mercoledì 23 dicembre 2015

La Germania vuole frenare la corsa dei Frecciarossa

Dopo i conti pubblici, le banche e le frontiere adesso Angela Merkel vuole controllare pure i nostri treni. Che i tedeschi non amassero la velocità lo si era capito dal 2012, quando il presidente delle Ferrovie, Rudiger Grube, annunciò che i nuovi Ice (l’equivalente dei Tgv francesi e degli Etr Frecciarossa) sarebbero andati non più a 300, ma a 250 chilometri orari. Motivo: meno costi di manutenzione dei treni e delle linee a fronte di una rete dove raramente la velocità massima può essere raggiunta. Da allora Berlino non ha perso occasione per tentare di imporre i suoi standard a tutti i Paesi Ue. La Francia ne ha già fatto le spese, «rallentando» i suoi Tgv (che detengono il primato mondiale di 574 km/h) a 320 chilometri orari, la stessa velocità a cui viaggiano alcuni Ice di quarta generazione. Ed ora potrebbe toccare all’Italia.

Crediti svalutati dell'80%. Bomba da 160 miliardi per le banche italiane

C’è grande fibrillazione in questi giorni a Via XX Settembre e a Via Nazionale, dove i tecnici dell’Economia e di Bankitalia stanno cercando di trovare la quadra sulla montagna di sofferenze bancarie, arrivata alla quota monstre di 200 miliardi, che non solo zavorra il credito a famiglie e imprese, ma rischia di riproporre presto il copione già visto con i quattro istituti commissariati.

lunedì 14 dicembre 2015

Bankitalia: "Basta vendere bond subordinati allo sportello"

Viaggia su un filo sottile l’autodifesa di Salvatore Rossi. Da una parte, intervenendo alla trasmissione «In 1/2h», il dg di Bankitalia ammette un pizzico di responsabilità sulla tutlea dei clienti («E’ una funzione che la legge ci assegna da un po’ di anni, l’abbiamo svolta inizialmente forse con timidezza») e applaude il richiamo alla solidità bancaria e all’urgenza della riforme delle Bcc fatto da Matteo Renzi alla Leopolda. Dall’altra ribadisce la correttezza del proprio operato, spiegando che «per Banca Etruria, così come per le altre, è stato impossibile trovare una soluzione di mercato» e ribadendo che Bankitalia, così come la Consob, «ha fatto tutte quello che poteva al meglio delle sue possibilità».

Sale il numero di chi ha perso tutto: in fumo 431 milioni per 12.500 clienti

Rompono finalmente il silenzio le quattro banche «salvate» dal governo a spese dei risparmiatori. Con un comunicato congiunto le Nuove Carife, Carichieti, Banca Marche e Banca Etruria hanno deciso di mettere un freno alla girandola di numeri che in questi giorni sono circolati sull’estensione del contagio. I clienti retail, si legge, «cioè i privati possessori di obbligazioni subordinate oggetto del decreto sono stimati essere circa 12.500 (lo 0,1% dei clienti complessivi) per un controvalore di circa 431 milioni di capitale». Cifre un po’ più alte di quelle finora note. Che rischiano di salire ancora. Il perimetro dell’indagine, infatti, non è chiaro. E non è escluso che alla fine spuntino fuori altri risparmiatori che abbiano ricevuto obbligazioni indirettamente attraverso pacchetti in mano ad investitori istituzionali.

domenica 13 dicembre 2015

Ecco cosa scrivere a Consob e Bankitalia per farsi rimborsare

Com'era prevedibile, per i risparmiatori traditi non si mette bene. Il Fondo di solidarietà incardinato ieri con l' emendamento alla legge di stabilità non spiega né a chi né quando né cosa esattamente verrà restituito.

Ecco le banche a rischio svalutazione

E se fosse solo l’inizio? Vigilanti che non vigilano, conflitti di competenze, responsabilità fantasma, eventi imprevedibili. Di fronte al patatrac delle quattro banche, che ha trasformato in carta straccia i risparmi di oltre 130mila clienti, ci hanno voluto far credere che si sia trattato di un fulmine a ciel sereno. Un cataclisma improvviso ed eccezionale, che si è abbattuto su quattro istituti sfortunati.

sabato 12 dicembre 2015

La verità sull'Etruria: "Ti do il mutuo se compri le azioni"

Niente azioni. Niente mutuo. Qualcuno ha provato a spiegarci, nelle ultime settimane, che il salvataggio dei quattro istituti commissariati non ha toccato i poveri e ignari correntisti, ma solo chi aveva volontariamente investito in quelle banche, conoscendo rischi e pericoli.
Una tesi buona, forse, per le conferenze stampa governative, ma poco adatta a descrivere la realtà dei rapporti tra banche e clienti. Il quadro che emerge dai casi concreti è ben differente e, per molti aspetti, inquietante. Nelle ultime settimane abbiamo sentito molti risparmiatori rimasti con le tasche vuote dopo il blitz del governo sostenere che la strada dell' investimento era spesso obbligata, perché le banche vincolavano la concessione di prestiti e mutui alla sottoscrizione di azioni o prodotti finanziari dello stesso istituto.

Bankitalia costa tanto ma controlla poco

La Ue dice che i prodotti delle quattro banche liquidate finiti in mano ai risparmiatori erano «inadatti». Bankitalia risponde, per bocca del dg Salvatore Rossi, spiegando che il governatore Ignazio Visco, «in tempi non sospetti aveva chiesto di vietare la vendita di obbligazioni subordinate agli sportelli». Mentre il governatore Ignazio Visco, durante una lectio magistralis a Trieste, spiega che la vicenda è stata gestita «con un impegno massimo, facendo il meglio ed essendo sicuri di aver fatto il meglio».

venerdì 11 dicembre 2015

Banche, Ue in campo solo per salvare gli altri

I conti, quando si tratta di banche, quasi mai tornano. Ma le cifre che circolano sui salvataggi di Stato consentiti dalla Ue da quando è scoppiata la crisi sono tutte stratosferiche. Roba da far sembrare bruscolini i 2-3 miliardi necessari per risanare le 4 banche italiane fallite su cui Bruxelles (che ora smentisce) ha puntato i piedi, ma anche i 4 miliardi di Tremonti/Monti bond comprati dal Tesoro per salvare Mps, unico caso di sostegno pubblico che può essere finora attribuito all'Italia.

giovedì 10 dicembre 2015

La Fiom ha paura del Papa: sciopero revocato

Dopo mesi di proteste, scioperi bianchi, boicottaggi, incidenti e continui disservizi, solo un «miracolo» avrebbe potuto evitare intoppi nei trasporti della Capitale durante il Giubileo. A rompere la tregua sindacale prevista per l’evento, prospettando uno scenario devastante di metro in tilt e città paralizzata, è stata, manco a dirlo, la Fiom Cgil, che solo qualche giorno prima dell’apertura della Porta Santa ha pensato bene di proclamare uno sciopero non di qualche ora, ma di un’intera settimana: dal 9 al 16 dicembre. Una decisione volta chiaramente a gettare scompiglio nel momento più delicato per la Capitale, considerato che la vertenza va avanti da circa un anno, e rientrata solo in serata dopo le minacce del prefetto Franco Gabrielli di precettare tutti.


Scaricabarile di Bankitalia, Ue e governo

Dopo centinaia di migliaia di risparmiatori lasciati con le tasche vuote la saga del decreto salva banche si arricchisce anche di un clamoroso scontro frontale tra la Banca d’Italia e la Commissione europea. Dopo l’ondata di polemiche suscitate dal provvedimento adottato per salvare Banca Marche, Etruria, Carife e Carichieti, Via Nazionale è intervenuta ieri, davanti alla commissione Finanze della Camera, per spiegare che il progetto di far scendere in campo il Fondo Interbancario di Tutela dei depositi, che avrebbe evitato il massacro di molti risparmiatori, fu stoppato dalla Commissione Ue contro il suo volere.

mercoledì 9 dicembre 2015

L'ok al piano sicurezza contro Padoan e Ue

Matteo Renzi continua a confondere le acque tirando fuori sfottò calcistici e battute da bar, ma l’impressione è che i rapporti con il ministro dell’Economia non siano più così buoni. Prima il blitz alle Ferrovie, con il protagonismo di Graziano Delrio e la bocciatura di fatto dell’asse tra Pier Carlo Padoan e l’ex ad Michele Elia sulla privatizzazione del gruppo, poi il siparietto sul pil, con il premier bacchettato in diretta via sms per le dichiarazioni non in linea con le previsioni del Def. Ora è il turno delle risorse per la sicurezza, che Renzi vuole ricavare da un aumento del deficit deciso a tavolino, senza passare per Bruxelles.

Il greggio va verso i 30 dollari, ma l'Eni si accaparra l'Iran

A fine giornata il petrolio è riuscito ad alzare un po’ la testa. Il Wti è risalito a quota 38 dollari il barile, dopo aver toccato i 36 dollari nel corso della seduta. Mentre il Brent, che per la prima volta dal febbraio del 2009 era sceso sotto i 40 dollari, ha chiuso la seduta ritornando di poco sopra quella soglia.

venerdì 4 dicembre 2015

Colpo di coda Fornero: pensioni giù, costi su

Prosegue, senza sosta, il calvario dei pensionati italiani. Da una parte c’è l’Istat, che certifica i primi frutti deformi della riforma Fornero: pensioni più basse e spesa previdenziale più alta. Dall’altra c’è il combinato disposto della bassa inflazione e della mancetta di Renzi, che nel 2016 befferà le fasce  più povere con tagli identici a quelli dei pensionati d’oro.

Neanche il blitz renziano sui vertici sblocca la privatizzazione di Ferrovie

«Non c’è fretta». È questo, in estrema sintesi, il messaggio arrivato ieri dal neo ad delle Ferrovie, Renato Mazzoncini. Dopo il Dpcm sulla privatizzazione varato in tutta fretta dal governo e la quasi contestuale defenestrazione degli ex vertici, Michele Elia e Marcello Messori, accusati proprio di aver ritardato il processo di quotazione, ci si aspettava che il nuovo management procedesse come un Frecciarossa verso l’ingresso del capitale privato nel gruppo. E invece, si è scoperto che anche la scadenza del 2016, fino ad ora considerata vitale per gli obblighi europei del governo sull’abbattimento del debito, è una data come un’altra. «Non vogliamo darci scadenze», ha detto Mazzoncini in un completo informale senza cravatta durante una conferenza stampa nella sede delle Fs, «il termine del 2016 non è perentorio, perché l’azionista vuole un’operazione di successo e ci chiede di andare in Borsa quando saremo pronti».

domenica 29 novembre 2015

Poletti salta sul modello Ducati

Per Maurizio Sacconi si tratta di «una constatazione perfino banale sui cambiamenti in atto nel lavoro che conducono a ritenere sempre più importante il risultato, rispetto al tempo di lavoro, ai fini della definizione della retribuzione». Eppure, le frasi pronunciate venerdì da Giuliano Poletti, e ribadite ieri nel corso di un convegno sulla cooperazione in provincia di Udine, hanno scatenato un polverone che non accenna a placarsi. L’idea di archiviare o quantomeno depotenziare, nella definizione dei nuovi contratti, «il vecchio attrezzo» del rapporto ora/lavoro ha fatto saltare sulla sedia tutti i sindacati.  E le polemiche, partite in tempo reale venerdì  subito dopo la sortita del ministro del Lavoro nel corso di un convegno sul Jobs Act alla Luiss di Roma, sono proseguite ieri durante la manifestazione degli statali, scesi in piazza nella Capitale per il contratto del pubblico impiego.

venerdì 27 novembre 2015

Renzi butta giù dal treno il cda ribelle di Fs

«A tutti gli amministratori, e in particolare a Marcello Messori e a Michele Elia nei rispettivi ruoli di presidente e amministratore delegato, va la gratitudine del governo per il lavoro svolto». Si è conclusa così, con poche righe di circostanza diffuse dal ministero dell’Economia, la defenestrazione dei vertici delle Fs.

