giovedì 31 marzo 2011

Le chiacchiere dei sindacati ci costano 15 milioni

Riunioni, assemblee, direttivi, manifestazioni, dibattiti. La vita del sindacalista è dura e faticosa. Sempre a correre su e giù, dalla mattina alla sera. E il tempo non basta mai. O meglio, non basta quello previsto dagli accordi, che per i dipendenti pubblici fino al 2009 ammontava a 475mila ore l’anno complessive da distribuire fra tutte le sigle. Troppo poco per fare tutto. Così, un’ora qua, un’ora là, i permessi si accumulano, fino a sforare i tetti stabiliti. Non di una manciata di minuti, come si potrebbe pensare, ma di centinaia di migliaia di ore.

mercoledì 30 marzo 2011

L’appello di Romano: «Contadini in campo per salvare Parmalat»

«L’agroalimentare deve essere considerato un comparto strategico, di interesse nazionale, come già avviene per l’energia e la difesa». Ha le idee chiare, il neoministro dell’Agricoltura, Francesco Saverio Romano, che si schiera al fianco di Giulio Tremonti nella difesa di Parmalat dall’assalto dei francesi. «Il ministro dell’Economia», spiega, «ha fatto benissimo ad ipotizzare un intervento legislativo sulla falsariga di quello già applicato in Francia. La questione va al di là dell’azienda di Collecchio e deve essere discussa una volta per tutte con l’Europa».

Bankitalia a Tremonti: serve uno Stato regolatore non un capitalismo di Stato

Non è Mario Draghi a parlare, ma la sostanza cambia poco. Per Bankitalia Giulio Tremonti può e deve fare di più. A lanciare l’affondo, questa volta, è il direttore generale Fabrizio Saccomanni, intervenuto al trentennale della storica rivista quadrimestrale Economia Italiana, edita da Unicredit, che per celebrare la ricorrenza ha realizzato un volume unico che raccoglie gli indici di tutti gli scritti pubblicati dal 1979 al 2009.
Un dibattito alto e sofisticato, quello animato dal numero due di Via Nazionale, insieme a numerosi economisti, tra cui Paolo Savona, Michele Salvati, Michele Barbato e Guido Maria Rey, che non ha però risparmiato critiche e suggerimenti al governo sulla strada da prendere per ridare vita al tessuto economico senza appesantire i conti pubblici.

martedì 29 marzo 2011

Silvio raddoppia il reddito. Ma con Prodi aveva di più

Quasi quarantuno milioni di euro. Questo l’imponibile con cui Silvio Berlusconi si conferma anche nel 2010 il parlamentare più ricco. Qualcuno ha subito messo mano alla calcolatrice per dimostrare che al governo si guadagna. In effetti, se si pensa ai 23 milioni di reddito imponibile dichiarati nel 2009 e ai 14 del 2008, il ragionamento non fa un grinza. Si tratta di un incremento di circa il 180%. Si dimentica però che nell’anno ancora precedente, il 2007, il Cavaliere dichiarò ben 139 milioni di euro. Cifra che ribalta completamente la percentuale e che, anzi, sembra dimostrare che abitare a Palazzo Chigi non convenga per nulla.

lunedì 28 marzo 2011

Salta “Impresa in un giorno”. Non sono bastati 4 anni

Per aprire un’impresa dovrebbe bastare un giorno. Ma per rendere operativa la legge non sono bastati quattro anni. A due giorni dalla scadenza del 29 marzo, quando sarebbe dovuto finalmente entrare in vigore lo Sportello unico per le attività produttive, si scopre che la maggior parte dei Comuni italiani non solo non ha predisposto le necessarie strutture informatiche per l’invio telematico delle comunicazioni, ma non ha neanche la linea adsl.

sabato 26 marzo 2011

Ntv slitta al 2012 e dà la colpa a Fs

Ostacoli alla concorrenza o tentativi di coprire le false partenze? Luca Cordero di Montezemolo e Mauro Moretti tornano a darsele di santa ragione. Con il primo che parla di un «colpo di mano» e chiede l’intervento del governo e il secondo che punta il dito sui trucchi del presidente della Ferrari per mascherare i continui slittamenti del progetto. Ad aprire le ostilità, una nota ufficiale del cda di Nuovo trasporto viaggiatori (la società di Montezemolo, Della Valle, Sciarrone, partecipata, tra gli altri, dai francesi di Sncf, da Intesa e dalle Generali) in cui si accusa il gestore della rete (Rfi, controllata di Fs) di aver «cambiato in maniera sostanziale le regole di accesso alla rete ferroviaria» nel «tentativo di impedire la partenza dei treni Ntv nel 2012». Il tutto sarebbe avvenuto con la presentazione da parte di Rfi del nuovo Prospetto informativo della rete, che stravolgerebbe in corsa le norme. Al vetriolo la risposta delle Ferrovie, secondo cui Ntv, «invece di rappresentare le proprie difficoltà a dare inizio al servizio commerciale nei tempi più volte annunciati» se la prende con Rfi. Nel merito, gli uomini di Moretti replicano che il «nuovo Pir è stato inviato a tutti gli operatori per le opportune osservazioni». La sostanza delle dichiarazioni di Ntv, pungolano dalle Fs, è che «l’operatività è annunciata per la prima volta nel 2012 e non nell’anno in corso, come sempre reso noto». Al fianco di Ntv si schierano le aziende private del settore merci, rappresentate da FerCargo. «Le nuove regole», accusano, «rendono ancora più difficoltosa, se non impossibile l’attività delle imprese private». 

