venerdì 31 maggio 2013

Fiat lascerà l'Italia. Parola di Elkann

Avanti tutta sulla fusione con Chrysler, piena fiducia a Sergio Marchionne e addio all'Italia di Fiat Industrial. Nessun ripensamento, nessun cambio di rotta. Intervenendo all'assemblea di Exor il presidente e ad John Elkann (che ricopre lo stesso incarico in Fiat) ha confermato tutti gli obiettivi del gruppo. Primo fra tutto quelli americano: «È molto prematuro dire oggi come avverrà e di cosa c'è bisogno. Ciò che è sicuro è che da parte di Exor c'è l'assoluta convinzione che bisogna andare avanti e che Fiat e Chrysler devono avere un futuro insieme». 

giovedì 30 maggio 2013

Berlino inquina, noi facciamo i virtuosi

L’Italia ambientalista festeggia. Forse. Secondo le stime diffuse ieri da Eurostat il nostro Paese è ancora al terzo posto per livello di emissioni di CO2, con 366 milioni di tonnellate prodotte, ma nel 2012 siamo a pieno titolo nel gruppo degli Stati virtuosi che hanno sforbiciato di più la quota di gas nocivi rilasciata nell’atmosfera.

Per promuoverci l'Europa ci impone ancora sacrifici

Sei raccomandazioni stringenti con paletti invalicabili su Imu, Iva e spesa pubblica. Una serie infinita di compiti a casa e una raffica di allarmi sulle criticità del sistema Italia. Per essere una promozione, quella arrivata ieri da Bruxelles somiglia molto ad una camicia di forza. Il tanto atteso stop alla procedura d’infrazione per deficit eccessivo è puntualmente arrivato. Ma dopo aver letto il documento che accompagna la decisione, viene il dubbio che sia andata di gran lunga meglio a Francia, Spagna, Polonia e Slovenia, che hanno incassato due anni di proroga per riportare il deficit sotto il 3%. Regalo che il premier francese, Francois Holland, ha addirittura accolto con stizza, replicando alle richieste di Bruxelles sulla riforma delle pensioni con un secco: «La Commissione non ci dica ciò che dobbiamo fare». Persino il Portogallo (così come i Paesi Bassi) è riuscito ad incassare un anno di sconto.

mercoledì 29 maggio 2013

"Lo Stato ha perso 90 miliardi". E' la prova: le manovre erano inutili

«L’adozione di una linea severa di austerità non ha impedito che gli obiettivi programmatici assunti all’inizio della legislatura fossero mancati». In altre parole, la valanga di tasse che i governi ci hanno fatto pagare negli ultimi anni non è servita a nulla. A più di qualcuno il sospetto era già venuto da tempo. A mettere nero su bianco il fallimento delle politiche di lacrime è sangue ci ha pensato ora la Corte dei Conti che, numeri alla mano, ha tracciato il bilancio della legislatura appena conclusa nel Rapporto 2013 sul coordinamento della finanza pubblica. Non è la prima volta che i magistrati contabili puntano il dito sugli effetti perversi dell’austerity, che alla fine della fiera, a forza di impoverire il Paese, toglie alle casse pubbliche più di quello che porta. Il consuntivo degli ultimi cinque anni di governo non solo conferma la tesi, ma offre un quadro che va oltre ogni peggiore previsione.

martedì 28 maggio 2013

Pagano solo i debiti del Sud. E il Nord si ribella

Sale la tensione sulla questione settentrionale. Se il Nord è sull’orlo del baratro, i governatori vogliono che le tasse restino sul territorio. Dopo l’allarme lanciato in occasione dell’assemblea annuale dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, sul rischio di tracollo della parte produttiva del Paese, i presidenti delle Regioni Lombardia, Piemonte e Veneto scendono in campo per chiedere che almeno il 75% dei tributi versati dai cittadini non finisca nelle casse dello Stato centrale per essere poi destinato al finanziamento della spesa pubblica generale o redistribuito alle Regioni del Sud.

domenica 26 maggio 2013

Letta vede Alfano e lo gela: niente soldi per la crescita

Mentre i tecnici si arrovellano sulle questioni fiscali e di bilancio, sulla testa di Enrico Letta piomba la prima grana politica del suo mandato. Al termine di una settimana di fuoco, iniziata con l’accusa per Emilio e Adriano Riva di aver fatto sparire nei paradisi fiscali 1,2 miliardi e finita con il maxisequestro di 8,1 miliardi disposto dal Gip di Taranto, ieri si è dimesso in blocco tutto il cda dell’Ilva. La notizia è arrivata dopo il consiglio di ieri mattina a Milano: tre ore di riunione al termine della quale il presidente Bruno Ferrante, l’ad Enrico Bondi e il consigliere Giuseppe De Iure hanno presentato le dimissioni a partire dal 5 giugno, giorno in cui è stata convocata l’assemblea.

