mercoledì 30 novembre 2011

Siciliotti. "Ormai siamo ostaggi di un fisco massacrante"

Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. È bocconiano come Monti, Claudio Siciliotti, ma in questi giorni non dorme sonni tranquilli. «Ci siamo consegnati mani e piedi all’agenzia delle entrate e nel 2012 potrebbero succedere cose spaventose», dice il presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti riferendosi al nuovo redditometro. La serietà del fisco, ci tiene a sottolineare, non è in discussione. «L’agenzia ci ha assicurato che il nuovo strumento sarà utilizzato principalmente per consentire alle famiglie di verificare la coerenza del proprio reddito con la propria capacità di spesa. E finora non abbiamo motivo di dubitare che sarà così».

Con 4mila euro anomali l'anno si finisce nel mirino

La sperimentazione è partita. Ma dei chiarimenti neanche l’ombra. Da qualche giorno è operativo sul sito dell’Agenzia delle Entrate il software (ReddiTest) del nuovo redditometro presentato lo scorso 25 ottobre. Il servizio, per ora riservato alle associazioni di categoria, agli ordini professionali e alle organizzazioni sindacali, servirà a verificare sul campo l’adeguatezza del nuovo strumento attraverso l’invio di dati (che dovrebbero rimanere anonimi) che saranno poi utilizzati dal Sose (Società degli studi di settore) per l’elaborazione dei redditi presunti.

Nel governo dei tecnici spunta una barricadera

Non una ma due patrimoniali. Se al governo serviva un’ulteriore spinta per incamminarsi sulla strada che porterà alla spremitura dei contribuenti il problema è risolto con l’arrivo del neosottosegretario Maria Cecilia Guerra. L’economista dell’università di Modena dovrà occuparsi di lavoro, welfare e pensioni al fianco del ministro Elsa Fornero, ma di sicuro non mancherà di dire la sua sui provvedimenti fiscali. Di questo infatti si occupa da una vita la Guerra, che non ha caso attualmente è docente di Scienza delle finanze, nel 1989-99 ha partecipato ai gruppi di lavoro nelle commissioni istituite presso il ministero delle Finanze e nel 2006 ha presieduto la commissione sulla tassazione dei redditi di capitale e finanziari diversi sempre presso il ministero dell’Economia. Una passione che negli ultimi anni, e con particolare intensità negli ultimi mesi, l’ha portata a bocciare praticamente tutte le mosse del governo in materia fiscale. A partire da quella sulla definizione delle controversie tributarie che, fu lei a coniare il termine “ad aziendam” in un articolo su Lavoce.info, agevolava anche la Mondadori di Marina Berlusconi.

martedì 29 novembre 2011

La Fiom prepara il primo sciopero generale

Sciopero generale. È bastato un articolo scritto da un ministro prima che diventasse tale in cui si ipotizzano una serie di riforme al sistema previdenziale, tra cui un sostanziale avvicinamento delle pensioni di vecchiaia a quelle di anzianità, che a quel punto non avrebbero più motivo di esistere, e qualche indiscrezione sulla possibilità che la famosa quota 97 (61 anni più 36 di contributi) possa essere anticipata al 2012, per far scattare il riflesso condizionato del sindacato rosso.

Mentre Guarguaglini presenzia all'inaugurazione della stazione Tiburtina, Orsi parla del rischio spezzatino

L'avvicinarsi del cda spaventa i mercati, con il titolo scivolato del 2,67 nel giorno in cui la Borsa è volata del 4,6%, ma non Pier Francesco Guarguaglini, che ieri mattina si è tranquillamente presentato all'inaugurazione della nuova stazione Tiburtina dell'alta velocità. «Nonostante tutto il casino, vengo a salutarvi perché siete persone serie», ha detto il presidente di Finmeccanica, rivolgendosi ai giornalisti presenti. Gli stessi che in questi giorni lo hanno messo sulla graticola per le vicende giudiziarie e lo danno ormai per spacciato.

