, in cui si tentava timidamente di togliere un po’ di vincoli e paletti all’esercizio della libera concorrenza, finisce ora anche sotto il fuoco, ben più potente, dei governatori. Il che significa ricorsi alla Corte Costituzionale, congelamento delle norme e rinvio del tutto a data da destinarsi.

Omsa delocalizza per vivere. Di Pietro organizza il boicottaggio

Curioso Paese l’Italia, dove un giorno ci si commuove e ci si indigna per l’imprenditore che preferisce togliersi la vita pur di non licenziare i suoi dipendenti e il giorno dopo, senza alcun problema, ci si scaglia con ferocia contro chi i dipendenti li licenzia e ha ancora il coraggio di uscire di casa. Eppure, non è difficile capire che si tratta della stessa crisi, dello stesso fisco e dello stesso costo del lavoro che stanno strozzando le piccole imprese e azzoppando quelle più grandi. Non è difficile capire che se i conti non tornano o si taglia (per tempo) o si va tutti a gambe all’aria.

lunedì 2 gennaio 2012

Con il nuovo prelievo del 6% la pressione fiscale sui giochi sfiora il 50%

Non bastavano i miliardi (9,2 nel 2011) che lo Stato già incassa con i giochi. Dopo aver fatto grattare agli italiani qualsiasi tipo di bigliettino, averli illusi con premi milionari, stipendi gratis per 20 anni e robusti vitalizi, ora l’erario vuole far quattrini anche sulle vincite. Il giochino è sempre lo stesso: con la scusa di colpire i super ricchi, che di colpo si ritrovano con diverse decine di milioni di euro in tasca, si bastonano tutti, visto che il prelievo del 6% è scattato su tutti i premi superiori a 500 euro, una somma che ormai basta appena per fare qualche pieno di benzina.