Il Nord dà 100 miliardi al Sud e paga 500 euro di tasse in più

Tartassati e mazziati. Ieri Giorgio Squinzi è tornato a lanciare l’allarme sulla crisi del Settentrione. «In Italia», ha detto il leader di Confindustria, «abbiamo una questione meridionale seria, ma abbiamo anche un Nord che ha rallentato. I suicidi degli imprenditori sono concentrati essenzialmente al Nord, in modo particolare nel Veneto una delle regioni che si è trasformata di più nel dopoguerra». Lo sa bene il governatore Luca Zaia, che ieri, dalle pagine del Corriere della Sera, si è schierato senza esitazione al fianco di Squinzi. «Finalmente», ha detto il governatore del Veneto, «qualcuno che parla chiaro: non c’è sviluppo senza il Nord, non ci sarà nuovo lavoro e reddito se non si toglieranno di mezzo i vincoli, le leggi, i gravami fiscali e contributivi che impediscono di fare impresa».

sabato 25 maggio 2013

I partiti si tagliano i rimborsi. A parole

Sarà colpa del suo amore per l’Europa. Sta di fatto che Enrico Letta è uscito dal Consiglio dei ministri di ieri (che ha anche rinviato i dossier su ecobonus e agevolazioni edilizie) con un risultato che ricorda molto da vicino quelli dei grandi vertici di Bruxelles: sullo stop del finanziamento pubblico ai partiti c’è l’accordo, ma non la legge.

venerdì 24 maggio 2013

Squinzi vede l'Apocalisse: stiamo bruciando 50 anni

Fisco, riforme, innovazione, lavoro, ma soprattutto «crescita». Perché il Nord è «sull’orlo del baratro» e rischia di trascinare l’intero Paese «indietro di mezzo secolo». Giorgio Squinzi non usa mezzi termini per descrivere la crisi italiana. Parla di un’economia soffocata da tasse e burocrazia, strozzata dalla mancanza di credito (50 miliardi di prestiti in meno negli ultimi 18 mesi, come nel dopoguerra), azzoppata dall’assenza di modernizzazione e competitività.

giovedì 23 maggio 2013

Giovannini gela gli ottimisti: "I 12 miliardi non si trovano"

Dodici miliardi per il lavoro? «La vedo difficile». Così, senza troppi fronzoli, Enrico Giovannini ha gelato le speranze di chi nei giorni scorsi, anche con lo zampino di alcune ottmistiche indiscrezioni di stampa, aveva pensato che i primi interventi concreti del governo fossero dietro l’angolo. L’incontro di ieri con la parti sociali, come del resto era previsto, è stato solo il primo passo di un percorso che si prennuncia tutt’altro che rapido. «Il governo considera una priorità» la lotta alla disoccupazione, ha detto il ministro del Lavoro, ma le risorse ancora non ci sono. «Stiamo lavorando su ipotesi costose e meno: sulla base delle compatibilità economiche si lavorerà su quelle più efficaci», ha detto Giovannini, che ha comunque assicurato che è in corso una serie di analisi molto dettagliata sulle risorse e sui fondi disponibili.