giovedì 26 novembre 2015

I soldi dei nonni per fare la bad bank

Una bad bank di sistema garantita indirettamente dalla Cdp. È questa l’idea a cui sta lavorando il governo per aggirare il divieto di Bruxelles sugli aiuti di Stato. L’Italia è da tempo che duella con la Ue per mettere un argine alla crescita inarrestabile delle sofferenze bancarie, arrivate a quota 200 miliardi. Un duello finora senza esito, malgrado il sostegno della Bce, che anche lunedì scorso, per bocca della presidente della vigilanza, Danièle Nouy, ha auspicato che l’operazione vada in porto.

martedì 24 novembre 2015

Renzi svende le Ferrovie e getta la società nel caos

Non si conoscono ancora i nomi degli allenatori né le regole del gioco, ma il governo ha voluto comunque dare il fischio di inizio di una partita dagli esiti imprevedibili. E, forse, catastrofici. Il 40% delle Ferrovie dello Stato finirà sul mercato: questa la sostanza del Dpcm approvato ieri in fretta e furia da una riunione lampo del Consiglio dei ministri. Una decisione che era attesa da tempo, ma che non scioglie la maggior parte dei nodi su cui nell’ultimo anno si è consumata una guerriglia sottotraccia sia all’interno del governo sia all’interno delle Fs.

sabato 14 novembre 2015

Buttati 42 milioni per scrivere la manovra

Quarantadue milioni di euro. Il che significa circa 82mila euro per ognuna delle 511 pagine di cui è composta la legge di stabilità. È questo il prezzo che hanno dovuto pagare i contribuenti per consentire al governo di far arrivare in Parlamento la manovra di bilancio. Neanche fosse il lavoro di un antico amanuense.

venerdì 13 novembre 2015

Lady Fisco blinda 600 dirigenti. Uno squadrone contro Renzi

Circa 600 dirigenti al riparo da qualsiasi azione legale e alle dirette dipendenze di Rossella Orlandi. Mentre tutta l’attenzione è rivolta agli emendamenti della legge di stabilità, dove si è consumato l’ennesimo scontro sulla opportunità di concedere ulteriori deroghe regolamentari e legislative all’Agenzia delle entrate, negli uffici del fisco sta andando avanti un’operazione che non solo riporterà al proprio posto buona parte dei dirigenti decaduti dopo la sentenza della Corte costituzionale, ma gli concederà anche una sorta di immunità rispetto a futuri contenziosi.

mercoledì 11 novembre 2015

Sacconi boccia Boeri: "Fa confusione sulle pensioni"

Basta con la mitizzazione del contributivo. Ad infiammare il convegno organizzato dall’Associazione nazionale magistrati e degli Avvocati dello Stato in pensione ci ha pensato Maurizio Sacconi, che dal palco della Casa dell’Aviatore a Roma ha tentato di smascherare la truffa delle nuova previdenza.
«Bisogna finirla», ha spiegato l’ex ministro del Lavoro ora presidente dell’omonima commissione del Senato, «di considerare il sistema contributivo un regno delle virtù in contrapposizione a quello del vizio rappresentato dal retributivo.

Vani, metri quadri, catasto: le cose da sapere

Tari, Tasi, Imu, vani e metri quadri. Per essere una semplificazione la novità annunciata lunedì dall’Agenzia delle entrate ha creato un bel po’ di confusione. Alimentata anche dall’insistenza con cui il fisco ha voluto sottolineare l’importanza dell’operazione trasparenza ai fini del calcolo dell’imposta sui rifiuti.

martedì 10 novembre 2015

Giudici e Pd sanano gli abusi del Fisco

Il fisco ha sempre ragione. Mentre la Cassazione, con una sentenza attesa e clamorosa, ha stabilito la validità di tutti gli atti firmati dagli 800 dirigenti dichiarati illegittimi dalla Corte costituzionale, il Pd va avanti a testa bassa sul tentativo di rimettere al proprio posto con una sanatoria quegli stessi dirigenti.

Caos Tari, l'Agenzia delle entrate pubblica i metri quadri

I vani servono ancora per calcolare l’imponibile Imu, come sanno bene tutti quegli italiani a cui l’Agenzia delle entrate ha provveduto a riclassare l’immobile facendo schizzare la rendita. Ma in vista del nuovo catasto, che non si sa quando arriverà perché il governo continua a rinviare il decreto legislativo, il fisco ha finalmente deciso di rendere disponibili nelle visure anche i dati sui metri quadri, di cui i Comuni sono da tempo in possesso, che verranno utilizzati per stabilire i nuovi valori  della case (con probabile aumento delle imposte).

domenica 8 novembre 2015

Pioggia di emendamenti. Manovra verso la fiducia

«Fiducia, fiducia, fiducia». Così Matteo Renzi nell’ultimo libro di Bruno Vespa ha sintetizzato lo spirito della legge di stabilità. E così, con tutta probabilità, finirà al Senato, dove sarà quasi impossibile per il governo evitare la blindatura del testo. Al termine della presentazione degli emendamenti (ieri era l’ultimo giorno) la senatrice del Pd, Magda Zanoni, relatrice del provvedimento, si è detta soddisfatta: «Sono contenta, siamo riusciti a contenere il numero delle nostre proposte di modifica che sono complessivamente molto meno della metà di quelle da noi presentate per la precedente legge di stabilità. Si è valorizzata la qualità e la competenza per materia».


venerdì 6 novembre 2015

Regioni in rivolta: Renzi ci taglia 72 miliardi

Settantadue miliardi di tagli cumulati tra il 2016 e il 2019 alla sanità, 31 in valore assoluto, 10 miliardi di tagli alla spesa corrente solo sul 2016. Sono solo alcuni dei numeri snocciolati ieri dalle Regioni, che per ora hanno deciso di sospendere il parere sulla legge di stabilità. Un’approccio «serio» lo definisce il governatore della Liguria, Giovanni Toti, in attesa di «finire l’istruttoria per andare a un giudizio più compiuto». Anche il presidente della Conferenza Stato-Regioni, Sergio Chiamparino, parla di una decisione «coerente» con la costituzione dei tavoli di lavoro, assicurando che il clima è sereno.

L'Inps vuol fare come Robin Hood ma il ministero non è d'accordo

Reddito minimo per gli over 55 e flessibilità in uscita finanziati, in parte, con tagli alle prestazioni sociali per gli over 65 e decurtazioni delle pensioni più alte. È questa «l’equità» di Tito Boeri, condensata in una proposta di legge in 16 articoli consegnata lo scorso giugno a Palazzo Chigi e ieri, dopo una serie di indiscrezioni, polemiche e anticipazioni parziali dello stesso presidente dell’Inps, resa finalmente pubblica.

mercoledì 4 novembre 2015

La Corte dei Conti smaschera Renzi: manovra elettorale

Coperture traballanti, nodi irrisolti e deficit nascosto sotto il tappeto. Il primo esame tecnico della manovra non è andato granché bene per Matteo Renzi. E di gufi in giro non se ne vedono. A demolire punto per punto la legge di stabilità ci hanno pensato le principali istituzioni economiche italiane in audizione al Senato: dalla Corte dei Conti a Bankitalia, fino all’Istat e all’Ufficio parlamentare di bilancio.

martedì 3 novembre 2015

La Corte dei Conti boccia l'8 per mille: non è trasparente

Una truffa bella e buona. Controlli inesistenti, volontà dei contribuenti calpestata, soldi sottratti dalla politica e montagne di denaro consegnate alle confessioni cattoliche senza un briciolo di trasparenza. A un anno di distanza dalla relazione sulla Destinazione e gestione dell’8 per mille dell’Irpef la Corte dei Conti è tornata a battere, con una deliberazione del 26 ottobre pubblicata solo ieri, sul meccanismo che sottrae ogni anno al gettito nazionale circa 1,3 miliardi di euro.

Il governo pensiona Boeri: il suo piano è incostituzionale

Di tagliare, per ora, non se ne parla. Non che l’idea non abbia solleticato più volte la fantasia del governo. L’ipotesi di sforbiciare le pensioni è stata suggerita più volte, nell’ultimo anno, da più di un consigliere economico del premier. Ma Matteo Renzi non vuole sporcare l’immagine della legge di stabilità con provvedimenti lacrime e sangue a carico dei lavoratori in quiescenza, fossero pure quelli super ricchi che Tito Boeri dice di voler colpire. Anche perché per tutti, il prossimo anno, ci sarà l’amara sorpresa della rivalutazione azzerata, se non negativa. L’indice dell’inflazione usato per la perequazione potrebbe infatti attestarsi a -0,1%. E se è vero che la legge non prevede adeguamenti al ribasso i pensionati dovranno comunque restituire la differenza tra lo 0,3% di inflazione prevista per il 2015 e il tasso definitivo fissato allo 0,2%.

sabato 31 ottobre 2015

L'Agenzia delle entrate perde pure con D&G

Altro che esterovestizione. I giudici della Cassazione hanno impiegato più di un anno. E il caso ha voluto che le motivazioni della clamorosa assoluzione del 24 ottobre 2014 di Domenico Dolce e Stefano Gabbana arrivino proprio nel momento più difficile dell’Agenzia delle entrate, alle prese con i dissensi nel governo e il caos provocato dalla sentenza della Consulta sui dirigenti illegittimi. La lettura delle pagine depositate ieri dai magistrati di Piazza Cavour non aiuterà di certo a migliorare l’immagine del fisco. Secondo le toghe, infatti, la decisione dei due stilisti di creare a Lussemburgo la società GaDo per sfruttare i loro marchi aveva «robuste ragioni extrafiscali ispiratrici della riorganizzazione del gruppo» che «scardinano la coerenza intrinseca del ragionamento accusatorio, conducendo verso approdi lontani sia dai principi di diritto sia dai temi di indagine quasi del tutto inesplorati e per certi versi contradditoriamente risolti».

venerdì 30 ottobre 2015

Chi si è arricchito con la scusa delle rinnovabili

Tagli, sforbiciate, azzeramenti. Da un po’ di anni i politici non perdono occasione per annunciare la fine degli incentivi alle energie rinnovabili. C’è chi assicura di averli spalmati su più anni riducendone il costo per la collettività. Chi sostiene di aver chiuso definitivamente i rubinetti. Eppure, ogni anno i soldi sono sempre lì. Ben nascosti nella bolletta della luce all’interno dei cosiddetti “oneri di sistema”. È qui che si trova la componente A3 (che rappresenta la quota più consistente degli oneri) dedicata a finanziare sia l’incentivazione del fotovoltaico sia il sistema del Cip6 per le fonti rinnovabili e assimilate. Un inghippo, quest’ultimo, che permette anche a chi di mestiere fa il petroliere di accedere ai benefici previsti per chi aiuta l’ambiente.

L'Agenzia delle entrate è in crisi, ma continua a mandare lettere

I dirigenti non ci sono più. La Cassazione potrebbe dichiarare illegittimi migliaia di atti. Alcuni nel governo vorrebbero mandare a casa i vertici. Ma l’Agenzia delle entrate continua imperterrita a terrorizzare gli italiani con le sue missive di «avviso bonario».
Dopo le 220mila lettere mandate a chi non ha presentato, pur avendone l’obbligo, la dichiarazione dei redditi con il modello 730, le 190mila inviate ad altrettanti lavoratori autonomi per anomali rispetto agli studi di settore e le 20mila per mancanza di corrispondenza di altri dati come compensi o vendite, ecco pronti altri 65mila avvertimenti.

martedì 27 ottobre 2015

Gelo Padoan-Zanetti. Il governo paga la "tassa" lady Fisco

Il governo alla fine ha dovuto mettere una toppa dichiarando «l’immutata stima» nei confronti del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi. Ma la deflagrazione è solo rimandata. Le esternazioni continue di Lady Fisco, unite al caos totale in cui versano gli uffici tributari in seguito alla sentenza della Consulta sui 767 dirigenti illegittimi e alle polemiche politiche sull’aumento della soglia del contante, hanno innescato una bomba ad alto potenziale.

domenica 18 ottobre 2015

Miliardi ai profughi, mance ai nostri

Matteo Renzi lo ha detto chiaramente durante la prima conferenza stampa di presentazione della legge di stabilità, giovedì scorso. La possibilità di tagliare l’Ires per le imprese nel 2016, con un anticipo di un anno rispetto alla tabella di marcia, è appesa al riconoscimento da parte della Ue della cosiddetta «clausola migranti», ovvero la possibilità di scorporare dal calcolo del deficit le spese sostenute dallo Stato per affrontare l’emergenza immigrati.

