domenica 28 giugno 2015

Atene cacciata dall'Eurogruppo

Trattativa a gambe all’aria e default dietro l’angolo. La situazione della Grecia, com’era prevedibile dopo il nervoso tira e molla degli ultimi giorni e i continui rinvii dei vertici “decisivi”, è precipitata nel giro di poche ore. Lo strappo, maturato durante la notte di venerdì nel corso di un Consiglio dei ministri straordinario, è arrivato ieri mattina con l’annuncio da parte del premier Alexis Tsipras di indire un referendum sulla proposta dei creditori. Una mossa che ha mandato immediatamente in frantumi i fragili equilibri che tenevano in piedi il negoziato tra Atene e le autorità internazionali.
L’ennesimo Eurogruppo convocato ieri in sessione straordinaria si è svolto senza la partecipazione della delegazione greca, che ha lasciato Bruxelles. «È un giorno triste per l’Europa», ha chiosato il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, secondo il quale ci sarebbe ancora margini per trattare. «Siamo assolutamente determinati a trovare una soluzione», ha detto.

venerdì 26 giugno 2015

Dopo la beffa, la tassa. Renzi stanga i pensionati

La “buona notizia” sbandierata ieri da governo e Inps così buona non è. Era già stato deciso, infatti, che dal primo agosto l’istituto avrebbe pagato (il «bonus Poletti», cioè l’una tantum dovuta a titolo di (molto parziale) rimborso sulle pensioni, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale che ha giudicato illegittimo il blocco della rivalutazione degli assegni superiori a 1.443 euro imposto dal governo Monti per il biennio 2012-2013. Se qualche dubbio c’era ancora, semmai, riguardava l’entità del bonus promesso da Renzi: lordo o netto? La risposta definitiva è arrivata ieri nella circolare diffusa dalla Direzione centrale dell’Inps e - come anticipato da Libero il 20 maggio - per i pensionati è la risposta peggiore.

700 gabelle in 7 anni.Pressione fiscale "intollerabile"

Una pressione fiscale «intollerabile». Va dritta al punto la Corte dei Conti che ieri, nella rituale Relazione sul rendiconto generale dello Stato, ha strigliato il governo praticamente su tutto. Senza appello la bocciatura delle politiche su tasse e balzelli. Terreno su cui, secondo il presidente di Coordinamento delle sezioni riunite Enrica Laterza, «prioritaria appare la necessità di un intervento di segno opposto volto a restituire capacità di spesa a famiglie e imprese».

domenica 14 giugno 2015

Renzi vuol cambiare macchinista alle Fs

È passato appena un anno dalla tornata di nomine che ha coinvolto quasi tutte le partecipate del Tesoro, ma Matteo Renzi è pronto a rimescolare di nuovo le carte. Accanto alle grandi manovre sulla Cdp, i cui vertici sono stati confermati prima che l’ex sindaco salisse a Palazzo Chigi, il dossier su cui sta lavorando a sorpresa lo staff del premier è quello delle Fs, dove i manager sono arrivati solo nella primavera del 2014 su indicazione dello stesso Renzi.

In sei anni 641 manovre sparite nel nulla

Avete presente quei numerini di cui sono zeppe le relazioni tecniche dei provvedimenti economici di governo e Parlamento per valutare l’impatto delle varie misure sulla finanza pubblica e sulle nostre tasche? Ebbene, non servono a niente. Sono inutili, carta straccia. Motivo? Una volta scritti nessuno si preoccupa più di verificare se la realtà abbia una qualche corrispondenza con le stime.

giovedì 11 giugno 2015

La Bindi tira dritto con le liste pulite: è un dovere giuridico

«Prima ancora che infondate, le accuse di “aver dato vita a un’iniziativa sul piano umano volgare e diffamatoria, sul piano politico infame e sul piano costituzionale eversiva” (parole di Vincenzo De Luca, ndr.) sono semplicemente inaccettabili». E toccano «il cuore delle istituzioni». Le attese non sono state deluse. Dopo aver per giorni incassato le critiche feroci da parte del neo governatore della Campania e dei vertici renziani del partito, nella prima seduta plenaria dell’Antimafia dopo la bomba degli impresentabili Rosy Bindi è partita al contrattacco.

martedì 9 giugno 2015

Resa dei conti Viminale-Carroccio sull'immigrazione

Un premio ai comuni che accetteranno di ospitare i migranti «con incentivi anche nel patto di stabilità». È questa la risposta di Matteo Renzi all’esasperazione dei governatori leghisti del Nord, affiancati dal neoeletto forzista Giovanni Toti, che ieri hanno annunciato di voler diffidare i prefetti, minacciando tagli ai trasferimenti per chi deciderà di accogliere i profughi.