sabato 15 febbraio 2014

Madia, Vietti, Epifani: un toto-ministri da horror

Una squadra snella (12-15 persone), con molti giovani e donne e una forte impronta politica. Matteo Renzi sta lavorando ventre a terra alla lista dei nuovi ministri, nel tentativo di ridurre all’osso i tempi istituzionali per la formazione dell’esecutivo. Trovare la quadra, però, è meno semplice di quello che il segretario Pd si aspettava. Angelino Alfano, ad esempio, avrebbe puntato i piedi sull’ipotesi di tenere solo l’incarico di vicepremier e lasciare il Viminale. Una poltrona che il futuro presidente del Consiglio affiderebbe volentieri a Dario Franceschini, per ripagarlo del repentino passaggio dalle file dei lettiani a quelle dei renziani.


Bolletta più cara per 20 anni per pagare i lavoratori del Sulcis

Sessanta milioni l’anno di costi aggiuntivi per 20 anni: in tutto 1,2 miliardi. Può sembrare incredibile, ma la norma che farà lievitare fino all’inverosimile le nostre bollette è inserita nel decreto Destinazione italia approvato martedì scorso dalla Camera in prima lettura. Lo stesso che promette di farci risparmiare 850 milioni sull’energia.

venerdì 14 febbraio 2014

Scaroni si presenta al rinnovo del cda con 5 miliardi di utili

Paolo Scaroni si presenta all’appuntamento del rinnovo dei vertici, previsto per la prossima primavera, con la muscolatura tonica. È lo stesso ad a sintetizzare il bilancio complessivo dell’Eni nel 2013. «L’effetto complessivo di quanto realizzato», ha spiegato ieri davanti alla comunità finanziaria di Londra, «ci ha consentito di registrare un utile netto in crescita rispetto al 2012, di pagare un dividendo generoso, di lanciare il programma di riacquisto di azioni proprie, mantenendo un indebitamento costante». Un poker di risultati che renderà complicato per il nuovo esecutivo mettere alla porta il manager, che a scanso di equivoci ha già fatto sapere che non disdegnerebbe un altro mandato.

mercoledì 12 febbraio 2014

L'Ue stacca la luce a Berna. Ma l'Italia pagherà per tutti

Dopo aver chiuso le frontiere ai nostri lavoratori ora la Svizzera potrebbe anche lasciarci a secco di energia. È questo il paradossale effetto collaterale dello scontro tra Europa e Confederazione innescato dal referendum sulle quote di cittadini comunitari che possono varcare i confini svizzeri. L’escalation della tensione tra Berna e Bruxelles ieri ha visto scendere in campo le istituzioni europee, che hanno duramente criticato l’iniziativa elvetica invitando il governo svizzero a spiegare subito come intende tradurre in legge l’esito della consultazione. Se è vero, infatti, che Berna ha tre anni di tempo per adeguare la legislazione, c’è anche un problema immediato rappresentato dall’ingresso della Croazia nella Ue dello scorso luglio. La Svizzera aveva un anno di tempo per varare le norme che consentissero la circolazione dei croati sul proprio territorio, ma ora è chiaro che sarà tutto congelato. Di fatto, hanno spiegato da Bruxelles, «ci sarebbero due classi di cittadini europei e questo la Ue non può accettarlo».

Compensazione beffa. Spunta la clausola che frega le imprese

Prima la sospensione, poi la compensazione, infine il nulla. Dal cilindro del decreto Destinazione Italia è uscita l’ennesima beffa per le imprese, che nei giorni scorsi avevano sperato in una provvidenziale boccata di ossigeno. Un emendamento presentato in zona Cesarini aveva infatti previsto per tutto il 2014 la sospensione delle cartelle esattoriali per le imprese titolari di crediti con la pubblica amministrazione. La norma sembrava non solo di civiltà,  ma anche ben impostata sotto il profilo dei conti pubblici. Se lo Stato deve dei soldi ad un’azienda perché pretendere la stessa ne sborsi altrettanti per il fisco? Sul piano della tenuta del bilancio, in teoria, non avrebbero dovuto esserci problemi: togli da una parte e metti dall’altra. Se non fosse che gli sprovveduti parlamentari delle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera che hanno dato il via libera alla modifica non hanno considerato che la Pa paga i suoi debiti in media con 170 giorni di ritardo. Un tempo eterno, che alle imprese costa qualcosa come 2 miliardi di euro l’anno e allo Stato, evidentemente, vale una cifra altrettanto consistente.

lunedì 10 febbraio 2014

Bankitalia apre alla bad bank

Una valanga di decine di miliardi di asset tossici si prepara ad invadere la finanza italiana e internazionale. Dopo una serie di orientamenti già espressi in via informale ieri il governatore di Bankitalia ha rotto definitivamente gli indugi sulla bad bank. «Vanno nella giusta direzione», ha esordito Ignazio Visco nel corso del tradizionale appuntamento del Forex, «gli interventi, quali quelli in corso presso alcune banche, volti a razionalizzare la gestione dei crediti deteriorati con la creazione di strutture dedicate in grado di aumentare l’efficienza delle procedure e la trasparenza di questi attivi». E fin qui il pensiero corre alle operazioni su cui si stanno muovendo tutte le grandi banche italiane, da Unicredit a Intesa, fino a Mediobanca. Progetti che nelle ultime settimane hanno subìto una forte accelerazione in vista degli stress test europei.

