Siamo indignati e arrabbiati». Lo ripete due volte Emma Marcegaglia, scatenando l'applauso della platea, per far capire che questa volta la misura è colma dawero e la pazienza è finita. Non era mai stata così dura la presidente di Confindustria. Di fronte ai giovani imprenditori riuniti a Capri parla di "un'azione di governo che non c'è" più, di "paralisi" e "smarrimento" istituzionale, di "credibilità internazionale" che vacilla, di "senso della dignità" e "dello Stato" che si è "perso" e che va ritrovato al più presto. Con o senza questo governo.
Al principio fu creato l'universo. Questo fatto ha sconcertato non poche persone ed è stato considerato dai più come una cattiva mossa. (Douglas Adams)
domenica 31 ottobre 2010
La Marcegaglia scarica Silvio. E Fini si fa avanti
I giovani industriali temono nuove tasse
Riforme e innovazione. Ma anche strategie più efficaci per contenere il debito pubblico e politiche fiscali meno soffocanti. È lungo l'elenco di compiti che Federica Guidi presenta al governo durante la tradizionale kermesse di Capri. Le parole del presidente dei giovani di Confindustria si intrecciano con le buone notizie che arrivano da Bruxelles, dove Silvio Berlusconi ha portato a casa una serie di paletti al protocollo di Kyoto e l'inserimento del debito privato nel nuovo patto di stabilità. Ma la Guidi non fa sconti.
giovedì 28 ottobre 2010
Primo sì a Marchionne. Il governo detassa la produttività
Anche ieri da imprenditori e manager sono continuati ad arrivare sostegno e apprezzamenti alla linea Marchionne. Ma la vera sponda alla rivoluzione avviata dal numero uno della Fiat è quella che sta preparando il governo attraverso il dl sviluppo. È qui che il martellamento del manager sulla necessità di aumentare la produttività e la competitività delle aziende del gruppo potrebbe incontrarsi con le esigenze dei lavoratori. Abbiamo già visto che il piano Pomigliano, una volta a regime, potrebbe portare in tasca agli operai qualcosa come 250 euro netti mensili in più.
Altro che liberalizzazioni. Meglio le poste private
Tra i tanti monopoli che si apprestano a cadere sotto i colpi del mercato c’è anche quello dei servizi postali. Dal gennaio del prossimo anno si aprirà alla concorrenza anche l’ultima quota di business ancora sotto la gestione esclusiva dell’azienda pubblica guidata da Massimo Sarmi. Si tratta, in particolare, di tutta la corrispondenza sotto i 50 grammi e delle raccomandate attinenti alle procedure amministrative e giudiziarie relative all’attività della pubblica amministrazione.
mercoledì 27 ottobre 2010
Acea punta sull’austerity per rilanciare i conti dopo l’uscita dei francesi
Prima i tagli, poi la bolletta. Non si può davvero dire che Marco Staderini stia cercando di attirare le simpatie dei romani. Alla vigilia di un cda che dovrebbe varare un piano di riduzione dei costi lacrime e sangue, l’ad dell’Acea ha annunciato anche che per «rifare le infrastrutture servono quattro miliardi da investire in opere immediatamente cantierabili». Risultato: occhio alle docce e alle bevute troppo generose. «Bisogna avere il coraggio», ha spiegato il manager, «di aumentare le tariffe annue del 10%, visto che non c’è più il salvadanaio delle risorse pubbliche». La situazione, comunque, non è così drammatica. Anche perché le tariffe dell’acqua sono stabilite dal Comune e non dall’Acea.