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mercoledì 23 marzo 2011

Prestigiacomo: «Fermiamoci sul nucleare. Per salvarlo»

La prima domanda è d’obbligo. Conferma di aver detto: “È finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate”?
«Ho trovato l’episodio sgradevole. Origliare una conversazione privata e pubblicarne spezzoni non mi sembra serio».

giovedì 17 marzo 2011

Usa, Francia e Inghilterra non ci cascano. Nessuna frenata sull’energia nucleare

Esattamente un anno fa, dopo trent’anni di stop, annunciava il ritorno all’atomo con entusiasmo e metteva sul piatto otto miliardo di dollari per costruire due nuovi impianti termonucleari in Georgia, i primi sul suolo americano dal 1979. Pensate che la tragedia giapponese abbia fatto cambiare idea a Barack Obama? Macché. Così come proseguono tranquillamente dritti per la loro strada i paladini dell’energia atomica come Nicolas Sarkozy, James Cameron e praticamente tutti i capi di Stato e di governo che per combattere il cambiamento climatico, ridurre la dipendenza dal petrolio straniero ed abbattere i costi della bolletta hanno scelto di investire sul nucleare.

Professionisti cercasi. Un lavoro su tre resta ancora scoperto

Può sembrare incredibile, con una disoccupazione all’8,6%, ma in giro per l’Italia ci sono ancora migliaia di posti di lavoro vacanti che nessuno riesce a coprire. Il dato paradossale continua a spuntare nelle statistiche sul mondo del lavoro realizzate dal sistema Excelsior di Unioncamere. Anche nel primo trimestre del 2011 le imprese faticano a reperire circa un terzo dei lavoratori necessari a mandare avanti la propria attività. Per la precisione, sulle 88.600 assunzioni non stagionali previste la media dei posti “difficilmente occupabili” è del 28%. Percentuale che sale al 34,6% nel caso dei tecnici dell’industria e delle costruzioni e dei disegnatori tecnici. Molta richiesta non soddisfatta (il 29,3%) risulta anche tra i tecnici paramedici e gli operatori sanitari o tra i tecnici del marketing, delle vendite e della distribuzione commerciale (33,4%).
Ma sfogliando il rapporto Excelsior ci si imbatte in dai ancora più bizzarri. Tra le professioni introvabili ci sono infatti i parrucchieri e gli estetisti (61,7%), ma anche i cuochi e i camerieri (28,5%) o gli operai specializzati nelle costruzioni (38,8%). «Dai dati diffusi da Unioncamere emerge una notevole quantità di mestieri cercati dalle aziende e non trovati», sottolinea il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, spiegando che «la carenza di professionalità frena la crescita e mortifica la possibilità di incremento dei fatturati aziendali». In cima alla classifica delle professioni più richieste ci sono gli operai specializzati, che da soli, con 26.100 assunzioni previste, rappresentano il 29,5% del totale. A seguire, con il 23% (circa 20mila unità) ci sono i profili più qualificati delle professioni intellettuali, scientifiche e tecniche e dirigenziali.

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Centomila nuovi posti in 3 mesi. La lezione delle piccole imprese

Malgrado il peso del fisco, i costi della burocrazia e l’assottigliamento del credito da parte delle banche, le piccole e medie imprese continuano a sfornare le risposte più sorprendenti ai colpi della crisi. Arriva proprio dalle pmi, infatti, uno dei segnali più importanti e incoraggianti di risveglio del sistema economico: la ripresa delle assunzioni. La situazione italiana è ben nota. A gennaio, secondo i dati Istat confermati ieri anche dall’Ocse, la disoccupazione è rimasta stabile all’8,6%.

martedì 15 marzo 2011

Il Sud aiuta la ripresa dell’export

Il Centro, il Sud, ma soprattutto le isole. Potrà sembrare strano, ma è arrivata proprio da qui la ripresa delle esportazioni che nel 2010 ha permesso all’Italia di rimettersi sui binari della crescita. Un dato insolito, che gli esperti dell’Istituto nazionale di statistica spiegano con il forte incremento della vendita all’estero dei prodotti petroliferi raffinati, ma che comunque impressiona per le sue cifre.

