giovedì 30 ottobre 2014

Zigliotto (PopVicenza): "Gli stress test? Un pacco preconfezionato"

«Un pacco precofenzionato». Non ci gira intorno Giuseppe Zigliotto. «Gli stress test», spiega il presidente degli industriali di Vicenza nonché consigliere di Pop Vicenza, banca che evitato per un soffio la bocciatura della Ue, «sono stati costruiti con una logica ben precisa, che punisce il sistema italiano, valorizzando i nostri punti di debolezza e penalizzando i nostri punti di forza».

sabato 18 ottobre 2014

Sgravi Irap finanziati con aumenti Irap

Agevolazioni col trucco. Nella fretta di applaudire i tagli di Matteo Renzi non tutte le imprese si sono accorte che l’introduzione dei maxi sconti fiscali previsti dalla legge di stabilità non è affatto a costo zero. Anzi, gran parte degli sgravi sarà finanziata, se il testo della manovrà resterà quello che circola in queste ore, dall’abolizione di misure precedenti sempre volte ad abbattere il costo del lavoro. Il risultato è l’ennesima partita di giro, dove i numeri reali del beneficio alle imprese risultano molto inferiori a quelli urlati dal premier a colpi di «slide».

Renzi taglia la Lombardia e salva gli spreconi siciliani

Buoni e cattivi tutti dalla stessa parte della lavagna. Anzi, in alcuni casi i buoni finiscono dal lato dei cattivi e viceversa. È questo, secondo quasi tutti i governatori, compresi quelli «amici» delle regioni rosse, l’effetto perverso del taglio di 4 miliardi  previsto dalla legge di stabilità.
Il criterio della ripartizione dei sacrifici ancora non è noto. La bozza della manovra si limita a prevedere che il contributo delle autonomie locali andrà cercato «in ambiti di spesa e per importi complessivamente proposti in sede di autocoordinamento, dalle regioni con intesa sancita dalla conferenza permanente per i rapporti con lo Stato». In altre parole, le sforbiciate saranno autogestite fino al raggiungimento dell’importo richiesto. Purché le regioni trovino l’accordo entro l’anno. Dopodiché, interverrà il governo per decreto.

mercoledì 15 ottobre 2014

"Violati i patti sul deficit". L'Europa vuole bocciarci

Dai 2 agli 11 miliardi di correzione aggiuntiva dell’indebitamento. Sono queste le cifre che ancora ballano nella trattativa con l’Europa sulla legge di Stabilità. Trattativa che secondo fonti vicine alla Commissione Ue non è affatto in discesa. Ieri, al termine della riunione Ecofin di Lussemburgo (che ha tra l’altro approvato l’accordo per la fine del segreto bancario nell’Ue dal 2017), il ministro dell’Economia ha confermato che per il 2015 è previsto un aggiustamento strutturale del deficit  dello 0,1%. «Il Def », ha spiegato Pier Carlo Padoan, «va nella direzione giusta. A un ritmo più lento, ma accelerando sulle riforme». Il ritardo, rispetto a quanto si prevedeva all’inizio dell’anno, è stato dovuto al fatto che «le previsioni di crescita per il 2015 erano dell’1,1% superiori».

Caos tra i ministri sui numeri reali. L'incubo: correzione aggiuntiva da 11 miliardi

A poche ore dal Consiglio dei ministri, previsto per oggi alle 15, il caos sulla legge di Stabilità è totale. Mentre il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, a Lussemburgo, e il premier Matteo Renzi, via telefono, trattano con la Ue per evitare una stangata da 11 miliardi di correzione aggiuntiva, a Roma nessuno conosce il contenuto della manovra da 30 miliardi annunciata dal presidente del Consiglio. In mattinata, prima del voto del Parlamento sul Def che ha dato il via libera allo slittamento al 2017 del pareggio di bilancio, il viceministro dell’Economia, Enrico Morando, e il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei, si presentano alla riunione del gruppo con una bozza di manovra da 20 miliardi già superata dalle parole dello stesso premier e ammettono di non avere «dati certi sull’ammontare totale». Intervistato dal Corriere il sottosegretario Graziano Delrio assicura che il Tfr sarà fuori dalla manovra. Poi nel pomeriggio il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, dice che invece «è probabile». E subito il braccio destro del premier si corregge: «Il governo ci sta concretamente lavorando».

martedì 14 ottobre 2014

Più fisco, meno lavoro, debito record. Chi è venuto dopo il Cav ha fatto peggio

Tre anni fa, più o meno in questo periodo, ci avevano detto che l’Italia era sull’orlo del baratro. Poi ci hanno spiegato che se non fosse arrivato il professor Mario Monti sarebbe andato tutto a carte quarantotto. Stesso discorso per Enrico Letta e Matteo Renzi. Tutti salvatori della Patria che avrebbero dovuto riportare il Paese sulla strada del benessere e dell’abbondanza.