domenica 27 novembre 2011

Passera riesce (non si sa come) a far pagare Marchionne

Non si sa bene come, ma ce l’ha fatta. Corrado Passera è riuscito a chiudere in zona Cesarini la complicata vertenza su Termini Imerese. Al termine del lunghissimo vertice straordinario convocato in tutta fretta dal neo ministro dello Sviluppo economico, i sindacati sono usciti visibilmente soddisfatti con l’accordo in mano e quattro anni di incentivi alla mobilità per 640 lavoratori. Un risultato che ha convinto persino la Fiom a deporre le armi e a firmare l’intesa. Difficile dire cosa abbia messo sul piatto l’ex banchiere. Di sicuro l’accelerazione della Fiat sulla chiusura degli impianti ha avuto il suo peso nella trattativa. Così come l’approssimarsi della data del 31 dicembre, che avrebbe segnato la fine del trattamento di cassa integrazione per i lavoratori. Ed è ovvio che l’incontro di ieri è arrivato al termine da una serie di trattative serrate che l’ex ministro Paolo Romani stava portando avanti da più di un anno. Ma l’esito del tavolo, considerate le premesse degli ultimi giorni, sembra comunque un mezzo miracolo.

Il ministro del Lavoro vuole mandare tutti in pensione a 63 anni (addio all'obiettivo europeo dei 67)

L'articolo di Elsa Fornero pubblicato ieri da Repubblica è stato scritto prima che Mario Monti formasse il suo esecutivo e va dunque preso con beneficio d'inventario. Detto questo, è difficile che il neo ministro del Welfare possa portare sul tavolo del Consiglio dei ministri una riforma diversa da quella illustrata nell'intervento che dovrebbe uscire martedì prossimo sulla rivista Italiani Europei. Se così sarà, il rischio è di trovarci ancora una volta impelagati in una mezza riforma dall'impatto assai incerto sui conti pubblici e non proprio in linea con l'Europa. 

sabato 26 novembre 2011

Via all'alta velocità di Montezemolo. Ma a scartamento ridotto

Cinque treni. Il che significa, se tutto va bene, quattro partenze da Napoli e quattro da Milano. I dati ufficiali verranno comunicati il 13 dicembre, in occasione della presentazione del primo Italo e del piano industriale nel nuovo stabilimento di manutenzione a Nola. Ma dagli incontri che i dirigenti di Ntv stanno avendo in questi giorni con i sindacati il quadro sembra già delineato. 

venerdì 25 novembre 2011

Da Termini al gas, 90 grane per Passera

L'agenda di Corrado Passera inizia a farsi complicata. Il neo superministro dello Sviluppo non ha ancora finito il giro di incontri con i dirigenti del dicastero, ma i dossier lasciati in eredità dal predecessore Paolo Romani sono già roventi. A partire da quello su Termini Imerese, il cui tempo è ormai scaduto. Ieri, mentre Passera era a Bruxelles per il suo esordio al Consiglio energia europeo, gli stabilimenti siciliani della Fiat hanno fatto girare le macchine per l'ultima volta. Da oggi per circa 1.600 lavoratori inizierà un periodo di cassa integrazione fino al 31 dicembre, quando il Lingotto metterà definitivamente i sigilli alla fabbrica. La via d'uscita è quella già definita dall'ex ministro e dalla Regione Sicilia con la firma del contratto di programma che prevede la cessione delle attività alla Dr Motors della famiglia Di Risio, che si è impegnata a riassumere, nel corso degli anni, 1.312 dipendenti. Il nodo da sciogliere è quello degli incentivi alla mobilità. Il budget messo a disposizione dall'azienda è per ora considerato insufficiente dai sindacati. L'incontro al ministero di mercoledì tra azienda e sindacati si è risolto in un nulla di fatto. Quello convocato per mercoledì prossimo rischia di finire nella stessa maniera.

Monti accelera su Finmeccanica. Cda per licenziare Guarguaglini

La situazione è precepitata velocemente. Forse più di quanto lui stesso si aspettava. La giornata di Pier Francesco Guarguaglini si apre con un battagliero «non mollo» consegnato ai cronisti del Fatto e si chiude con un «preferisco stare zitto» pronunciato di fronte alle telecamere del Tg1. Nel mezzo c'è una convocazione del cda di Finmeccanica che ha l'aspetto di un siluro puntato contro il presidente.

mercoledì 23 novembre 2011

Tra governo e Pd c’è il macigno Marchionne

L’uragano Sergio Marchionne torna a spaccare i sindacati e, soprattutto, a travolgere la sinistra, portando con sé il fragile equilibrio dei rapporti tra Pd e il nuovo governo. Il manager promette accordi «moderni» e assicura che non ci sarà alcuna «riduzione della forza lavoro». La decisione di lunedì, ha minimizzato l’ad della Fiat, è «la logica conseguenza della scelta fatta con l’uscita da Confindustria».