Letta canta vittoria ma la Merkel lo snobba

Malgrado i toni ultimativi e bellicosi della vigilia («l’Europa così com’è non basta più, andiamo a trattare con la schiena dritta», aveva detto martedì Enrico Letta), ieri il vertice di Bruxelles si è svolto come doveva svolgersi: una discussione su energia ed evasione fiscale, i due temi all’ordine del giorno. Esiguo, se non nullo, lo spazio dedicato alle questioni che stanno a cuore all’Italia. E allo stesso premier. Con la cancelliera tedesca Angela Merkel che, abbandonando il summit, gli è passata accanto senza salutarlo e senza neanche degnarlo di uno sguardo. In barba alla promessa di Letta di non far «tornare l’Italia oggetto di scherno».

mercoledì 22 maggio 2013

La gaffe del renziano Farinetti: "I miei Eataly? Alcuni senza licenza"

Vuole rifondare il Pd, cambiare il Paese, scendere in campo per combattere l'illegalità e il discredito dell'Italia nel mondo. Nel frattempo, però, apre negozi senza le autorizzazioni, come fosse un furbetto qualsiasi. A nessuno, intendiamoci, verrebbe mai in mente di puntare il dito su Oscar Farinetti , ambasciatore riverito e celebrato del made in Italy culinario nel mondo, guru della nuova sinistra, grande elettore di Matteo Renzi. Se la notizia arriva dalla sua viva voce, però, non possiamo che prenderne atto.

sabato 11 maggio 2013

Tributo unico su casa e rifiuti. La stangata arriverà in autunno

Gli approfondimenti tecnici su Imu e Cig dureranno una settimana. Giusto il tempo di permettere a Fabrizio Saccomanni di presenziare al G7 britannico, di tornare domani nell’abbazia toscana di Spineto per il ritiro di governo, e di ripartire in fretta e furia per Bruxelles, dove lunedì si terrà l’Eurogruppo e martedì l’Ecofin. Un tour de force che consentirà al ministro dell’Economia di annusare le prime reazioni internazionali, confrontarsi con il premier Enrico Letta e i colleghi di governo, e chiedere poi all’Europa il via libera definitivo, con tanto di rassicurazioni sulla chiusura della procedura d’infrazione a fine maggio.

venerdì 10 maggio 2013

L'Italia ha 75 miliardi di gas e greggio

Settantacinque miliardi di risorse aggiuntive in dieci anni. Non servono miracoli, ma trivelle. Il tesoro è custodito nel sottosuolo e aspetta solo che qualcuno si metta a scavare. Un disturbo di cui il governo dovrebbe e potrebbe farsi carico, considerata l’infinità di dossier aperti sul tavolo, tra Imu, Cig, esodati e cuneo fiscale, piuttosto che continuare a raschiare il fondo del barile.

Letta rinvia il taglio delle tasse: serve il via libera dell'Europa

Un bluff, una mossa obbligata, una strategia sapiente. Sta di fatto che l’Imu non viene cancellata, né sospesa, ma al massimo rinviata a settembre. Per quanto riguarda la Cig, i fondi verranno recuperati raschiando il barile delle risorse già stanziate nell’ambito delle politiche per il lavoro. Sarebbe questo l’orientamento del governo, che ieri, però, in sede di Consiglio dei ministri non ha neanche trovato la forza di andare fino in fondo, lasciando la questione aperta fino all’inizio della prossima settimana allo scopo di approfondire alcuni dettagli tecnici.

giovedì 9 maggio 2013

La Corte dei Conti smonta Monti: «Molte misure senza copertura»

Pasticciata, scorretta, inaffidabile. È difficile, andando indietro nel tempo, trovare una bocciatura della Corte dei Conti così netta come quella piombata ieri sull'ultima manovra finanziaria dell'ex premier Mario Monti. Una mazzata che apre anche, con i dubbi su coperture e stime di gettito messi nero su bianco dai magistrati contabili, scenari inquietanti su un possibile buco di bilancio con cui il governo Letta potrebbe dover fare i conti. Non è un caso che il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, stia da giorni effettuando una rigorosa ricognizione sui conti pubblici. Una mossa che, evidentemente, l'ex dg di Bankitalia ha ritenuto necessaria prima di impegnarsi sulle misure correttive annunciato dal premier e allo studio di governo e maggioranza. 

martedì 7 maggio 2013

Dai milioni allo Ior al caso Pecorelli: su Andreotti quanti misteri irrisolti

Piano Solo, Calvi, Sindona, la P2, Gladio, Moro, Dalla Chiesa, Pecorelli... non c’è mistero, scandalo, omicidio, dossier o episodio oscuro della storia della Repubblica italiana che non sia stato, in un modo o nell’altro, collegato a Giulio Andreotti. Una delle ultime vicende in ordine di tempo è quella che lega il sette volte presidente del Consiglio scomparso ieri all’eta di 94 anni ai segreti dello Ior, la banca del Vaticano su cui da sempre si concentrano le attenzioni di giornalisti, scrittori, e dietrologi di mezzo mondo.