"Manovra fuorilegge". E i tecnici non la scrivono

«Vorrei ringraziare pubblicamente i miei colleghi del ministero che stanno lavorando senza limiti di orario perché questa legge sia definita e trasmessa al Parlamento e al Presidente della Repubblica». Non è stata casuale né un semplice atto di cortesia la dichiarazione fatta ieri durante il convegno dei giovani di Confindustria a Capri dal ministero dell’Economia, Pier Carlo Padoan.
Malgrado il passaggio in Consiglio dei ministri e la scadenza inderogabile con la Ue (a cui è stato mandato un Documento programmatico con le linee guida) la legge di stabilità ancora non c’è.

venerdì 16 ottobre 2015

Tagliati 4 miliardi alla sanità

«Più soldi, ma spendiamogli meglio». Dopo aver sfilato 4 miliardi dal Servizio sanitario nazionale Matteo Renzi se n’è uscito così, senza fare una piega. Aggiungendo, cifre alla mano, che il fondo era di 109 miliardi un anno fa, 110 oggi e 111 nel 2016». La logica delle slide e delle battute non permette obiezioni.

Il governo butta altri milioni per una Bagnoli mezza risanata

Altri soldi per Bagnoli e per l’Ilva. La notizia, circolata nei giorni scorsi, è stata confermata ieri dallo stesso Matteo Renzi. «Ci sarà», ha detto durante la conferenza stampa di presentazione della legge di stabilità, «un’altra misura di sostegno entro l’anno, un decreto o vedremo cosa, che stanzierà un miliardo non solo per il Giubileo ma anche per la Terra dei fuochi e per Bagnoli». Fonti di Palazzo Chigi assicurano che nell’elenco ci sarà pure l’Ilva. Ma i dettagli restano tutti da definire. Sembra che le risorse facciano parte del masterplan per il Sud, che prevede finanziamenti per 450 milioni di euro, di cui i primi 150 già nel 2015.

giovedì 15 ottobre 2015

In mezza giornata di fatica i partiti si regalano 45 milioni

Sono bastate circa tre ore per portare a casa il voto finale. Nessuna vergogna, anzi. Illustrando il provvedimento calendarizzato d’urgenza al Senato per sbloccare i 45,5 milioni di soldi per i partiti e azzerare qualsiasi controllo sui bilanci  il relatore piddino Miguel Gotor ha parlato di «dignità», «trasparenza», «giustizia». L’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, ha spiegato, «è il provvedimento che reputo il più grave e contraddittorio varato nell’attuale legislatura per i costi che comporterà nel medio periodo sul corretto e sano funzionamento della democrazia italiana». Togliere i soldi alla politica, ha proseguito il senatore del Pd, significa «lisciare ipocritamente il pelo all’opinione pubblica alimentando una condanna generalizzata e indiscriminata che equipara i partiti ad associazioni a delinquere».

Matteo inventa la mezza pensione

Pensionati a mezzo servizio. Sarebbe questa l’ultima trovata di Matteo Renzi per rimediare alla figuraccia dello slittamento al 2016 della flessibilità inizialmente promessa per riparare ai guai della legge Fornero. La misura allo studio dei tecnici è il part time per gli over 63. Si tratterebbe di consentire ai lavoratori che da qui al 2018 maturino i requisiti per la pensione di optare per un orario ridotto al 60-40%. L’assegno non sarebbe intaccato. I contributi verranno versati dal datore di lavoro in busta paga mentre per i contributi figurativi ci penserà lo Stato. Ma il pensionato, di fatto, continuerebbe a lavorare.

martedì 13 ottobre 2015

Ferrari ha già doppiato le altre auto

Una holding olandese quotata a Wall Street. È questo il futuro del marchio italiano più famoso del mondo, che si appresta a sbarcare sul listino di New York tra una decina di giorni. Ieri Fca ha annunciato ufficialmente i dettagli tecnici per l’Offerta pubblica del Cavallino rampante. Ad andare in Borsa sarà la controllata New Business Netherlands NV, che prenderà il nome di Ferrari NV. Quest’ultima avrà il 100% della Ferrari Spa, attuale società italiana del gruppo. Fiat Chrysler, che ha in mano il 90% delle quote (il 10% è posseduto da Piero Ferrari) venderà 17,175 milioni di azioni ad un prezzo unitario compreso tra 48 e 52 dollari, l’offerta, destinata sia agli investitori istituzionali sia al retail, sarà completata da una greenshoe da 1,717 milioni di titoli.

domenica 11 ottobre 2015

Matteo promette: giù le tasse. Ma prepara la stangata

Arrivano i soldi. A sentire Matteo Renzi gli italiani non hanno più motivi di preoccupazione. L’economia, ha spiegato davanti agli industriali del Veneto, va a gonfie vele e la legge di stabilità, che sarà varata giovedì dal Cdm, sarà «il jolly» per consolidare la ripresa.
Al lungo elenco prodotto nelle ultime settimane dal promessificio del premier, che ieri ha ribadito l’abolizione di Tasi e Imu, si è aggiunta una superagevolazione per le imprese, probabilmente dettata dal pressing della Ue sulla necessità di diminuire le tasse sul lavoro piuttosto che quelle sulla casa.
«Chi nel 2016 investirà in beni strumentali della propria azienda», ha annunciato incassando gli applausi della platea, «avrà la possibilità di portare in ammortamento non il 100% ma il 140%. Varrà per un anno solo». In realtà, l’idea già circolava da alcuni giorni e l’aveva esplicitamente proposta anche il sottosegretario all’economia, Enrico Zanetti. Renzi ha però aggiunto che non si tratta della legge Macron, varata a Parigi e identica apparentemente a quella annunciata dal premier, ma di «un allargamento della Sabatini».

mercoledì 7 ottobre 2015

Più immigrati per mantenere le Renzate

Altro che muri, quote o linea dura con i clandestini. Gli immigrati vanno accolti a braccia aperte. Solo così Matteo Renzi potrà chiedere spazi aggiuntivi all’Europa per raschiare un altro po’ di deficit da mettere sul piatto della manovra. Il piano era chiaro da qualche giorno. Le promesse del premier, d’altra parte, si accavallano senza sosta. L’ultima è quella di anticipare il taglio dell’Ires annunciato per il 2017 con una sforbiciatina già a partire dal prossimo anno. Un solo punto percentuale di Ires in meno, oggi al 27,5%, vale però 1,2-1,3 miliardi. Se l’idea, dichiarata dallo stesso premier, è di scendere sotto la Spagna, che è al 25%, il conto è dunque salato.

martedì 6 ottobre 2015

Canone Rai in bolletta: si pagherà di più

Ci risiamo. La trovata del canone Rai in bolletta torna a solleticare la fantasia del governo. L’idea è vecchia e logora. Ma per Matteo Renzi è diventata una sorta di fissazione. Il premier ci ha provato una prima volta nell’aprile del 2014. Subito stoppato dal presidente dell’Autorità per l’energia, Guido Bortoni, che definì l’ipotesi «impropria». L’ex sindaco di Firenze è poi tornato all’attacco nel novembre dello stesso anno, quando chiese al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, di mettere a punto un emendamento ad hoc da inserire nella legge di stabilità. Alla fine non se ne fece niente. Ma la misura è rispuntata alla fine dello scorso luglio nella riforma della Rai. L’articolo 4 votato al Senato prevedeva una delega generica al governo per ridisegnare il canone. A sventare il blitz ci hanno pensato i suoi stessi amici della minoranza Dem, che con un pugno di voti di scarto hanno fatto andare sotto il governo in Aula, scongiurando il balzello.

Società elettriche in rivolta: canone in bolletta sbagliato e inattuabile

«Una misura concettualmente sbagliata e tecnicamente impraticabile». Ci pensa Giuseppe Gatti, presidente di Energia concorrente nonché chairman di Gdf Suez Italia, a sintetizzare la  posizione delle società elettriche, tutte ovviamente sul piede di guerra dopo l’ennesima sortita della politica sul canone Rai in bolletta. Da un punto di vista concettuale il problema, con cui tutti i cittadini devono fare i conti alla fine del mese, è che sulla fattura elettrica già sono presenti molte voci che poco hanno a che fare con l’energia che viene consumata. «Se già sono discutibili», ha spiegato Gatti, «gli oneri parafiscali presenti, dall’uscita del nucleare all’incentivazione delle rinnovabili, non è in alcun modo accettabile aggiungervi anche il canone Rai. Solo il fatto che l’idea possa venire in mente lascia sconcertati».

sabato 3 ottobre 2015

Eni e Scaroni prosciolti, ma per l'Algeria è tardi

A dipanare la matassa dell’affaire Saipem Algeria ci penserà il tribunale di Milano, durante il processo che comincerà il 2 dicembre. Una certezza, però, è già emersa. Paolo Scaroni e l’Eni con la presunta maxi tangente da 198 milioni per «oliare» appalti petroliferi da 8 miliardi tra il 2007 e il 2010 non c’entrano nulla. Ieri il gup Alessandra Clemente ha prosciolto dalle accuse di corruzione internazionale sia l’ex ad, sia l’ex responsabile della società per il Nordafrica, Antonio Vella, sia il Cane a sei zampe, indagato per la legge 231 sulla responsabilità amministrativa degli enti.

venerdì 25 settembre 2015

La faccia tosta della Merkel: ci chiede soldi per le auto elettriche

Bruxelles, per bocca del commissario Ue per l’industria, Elzbieta Bienkowska, continua ad invocare «tolleranza zero» e a chiedere «informative complete e test solidi» a tutti i 28 Paesi europei. Ma i buoi sono già usciti dalla stalla. Le auto taroccate sono praticamente ovunque. «Siamo stati informati che anche in Europa i veicoli con motori diesel 1.6 e 2.0 sono stati manipolati», ha rivelato il ministro dei Trasporti tedesco, Alexander Dobrint. E molti di questi circolano anche in Italia. Nella lettera di risposta al ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, l’ad di Volkswagen Italia, Massimo Nordio, ha assicurato che tutte le diesel euro 6 sono «rispondenti alla normative Ue».

giovedì 24 settembre 2015

La Ue chiede indagini, noi inviamo letterine

La parola d’ordine in Europa dopo lo scandalo Volkswagen è «tolleranza zero». Il grido di battaglia contro le auto ecologiche taroccate parte da Bruxelles e rimbalza con forza un po’ ovunque. In Italia c’è addirittura chi, come i ministri dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, e delle Infrastrutture, Graziano Delrio, minaccia il blocco delle vendite per tutte le auto del gruppo tedesco. In realtà, al di là delle chiacchiere, ancora non è chiaro quali siano le contromosse per accertare quanto possa essere diffuso nel mondo delle quattro ruote il contagio delle emissioni truccate partito da Berlino.

mercoledì 23 settembre 2015

Nel caos di Pop Vicenza arrivano i pm

Perquisizioni a tappeto della Gdf nelle sede del capoluogo berico e in tutti gli uffici direzionali di Milano, Roma e Palermo. Otto indagati per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza tra cui l’ex dg e ad dell’istituto Samuele Sorato e lo storico presidente Giovanni Zonin. Dopo i problemi con la nuova vigilanza bancaria della Bce, le denunce delle associazioni dei consumatori e le difficoltà legate alla trasformazione in spa imposta dalla riforma del governo, a complicare il cammino della Banca Popolare di Vicenza arriva anche la magistratura.

venerdì 11 settembre 2015

La Ue spara sulla bad bank di Renzi

Guai in vista per risparmiatori e contribuenti, che rischiano di doversi far carico della crisi del sistema bancario italiano. Sul fronte della bad bank, a cui sta lavorando da tempo il governo, con la collaborazione di Bankitalia, ieri è arrivata la doccia fredda della Ue. La partita con Bruxelles, secondo quanto aveva riferito prima dell’estate il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, sembrava praticamente chiusa. Ma la commissaria alla concorrenza, Margrethe Vestager, ha fatto invece capire che la trattativa è solo alle battute iniziali. «Si sta ancora discutendo, spero che si possa procedere rapidamente ma non posso fare previsioni su una data», ha spiegato, aggiungendo di non poter neanche prevedere se il dossier si potrà chiudere entro la fine dell’anno.

