venerdì 15 maggio 2015

Il cocco di Renzi Andrea Guerra accusato di elusione

Elusione fiscale per decine di milioni di euro. È questo il macigno piombato sulla testa di Andrea Guerra, finito nel mirino della procura di Belluno insieme ad altri 7 ex manager della Luxottica.
Nell’ultimo anno l’imprenditore amato da Matteo Renzi è stato candidato praticamente a tutto. Dal governo all’Eni, dalla Rai alla poltrona di sindaco di Milano. Alla fine Guerra si è accontentato di un posto da consulente, come «consigliere strategico del presidente del Consiglio per le politiche industriali e le relazioni con la business community».

L’incarico è vago, ma c’è chi assicura che sulla sua scrivania  siano passati tutti i dossier più caldi dell’ultimo periodo: dall’Ilva alla Whirlpool, dalle Poste alle Popolari. Il premier se lo porta in giro un po’ dappertutto. E’ al suo fianco nelle riunioni di Palazzo Chigi, ma anche nelle visite ufficiali in Russia, Australia, Indonesia.
Da un po’ si vocifera che il manager, uscito a settembre da Luxottica con una liquidazione di appena 46 milioni di euro, sia a caccia di aria nuova. E sembra ormai certo che la destinazione sia la Eatealy di Oscar Farinetti, altro grande amico di Renzi. A complicare il passaggio da Palazzo Chigi all’impresa del gusto è però arrivata la magistratura, che in questi giorni ha chiuso l’inchiesta per dichiarazione infedele nei confronti di 7 amministratori della Luxottica tra il 2007 e il 2012. Tra gli indagati non c’è il patron Leonardo Del Vecchio, ma c’è l’ex ad Guerra.

Secondo l’accusa il gruppo non avrebbe attuato la cosiddetta «transfer pricing policy», ossia l’impegno a mantenere i prezzi per lo  lo scambio di beni e servizi fra società appartenenti a una stessa multinazionale entro i margini dei valori di libero mercato. Obiettivo: pagare meno tasse. Tranne il 2007, dove ci sarebbe un maggiore imponibile di 75 milioni, negli altri anni i pm avrebbero riscontrato minori imposte che vanno dai  44 milioni del 2008 ai 22 milioni del 2011. Lo snellimento dell’imponibile sarebbe stato ottenuto, secondo le accuse, proprio grazie alla non applicazione del corretto prezzo con i grossisti all’estero, come Luxottica Grecia, Turchia, Olanda, Belgio e tante altre.

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