Operazione Metroweb. Le manovre di Telecom, Fastweb e Cdp per rilanciare (o imbrigliare) la banda larga

Inizia a prendere forma il modello Metroweb. Ieri, come anticipato nei mesi scorsi, Fastweb ha annunciato ufficialmente il suo ingresso nella società che controlla i circa 7mila chilometri di fibra ottica di Milano e della Lombardia. L’operatore di telefonia, che con Ebiscom aveva fondato Metroweb insieme ad Aem nel 1999, rientra nella spa con una quota dell’11,1%. E si affianca così agli azionisti di maggioranza F2I e Intesa Sanpaolo (61,4%) e A2A (25,7%).

venerdì 18 novembre 2011

Calabrò abbatte le super-tariffe dei cellulari

Non si può davvero dire che Corrado Calabrò non abbia preso il toro per le corna. Tariffe congelate fino a luglio, come chiedevano gli operatori del mobile, ma anticipo di ben due anni degli obiettivi finali, che saranno raggiunti addirittura prima di quanto chiesto dall’Europa. Per trovare la quadra ci sono volute diverse ore, ma alla fine il consiglio dell’authority per le tlc ha varato (6 favorevoli, 3 astenuti) la tanto attesa delibera sulla terminazione mobile (il pedaggio che le compagnie pagano per far transitare la chiamata sui cellulari di altri operatori).

Lo spread dei Btp s’infiamma e Draghi fa il pompiere

A guardare i rendimenti dei titoli italiani si potrebbe quasi esser contenti. Alla chiusura dei mercati, grazie anche al solito zampino di Mario Draghi e del sostegno della Bce, lo spread tra Btp e Bund segnava quota 495 punti, con un tasso del 6,48%, in calo dal 7% di mercoledì. Contemporaneamente, l’agenzia di rating Fitch e il Fondo monetario internazionale hanno espresso entrambi fiducia in Mario Monti parlando di «credibilità nel portare avanti le riforme» e di «programma che favorisce una chiarezza politica». In realtà, ieri è stata un’altra giornata di passione. E non solo per i bond italiani, che nel corso delle contrattazioni hanno toccato quota 537 punti, quanto per le notizie ben più preoccupanti arrivate dai nostri vicini. Basta gettare un occhio a Francia e Spagna, infatti, per capire non solo che Silvio Berlusconi c’entrava ben poco con lo spread, ma che per quanti sforzi possa fare Monti su crescita, conti pubblici e debito, le turbolenze non cesseranno così facilmente.

giovedì 17 novembre 2011

Sberla a Finmeccanica. E l’Italia perde il treno

AAA ex colosso pubblico vendesi. Dopo settimane, se non mesi, di indiscrezioni e comprensibili smentite, Finmeccanica esce allo scoperto e annuncia ufficialmente il robusto piano di dismissioni. Una scelta obbligata, considerata non solo la significativa flessione dei conti, ma anche l’incessante bombardamento mediatico-giudiziario sulle inchieste che coinvolgono il gruppo. «Sono tempi straordinari che richiedono interventi straordinari». Tocca all’ad Giuseppe Orsi pronunciare le parole che, di fatto, chiudono una fase. Quella in cui il colosso della difesa e dell’aerospazio macinava utili su utili e allargava a vista d’occhio il suo perimetro e il suo raggio d’azione con acquisizioni, partnership e valanghe di commesse.

martedì 15 novembre 2011

Silvio non c’è, ma i mercati ballano: spread a 500

Ci risiamo: borse a picco e spread alle stelle. Difficile dire quanto abbiano pesato le mosse della Bce, i dati sulla produzione europea, le dichiarazioni di Angela Merkel, l’approssimarsi delle elezioni spagnole o, più semplicemente, l’intricata matassa delle consultazioni.

lunedì 14 novembre 2011

La Cgil è costretta a ringraziare Berlusconi per i cassaintegrati

Miglior riconoscimento al lavoro del governo uscente sugli ammortizzatori sociali non poteva arrivare. È stata infatti la Cgil ieri a ricordare che dal 2008 all’ottobre 2011 sono state registrare in Italia circa 3 miliardi e 300 milioni di ore di cassa integrazione.

