mercoledì 30 novembre 2011

Con 4mila euro anomali l'anno si finisce nel mirino

La sperimentazione è partita. Ma dei chiarimenti neanche l’ombra. Da qualche giorno è operativo sul sito dell’Agenzia delle Entrate il software (ReddiTest) del nuovo redditometro presentato lo scorso 25 ottobre. Il servizio, per ora riservato alle associazioni di categoria, agli ordini professionali e alle organizzazioni sindacali, servirà a verificare sul campo l’adeguatezza del nuovo strumento attraverso l’invio di dati (che dovrebbero rimanere anonimi) che saranno poi utilizzati dal Sose (Società degli studi di settore) per l’elaborazione dei redditi presunti.

Il rodaggio del redditometro durerà fino a febbraio, poi si partirà davvero. Il problema è che il fisco non ha ancora comunicato alcun dettaglio sulle cosiddette soglie di scostamento che corrispondono ad altrettanti livelli di rischio. È qui che si giocherà veramente la partita del nuovo redditometro. Se le asticelle (attualmente ne sono previste tre) saranno fissate troppo in basso, ci troveremo improvvisamente di fronte ad una riedizione degli studi di settore, con cui negli ultimi anni sono stati letteralmente massacrati i lavoratori autonomi, allargati a tutti i contribuenti. Lo sforamento delle soglie permetterà infatti al fisco di far scattare gli accertamenti sintetici che, dal primo luglio scorso sono immediatamente esecutivi. In altre parole si trasformeranno automaticamente in cartelle esattoriali. L’unica certezza è che lo scostamento tra reddito presunto (calcolato sulla base, lo ricordiamo, di un centinaio di voci che comprendono anche la palestra e il nido per i figli) sufficiente a far partire l’accertamento non potrà scendere, per legge, al di sotto del 20%. Al di sopra, però, tutto sarà possibile. E non c’è da stare tranquilli. Se consideriamo che il reddito medio degli italiani non supera i 22mila euro l’anno si capisce facilmente che la mancata congruità con il redditometro si gioca su poche migliaia di euro. In altre parole, basta uno scooter comprato coi soldi di papà per trovarsi gli esattori davanti alla porta.

© Libero