giovedì 10 settembre 2015

Il governo intasca tutti i soldi per gli esodati

Dopo lo stop alla flessibilità in uscita sulle pensioni, azzerata a sorpresa dal governo per mancanza di coperture, per i lavoratori incappati nella trappola della Fornero arriva un’altra doccia fredda: i soldi per gli esodati se li è già messi in tasca il Tesoro.
Il finanziamento della settima salvaguardia per chi è rimasto senza lavoro e senza assegno previdenziale a causa dei nuovi requisiti imposti dal 2011 sembrava cosa fatta. Anche perché la copertura era assicurata dai risparmi provenienti dalle precedenti operazioni volte a garantire oltre 170mila persone. «Stiamo lavorando ad una soluzione da trovare prima della legge di stabilità», aveva detto solo qualche giorno fa il presidente della commissione Lavoro, Cesare Damiano, «le risorse ci sono: si tratta di circa tre miliardi di euro risparmiati finora dal Fondo di 11,6 miliardi dedicato alle salvaguardie».

mercoledì 9 settembre 2015

Juncker presenta il piano Ue sulle quote

Alla vigilia della presentazione del piano Juncker, l’Europa continua a presentarsi divisa sull’emergenza migranti. Mentre Viktor Orban procede a testa bassa sul muro tra Ungheria e Serbia, chiedendo più operai per velocizzare la costruzione della barriera di filo spinato, da Berlino arriva una nuova apertura. «Ritengo che potremo certamente far fronte a qualcosa come mezzo milioni di profughi, forse anche più, per diversi anni», ha sparato in un’intervista alla tv pubblica Zdf il vice cancelliere tedesco Sigmar Gabriel, confermando la linea abilmente seguita dalla Merkel nei giorni scorsi. E l’accoglienza sarà anche sostenibile dal punto di vista economico.

martedì 8 settembre 2015

Solo briciole dalla lotta all'evasione

Una certezza, per ora, c’è: sarà difficile che il governo riesca a tappare i buchi della manovra con la lotta all’evasione. Alla fine dello scorso anno Matteo Renzi aveva annunciato di volere 3,5 miliardi aggiuntivi rispetto al 2014. Poi in legge di stabilità ne furono inseriti 3,8. Ebbene, ieri il bollettino delle Entrate ha certificato che da gennaio a luglio i maggiori incassi dell’attività di accertamento e controllo si sono limitati a 43 milioni, lo 0,9% in più sullo scorso anno. Per il resto, le entrate tengono. Un po’ la ripresina, un po’ una serie di balzelli aggiuntivi arrivati nel 2015 hanno fatto crescere le entrate in sette mesi dello 0,6%, che al netto del gettito derivante dalla vendita delle quota di Bankitalia diventa l’1,3% (+3 miliardi di euro).

Retromarcia sulle pensioni: nessuna uscita anticipata

«Sulle pensioni si annuncia qualcosa solo quando si è sicuri di farlo. Dobbiamo trovare un meccanismo per cui chi vuole andare prima in pensione rinunciando a un po’ di soldi può farlo, il problema è quanto prima e quanti soldi. Spero di farlo nelle prossime settimane o mesi. Ma per lo Stato deve essere a costo zero». Dopo la girandola di dichiarazioni governative in ordine sparso e lo stillicidio continuo di indiscrezioni giornalistiche (l’ultima di Repubblica) Matteo Renzi ha deciso ieri, durante la trasmissione Porta a Porta, di calare il macigno sulla flessibilità previdenziale, lasciando di fatto spazio solo all’ipotesi lacrime e sangue prospettata da Tito Boeri di tagli del 20-30% dell’assegno.

sabato 5 settembre 2015

Boeri nasconde i dati dei sindacalisti in pensione

Dopo aver strapazzato ferrovieri, telefonici, magistrati, poliziotti, docenti, commercianti, piloti e persino i ministri di culto, Tito Boeri ha deciso di indossare i guanti di velluto per svelare i retroscena previdenziali dei sindacalisti. Nell’ultima puntata dell’operazione «Inps a porte aperte», a dire il vero, di svelato c’è ben poco. Pur con qualche scivolone demagogico, teso a decantare le sorti magnifiche e progressive del sistema contributivo e delle migliorie recenti apportate dal governo Renzi, il neo presidente dell’Inps ci aveva abituati da qualche mese ad un appuntamento con i conti segreti dell’Istituto.

venerdì 4 settembre 2015

Sfilati dalle tasche dei romani 200 milioni per il Giublieo

Cinquanta milioni subito. E altri 150 dopo. Ammonta a 200 milioni di euro il bottino che il Campidoglio si prepara a sfilare dalle tasche dei romani per finanziare il Giubileo. La buona notizia è che per ora, ma le cose potrebbero facilmente cambiare in corsa, la somma è nettamente inferiore ai 500 milioni chiesti dal sindaco Ignazio Marino. La cattiva è che l’ipotesi di utilizzare l’Irpef locale come bancomat per la liquidità necessaria è confermata. I fondi per pagare i lavori dell’Anno Santo, ha detto ieri l’assessore alla Legalità con compiti di supervisione sugli appalti del Giubileo, Alfonso Sabella, intervenendo a Sky Tg24, verranno dalle tasse dei romani, per l’esattezza dallo 0,4% dell’addizionale comunale sul reddito.

Il governo riscrive il fisco ma dimentica il fondo taglia tasse

In attesa di capire dove saranno recuperati i soldi per la sforbiciata delle imposte annunciata da Matteo Renzi spunta una piccola certezza: le risorse non arriveranno dai proventi della lotta all’evasione. Per l’ennesima volta, se le indiscrezioni circolate ieri sera saranno confermate, il governo si è rimangiato la promessa fatta alcuni anni orsono. In barba ai pareri parlamentari, che chiedevano di «vincolare» una quota fissa dei tributi recuperati dagli ispettori delle Entrate al Fondo per la riduzione della pressione fiscale, i decreti delegati che dovrebbe arrivare oggi in Consiglio dei ministri non contengono alcun automatismo, ma solo l’introduzione di un monitoraggio sull’evasione da riportare in un documento autonomo del Def.

sabato 29 agosto 2015

Renzi bluffa: il piano taglia spesa non c'è

L’ultimo incubo che turba le notti a Pier Carlo Padoan sono i dati fasulli del ministero del Lavoro sulle assunzioni a tempo indeterminato. Se quei numeri gonfiati fossero stati veri il ministro dell’Economia avrebbe dovuto subito rimpinguare con una manovra correttiva il fondo per la decontribuzione. Il rischio ancora c’è, anche se non immediato, e non è un caso che proprio Padoan qualche giorno fa, intervenendo al Meeting di Rimini, abbia smorzato gli entusiasmi di tutti ricordando che ogni sforbiciata al fisco deve «andare di pari passo con una riduzione credibile e permanente della spesa».

mercoledì 26 agosto 2015

Conti, Tfr e viaggi: Renzi ha già alzato le tasse

C’è chi giustamente, come Confedilizia, applaude all’ennesimo annuncio di Matteo Renzi sul taglio delle tasse. La promessa di cancellare Tasi e Imu per tutti resta comunque difficile da digerire dopo la spremitura fiscale a cui lo stesso premier ha sottoposto i contribuenti. Sempre Confedilizia, ad esempio, ci ricorda spesso che la tassazione sulla casa è passata dai 9,2 miliardi del 2011 ai circa 25 miliardi del 2014. E Renzi non si è  limitato ad ereditare, peraltro senza battere ciglio. I balzelli che portano la sua firma non sono né pochi, né trascurabili.

martedì 25 agosto 2015

Il fisco si accanisce sui più deboli

Il fisco è amico. Ma non di tutti. Mentre governo e vertici dell’Agenzia delle entrate non perdono occasione per sbandierare il nuovo corso della politica tributaria italiana, che dovrebbe rivoluzionare in maniera copernicana il rapporto con il contribuente, trasformando gli agenti da esattori in consulenti e sostituendo i controlli e le sanzioni con la collaborazione e la compliance (l’adesione spontanea), gli ispettori del fisco continuano tranquillamente ad accanirsi sulle fasce più deboli dell’economia, dove gli strumenti di difesa sono minori e le possibilità di successo crescono.
I dati sull’attività di contrasto all’evasione svolta dai funzionari delle Entrate nel 2014, elaborati dal Centro studi di Unimpresa, parlano chiaro. Oltre il 90% dei controlli ha riguardato partite Iva e micro-piccole imprese, solo l’8% invece le aziende di media dimensione. Mentre i grandi gruppi hanno ricevuto una attenzione accuratamente centellinata che non ha superato l’1,7% del totale degli accertamenti.

Macigno Etihad a Fiumicino: "Investite o ce ne andiamo"

Il fastidio verso la gestione dello scalo di Fiumicino non l’ha mai nascosto, James Hogan. Già dopo l’incendio di maggio che ha carbonizzato il Terminal 3, il numero uno di Etihad nonché vicepresidente di Alitalia aveva minacciato di lasciare lo scalo romano definendolo «un’infrastruttura non adeguata a fungere da hub di una compagnia con le nostre ambizioni». Dopo il secondo rogo di fine luglio e le immagini che hanno fatto il giro del mondo dei passeggeri trasformati in sfollati dalla paralisi dell’aeroporto, la posizione del manager è diventata ancora più spigolosa.

domenica 23 agosto 2015

Lo spot a pagamento per sostenere l'amico Renzi

Erano 108 ora sono 209. Qualcuno si è sfilato, altri si sono aggiunti. Ma la sostanza cambia poco. Il drappello radical chic di nobili, imprenditori, manager e professionisti che tifano per Matteo Renzi si è riaffacciato ieri sulle pagine del Corriere della Sera con un secondo appello a sostegno del premier. Il primo avviso a pagamento era comparso sul quotidiano del 9 ottobre 2014 con il titolo poco fantasioso «Noi sosteniamo Matteo Renzi».

martedì 18 agosto 2015

Renzi chiede alla Merkel il permesso di tagliare le tasse

«Fammi controllare lo spread». Malgrado i temi delicati e impellenti che viaggiano sull’asse Roma-Berlino in vista dell’aggiornamento del Def di metà settembre, i tempi strettissimi imposti dalla Cancelliera hanno lasciato a Matteo Renzi solo lo spazio per qualche battuta. Anticipata di un giorno e contingentata, la visita di Angela Merkel all’Expo di Milano è iniziata alle 17.30 con le foto di rito davanti all’ingresso del Padiglione Zero. Schierati, oltre al ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, anche il marito del premier tedesco, Joachim Sauer, e la moglie di Renzi, Agnese, che per l’occasione ha indossato un abito rosso. Giacca azzurra e pantaloni bianchi, invece, per la Merkel, che ha voluto mantenere informale l’atmosfera della trasferta.

venerdì 14 agosto 2015

Ci spiano il conto senza dircelo

Prima o poi arriverà un giudice della Consulta, come è successo recentemente per gli 800 dirigenti fasulli dell’Agenzia delle Entrate, che dichiarerà tutto illegittimo e incostituzionale. Nel frattempo, il fisco continuerà a strapazzare i contribuenti a proprio piacimento, camminando sul filo del quadro regolatorio e dei cavilli legislativi.

domenica 19 luglio 2015

Ntv si tiene buoni i francesi: ordina altri sette treni Alstom

Sette nuovi treni Alstom invece di altrettanti Alsando Breda V250 già disponibili sul mercato a prezzi di favore. Sarebbe questa la contropartita messa da Flavio Cattaneo sul piatto per tentare di trattenere i francesi dentro Ntv. Come abbiamo scritto su Libero lo scorso primo aprile, l’entusiasmo di Sncf (azionista con il 20%) per la società di Montezemolo & C. non è più alle stelle. Venerdì la conferma: le ferrovie francesi si sono astenute in cda sull’aumento di capitale  e si sono riservate di partecipare alla futura sottoscrizione. Il che vorrebbe dire abbassare sensibilmente la partecipazione in vista di un’uscita definitiva. Ipotesi che l’ad sta tentando si scongiurare attraverso una scommessa dagli esiti imprevedibili.