Ascoltare Marchionne vale 250 euro al mese
Duecentocinquanta euro al mese, 7,6 miliardi in 30 anni. Basterebbe ragionare un po’ su queste due cifre, forse, per disinnescare gran parte delle polemiche scatenate negli ultimi giorni dall’ennesima “provocazione di Sergio Marchionne. La prima cifra circola da quest’estate, ma nessuno l’ha mai presa troppo sul serio. Eppure, al di là degli utili e degli investimenti, i numeri che interessano i lavoratori sono soprattutto quelli che alla fine del mese finiscono in busta paga. E quei 250 euro non sono invenzioni della propaganda filoaziendalista, ma semplicemente l’aumento netto che gli operai di Pomigliano si troveranno in tasca ogni mese quando il nuovo piano entrerà in vigore.
lunedì 25 ottobre 2010
Sui cambi la Germania fa l'amica del giaguaro
Come spesso accade ai vertici internazionali, alla fine si festeggia comunque. Come dice Giulio Tremonti, la frase contenuta nel comunicato finale del G20 finanziario in Corea del Sud per un sistema dei tassi di cambio “determinato dal mercato e che riflette i fondamentali economici” è una «novità rispetto all’assoluto silenzio». Ma anche il ministro dell’Economia è costretto ad ammettere che si tratta solo «dell’avvio di un processo di critica verso un espansionismo spinto dalla politica dei cambi». Un piccolo passo, insomma, rappresentato da un compromesso che non va al di là di un appello generico del G20 a non giocare troppo sporco con le politiche valutarie. La realtà è che la Cina si è opposta con forza a qualsiasi proposta vincolante. E che la Germania, preoccupata di dover tirare il freno sull’export, gli ha dato manforte.
sabato 23 ottobre 2010
Paradosso Terzigno. Hanno la regione con meno discariche. Eppure insorgono
I cittadini di Terzigno protestano, occupano, incendiano. Senza considerare che quella discarica che il governo cerca di far funzionare in base al piano messo a punto nel 2008 quando Napoli era invasa dai rifuti serve proprio a riportare l’area nelle medie italiane. Già, perché la Campania è in fondo alla classifica nazionale per raccolta differenziata, per numero di termovalorizzatori e, inutile dirlo, per numero di discariche. Su quest’ultimo punto, accanto alla realizzazione del nuovo inceneritore di Acerra, si è concentrato l’intervento del governo, che ha portato i siti da tre a cinque, mettendo in cantiere l’apertura di altre tre discariche.
Biasi resta alla guida di Cariverona. La Lega lascia una poltrona al PdL
Paolo Biasi (nella foto LaPresse) resta presidente della Fondazione Cariverona. Nella riunione del consiglio generale l’ingegnere 72enne, da 18 alla guida dell’ente, ha vinto pure la partita del vice presidente vicario, dove arriva Giovanni Sala. Il secondo vice è Silvano Spiller. Nel cda entra anche un degli uomini vicini al sindaco di Verona Flavio Tosi, Giovanni Maccagnani, che lascia un posto libero nel consiglio generale, dove dovrebbe arrivare un uomo del Pdl. Il sottosegretario Giorgetti e la senatrice Bonfrisco avevano infatti criticato la decisione del leghista Tosi di occupare tutti i posti (quattro) disponibili nell’ente senza alcun accordo.
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venerdì 22 ottobre 2010
Bruxelles stoppa gli aumenti Telecom. Gli operatori alternativi festeggiano
L’Agcom dovrà rifare i suoi conti. Alla fine, nel lungo braccio di ferro sull’aumento delle tariffe unbundling (l’affitto della rete Telecom) la spuntano gli operatori alternativi. Bruxelles non contesta il metodo di calcolo utilizzato dall’Agcom, ma il risultato finale. Secondo la Commissione Ue l’authority per le Tlc avrebbe sovrastimato sia i costi di manutenzione sia quelli commerciali. In entrambi i casi, concedere a Telecom un aumento troppo alto scoraggerebbe interventi finalizzati al miglioramento dell’efficienza della rete e all’ottimizzazione dei costi. Su un punto, in particolare, si erano concentrate le critiche di Fastweb, Wind e Vodafone. Si tratta della percentuale dei guasti sulla rete, stimata dall’Agcom al 22% contro il 12% fornito dalla stessa Telecom. I livelli considerati dall’authority, scrive la Commissione, «sembrano legati a una rete storica, piuttosto che orientati verso un’ipotetica rete di rame efficiente, con una minore occorrenza di guasti». La partita è comunque ancora aperta. Entro tre settimane l’Agcom rifarà i suoi calcoli. Gli operatori alternativi sperano in una consistente sforbiciata, ma secondo quanto risulta a Libero si tratterà solo di piccole correzioni.
