mercoledì 13 maggio 2015

Numeri sgraditi sull'occupazione? Il governo prepara il bavaglio

Gli occupati nei primi tre mesi dell’anno sono aumentati o no? Nessuno, anche tra i più esperti, lo ha capito con esattezza. Una cosa, però, è certa: l’imbarazzante balletto delle cifre sull’andamento del mondo del lavoro ha irritato non poco il governo. Al punto che, con la scusa di evitare confusioni nei cittadini, si sta pensando di imbavagliare tutte le voci sgradite, affidando la regia delle comunicazioni ufficiali a Palazzo Chigi. Un po’come si faceva una volta con i vecchi uffici per la propaganda.

Lo spettacolo offerto dalle istituzioni negli ultimi mesi, in effetti, non è stato dei migliori. Il primo a scendere in pista per celebrare gli straordinari effetti delle riforme del governo è stato Tito Boeri. Bruciando tutti sul tempo, il neo presidente dell’Inps a metà marzo ha rivelato che in 20 giorni le decontribuzioni sono state richieste da ben 76mila aziende. Qualche settimana più tardi è arrivato il bollettino del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che, preso dall’euforia, ha voluto anticipare la periodica rilevazione trimestrale delle comunicazioni obbligatorie dei rapporti di lavoro fornendo i dati di gennaio e febbraio. «Nei primi due mesi del 2015», ha sbandierato alla fine di marzo, «sono stati attivati 79mila contratti a tempo determinati, il 38,4% in più sul 2014». Bello. Ma quanti contratti sono stati cessati? Questo il ministro non lo ha detto, lasciando in molti il dubbio che i festeggiamenti fossero prematuri.

Alla fine di aprile Poletti ha bissato. A marzo, ha rivelato, questa volta facendo il saldo tra attivazioni e cessazioni, «sono stati siglati 92mila contratti in più rispetto al 2014». Qualcuno aveva appena iniziato a crederci, quando il 30 aprile è arrivata la doccia gelata dell’Istat. La disoccupazione a marzo è tornata al 13%, quella giovanile è schizzata oltre il 43%, Quanto ai posti di lavoro, rispetto a febbraio sono calati di 52mila unità e rispetto a marzo 2014 addirittura di 138mila.
Finito? Macché. Un paio di giorni fa è tornato alla carica Boeri, spiegando che in tre mesi i nuovi contratti a tempo indeterminato sono stati 470mila.

Chi ha ragione? Probabilmente un po’ tutti. L’Inps, ad esempio, registra solo i rapporti di lavoro dipendente. Mentre le comunicazioni al ministero del Lavoro comprendono anche i parasubordinati e tutte le altre forme di precariato. In entrambi i casi si tratta di flussi. Cosa diversa dall’Istat, che prende in esame tutte le forme di lavoro ed analizza lo stock di occupati, ma lo fa su base campionaria, come ha recentemente ricordato, con un pizzico di polemica, lo stesso Boeri.
In tutti i casi siamo di fronte a dati parziali. Resta il fatto, però, che l’Istituto nazionale di statistica è l’unico certificatore ufficiale dell’occupazione nel nostro Paese e che suoi sono i dati forniti ad Eurostat (attraverso procedure di rilevazione armonizzate a livello europeo) su cui poi Bruxelles emette i suoi verdetti nei confronti dell’Italia.

D’altra parte, al di là delle periodiche disquisizioni sulla metodologia ustata in alcuni casi per l’elaborazione dei dati, nessuno ha mai messo veramente in discussione il ruolo e l’autorevolezza dell’Istat. Finora.
Il continuo e caotico accavallarsi delle comunicazioni sui posti di lavoro nelle scorse settimane ha, però, dimostrato quanto sia vitale per il governo puntellare con cifre il cammino delle riforme. Un’operazione a cui l’Istat, suo malgrado, non è riuscita a dare un sostegno con i suoi freddi e monotoni dati che, puntualmente, hanno rovinato la festa.

Di qui l’ideona di Poletti. «Con Istat e Inps», ha annunciato ieri da Napoli durante la Giornata della previdenza, «il ministero del Lavoro sta lavorando per costruire una comunicazione coordinata e condivisa che metta insieme i dati in possesso dei vari istituti relativi alle dinamiche del mercato del lavoro». Non è chiaro cosa si intenda per «coordinata e condivisa», essendo dati disomogenei. Ma la sensazione è che, se il progetto va in porto, le sorprese sull’occupazione siano appena iniziate.

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