Renzi Babbo Natale: via l'imposta sulla casa e giù l'Irpef e l'Irap

L’economia riparte e le tasse scenderanno. Sul primo punto Matteo Renzi ha avuto gioco facile, parlando all’indomani di un ottimistico bollettino di Bankitalia in cui alcuni indicatori vengono stimati in miglioramento. In particolare, il pil del 2015 viene dato allo 0,7% rispetto al -0,4% del 2014, i consumi delle famiglie allo 0,6% rispetto allo 0,3% e la disoccupazione al 12,2% rispetto al 12,6%. Anche tralasciando il deprimente confronto con l’Eurozona (le ultime stime degli analisti raccolte dalla Bce parlano di un pil all’1,4% e una disoccupazione all’11%), val la pena ricordare che le previsioni sul pil dell’Italia degli ultimi sette anni hanno avuto un margine di errore che va dai 10,5 punti percentuali dell’Ocse ai 13,6 di Bankitalia fino ai 14,3 dei governi, con buchi in termini monetari tra i 200 e i 330 miliardi.

sabato 18 luglio 2015

Una fetta di Confindustria non paga l'Antitrust

Ingiusto, illegittimo, incostituzionale: l’obolo all’Antitrust non va pagato. Parte dall’Emilia Romagna l’insolita protesta contro il tributo previsto dalla legge per finanziare l’authority  della concorrenza e del mercato. Una tassa per garantire l’autonomia dell’organismo di controllo, secondo le intenzioni del legislatore, un ennesimo balzello che si va ad aggiungere alla fiscalità ordinaria, per le imprese. Nasce da qui la decisione di 21 aziende industriali italiane, sostenute da Confindustria ceramica, Unindustria Reggio Emilia e dalle organizzazioni territoriali confindustriali di Bologna e Parma, a cui presto si potrebbe aggiungere anche Bergamo, di ricorrere alla competente Commissione tributaria provinciale di Roma (essendo l’obolo una tassa statale) per  riavere indietro quanto finora pagato e stoppare i versamenti futuri.

venerdì 17 luglio 2015

Draghi dà più soldi alle banche: "Pronti all'acquisto di titoli greci"

Per il «bazooka» vero e proprio Atene dovrà aspettare ancora un po’. Il reinserimento della Grecia nel quantitative easing della Bce, con il conseguente acquisto massiccio di titoli di Stato sul mercato secondario, potrà avvenire non appena sarà avviato il nuovo programma di aiuti e dopo che la Banca centrale avrà verificato l’attuazione «credibile» delle misure concordate con i creditori. I soldi alle banche, invece, arriveranno subito. Il consiglio direttivo dell’Eurotower, con voto a maggioranza, ha deciso di aumentare di altri 900 milioni il limite della liquidità di emergenza (Ela) finora congelato a 89 miliardi.

Via libera al salvataggio di Atene. Primo prestito ponte da 7 miliardi

Malgrado le perplessità dei Paesi no-euro come Gran Bretagna, Polonia e Repubblica Ceca e il fortissimo malumore di Wolfgang Schaeuble per la Grecia sono in arrivo pure i 7 miliardi cash per far fronte all’emergenza in attesa del malloppone da 82-86 miliardi legato al terzo programma di aiuti.

domenica 12 luglio 2015

Crac delle banche, conti a secco. Atene a 24 ore dal disastro

Ci sono tanti, troppi numeri che pesano come macigni sul futuro prossimo di Atene. Il più alto è quello dei finanziamenti chiesti dalla Grecia nell’ambito del terzo programma di aiuti, che è salito a 74 miliardi di euro, di cui 16 miliardi a carico del Fondo monetario internazionale e 58 a carico del fondo salva stati europeo (Esm). Ci sono poi i lunghissimi 60 anni a cui il governo di Atene vorrebbe portare la scadenza del suo enorme debito. Un raddoppio secco rispetto agli attuali 30.

Berlino non si fida: "Grexit per 5 anni"

Un «time out» dall’euro di cinque anni per ristrutturare il debito. Nel frattempo la Grecia resterebbe nell’Unione europea e riceverebbe assistenza unamitaria e supporto per sostenere l’economia. In alternativa, oltre al miglioramento delle proposte e al rapido varo delle riforme, Atene dovrebbe creare un fondo fiduciario di 50 miliardi di euro in cui trasferire beni da privatizzare a garanzia del debito. Sono queste le due proposte esplosive piombate nel bel mezzo di un Eurogruppo rovente, dove il cauto ottimismo delle ore precedenti ha lasciato il posto a preoccupazione e scetticismo. Artefice del piano, secondo le indiscrezioni del Frankfurter Allgemeine Zeitung che cita un documento ufficiale del governo tedesco inviato ai Paesi dell’euro, sarebbe il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble.

sabato 11 luglio 2015

Ecco gli assegni da fame dei pensionati del futuro

Già oggi, con il «ricco» sistema retributivo la quota di pensionati che alla fine del mese riceve meno di 1.000 euro lordi è del 42,5%. Si tratta di 6,6 milioni di italiani che evidentemente, anche calcolando l’assegno previdenziale sulla base delle retribuzioni degli ultimi 10 anni di lavoro, come prevede il sistema per chi nel 1996 aveva già 18 anni di contributi all’attivo, non sono riusciti ad ottenere cifre più sostanziose per la vecchiaia.

giovedì 9 luglio 2015

La rivoluzione di Boeri: bilancio in rosso per 7,8 miliardi

Un pozzo senza fondo, dove il livello continua a scendere a prescindere da quello che ci si versa dentro. Anche quest’anno l’Inps, con 12,7 miliardi di risultato economico di esercizio negativo e 7,8 miliardi di disavanzo, si conferma una delle più formidabili macchine mangia soldi dell’apparato pubblico. Nella relazione annuale, con un po’ di faccia tosta, si sottolinea che il patrimonio netto è passato dai 9 miliardi del 2013 a 17,9 miliardi. Peccato che nel 2014 l’Istituto di previdenza, grazie ad un provvedimento del governo Letta, abbia ricevuto indietro i 21,7 miliardi di debito dello Stato per la gestione dell’ex Inpdap. Con questi soldi, in assenza di ulteriori buchi, l’asticella sarebbe dovuta salire a 30,7 miliardi.

Pensioni tassate per regalare i sussidi

Contributo di solidarietà per le pensioni più alte, sforbiciate a piene mani per chi vuole lasciare prima il lavoro e sussidio sociale per gli over 55. Come ampiamente annunciato e previsto, Tito Boeri ha fatto deflagrare la sua bomba nel giorno della relazione annuale dell’Inps. Una mossa che ha immediatamente scatenato una raffica di dure contestazioni, a partire dai sindacati fino ad alcuni esponenti della maggioranza, convinti che non spetti al presidente dell’Istituto di previdenza occuparsi di riforme.

mercoledì 8 luglio 2015

L'analisi dell'Fmi spaventa l'Italia. Attenti, adesso rischiate anche voi

L’agenda di Matteo Renzi è ambiziosa, ma la ripresa è «fragile» e l’impatto della Grecia sarà «sostanziale». Non arrivano buone notizie dal Fondo monetario internazionale. Al di là di alcune riflessioni d’incoraggiamento e di un apprezzamento generale, ma riferito ad effetti futuri da verificare, del jobs act, il quadro emerso dal monitoraggio effettuato in Italia dal 5 al 18 maggio dalla task force di Washington (tra cui il nostro Carlo Cottarelli) non è per nulla positivo.

Tsipras vuole altri sette miliardi, 16 paesi su 18 pronti a cacciarlo

La Grecia si è presentata a Bruxelles a mani vuote. Al posto di un nuovo piano per restituire i vecchi debiti, Alexis Tsipras, tanto per mettere un po’ di pepe su una trattiva rovente, ha tirato fuori dal cilindro la richiesta di altri soldi: 7 miliardi di prestito ponte e un terzo programma di aiuti del Fondo salva stati.

martedì 7 luglio 2015

Basta domeniche e festivi. In sciopero contro l'Ikea

Niente vitarelle e diabolici incastri. Sabato prossimo la regina svedese del mobile low cost ci presenterà un’altra novità, a cui noi italiani siamo purtroppo abituati da tempo: uno bello sciopero nazionale. Per la prima volta nella storia nostrana dell’Ikea, e probabilmente anche in quella svedese, tutti i 21 punti vendita sparsi sul territorio potrebbero restare chiusi per un’agitazione sindacale.

venerdì 3 luglio 2015

Martino: "Lasciamo pure fallire la Grecia, così non le daremo più soldi"

Professor Antonio Martino, perché siamo arrivati a questa situazione con la Grecia, di chi è la colpa?
«La responsabilità fondamentale è dell’Europa. Dagli alti ideali del processo di unificazione economica, partito proprio in Italia grazie anche a mio padre, del cui lavoro sono molto orgoglioso, si è passati ad un meccanismo con cui redistribuire reddito da un Paese all’altro. Fuori dai denti, per dare fregature ad alcuni Stati e vantaggi ad altri».

giovedì 2 luglio 2015

E lo Stato scrocca pure luce e acqua

Chi, per un disguido o per mancanza oggettiva di liquidità, si è trovato alle prese con una bolletta non pagata sa quanto sia rigido e severo il protocollo seguito dalle multiutility in caso di morosità. Avvisi, richiami, mail, procedure legali, società di recupero crediti fino, nel peggiore dei casi, alla disattivazione dell’utenza. Eppure, c’è anche chi considera il saldo della bolletta un optional. E non si tratta di evasori totali, ma  degli uffici pubblici.  che, evidentemente, pensano di aver diritto ad acqua, gas e luce senza dover sborsare un quattrino.

Il governo fa pagare a noi le tasse che evade

Ricordate i 28,6 milioni di Tari evasi a Roma da ministeri, enti pubblici e persino dall’Agenzia delle Entrate? Ebbene, il governo ha trovato la soluzione: pagheremo tutto noi. Sia i debiti più recenti, sia il pregresso. La geniale trovata che raddoppia la beffa della tassa non pagata da chi pretende ogni giorno il pagamento delle tasse è contenuta nel disegno di legge di conversione del decreto enti locali ora all’esame del Senato.

domenica 28 giugno 2015

Atene cacciata dall'Eurogruppo

Trattativa a gambe all’aria e default dietro l’angolo. La situazione della Grecia, com’era prevedibile dopo il nervoso tira e molla degli ultimi giorni e i continui rinvii dei vertici “decisivi”, è precipitata nel giro di poche ore. Lo strappo, maturato durante la notte di venerdì nel corso di un Consiglio dei ministri straordinario, è arrivato ieri mattina con l’annuncio da parte del premier Alexis Tsipras di indire un referendum sulla proposta dei creditori. Una mossa che ha mandato immediatamente in frantumi i fragili equilibri che tenevano in piedi il negoziato tra Atene e le autorità internazionali.
L’ennesimo Eurogruppo convocato ieri in sessione straordinaria si è svolto senza la partecipazione della delegazione greca, che ha lasciato Bruxelles. «È un giorno triste per l’Europa», ha chiosato il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, secondo il quale ci sarebbe ancora margini per trattare. «Siamo assolutamente determinati a trovare una soluzione», ha detto.

venerdì 26 giugno 2015

Dopo la beffa, la tassa. Renzi stanga i pensionati

La “buona notizia” sbandierata ieri da governo e Inps così buona non è. Era già stato deciso, infatti, che dal primo agosto l’istituto avrebbe pagato (il «bonus Poletti», cioè l’una tantum dovuta a titolo di (molto parziale) rimborso sulle pensioni, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale che ha giudicato illegittimo il blocco della rivalutazione degli assegni superiori a 1.443 euro imposto dal governo Monti per il biennio 2012-2013. Se qualche dubbio c’era ancora, semmai, riguardava l’entità del bonus promesso da Renzi: lordo o netto? La risposta definitiva è arrivata ieri nella circolare diffusa dalla Direzione centrale dell’Inps e - come anticipato da Libero il 20 maggio - per i pensionati è la risposta peggiore.