Aria di patrimoniale: vogliono prendersi un altro 2% dei nostri soldi

Patrimoniale soft strutturale, prelievo una tantum sui conti correnti, reintroduzione dell’Ici e revisione degli estimi catastali. Più passa il tempo è più la questione diventa non se spremere gli italiani, ma come spremerli. L’idea di aggredire i patrimoni è ormai entrata a pieno titolo nell’agenda del nuovo governo. A nessuno, compreso il professore liberale Mario Monti, sembra creare troppi problemi la prospettiva di mettere di nuovo le mani nelle tasche dei cittadini, soprattutto se l’ennesima stangata sarà decisa da un governo tecnico di emergenza che dovrà tirare fuori l’Italia dal guado. Opposizioni pregiudiziali nelle forze politiche che dovrebbero appoggiare il nuovo esecutivo non ce ne sono e l’unica sacca di resistenza, che è quella presente all’interno del Pdl, sembra sempre più fragile e non in grado di opporsi all’operazione.

venerdì 11 novembre 2011

I Btp rallentano la picchiata, ma è tutto merito di Draghi

Acquisti aggressivi. Più che a Mario Monti, il leggero rallentamento dello spread dei Btp, che hanno chiuso a 510 punti base rispetto ai 552 di mercoledì, e l’esito non catastrofico dell’asta sui Bot si devono a Mario Draghi. La tesi che circola nelle sale operative è che dietro il timido ripiegamento sotto i 500 punti del differenziale tra il decennale italiano e il bund tedesco poco prima dell’offerta di buoni annuali da parte del Tesoro ci sia non lo zampino, ma un intervento massiccio del neo presidente della Bce, che ha deciso di mettere in campo tutta la potenza di fuoco della banca europea con “acquisti aggressivi” di Btp sul mercato secondario per sostenere un nuovo esecutivo guidato dall’ex commissario Ue. Solo grazie a Draghi, dicono gli esperti, Tremonti è riuscito a piazzare i 5 miliardi di Bot con una domanda quasi due volte superiore all'offerta. Certo, i rendimenti sono schizzati in orbita al 6,087% rispetto al precedente 3,57%, ma si tratta comunque di una limitazione dei danni, rispetto ai tassi che si preannunciavano alla vigilia e al rischio, più che concreto, che l'asta andasse deserta. La mossa dell'ex governatore di Bankitalia è riuscita a puntellare persino Piazza Affari, che è riuscita ad effettuare il rimbalzo e a chiudere in positivo dello 0,97%. L'intervento di Draghi ha però comportato lo spostamento dell'artiglieria pesante sui titoli francesi, volati su nuovi massimi, che ha zavorrato tutte le altre Borse, da Londra (-0,28%) a Parigi (-0,34%) fino a Francoforte (-0,36%) e Madrid (-0,36%). Il problema, ha spiegato l’analista londinese di Ig Markets, Jiana Pristovsek, «è che Draghi ha solo guadagnato tempo».

© Libero

Le agenzie private del lavoro pronte a funzionare da paracadute sociale

Di strada ce n’è ancora tantissima da fare. A più di otto anni dall’introduzione dello staff leasing (Legge Biagi del 2003), secondo un’indagine Iposos realizzata per Assolavoro, l’86% degli italiani non sa cosa sia il lavoro somministrato e il 17% lo paragona addirittura al lavoro nero (era addirittura il 35% nel 2008). Malgrado livelli spaventosi di disinformazione, i morsi della crisi hanno comunque favorito la crescita del lavoro temporaneo, che di fatto, attraverso i contratti stipulati direttamente dalle agenzie per il lavoro, rappresenta l’unica forma di flessibilità in grado di offrire le stesse garanzie previste dalle occupazioni tradizionali.

giovedì 10 novembre 2011

Milano è la peggiore d’Europa. E i tassi volano a livelli portoghesi

Qualcuno, nei giorni scorsi, aveva scambiato i primi refoli di vento con la tempesta perfetta. La violenza con cui l’uragano dei mercati finanziari si è abbattuto ieri sull’Italia ha tolto ogni dubbio. E non è detto che sia finita. Invece di placare l’assedio, come molti soloni nostrani avevano profetizzato, il passo indietro annunciato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha reso assordante il frastuono delle sciabole.