domenica 9 febbraio 2014

Per coprire i buchi di bilancio Marino porterà l'aliquota all'1,2%

Il fango è ancora lì, ai bordi delle strade, a ricordare ai romani che cercano di circolare facendo lo slalom tra le voragini aperte nell’asfalto la devastazione cittadina provocata da qualche giorno di pioggia. Ma il pensiero di Ignazio Marino, nei giorni della breve tregua concessa dagli elementi alla Capitale (da oggi dovrebbe tornare il brutto tempo), è tutto rivolto al modo di spremere ulteriormente i suoi contribuenti per coprire un buco di bilancio che quest’anno, tra tagli dello Stato e debiti del Campidoglio, dovrebbe ammontare a 1,2 miliardi di euro. Senza contare il costo dei danni causati dall’acquazzone - questi sì che stanno preoccupando il sindaco - stimati in 243 milioni di euro.


sabato 8 febbraio 2014

Bce e Commissione gettano acqua. Ma Nomisma: si rischia il disastro

L'affondo della Germania contro il bazooka di Mario Draghi non ha, almeno per ora, spaventato i mercati. Anzi, i tassi dei nostri Btp sono scesi ai minimi dal marzo 2006 (3,68%), con lo spread in calo a 203 punti. Mentre i Bonos spagnoli hanno chiuso a 192 punti base. Anche la Borsa è andata bene, con l'Ftse Mib di Milano a +0,96%, tra le migliori performance europee. La reazione degli investitori è dovuta in gran parte alla linea morbida e ottimista della Commissione, che proprio per evitare di far deflagrare l'ordigno partito dalla Corte costituzionale tedesca ha voluto vedere il mezzo pieno accogliendo la bocciatura da parte di Berlino del piano di acquisti di bond sovrani (Omt) annunciato dall'Eurotower nel 2012 per allentare la tensione dello spread come una buona notizia.

giovedì 6 febbraio 2014

Se la Merkel non cede non c'è euro senza austerity

Viva l'Europa, abbasso l'austerity? Lo slogan, sbandierato con forza martedì dal capo dello Stato Giorgio Napolitano, può sembrare efficace. In realtà, è poco più di un ossimoro. Almeno finché l'austerity consentirà alla Germania di avere le spalle grosse e di dettare legge nel vecchio Continente. Il legame tra predominio tedesco e politiche restrittive su conti pubblici e moneta è così forte che persino la Spd ha accettato di fare un passo indietro. Il senso del contratto di coalizione siglato dai socialdemocratici con Angela Merkel è infatti che la Spd non disturberà la Cdu sulle politiche europee e finanziarie, che resteranno saldamente in mano al ministro dell'Economia, Wolfgang Schäuble, in cambio di qualche contropartita sulle questioni sociali interne. Una posizione spalleggiata, ingenuamente, anche dall'opinione pubblica tedesca, convinta, come ha detto qualche tempo fa Romano Prodi, «che qualsiasi stimolo a favore dell'economia europea sia un aiuto ingiustificato a favore degli inetti del Sud».

mercoledì 5 febbraio 2014

Mamma li arabi: Letta fa cassa in Kuwait

In tempi di vacche magre e liquidità azzerata i soldi degli arabi sono manna dal cielo. Per Enrico Letta, poi, la potenza di fuoco dei fondi sovrani potrebbe essere l’ultima carta da giocare per evitare di far miseramente naufragare il piano di privatizzazioni a cui sono sostanzialmente appesi tutti gli impegni di bilancio con la Ue.
Di qui lo sforzo profuso dal premier nella trasferta araba. Un viaggio a caccia di soldi e promesse. Dove le seconde, però, superano ancora di gran lunga i primi.

martedì 4 febbraio 2014

Governo sbugiardato: da qui al 2016 le tasse triplicheranno

Altro che meno tasse. Nel testo finale della legge di stabilità il peso dei balzelli sugli italiani nel triennio 2014-2016 è addirittura triplicato, passando dagli 1,6 miliardi previsti dal disegno di legge originario ai 4,6 miliardi previsti nella versione definitiva. A fare i calcoli, sulla base dei dati Bankitalia, Istat e Cer, ci ha pensato l’ufficio studi di Confcommercio, che di fronte ad alcuni timidi segnali di ripresina, che fanno imprudentemente sorridere alcuni esponenti di governo, ha voluto scattare l’impietosa fotografia del Paese strozzato tra crisi e politica. A fronte della valanga di tasse, ha infatti sottolineato l’organizzazione dei commercianti, le famiglie sono sempre più povere, con 18mila euro a testa di ricchezza persa e i consumi fermi (-4,2% nel 2012). Un dato confermato anche ieri dall'Istat.

Sostenere Renzi conviene. Serra e Farinetti all'incasso

L’endorsement politico a favore di Matteo Renzi inizia a dare i suoi frutti. Ricordate il terribile finanziere David Serra? Quello della famosa «cena delle Cayman», che sollevò l’indignazione della sinistra bersaniana durante le primarie del Pd dell’autunno 2012? Ebbene, da oggi potrà vendere i suoi prodotti d’investimento ai risparmiatori italiani, attraverso la rete di Unicredit. Che dire poi di Oscar Farinetti, il guru della nuova sinistra modaiola, il novello re del made in Italy culinario nel mondo, che viene celebrato dal Pd rigorista e legalitario anche quando ammette di aver aperto diversi ristoranti senza licenza? Per lui, dopo i tappeti srotolati da numerose amministrazioni rosse ora arriva un cadeau da Bologna, che ha deciso di omaggiare il patron di Eataly mettendogli a disposizione una struttura sterminata poco fuori la città del valore di 55 milioni, e forse uno da Siena, si parla di Santa Maria della Scala.