700 gabelle in 7 anni.Pressione fiscale "intollerabile"

Una pressione fiscale «intollerabile». Va dritta al punto la Corte dei Conti che ieri, nella rituale Relazione sul rendiconto generale dello Stato, ha strigliato il governo praticamente su tutto. Senza appello la bocciatura delle politiche su tasse e balzelli. Terreno su cui, secondo il presidente di Coordinamento delle sezioni riunite Enrica Laterza, «prioritaria appare la necessità di un intervento di segno opposto volto a restituire capacità di spesa a famiglie e imprese».

domenica 14 giugno 2015

Renzi vuol cambiare macchinista alle Fs

È passato appena un anno dalla tornata di nomine che ha coinvolto quasi tutte le partecipate del Tesoro, ma Matteo Renzi è pronto a rimescolare di nuovo le carte. Accanto alle grandi manovre sulla Cdp, i cui vertici sono stati confermati prima che l’ex sindaco salisse a Palazzo Chigi, il dossier su cui sta lavorando a sorpresa lo staff del premier è quello delle Fs, dove i manager sono arrivati solo nella primavera del 2014 su indicazione dello stesso Renzi.

In sei anni 641 manovre sparite nel nulla

Avete presente quei numerini di cui sono zeppe le relazioni tecniche dei provvedimenti economici di governo e Parlamento per valutare l’impatto delle varie misure sulla finanza pubblica e sulle nostre tasche? Ebbene, non servono a niente. Sono inutili, carta straccia. Motivo? Una volta scritti nessuno si preoccupa più di verificare se la realtà abbia una qualche corrispondenza con le stime.

giovedì 11 giugno 2015

La Bindi tira dritto con le liste pulite: è un dovere giuridico

«Prima ancora che infondate, le accuse di “aver dato vita a un’iniziativa sul piano umano volgare e diffamatoria, sul piano politico infame e sul piano costituzionale eversiva” (parole di Vincenzo De Luca, ndr.) sono semplicemente inaccettabili». E toccano «il cuore delle istituzioni». Le attese non sono state deluse. Dopo aver per giorni incassato le critiche feroci da parte del neo governatore della Campania e dei vertici renziani del partito, nella prima seduta plenaria dell’Antimafia dopo la bomba degli impresentabili Rosy Bindi è partita al contrattacco.

martedì 9 giugno 2015

Resa dei conti Viminale-Carroccio sull'immigrazione

Un premio ai comuni che accetteranno di ospitare i migranti «con incentivi anche nel patto di stabilità». È questa la risposta di Matteo Renzi all’esasperazione dei governatori leghisti del Nord, affiancati dal neoeletto forzista Giovanni Toti, che ieri hanno annunciato di voler diffidare i prefetti, minacciando tagli ai trasferimenti per chi deciderà di accogliere i profughi.

mercoledì 27 maggio 2015

Prodi non avrebbe diritto alla pensione

Per avere un’evidenza abbastanza chiara della sproporzione quantitativa tra i generosi vitalizi degli ex parlamentari e le pensioni dei comuni mortali basterebbe dare un’occhiata alle ultime rilevazioni diffuse dall’Inps. Secondo i dati snocciolati a fine aprile dal presidente Tito Boeri l’importo medio mensile erogato dalla cassa di previdenza, peraltro aumentato nel 2015 rispetto al 2012, si è attestato a 825 euro. Con il 64,3% delle pensioni che non riesce neanche a raggiungere i 750 euro al mese. Ovviamente assegni così bassi sono relativamente proporzionati, considerato che lo stock di trattamenti è ancora nel guado tra il sistema retributivo e quello contributivo, ai livelli degli stipendi e al conseguente flusso di contributi.

domenica 17 maggio 2015

Capanna: "Parlo con voi solo se mi date un lavoro"

Che Mario Capanna non ami parlare dei vitalizi che gentilmente gli italiani gli versano in tasca ogni mese, lo sapevamo. Ne avevamo già avuto prova con la scena madre vista all’Arena di Massimo Giletti. Il quale, certo, ci mise un bel po’ del suo, ma che si attirò le ire funeste dell’ex sessantottino solo per aver nominato la prebenda di cui Capanna gode. Con Libero, la storia si ripete: c’è giusto un pizzico di arroganza in più.

Vitalizi, ancora soldi in arrivo dalla Consulta?

Chissà se Giuliano Amato si è accorto che un’altra bomba sta per arrivare sul tavolo dei giudici costituzionali. La questione non è paragonabile all’impatto, soprattutto economico, della bocciatura della perequazioni, a cui si racconta che l’ex premier socialista si sia opposto con ogni mezzo. Ma sotto il profilo simbolico le ripercussioni potrebbero essere notevoli, considerato che tra le opzioni in campo c’è la possibilità di annullare il contributo di solidarietà per le pensioni degli ex parlamentari e degli ex dipendenti di Camera e Senato.

venerdì 15 maggio 2015

I tecnici limitano le rivalutazioni: il governo rischia la stangata Ue

Lunedì, ha assicurato il titolare dell’Economia, Pier Carlo Padoan, da Tiblisi, il dossier sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri. Una prima valutazione da cui difficilmente uscirà la soluzione finale. Comunque vada, il governo ha già fatto capire che, per salvaguardare i conti pubblici, la restituzione totale di quanto dovuto ai pensionati in seguito alla bocciatura della Corte costituzionale del blocco della perequazione non è tra le opzioni percorribili. In questo prospettiva il conteggio fatto ieri dall’Ufficio parlamentare di bilancio sembrerebbe un inutile esercizio di stile.

Il cocco di Renzi Andrea Guerra accusato di elusione

Elusione fiscale per decine di milioni di euro. È questo il macigno piombato sulla testa di Andrea Guerra, finito nel mirino della procura di Belluno insieme ad altri 7 ex manager della Luxottica.
Nell’ultimo anno l’imprenditore amato da Matteo Renzi è stato candidato praticamente a tutto. Dal governo all’Eni, dalla Rai alla poltrona di sindaco di Milano. Alla fine Guerra si è accontentato di un posto da consulente, come «consigliere strategico del presidente del Consiglio per le politiche industriali e le relazioni con la business community».

mercoledì 13 maggio 2015

Cavallaro: "Ora va riscritta l'intera riforma o sarà una generazione di poveri"

Alla faccia dei dati trionfalistici sull’occupazione sbandierati solo qualche giorno fa dall’Inps, sul palco del nono congresso della Cisal  campeggia la scritta a caratteri cubitali  «il lavoro che non c’è». Sul giochino dei numeri sparati negli ultimi mesi il segretario storico del sindacato autonomo, Francesco Cavallaro, che si appresta ad essere riconfermato, ha le idee chiare: «Per una valutazione attendibile bisognerebbe attendere i dati definitivi e consolidati. Ma se dovessi scegliere ora, sulla base del riscontro che ho dal territorio e dai lavoratori direi che ha ragione l’Istat, con la disoccupazione tornata al 13%».

Numeri sgraditi sull'occupazione? Il governo prepara il bavaglio

Gli occupati nei primi tre mesi dell’anno sono aumentati o no? Nessuno, anche tra i più esperti, lo ha capito con esattezza. Una cosa, però, è certa: l’imbarazzante balletto delle cifre sull’andamento del mondo del lavoro ha irritato non poco il governo. Al punto che, con la scusa di evitare confusioni nei cittadini, si sta pensando di imbavagliare tutte le voci sgradite, affidando la regia delle comunicazioni ufficiali a Palazzo Chigi. Un po’come si faceva una volta con i vecchi uffici per la propaganda.

giovedì 7 maggio 2015

L'Inps simula le pensioni, ma i conti sono sbagliati

Ottimismo e approssimazione. Sono questi i due elementi che emergono dalla prima prova su strada della «busta arancione» dell’Inps effettuata da Libero. Testare il nuovo strumento per calcolare la pensione futura, messo on line dall’Istituto di previdenza dallo scorso primo maggio, non è stato semplice. Alla fine del 2016 l’operazione dovrebbe coinvolgere tutti i lavoratori, ma per ora la prima fase di sperimentazione riguarda soltanto gli under 40 iscritti al Fondo pensione lavoratori dipendenti, alle gestioni speciali (artigiani, commercianti, coltivatori diretti) e alla gestione separata. L’accesso al sistema, inoltre, è consentito solo a chi è in possesso di un pin personale. Gli altri dovranno aspettare l’invio a casa della comunicazione cartacea, poiché il servizio è per adesso precluso a Caf e Patronati.

martedì 5 maggio 2015

Il governo fa ricorso a Strasburgo contro il verdetto affossa-bilancio

Nel governo c’è anche qualcuno che non esclude l’iportesi di un ricorso alla Corte di giustizia Ue. Per ora, però, l’interesse dell’Europa per la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato  la norma Monti-Fornero sul blocco dell’adeguamento al costo della vita delle pensioni da 1.450 euro in su è di un altro tipo. E riguarda la tenuta dei conti pubblici. Da Bruxelles, che oggi presenterà le sue nuove stime economiche, fanno sapere  che ogni cambiamento al Documento di economia e finanza che «cambi gli obiettivi di bilancio deve essere compensato». I tecnici Ue aspetteranno di «vedere come il governo applicherà la sentenza». Dopodiché valuteranno la situazione.

domenica 3 maggio 2015

Milano in fiamme: paghino i prila

I milanesi ieri sono scesi per le strade  per cercare di rimettere insieme i cocci. Ma per cancellare la devastazione provocata dalle 500 tute nere che venerdì hanno messo a ferro e fuoco il capoluogo lombardo non basteranno l’olio di gomito e un po’ di detersivo.
Il bilancio dell’allegra scampagnata dei black bloc è un vero e proprio bollettino di guerra. Con un conto dei danni che, secondo alcuni calcoli,  potrebbe risultare di diversi milioni. «Per una stima è presto. Stiamo raccogliendo i dati, ci stiamo interfacciando con tutti i soggetti interessati. Faremo i conti in settimana», spiega Carmela Rozza, assessore ai Lavori pubblici del Comune di Milano. Ma la Regione ha già messo sul tavolo uno stanziamento di 1,5 milioni.

venerdì 1 maggio 2015

La beffa alle imprese, per i nuovi contratti mancano 3 miliardi

Paradossalmente qualcuno ieri a Palazzo Chigi potrebbe aver tirato un sospiro di sollievo leggendo i dati Istat sull’aumento della disoccupazione. Se la valanga di nuovi contratti annunciata nelle scorse settimane dal ministro del Lavoro fosse stata vera, infatti, il rischio, già paventato dalla Ragioneria generale dello Stato, di una insufficiente copertura della decontribuzione triennale per i nuovi assunti sarebbe diventato certezza. In realtà, per far si che non siano necessarie risorse aggiuntive per finanziare lo sgravio contributivo l’occupazione dovrebbe praticamente colare a picco.

giovedì 30 aprile 2015

Confalonieri sfida Google: ora paghi

Tra la girandola di indiscrezioni sulle manovre di Sky e Vivendi, le ipotesi di sinergie con Telecom, le mosse future sul satellite, le polemiche per RaiWay e l’approvazione del bilancio, a Cologno Monzese c’è spazio anche per un inconsueto appello a Matteo Renzi. «Google, Facebook e Amazon, per non fare nomi, non pagano tasse in Italia: i Paesi europei stanno reagendo, è una sveglia anche per noi e il nostro governo», ha detto Fedele Confalonieri a margine dell’assemblea di Mediaset che ieri ha dato il via libera al suo settimo mandato.

martedì 28 aprile 2015

Renzi invoca il soccorso Onu, ma arrivano altri schiaffi

L’Italia, ha spiegato ieri Matteo Renzi dopo il vertice con Ban Ki-moon, «non è più sola». Ma l’unico modo che l’Onu ci offre per fronteggiare l’emergenza immigrazione è quello di «salvare vite umane».
È l’ennesimo magro bottino quello raccolto ieri dal premier, che dalla comunità internazionale continua a ricevere molte pacche sulle spalle, ma nessun sostegno concreto.

sabato 18 aprile 2015

Otto 730 precompilati su dieci sono sbagliati

Altro che rivoluzione. Il 730 precompilato rischia di diventare l’ennesimo Vietnam per i contribuenti. A un paio di giorni di distanza dal debutto del nuovo modello per la dichiarazione dei redditi dei lavoratori dipendenti, che nelle prime 24 ore avrebbe totalizzato oltre 206mila richieste, lo scenario che si va prefigurando è quello di un percorso tutt’altro che semplificato, bensì pieno di trappole e insidie. Il problema principale, al di là delle difficoltà relative alla conquista del pin per accedere al sistema informatico delle Entrate e alla mancanza delle spese sanitarie, riguarda proprio i dati prestampati nel modello, ovvero il nocciolo della riforma voluta da Renzi. La possibilità di errori, mancanze e incompletezze è elevatissima. Soprattutto sulle due tipologie di detrazioni che gli addetti ai lavori ritengono più difficili da certificare: interessi passivi sui mutui per la casa e premi delle polizze.

giovedì 16 aprile 2015

Via al 730 precompilato. Lo scaricano in 100mila

Superare i tre milioni di 730 precompilati riconsegnati senza integrazioni o modifiche. È questo l’obiettivo annunciato dall’Agenzia delle Entrate nel giorno del debutto del nuovo modello di dichiarazione dei redditi, da ieri mattina scaricabile online da 20 milioni di lavoratori e pensionati. Malgrado i problemi legati agli aspetti pratici per accedere al modulo, ai rischi di errore da parte del fisco, all’incremento dei costi per Caf e commercialisti e, infine, alla mancanza delle spese sanitaria, che secondo la Cgia vengono portate in detrazione da circa 16 milioni di contribuenti, Rosella Orlandi non è riesciuta a trattenere l’entusiasmo.