I commissari Ue insistono con le riforme. Ma il governo le ha già scritte

Non ci crederete, ma gli ispettori della Ue e della Bce hanno praticamente appreso ieri che molte delle misure su cui l’Europa ci sta pressando dallo scorso agosto sono state già messe in cantiere o addirittura approvate. Dopo una riunione tecnica con Bankitalia, gli esperti guidati dal vice direttore generale per gli Affari economici della Commissione Ue, Servaas Deroose, sono piombati negli uffici del ministero della Pubblica amministrazione con il piglio del professore che ha pizzicato lo studente impreparato.

mercoledì 9 novembre 2011

Il governo vuole decidere il prezzo dell'elettricità

Per una volta sono tutti d’accordo: imprese, sindacati, consumatori ed esperti. La revisione delle tariffe elettriche ventilata nella bozza del maximendamento alla legge di stabilità non s’ha da fare. La proposta, in estrema sintesi, prevede che l’Autorità per l’energia verifichi periodicamente la corrispondenza dei nostri prezzi con quelli praticati in ambito europeo per analoghe attività e che gli stessi rispondano a criteri di efficacia ed efficienza rispetto a opere e infrastrutture di interesse strategico.

Sorpresa, il Cav è già pronto a ricandidarsi

«A questo punto le elezioni anticipate sono più vicine. Mi sembra che sia logico, perché questo Parlamento oggi è paralizzato almeno alla Camera, mentre al Senato il centrodestra ha ancora una buona maggioranza. Anche la situazione che si è verificata conferma che questa è una fotografia esatta della realtà».
Prima di stappare lo champagne opposizioni e anti-berlusconiani dovrebbero pensarci due volte. Dal passo indietro all’uscita di scena, infatti, ce ne passa. E il Cavaliere non sembra così intenzionato a gettare la spugna. Anzi, dall’insistenza con cui nelle varie interviste rilasciate dopo il vertice con il Capo dello Stato parla di elezioni anticipate come unica alternativa, viene anche da pensare, o quantomeno da non escludere, ad una clamorosa ricandidatura.

martedì 8 novembre 2011

Cattivi maestri. Le banche tedesche sono zeppe di titoli tossici, ma chiedono a noi di vendere l'oro

«Per ridurre sensibilmente il suo debito l’Italia potrebbe vendere parte delle riserve d’oro». La Germania non perde né il pelo né il vizio. Dopo le continue ingerenze di banchieri, ministri e della stessa cancelliera Angela Merkel, l’ennesima provocazione arriva dal presidente della commissione parlamentare per l’Europa, Gunther Krichbaum, che ci suggerisce di mettere i lingotti della Banca d’Italia sul mercato per pagare i nostri debiti. Un po’ come i disperati che vanno al banco dei pegni per cercare di raggranellare qualche soldo con l’anello della nonna.

lunedì 7 novembre 2011

Il Financial Times scomoda il Padreterno: Silvio dimettiti, in nome di Dio

«In the name of the god, go». Per mandare a quel paese Silvio Berlusconi sarebbe bastato citare un Travaglio o un Di Pietro qualsiasi. Ma il Financial Times ha una storia alle spalle. E per scagliarsi contro il Cavaliere ha voluto scomodare addirittura Oliver Cromwell, forse perché anche il condottiero inglese credeva negli unti del signore. C’è da stropicciarsi gli occhi nel leggere l’editoriale apparso ieri sulla bibbia dell’informazione economica anglosassone, che si conclude con la frase: «In nome di Dio, dell’Italia e dell’Europa, vai via!».

sabato 5 novembre 2011

Il premier sfida la crisi: «I ristoranti son tutti pieni»