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Emma in visita privata da Silvio. Scoppia la pace in nome delle riforme
Un caffé della pace a Palazzo Grazioli. È durato poco meno di un’ora il faccia a faccia tra Silvio Berlusconi ed Emma Marcegaglia. I due si erano incontrati anche mercoledì a Via XX Settembre, in occasione del primo incontro convocato da Giulio Tremonti per discutere di riforma del fisco con le parti sociali. Ma ieri è stato il primo incontro privato dopo la bufera mediatico-giudiziaria che ha portato all’uscita di scena del portavoce Rinaldo Arpisella. Incontro partito da una telefonata del premier al numero uno di Viale dell’Astronomia.
Sul tavolo, ufficialmente, tutti i principali dossier economici del momento. Le strategie per la ripresa, la competitività, il Mezzogiorno, le dinamiche sindacali, la riforma del fisco, il nucleare. Ma è chiaro che nel vertice a due si è parlato anche, e molto, di altri dossier. Quelli, per intendersi, legati alla disfida con Il Giornale e alla copertina di Panorama.
Sul tavolo, ufficialmente, tutti i principali dossier economici del momento. Le strategie per la ripresa, la competitività, il Mezzogiorno, le dinamiche sindacali, la riforma del fisco, il nucleare. Ma è chiaro che nel vertice a due si è parlato anche, e molto, di altri dossier. Quelli, per intendersi, legati alla disfida con Il Giornale e alla copertina di Panorama.
giovedì 21 ottobre 2010
La Serbia riprova a vendere la Telekom degli scandali
Un déjà vu, direbbe qualcuno. Dopo circa 13 anni di polemiche, inchieste, accuse e controaccuse, dossier, soffiate e calunnie, Telekom Serbia torna sul mercato. In Italia è come se il tempo non fosse passato. Le tangenti, la commissione parlamentare, i procedimenti giudiziari, il “superteste” Igor Marini, mortadella-Prodi, ranocchio-Dini, cicogna-Fassino. Il polverone alzato dalla vendita a Telecom delle quote della società serba e dal successivo riacquisto da parte del governo di Milosevic non si è mai abbassato del tutto. Solo qualche giorno fa Repubblica ricostruiva tutti i passaggi salienti della vicenda per sostenere (in barba alle sentenze della magistratura che hanno dimostrato il contrario) che quella fu la prova generale della cosiddetta macchina del fango di cui gli ambienti vicini al Cavaliere e i giornali “amici” sarebbero provetti manovratori.
Non c’è abbastanza gas se l’inverno sarà rigido
È bastato qualche grado in meno di temperatura per far partire il solito allarme gas. L’Italia rischia anche quest’inverno di restare a secco. O meglio, al gelo. Questa volta, però, stando all’avvertimento lanciato dall’authority per l’energia la situazione sembra addirittura peggiore. Lo scenario che si prospetta è quello, infatti, di un balzo indietro nel tempo. Da un punto di vista della fornitura di gas naturale il nostro Paese si troverebbe nella stessa situazione di cinque anni fa.
Montezemolo si rimangia tutte le accuse: «Nessun ostruzionismo da parte delle Fs»
Torna il sereno tra Luca Cordero di Montezemolo (nella foto Ansa) e Mauro Moretti. Sarà stato merito del solito Gianni Letta o, forse, della documentazione dettagliata messa sul tavolo da Rfi, fatto sta che durante un incontro a Palazzo Chigi il patron di Ntv, accompagnato dal socio Diego Della Valle, si è rimangiato tutte le pesanti accuse fatte nei giorni scorsi contro le Ferrovie dello Stato. Boicottaggi, dispetti, sgambetti? Ostacoli al concorrente privato che dal prossimo autunno gareggerà con le Fs nell’alta velocità? Macché. «Il governo ha preso atto che tutte le prove del treno prototipo Agv Pegaso procedono regolarmente», recita un comunicato ufficiale della presidenza del Consiglio, mentre «da parte sua, Ntv ha precisato che Rfi non ha attuato alcun comportamento ostruzionistico nello svolgimento delle prove».