Khawatmi: "Stanno per invaderci in 200mila"

«Un vero e proprio serpente umano che parte dal cuore dell’Africa sta portando verso le coste libiche centinaia di migliaia di persone. Serve subito un blocco navale della Marina per scongiurare ulteriori drammi e risolvere a monte il problema degli sbarchi». Se qualcuno gli dà del leghista lui salta sulla sedia. Radwan Khawatmi si batte da anni per l’integrazione degli immigrati in Italia. Nel 2008 è addirittura sceso in politica con il movimento Nuovi italiani, con l’obiettivo di sostenere il diritto di voto per i cittadini stranieri.

domenica 12 aprile 2015

Cinque punti di Pil a rischio senza ripresa o tagli di spesa

«Non ci sono tasse nuove, anzi è finito il tempo delle tasse da aumentare». Questa la solenne promessa di Matteo Renzi durante la conferenza stampa di venerdi sul Documento di economia e finanza. In effetti, di nuove tasse nel Def non si parla. Ci sono, però, quelle vecchie. E il conto è salatissimo. Euro più euro meno si tratta di 76,7 miliardi di ulteriori balzelli che pioveranno sulla testa degli italiani da qui al 2018. Si tratta di imposte ancora da incassare, ma già contabilizzate nel bilancio dello Stato attraverso il meccanismo infernale delle clausole di salvaguardia.

venerdì 10 aprile 2015

Confonde l'Eni con l'Enel. De Vincenti promosso braccio destro di Renzi

Chi ha lavorato al suo fianco lo definisce serio, preparato e competente. Anche se il biglietto da visita più recente del successore di Graziano Delrio è legato ad una clamorosa gaffe sulle partecipate. «Il governo metterà sul mercato una quota di Eni seguendo la stessa procedura adottata per Enel», ha annunciato il viceministro dello Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, lo scorso 17 marzo. Una dichiarazione al fulmicotone, che non ha intralciato una buona giornata di Borsa del Cane a sei zampe, ma ha costretto il ministero dell’Economia ad una repentina smentita. Poco dopo è tornato sui suoi passi pure De Vincenti. «Intendevo riferirmi alle quote Enel già messe sul mercato», si è giustificato, lasciando il dubbio che dietro lo scivolone ci fosse un’ipotesi di lavoro sfuggita più che una semplice confusione.

giovedì 9 aprile 2015

La sbandata a sinistra di Orfini: chiede la testa di De Gennaro

Solo qualche giorno fa aveva accusato Bersani di creare tensione nel Pd. Ieri, però, anche Matteo Orfini ha voluto dare il suo contributo, gettando una granata nel dibattito sulla sentenza della Corte Ue per il G8 di Genova. Forse travolto dall’indignazione di ritorno per i fatti della Diaz, complice anche un inconsueto commentino di Rizzo sul Corriere, all’ora di pranzo il presidente del Pd impugna il cellullare e twitta: «Lo dissi quando fu nominato e lo ripeto oggi dopo la sentenza. Trovo vergognoso che De Gennaro sia presidente di Finmeccanica».

mercoledì 1 aprile 2015

I francesi pronti a scendere da Italo

I francesi sarebbero pronti a gettare la spugna. È questa la voce che circola negli ambienti vicini ad Ntv all’indomani della rottura di una pace sociale che aveva finora accompagnato il cammino dell’operatore ferroviario privato.

martedì 31 marzo 2015

Dell'Utri indagato per ricettazione, gli sequestrano 20mila libri antichi

Per una volta invece di ascoltare noiosissime e incomprensibili telefonate gli ufficiali di polizia giudiziaria si sono dati alla lettura. Non si tratta di un corso di aggiornamento professionale, ma di una delicatissima inchiesta stile Dan Brown dove gli inquirenti sono a caccia di manoscritti rubati. Il ladro, manco a dirlo, risponderebbe al nome di Marcello Dell’Utri, che alla lunga lista di accuse (tra cui quella di concorso esterno in associazione mafiosa per cui è stato condannato in via definitiva a sette anni) stilata dai magistrati di mezza Italia da quando, nel 1994, decise di entrare in politica al fianco di Silvio Berlusconi, ora aggiunge anche la ricettazione e l’esportazione illecita all’estero di opere d’arte.

sabato 28 marzo 2015

I nuovi posti di lavoro sono i vecchi

Sui festeggiamenti in corso per la ripresa e per il jobs act, con la sortita del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sui presunti effetti miracolosi della riforma, è piovuto ieri il macigno dell’Istat, che ha certificato l’ennesima battuta d’arresto dell’economia italiana. A gennaio, dopo il risultato abbastanza positivo di fine 2014 (+1,4 su novembre e +0,9% sul 2013) il fatturato dell’industria è di nuovo diminuito dell’1,6% rispetto a dicembre e del 5,6% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Ancora peggio sono andati gli ordini che hanno accusato un calo del 3,6% congiunturale e del 5,5% sul 2015.

Un milione dalle auto blu, ma il buco è di 48 miliardi

Novecentomila euro in cassaforte. È questo, finora, l’incasso ottenuto dal governo dopo l’ultima tranche di auto blu vendute su eBay: 25 vetture, delle 33 messe all’asta, e tutte dal ministero della Difesa. Il percorso di razionamento delle auto blu da parte dell’esecutivo era iniziato con quel «venghino, signori, venghino» lanciato nel marzo 2014 dal premier Matteo Renzi. Ad un anno di distanza, si è conclusa la vendita di un’altra batteria di vetture, tutte provenienti dai parcheggi del ministero della Difesa.

venerdì 27 marzo 2015

Bankitalia sceriffo delle polizze. La Consob perde il primo pezzo

Si stringe l’assedio sulla Consob. Mentre il governo, a nove mesi dal ripristino del collegio a 5 membri, ha finalmente avviato la procedura per la selezione dei due posti vacanti che affiancheranno l’attuale presidente Giuseppe Vegas e i commissari Paolo Troiano e Anna Genovese, Bankitalia scende in campo per mettere un altro tassello nel progetto dell’authority unica già avviato sotto il governo Monti con il passaggio della vecchia Isvap (ora Ivass) sotto il controllo di Via Nazionale.
Terreno dello scontro è la bozza di decreto legislativo sul recepimento della direttiva Ue Solvency II.

martedì 24 marzo 2015

Col no alla cresta di Stato sull'Iva la Ue congela la legge di stabilità

Il dossier europeo su «split payment» e «reverse charge» è tutt’altro che archiviato. E i primi segnali che arrivano da Bruxelles non lasciano presagire nulla di buono per Palazzo Chigi, che nel nome della lotta all’evasione sta cercando di fare cassa rastrellando in anticipo l’Iva delle imprese. Il governo, per bocca del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, continua a sostenere che le novità fiscali sono già state promosse in blocco insieme al semaforo verde concesso dalla Ue sulla legge di Stabilità.

Anche Zapatero lo conferma: "Ci fu il golpe anti-Cav"

Nell’intervista alla Stampa di ieri Josè Luis Zapatero parla di molte cose. Dalla difficile situazione della Grecia («deve capire che l’euro non è il male») all’avanzata di Podemos («per me sono socialdemocratici, il paragone con M5S è sbagliato»).

sabato 14 marzo 2015

Renzi fa i selfie con gli operai, ma pensa alla guerra in Libia

La mattina nei cieli della Lombardia in elicottero, la sera a Sharm El Sheik. Più che una giornata di lavoro della più alta carica del governo sembra la trama di un cinepanettone. Ma Matteo Renzi è fatto così. Alla scenografia non vuole rinunciare. Malgrado le polemiche delle scorse settimane, dopo il guasto sulla rotta Firenze-Roma, sul pallino del premier per le trasvolate, anche ieri la visita ufficiale del presidente del Consiglio si è trasformata nel solito air show. Prima tappa, manco a dirlo allo stabilimento di Vergiate di AgustaWestland, la società di Finmeccanica che produce anche l’AW 139 con cui scorrazza Renzi.

domenica 8 marzo 2015

Il Pd ci fa pagare i cassintegrati Alitalia

Qualcuno, come i 36 piloti ex Alitalia e Meridiana pizzicati dalla Gdf, qualche settimana fa, aveva persino deciso di arrotondare la cassa integrazioni lavorando illegalmente all’estero. Un bel coraggio, considerato che grazie ai contribuenti italiani i dipendenti delle compagnie aeree in esubero possono intascare fino a 30mila euro lordi al mese.

sabato 7 marzo 2015

Giudici contro Mediaset. Inchiesta sull'Opa RaiWay

Ci voleva un’altra bella inchiesta giudiziaria a poche ore dalla decisione del Tribunale di sorveglianza di Milano sul ravvedimento di Silvio Berlusconi. Il tassello che mancava era quello dell’Opas Mediaset su Rai Way e a colmare il vuoto ci ha pensato un provvidenziale esposto dell’ex senatore dell’Italia dei Valori, nonché presidente dell’Adusbef, Elio Lannutti.

mercoledì 4 marzo 2015

La svolta sulla scuola di Renzi resta in ghiacciaia

Malgrado il «faticosissimo lavoro di cesello» fatto dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, fino a qualche minuto prima di apprendere la clamorosa inversione d marcia di Matteo Renzi, la riforma della scuola non prevede alcun decreto. E per ora non ci sarà neppure il ddl. Qualche ora dopo che il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi ha confermato lo stop del provvedimento d’urgenza (una decisione che ha lasciato «basita» la Giannini), da Palazzo Chigi, in serata, è arrivata anche la seconda fumata nera. Nessun disegno di legge, ma solo l’illustrazione delle linee guida di un provvedimento che sarà varato in un successivo Consiglio dei ministri. Probabilmente martedì prossimo. La mossa a sorpresa di Renzi, ha evidentemente creato una serie di intoppi tecnici che non hanno ancora trovato soluzione.

martedì 3 marzo 2015

Renzi trasforma i sindacati in agenzie di collocamento

Bastone e carota. Messi alla porta dal nuovo contratto flessibile a tutele crescenti, che ridimensiona gran parte delle garanzie previste dall’articolo 18, i sindacati si preparano a rientrare dalla finestra con le nuove norme sulle politiche attive per il lavoro. Potrebbero essere loro, infatti, a gestire il meccanismo di ricollocamento che costituirà la seconda gamba del jobs act. Il progetto, che dovrebbe vedere la luce in ulteriori decreti attesi per maggio, ruota intorno al  sistema di sussidi sul modello olandese già proposto un anno fa dal giuslavorista  rientrato nel Pd, Pietro Ichino. Il disoccupato viene preso in carico da un centro per l’impiego e, successivamente, da una agenzia per il lavoro. Quest’ultima può portare a termine il suo compito, e ricevere un cospicuo voucher che va dai mille fino ai 5-6mila euro, oppure ritirare l’assistenza se il disoccupato rifiuta le offerte.

giovedì 19 febbraio 2015

La cotta di renzi per Marchionne: "Mi gasa"