lunedì 13 ottobre 2014

Tasi, giovedì il primo anticipo

Il conto alla rovescia è scattato. E il caos si prepara ad assumere proporzioni apocalittiche. Entro giovedì prossimo, infatti, oltre quindici milioni di italiani in 5.279 dovranno passare alla cassa per versare l’acconto Tasi per il 2014. Il quadro d’insieme è poco incoraggiante. Il costo medio del balzello, secondo le rilevazioni del servizio politiche territoriali della Uil sarà di 148 euro (74 euro  la prima rata), che sale a 191 (96 euro l’acconto) con picchi di 429 euro prendendo in esame solo le città capoluogo, dove l’aliquota media è del 2,63 per mille, superiore a quella inizialmente definita come «massima» dalla legge. La sintesi è che per una famiglia su due la nuova tassa sarà più pesante della vecchia Imu.

martedì 7 ottobre 2014

Stangata Tasi-Imu sui capannoni: +200%

Non saranno solo i proprietari di casa a piangere il prossimo 16 ottobre. All’appuntamento col fisco, infatti, dovranno presentarsi anche imprenditori, artigiani e commercianti. E il conto sarà salatissimo anche per loro. Come per i proprietari di abitazioni diverse da quella principale, chi fa impresa quest’anno dovrà fare i conti con il combinato disposto di Imu e Tasi, un mix micidiale che comporterà aumenti rispetto alla vecchia Ici che si aggirano sul tra il 100 e il 200% con picchi a volte ben superiori.

Tasi, per la prima volta stangati gli inquilini

Per quanto ormai tartassati al di là di ogni umana sopportazione, i proprietari di casa al salasso annuale ci hanno fatto un po’ il callo. Tra coloro che il 16 ottobre dovranno passare alla cassa, però, c’è anche un gruppo di esordienti che finora aveva avuto a che fare solo con oneri condominiali e balzelli sui rifiuti. Con la nuova Tasi ad aprire  il portafoglio saranno anche gli inquilini. Chi vive in affitto dovrà farsi dare dal proprietario le rendite catastali dell’immobile e delle relative pertinenze, calcolarsi la sua bella tassa su una quota che va dal 10 al 30% dell’aliquota Tasi per le abitazioni locate fissata del proprio comune, compilare un F24 o un bollettino postale dedicato. Tutto qua.

domenica 5 ottobre 2014

Tra Renzi e industriali è scontro continuo

Persino Confcooperative, per una volta isolandosi dall’Alleanza che le unisce alla Legacoop dell’ex presidente ed ora ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha deciso di scagliarsi contro il tfr in busta paga. «Il provvedimento», ha detto il presidente Maurizio Gardini, «interesserebbe oltre il 90% delle pmi. La cooperazione sarebbe interessata per 400.000 occupati con un impegno complessivo di 160 milioni di euro. Troppo  per piccole e micro imprese sottocapitalizzate e provate da una crisi interminabile, soprattutto, se non bilanciate da misure compensative».

Un Tfr su cinque è nella mani dei sindacati

Un flusso annuo di 4,2 miliardi che va ad alimentare una massa di risorse gestite che si aggira sugli 85 miliardi di euro. È questo, sostanzialmente, il tfr che interessa ai sindacati. E pure alla Confindustria. Quello per cui entrambi sono saliti senza esitazioni sulle barricate, accanto ad artigiani e piccoli imprenditori, per difendere la liquidazione dei lavoratori dal progetto di Matteo Renzi di metterne una parte subito in busta paga.

venerdì 3 ottobre 2014

Addio scontrini e ricevute, ma per tracciarci meglio

Un fisco amico, ma più occhiuto e, soprattutto, più salato. È questo, in estrema sintesi, lo scenario che si va prefigurando stando ai documenti diffusi nei giorni scorsi dal governo. Il primo punto riguarda il più volte annunciato da Matteo Renzi cambio di strategia nel contrasto all’evasione. Nel dossier presentato dal ministero dell’Economia al parlamento, accanto al progetto della dichiarazione dei redditi precompilata, si dice chiaramente che lo strumento principe per stanare gli evasori sarà il potenziamento dei pagamenti tracciabili.

giovedì 2 ottobre 2014

Padoan prepara la stangata da 51 miliardi

L’Italia potrebbe essere bocciata ancor prima di presentarsi agli esami. L’ipotesi, non troppo peregrina, sta circolando negli ambienti di Bruxelles, dove si fa notare che la Commissione, «in caso di seria violazione degli obblighi di bilancio», potrebbe chiedere una nuova bozza del Def appena varato dal Cdm. Il potere in capo all’esecutivo Ue finora non è mai stato esercitato. Ma c’è sempre una prima volta. E la tensione provocata da Parigi non aiuta di certo. Se il governo francese ha chiesto uno slittamento del vincolo del 3% al 2017, non meno difficili da digerire sono le istanze di Palazzo Chigi.