lunedì 14 marzo 2011

Scaroni metterà 53 miliardi nel motore dell’Eni

Un aumento della produzione di idrocarburi del 3% medio annuo e una crescita delle vendite di gas in Italia e nei Paesi target europei del 5% annuo. Sono questi i punti principali del piano strategico dell’Eni presentato ieri a Londra. Nel settore Refining & Marketing il cane a sei zampe punta all’incremento dell’efficienza operativa e alla riduzione dei costi fissi e variabili di 200 milioni entro il 2014.

giovedì 10 marzo 2011

Salgono i tassi e Tremonti rinvia i debiti

Ci risiamo. La calma apparente delle ultime settimane, con gli speculatori forse più attenti a seguire gli sviluppi della crisi libica che le vicende europee, è stata facilmente spazzata via dal fuoco incrociato di Moody’s, che ha rimesso nel mirino il governo di Atene, e, soprattutto, e della Bce, che ha ufficializzato l’intenzione di alzare il costo del denaro nel giro di due o tre mesi.

mercoledì 9 marzo 2011

Diecimila posti scottati dal solare. Il nuovo decreto sugli incentivi al fotovoltaico fa risparmiare sulle bollette, ma costerà 7 milioni al mese di ammortizzatori sociali

Sette milioni. Al mese. La cifra non è paragonabile ai 5,7 miliardi che gli italiani pagherebbero nel 2011 in bolletta in assenza di sforbiciate agli incentivi per le rinnovabili, ma fornisce un’idea abbastanza chiara di quanto la coperta sia corta. Quei sette milioni sono, infatti, i quattrini necessari (calcolati al ribasso) a pagare la cassa integrazione ai 10mila lavoratori che potrebbero trovarsi senza impiego in assenza di modifiche al decreto approvato la settimana scorsa dal Consiglio dei ministri. Se da una parte, insomma, il costo delle agevolazioni ai produttori di energia da fonti “pulite” rischia di pesare eccessivamente sui cittadini, dall’altra il taglio degli aiuti sarebbe comunque a carico dei contribuenti, che dovrebbero sostenere l’onere pubblico degli ammortizzatori sociali.

martedì 8 marzo 2011

Via agli investimenti Fiat, primo assunto a Pomigliano

La data precisa era già stata fissata e annunciata agli inizi di febbraio, ma le prime otto assunzioni avvenute ieri a Pomigliano rappresentano comunque un evento nel nuovo corso della Fiat. Il primo passo concreto verso la realizzazione del progetto Fabbrica Italia a cui è legato il destino del gruppo, quello di migliaia di lavoratori e il futuro delle relazioni industriali e sindacali. Gli otto dipendenti della newco che dovrà costruire la nuova Panda sono tre donne e cinque uomini. Tutti tecnici, che affiancheranno il neo amministratore delegato e direttore dello stabilimento Giambattista Vico, Sebastiano Garofalo. Saranno loro a coordinare le prossime assunzioni degli operai. Almeno 300 entro luglio e poi via via tutti i 5600 dipendenti della vecchia società.

lunedì 7 marzo 2011

L'Italia nicchia sulle quote di Gheddafi. "Aspettiamo l'Europa"

La prudenza, come ha detto venerdì lo stesso Silvio Berlusconi, resta ed è massima. Ma l’ipotesi di un congelamento delle quote di Gheddafi nelle società italiane diventa sempre più concreta. «L’Italia aderirà a tutti i tipi e le categorie di sanzioni decisi dall’Onu e dall’Ue», ha detto ieri Franco Frattini, comprese quelle «sulle partecipazioni azionarie».

sabato 5 marzo 2011

Le Regioni di sinistra boicottano il federalismo

Nel Consiglio dei ministri di ieri mattina, che ha varato il quarto decreto attuativo, quello sul fisco municipale, «non è stata approvata alcuna proroga» al federalismo e «il mio impegno è che dopo l'approvazione dei decreti attuativi avrei portato questa proposta. Oggi è stato dato in Consiglio dei ministri il preavviso della richiesta di proroga». Alla fine, a fare chiarezza al termine di una giornata governata dalle polemiche e i fraintendimenti, è intervenuto lo stesso Roberto Calderoli, in un’intervista che sarà pubblicata oggi sulla «Padania».  Il ministro della Semplificazione assicura che «l’obiettivo resta quello di chiudere il prossimo 20 maggio» e che uno slittamento della delega «riguarderà eventuali altri decreti che dovessero rendersi necessari».

giovedì 3 marzo 2011

Romani e Prestigiacomo trovano l'accordo sugli incentivi. Il tetto al fotovoltaico diventa flessibile