domenica 5 maggio 2013

L'Imu si pagherà (più cara)

La tolgono, ce la ridanno, la diminuiscono. Il rischio, purtroppo, è che alla fine l'Imu la pagheremo lo stesso. E anche più salata. La questione dell'imposta municipale tiene da mesi gli italiani con il fiato sospeso. Prima la gara in campagna elettorale a chi la odiava di più. 

sabato 4 maggio 2013

Equitalia rischia la condanna in Europa

Usura legalizzata? Tassa sulla tassa? La palla, ora, passa all’Europa. Saranno i giudici della Corte di Giustizia Ue ha decidere se i compensi dovuti ad Equitalia per il servizio di riscossione rispettano le norme comunitarie. A chiamare in causa l’organismo di Lussemburgo è stata, con l’ordinanza dello scorso 29 gennaio, la Commissione tributaria provinciale di Latina.

Riforme, poltrone, soldi: per Letta una grana al giorno

Lunedì serà andrà a Madrid dal premier Mariano Rajoy per uno strascico di tour europeo. La mattina sarà prima all’Expo di Milano e poi, subito dopo, alla Borsa, per seguire la relazione annuale della Consob. Nel corso della settimana è poi previsto un incontro col presidente dell’Europarlamento, Martin Schulz, e col segretario di Stato Usa, John Kerry. Ma le speranze degli italiani di avere ragguagli sul programma, visti come sono andati gli impegni pubblici dei giorni scorsi, sono appese anche all’ospitata da Fabio Fazio a Che tempo che fa, prevista per domenica sera. Delle serie: non si butta via niente.

venerdì 3 maggio 2013

Letta in tour prende solo sorrisi

Il libro dei sogni si ingrossa, alimentandosi degli abbracci e dei sorrisi che Enrico Letta ha raccolto nel corso del suo tour per presentarsi alle cancellerie europee. Il neo premier si dice convinto che l’Europa saprà capire il nuovo corso dell’Italia offrendo sostegno e collaborazione. «Torno a Roma più ottimista di quando sono partito», ha detto ieri, perché in tutte le capitali che ho visitato ho constatato come «ci sia una consapevolezza che ci accomuna: i cittadini europei devono vedere l’Europa come strumento di soluzioni positive non di cose negative». E ancora: «Ho trovato un terreno ben arato e ho colto quanto sia importante il ruolo dell’Italia e quanto noi vogliamo giocarlo».
Nel suo girovagare, del resto, non ha ricevuto altro che consensi e disponibilità. Il capo dell’Eliseo, Francois Hollande, si è detto addirittura «felice» per l’arrivo «dell’amico Enrico», producendosi in calorose e prolungate strette di mano. Persino la dura cancelliera tedesca Angela Merkel, è sembrata più mansueta, assicurando che con il governo italiano si portà lavorare bene. Un clima di euforia che ha spinto la Commissione Ue a dirsi «fiduciosa» di poter chiudere la procedura per deficit eccessivo a carico dell’Italia. Con il presidente Josè Manuel Barroso che ha attribuito a Letta un «alto senso di responsabilità» e «la capacità di costruire ponti».


Per rispettare gli obblighi europei pagheremo 250 miliardi in 5 anni

Duecentocinquanta miliardi di euro. È questo il regalino che ci arriva dall’Europa per i prossimi cinque anni. La cifra può sembrare mostruosa, ma la realtà è che si tratta di una stima al ribasso. Il cambiamento di alcune variabili macroeconomiche e degli accordi stipulati in sede internazionale potrebbe infatti far lievitare ulteriormente l’impatto sui nostri conti pubblici degli impegni con Bruxelles. La stangata micidiale è il frutto del combinato disposto dei patti sottoscritti dal governo e ratificati dal Parlamento italiano relativi al programma di aiuti Ue, all’accordo Euro Plus, al Six Pack e al Fiscal Compact. Una raffica di vincoli rafforzata dall’inserimento in Costituzione dell’obbligo di equilibrio strutturale di bilancio.