Sarà pure il solito Silvio Berlusconi che straparla, ed esagera un po’ nel dipingere un’Italia festaiola e spensierata che riempie i locali, ma stavolta al posto dei risolini il Cavaliere raccoglie sostegni e attestati di stima. «Mi sembra che in Italia non ci sia una forte crisi. La vita in Italia è la vita di un Paese benestante, i consumi non sono diminuiti, per gli aerei si riesce a fatica a prenotare un posto, i ristoranti sono pieni», dice il premier durante la conferenza stampa conclusiva del G20, aggiungendo che il Paese sta scontando «un pregiudizio antico» e che l’attacco ai nostri titoli di Stato è «una moda passeggera». Frasi eccessive? Ottimismo fuori luogo? Forse. Sta di fatto che le parole di Berlusconi non fanno neanche in tempo a rimbalzare a Roma per la solita valanga di critiche e sberleffi che a Cannes inizia a parlare Barack Obama. E, sorpresa, il numero uno della Casa Bianca non solo dice le stesse cose, ma non fa che elogiare il Cavaliere. «L’Italia è un grande Paese, con una enorme base industriale, un grande benessere, grandi asset», parte il presidente americano, che prosegue sottolineando «i progressi» fatti dal nostro Paese e definendo «psicologica» la crisi.

giovedì 3 novembre 2011

C’è la legge per aiutare le piccole imprese

Tempi certi per i pagamenti, quote fisse di incentivi pubblici per l’industria da destinare alle Pmi, valutazione preventiva dell’impatto delle misure legislative e regolamentari, istituzione di un garante presso il ministero dello Sviluppo, semplificazione e riduzione degli oneri burocratici. In attesa delle scosse all’economia più volte annunciate dal governo e della realizzazione effettiva dei provvedimenti varati in queste ore sotto il pressing dell’Europa e dei mercati, oggi alla Camera diventa legge lo statuto delle imprese.
La notizia, malgrado l’incomprensibile silenzio che l’ha di fatto nascosta all’opinione pubblica, è clamorosa. E non solo perché l’approvazione si inserisce in uno sconfinato deserto dell’attività legislativa che da circa 12 mesi a questa parte ha visto il via libera soltanto di 14 leggi di iniziativa parlamentare, ma soprattutto perché il provvedimento costituisce il classico esempio di riforma a costo zero per rilanciare l’economia di cui tanto si parla e rappresenta un pezzo di quegli impegni con la Ue contenuti nella lettera inviata dal premier Silvio Berlusconi a Bruxelles.

mercoledì 2 novembre 2011

La Borsa perde 2,5 miliardi l’ora

C’è chi la chiama tempesta perfetta. Chi parla di apocalisse. Di certo, i 442 punti base di spread tra i Btp e i bund tedeschi non si erano mai visti, neppure lo scorso agosto, quando l’asticella al massimo si fermò a 416. Quanto a Piazza Affari, il crollo del 6,8%, che ha mandato in fumo in sole 8 ore e mezza circa 22 miliardi, è inferiore solo al -8,24% registrato il 6 ottobre 2008 (qualche settimana dopo il crac della Lehman Brothers), al -7,57% dell’11 settembre 2001 e al -7,14% del 10 ottobre 2008, sempre in piena crisi subprime. Da brivido il tabellino dei titoli bancari, con Intesa che ha perso il 15,8%, Unicredit il 12,4% e Monte dei Paschi il 10,2%.

martedì 1 novembre 2011

Attacco mondiale ai Btp. «Anche l’Italia può fallire»

Le cose si erano messe male già venerdì, ma era difficile immaginare che la bufera si intensificasse a tal punto. Con Piazza Affari maglia nera d'Europa, a quota -3,82%, e i Btp sotto assedio, con lo spread decollato a 407 punti base e un rendimento schizzato al 6,14%.

Tremonti punta sul G20 per uscire dall'angolo. Nell'attesa va alla sagra della zucca

Prima il dl sviluppo affidato a Paolo Romani, poi la regia del piano europeo di riforme trasferita a Palazzo Chigi, addirittura sotto la supervisione di Renato Brunetta. Le legnate contro Giulio Tremonti ormai non si contano più. Al di là delle polemiche e delle varie versioni circolate sul contributo (e la condivisione) del ministro dell’Economia al documento presentato alla Ue, l’assedio della maggioranza nei confronti del titolare di Via XX Settembre si fa sempre più serrato.