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mercoledì 20 ottobre 2010
Guerra di cifre tra Agcom e i rivali di Telecom. L’Istituto Leoni: «Tariffe in aumento solo da noi»
Guerra di cifre tra autorità delle tlc e operatori alternativi. Alla vigilia del verdetto di Bruxelles sull’aumento dell’unbundling (il canone di affitto della rete Telecom), atteso oggi, il clima si surriscalda. Riconvocato dal Senato, ieri Corrado Calabrò ha ribadito che l’impatto dei rincari sui conti di Fastweb, Wind e Vodafone sarà solo di 70 milioni di euro. E non di 1,1 miliardi, come sostenuto dagli interessati. Il presidente dell’Autorità non ha smentito le cifre certificate dallo studio internazionale Copenhagen Economics, ma ha spiegato alla Commissione Lavoro che quei calcoli si riferiscono a un periodo che va dal 2009 al 2015 e tengono conto di una ipotizzata espansione della rete. A parità di rete e prendendo in considerazione solo gli anni 2010-2012, i conti tornano, secondo Calabrò, scettico anche sulla temuta ripercussione degli aumenti sui consumatori. Resta il fatto, come spiegato ieri un report dell’Istituto Bruno Leoni, che l’Italia figura tra i soli quattro paesi dell’Europa a 14 per cui le tariffe dell’unbundling sono aumentate nel periodo 2005-2010. E il confronto internazionale sarebbe svantaggioso per l’Italia anche prendendo in considerazione la Ue a 27, dove la media delle tariffe è più bassa di circa un euro rispetto alle nostre.
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Anche per i superconsulenti di Bruxelles i rincari di Calabrò costeranno 1,1 miliardi
Mentre Corrado Calabro si appresta a tornare al Senato (l’audizione è convocata oggi) per fornire ulteriori chiarimenti sugli aumenti unbundling (l’affitto della rete Telecom), gli operatori alternativi affilano le armi in vista della decisione di Bruxelles, che dovrebbe arrivare dopodomani. Per smentire le cifre dell’autorità per le Tlc - secondo cui i rincari costerebbero a Fastweb, Wind e Vodafone solo 70 milioni - i piccoli si sono fatti certificare la loro versione dei fatti da Copenhagen Economics, prestigioso studio internazionale consultato anche dalla Commissione Ue. Gli esperti hanno confermato che dal 2009 al 2015 l’impatto degli aumenti sarà di 1,1 miliardi. Soldi che saranno tolti agli investimenti in fibra ottica e dalle tasche dei consumatori.
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martedì 19 ottobre 2010
Bruxelles riconosce i debiti privati. Tremonti ci salva dalla stangata Ue
«Habemus pactum novum». Ci sono volute 11 ore, oltre a diversi mesi di estenuanti trattative, ma alla fine il cerchio si è chiuso. Giulio Tremonti ha portato a casa il risultato più importante di qualsiasi finanziaria. Gli amanti della cabala avranno di che dibattere. Il nodo su cui si sono scontrati ieri i 27 ministri economici della Ue riuniti a Lussemburgo era contenuto nel punto 21 di un documento di 21 pagine. In quel numero “21” era appeso il destino dell’Italia. E forse anche quello del governo. La matassa da districare riguardava infatti le sanzioni previste dal nuovo patto di stabilità che scatteranno per chi non rispetterà, oltre al parametro sul deficit (tetto al 3% del pil), quello sul debito pubblico (tetto al 60% del pil).