Mettere a rischio oltre 140mila posti di lavoro e mancare gli obiettivi europei o caricare sulla bolletta degli italiani 5,7 miliardi di euro? Messa così, la questione degli incentivi alle rinnovabili appare quasi insolubile. E la difficoltà di trovare la quadra è dimostrata dalle lunghe riunioni che in questi giorni, e anche in queste ore, i tecnici dei ministeri coinvolti (Sviluppo, Ambiente, Agricoltura) stanno tenendo per mettere a punto il decreto legislativo che oggi dovrebbe approdare sul tavolo del Consiglio dei ministri.

mercoledì 2 marzo 2011

I ministri litigano sugli incentivi e Sorgenia si quota

«È stato un inizio pazzo», ammette Stefania Prestigiacomo. Ma ora, spiega il ministro dell’Ambiente a margine della inaugurazione del primo impianto Enel in Italia per catturare e stoccare la Co2 emessa dagli impianti che utilizzano combustibile fossile, «non possiamo davvero penalizzare» un intero settore per colpa dei furbetti. Il ministro parla da Brindisi proprio mentre a Roma, nel preconsiglio, è in corso il braccio di ferro con il collega Paolo Romani sul decreto legislativo per la rimodulazione degli aiuti alle rinnovabili che, secondo l’authority, quest’anno andrebbero a pesare sulla bolletta degli italiani per 5, 7 miliardi.

A Brindisi la prima centrale Enel a emissioni zero

L’obiettivo è quello di «arrivare ad emissioni zero in tutte le produzioni di energia da combustibile fossile». Sarebbe il classico uovo di Colombo, che spegnerebbe in un sol colpo tutte le polemiche sull’ambiente e permetterebbe all’intero pianeta, ma soprattutto all’Italia, di continuare a produrre elettricità dal carbone. La strada è lunga, ma il traguardo non è surreale. Anzi. Ieri a Brindisi, presso la centrale Federico II di Cerano, l'ad dell'Enel, Fulvio Conti, ha inaugurato il primo «impianto pilota», che, nell'ambito di un accordo con Eni, prevede trasporto e stoccaggio della co2 «catturata» in Puglia e in Emilia Romagna, presso il sito di Cortemaggiore. Si tratta del primo passo concreto verso una tecnologia che potrebbe rivoluzionare la produzione di energia. L'Europa ha sostenuto il progetto con un finanziamento di 100 milioni. Il passo successivo sarà Civitavecchia e tutte le centrali dell’Enel, fino ad arrivare alle aziende energivore, le più colpite dai vincoli europei per limitare le emissioni nocive nell’atmosfera.

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Incubo sanzioni. Le nostre aziende chiamano Tremonti

Secondo Massimo Ponzellini, presidente di Bpm e Impregilo, le banche e le società italiane che hanno soci libici nel capitale non hanno nulla da temere. D’altra parte la sua Impregilo ha molti affari in Libia, ma nessun azionista. Direttamente coinvolta in un’ipotesi di congelamento delle quote è invece Finmeccanica. I fondi libici hanno un pacchetto del 2% che potrebbe rientrare nelle sanzioni già scattate in Svizzera e Gran Bretagna sulla base della risoluzione dell’Onu. Stesso discorso per Unicredit, che è per oltre il 7% in mano alla finanza di Gheddafi.

Pronta la sforbiciata agli incentivi sulle rinnovabili

Interrompere il meccanismo degli incentivi sulle energie rinnovabili. Lo dice il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, mentre il titolare dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo assicura che non ci sarà «alcuna marcia indietro sugli impegni Ue». L’operazione sforbiciata è contenuta nel decreto legislativo (in attuazione di una direttiva Ue in materia) che sarà in discussione nel preconsiglio dei ministri di oggi, contro il quale hanno manifestato ambientalisti e aziende. Il via libera è previsto entro questa settimana. Il risultato del provvedimento, secondo le associazioni e gli imprenditori delle rinnovabili, sarebbe uno stop agli incentivi che inciderebbe anche su quegli impianti in attesa dell’allaccio alla rete con «conseguente perdita dell’investimento». I punti principali sono tre: stop agli aiuti dal gennaio 2014 oppure al raggiungimento del tetto al fotovoltaico a 8.000 megawatt; taglio retroattivo del 30% per gli incentivi per l’eolico; sistema di aste al ribasso per i nuovi impianti. «Bisogna interrompere un meccanismo», ha detto Romani, che «è costato 20 miliardi tra il 2000 e il 2010 agli italiani» in cambio del 4,5% di energia prodotta. Sulle rinnovabili l’Autorità per l’energia ha calcolato che l’impatto in bolletta nel 2011 sarà di 5,7 miliardi.

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