L’idillio tra i due è ormai profondo. «Sono gasatissimo dai progetti di Marchionne», ha esordito Matteo Renzi al principio di una giornata che lo ha portato dalla fabbrica di Mirafiori, al centro ricerche di General Motors fino al Politecnico di Torino. Qui, il premier ha rincarato la dose, spiegando che «questo è il Paese in cui un’azienda considerata cotta e decotta fino a dieci anni fa, si va a comprare una delle più grandi realtà automobilistiche americane. È impressionante come sono cambiati i rapporti. E il meglio deve ancora venire».

martedì 17 febbraio 2015

Il decreto poplari va in commissione e per il governo comincia il Vietnam

Mentre le procure e la Vigilanza continuano ad indagare sugli effetti collaterali della riforma, il dl inizia un iter parlamentare che si preannuncia tortuoso. In attesa delle prevedibili schermaglie politiche (quasi tutta l’opposizione è critica e anche molte componenti della maggioranza hanno storto il naso) ieri è stata la volta delle associazioni di categoria, che sono sfilate nelle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera per il primo giro di audizioni.

domenica 15 febbraio 2015

Tre procure setacciano la banca di papà Boschi per cercare carte false

Tre procure e tre filoni di indagine. La Banca popolare dell’Etruria e del Lazio è praticamente sotto assedio. Con buona pace del ministro Maria Elena Boschi, che cerca di minimizzare la bufera, l’istituto aretino si trova sempre più al centro dell’offensiva giudiziaria che ha travolto le popolari quotate. Per quanto riguarda l’inchiesta principale, e cioè il fascicolo aperto dalla procura di Roma in seguito alle denunce in Parlamento della Consob sugli andamenti di Borsa legati all’annuncio della riforma da parte del governo, gli sviluppi vedono una duplicazione sia degli uffici giudizari coinvolti sia delle ipotesi di reato. Ancora non c’è alcuna indagine formale, ma la procura di Milano,

giovedì 12 febbraio 2015

Il bluff di Vendola sulle pensioni. L'assegno resta e paghiamo noi

Tutto, prima o poi, ritorna. Compresi i vitalizi della Regione Puglia, che due anni fa Nichi Vendola diceva trionfante di aver spazzato via. L’era dei super assegni (fino a 10mila eruo mensili) che incassano i vecchi consiglieri, in effetti, si è chiusa il primo gennaio 2013. A 24 mesi di distanza, però, i deputati regionali, panettone in bocca e delibera alla mano, si sono presi una piccola rivincita. Sempre (in larga misura) a spese del contribuente.


La Robin Tax è incostituzionale. Renzi perde 1 miliardo all'anno

Un miliardo secco in meno con cui presentarsi agli esami di riparazione della Commissione europea del prossimo 27 febbraio. A pochi giorni dall’appuntamento con gli sceriffi di Bruxelles per l’approvazione della legge di stabilità sulla testa di Matteo Renzi è arrivata la tegola della Robin Tax, giudicata clamorosamente incostituzionale dopo 7 anni di applicazione. Uno scherzetto che potrebbe costare caro, considerata la perdita di gettito e gli zero virgola su cui si gioca il duello con la Ue.
D’altra parte, la Consulta ha fatto il possibile per limitare i danni.


mercoledì 11 febbraio 2015

Così il fisco potrà setacciare i nostri conti correnti

Il grande fratello fiscale affila gli artigli. Il progetto, che viaggia sottotraccia da anni, era stato annunciato qualche mese fa. Obiettivo: fare in modo che il fisco abbia a portata di mouse la possibilità di controllare in qualsiasi momento anche il più piccolo dettaglio della vita finanziaria, lavorativa, sociale e anche biologica di ogni singolo contribuente. Tutto, ovviamente, nel nome della lotta all’evasione e della semplificazione, che dovrebbe passare per il progressivo trasferimento di una serie di adempimenti fiscali (vedi il 730 precompilato) dal cittadino all’amministrazione.

domenica 8 febbraio 2015

Il nuovo catasto inventerà le stime

Il secondo decreto dedicato alla riforma del catasto è ancora in fase di stesura finale, in vista della annunciata presentazione al Consiglio dei ministri del 20 febbraio. Quello che inizia a trapelare dalle prime indiscrezioni, però, non promette nulla di buono. La possibilità di errori e supervalutazioni del valore degli immobili calcolato sui prezzi di mercato è così alta che il governo avrebbe deciso di applicare un abbattimento standard del 30% per le case e del 20% degli altri immobili. Una sorta di franchigia per tentare di centrare l’obiettivo dell’invarianza di gettito finale che la maggior parte dei tecnici, considerate i fattori in campo, giudica praticamente irraggiungibile.

I sindacati spieranno i nostri redditi

Non bastava Serpico. Oltre agli ispettori dell’Agenzia delle entrate e al cervellone elettronico custodito nei sotterranei della Sogei (il cui minaccioso acronimo significa Servizi per i contribuenti) tra qualche mese il Grande fratello fiscale si allarga ai sindacati e ai loro Caf.
Dal prossimo 15 aprile, infatti, che lo vogliate (e lo sappiate) o no, il vostro stipendio, le vostre case, le vostre polizze e gran parte della vostra vita tradotta in spese detraibili o deducibili finiranno online sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

sabato 7 febbraio 2015

Unicredit pronta a lasciare l'Abi. Inizia l'era delle lobby fai-da-te

Anche l’ultima roccaforte delle associazioni datoriali si prepara a capitolare. Dopo Confindustria, Ance e Ania, pure l’Abi, storica associazione di rappresentanza dei banchieri, potrebbe subire il primo clamoroso esodo. A sferrare il colpo, secondo quanto circola con insistenza da diverse settimane, sarebbe Unicredit, stufa di duellare con i sindacati su un contratto (disdettato dallo scorso 31 dicembre) diventato troppo stretto per le esigenze della seconda banca italiana.

Declassata mentre tratta. Minaccia finale alla Grecia

Il terreno inizia a franare sotto i piedi di Alexis Tsipras. In attesa del vertice straordinario dell’Eurogruppo, convocato per l’11 febbraio, alla vigilia del Consiglio Ue e lo stesso giorno in cui finirà per le banche greche la possibilità di attingere ai prestiti Bce, la situazione non lascia intravedere molti segnali di miglioramento.

mercoledì 4 febbraio 2015

L'Inps ha già bruciato il regalo di Letta

La Corte dei Conti un anno fa l’aveva detto chiaro e tondo: «Le risorse previste dalla legge di stabilità per ripianare il rosso dell’Inps e riportare il patrimonio in attivo non appaiono in grado di incidere sul deficit strutturale dell’istituto sia nelle gestioni del lavoro pubblico sia in quelle del lavoro privato». La conferma della profezia è arrivata ieri dal bilancio preventivo approvato dal Civ. Malgrado i 21,7 miliardi offerti in dono dall’allora premier Enrico Letta (per sanare il pasticcio contabile della gestione Inpdap creato ai tempi del governo Prodi e il disastro provocato dall’incorporazione della previdenza pubblica nel Superinps voluto da Mario Monti) l’istituto nel 2015 registrerà l’ennesimo rosso di bilancio.

martedì 3 febbraio 2015

Tsipras va a Berlino. Angela non lo riceve

Matteo Renzi e Angela Merkel, stando a quanto riferiscono fonti del governo tedesco, sarebbero «uniti» sulla questione Grecia. Se il primo, però, oggi accoglierà Alexis Tsipras a braccia aperte, per giunta nel giorno in cui Sergio Mattarella presterà il suo giuramente per il Quirinale, la seconda di incontrare il neo premier di Atene non vuole saperne. Questa almeno la versione riportata ieri mattina dall’agenzia Blooomberg, secondo cui il cancelleiere tedesco vorrebbe evitare qualsiasi faccia a faccia e starebbe puntando i piedi anche sul tentativo di organizzare un incontro a margine del Consiglio europeo del 12 febbraio.

venerdì 30 gennaio 2015

Concessioni alle autostrade, Cantone stoppa lo Sblocca Italia

Il sospetto che nello sblocca Italia ci fosse un regalino alle autostrade a qualcuno era venuto. Da subito, ad esempio, il senatore di FI Lucio Malan aveva messo in dubbio l’opportunità di concedere la proroga delle concessioni senza gara, così come previsto dall’articolo 5 del decreto, in presenza di operazioni di unificazione delle tratte. «In questo modo gli automobilisti», aveva denunciato Malan, «continueranno a pagare pedaggi cinque o sei volte più alti di quanto si dovrebbe fare per pagare la sola manutenzione».

mercoledì 28 gennaio 2015

Effetto Ilva di Stato: fornitori al lavoro gratis

A poco più di un mese dalla nazionalizzazione voluta da Matteo Renzi, il caos all’Ilva di Taranto non poteva essere più totale. I sindacati se la prendono con Confindustria, Confindustria attacca il governo e il governo richiama tutti ai propri doveri, alimentando una guerriglia dagli esiti assai incerti. Ad incendiare un altro po’ gli animi ci ha pensato lo stesso commissario straordinario Piero Gnudi con una bella missiva inviata il 23 gennaio alle imprese che lavorano per il complesso siderurgico.

martedì 27 gennaio 2015

Passera. "La Grecia ce la farà. E' Renzi che porta l'Italia verso il disastro"

La Grecia non lo preoccupa più di tanto. «Credo che alla fine ci sarà un accordo con l’Europa, se poi Atene deciderà di uscire dall’euro sarà un problema gestibile. Ma i patti vanno onorati. Abbiamo prestato alla Grecia 40 miliardi. Sono soldi dei contribuenti che vanno restituiti». Tutt’altra la previsione sull’Italia, dove secondo Corrado Passera «i quattro populismi» che occupano la scena politica stanno portando il Paese al «disastro».

mercoledì 14 gennaio 2015

Il lamento di re Giorgio: "Il Quirinale era una prigione"

«Sono contento di tornare a casa. Qui si sta bene è tutto molto bello, ma si sta un po’ chiusi e si esce poco. È un po’ come una prigione». Ha voluto chiudere in bellezza Giorgio Napolitano, consegnando all’Italia e alla storia, nel suo ultimo giorno da presidente della Repubblica, un’immagine bizzarra  del colle più alto di Roma. Con tutto il rispetto per la battuta, è difficile cogliere la metafora, considerato che la «prigione» di cui parla Napolitano è una modesta residenza cinquecentesca di 110.500 metri quadri: il più grande palazzo presidenziale al mondo, il sesto in termini assoluti, grande oltre 20 volte l’intero complesso della Casa Bianca.

Sei anni di fisco nelle mani dei giudici

Dopo il danno, arriva inevitabile la beffa. Tra errori, gabole, sviste e imprecisioni, gran parte dei provvedimenti fiscali con cui i governi hanno prosciugato le tasche dei contribuenti potrebbe essere illegittima. L’elenco degli inciampi è lungo e articolato. Si va dalla vecchia Robin Tax all’imposta di successione, dagli sgravi alle onlus all’Imu, fino al recentissimo Jobs Act.

venerdì 9 gennaio 2015

I prezzi delle case invertono la rotta. Ma l'Imu zavorra

L’effetto Imu si fa ancora sentire, ma in fondo al tunnel comincia a vedersi un piccolo spiraglio. Nel terzo trimestre del 2014, secondo quanto rilevato dall’Istat, l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie è sceso dello 0,5% sul trimestre precedente, segnando una flessione per il 12esimo trimestre di fila. Più robusto il calo rispetto allo stesso periodo del 2013, che segna un -3,9%.

giovedì 8 gennaio 2015

L'Iva ridotta sugli e-book resta in tasca agli editori

Doveva essere una vittoria della cultura e del Paese. Si è rivelata l’ennesima beffa per il contribuente.
Il 31 dicembre, poco prima di pranzo, il ministro Dario Franceschini twittava orgoglioso: «Da domani Iva su ebook scende in Italia dal 22 al 4%».
A molti era sembrato impossibile che nel Paese dei balzelli e delle gabelle una tassa potesse scendere. Eppure, alla fine, l’emendamento del governo alla legge di stabilità è passato. Sette milioni di gettito persi e un duello con l’Unione europea. Questo il costo della misura con cui dal primo gennaio 2015 l’imposta sui libri elettronici è stata equiparata a quella degli omologhi cartacei.