sabato 16 ottobre 2010
Bankitalia conta 628mila disoccupati in più. Draghi pessimista: «Ripresa incerta». Sacconi e Tremonti: «Dati esoterici e inutilmente ansiogeni»
«Esoterici» per Maurizio Sacconi, «ansiogeni» per Giulio Tremonti. Sarà il momento politico particolare, fatto sta che i dati diffusi ieri da Bankitalia al governo e all’Agenzia delle Entrate non sono proprio andati giù. Non è la prima volta che il bollettino economico di Via Nazionale suscita reazioni e polemiche. Questa volta, però, lo scontro è al vetriolo. Il quadro dipinto dai tecnici del governatore Mario Draghi, secondo i ministri economici, è molto più fosco di quello reale. Nel mirino di Sacconi, in particolare, ci sono i numeri sulla disoccupazione, che secondo Bankitalia sarebbe salita nel secondo trimestre del 2010 oltre l’11%, ben al di sopra dell’8,5% certificato recentemente dall’Istat. Non bruscolini. Tanto per avere un’idea, si sta parlando di qualcosa come 628mila persone in più senza lavoro. Si tratta chiaramente di un calcolo, non nuovo a Via Nazionale, basato su criteri differenti da quelli utilizzati dall’Istituto di statistica, che prende in esame anche i cosiddetti inattivi (chi il lavoro ha smesso di cercarlo) e la quota di cassintegrati.
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Roma batte Berlino. L'export fa +31%
Proseguono i segnali di risveglio dell’economia. A fare la differenza, ancora una volta il mese delle vacanze per eccellenza. Così come la produzione (balzata del 9,5%, seconda in Europa solo alla Germania), ad agosto hanno spiccato il volo anche le esportazioni. L’impennata è stata del 31,5%, rispetto allo stesso mese del 2009, un rialzo che non si vedeva da oltre quindici anni, ovvero dal maggio del 1995. In questo caso, fa notare Assocamereestero, abbiamo non solo tallonato, ma superato la locomotiva tedesca (+23,6%).
Le forbici di Tremonti strappano il governo
Tutti contro Giulio. Malgrado la benedizione europea, l’austerity di Tremonti sta facendo imbufalire mezzo governo. Sandro Bondi giovedì non si è neanche presentato al Consiglio dei ministri. «Non vado a chiedere l’elemosina», ha fatto sapere il responsabile della Cultura. Per Stefania Prestigiacomo le cambiali in bianco sono finite. «Abbiamo messo in sicurezza la stabilità dei conti pubblici e ancora una volta abbiamo dato fiducia, anche se è l'ultima volta che approviamo pacchetti a scatola chiusa», ha detto fuori dai denti il ministro dell’Ambiente. Mentre Giancarlo Galan, che giovedì aveva parlato di «tragedia», ieri ha rincarato la dose: «Abbiamo delle Ferrari, ma poi non gli diamo la benzina». C’è, infine, Mariastella Gelmini,che per la sua università si è dovuta accontentare di un “faremo il possibile”.
venerdì 15 ottobre 2010
Tremonti apre la fase due: «Dopo il rigore il nuovo fisco»
Dopo il rigore, la crescita. È questo il messaggio lanciato da Giulio Tremonti, che ieri ha coronato il suo sogno presentandosi al Consiglio dei ministri con una Finanziaria senza testo, così come prevede la nuova legge di stabilità. Solo numeri e tabelle, incomprensibili ai più, con cui il ministro dell’Economia ha sostanzialmente confermato i saldi di bilancio della manovra triennale approvata prima dell’estate. Pochi fogli su cui, in un pugno di minuti, il responsabile di Via XX Settembre ha incassato il via libera del governo, con tanto di voto di fiducia per superare lo scoglio parlamentare.
giovedì 14 ottobre 2010
Bernabé conquista Telecom Argentina. C’è il sì di Buenos Aires
Si chiude, dopo circa tre anni, la telenovela argentina. Le autorità di Buenos Aires hanno finalmente dato il via libera all’accordo fra Telecom Italia e la famiglia Werthein, sottoscritto lo scorso agosto, che permette al gruppo italiano di salire al 58% di Sofora e ai Werthein di scendere al 42%. Sofora controlla il 100% di Nortel, che a sua volta possiede il 54,7% di Telecom Argentina. Andrebbe così in soffitta l’opzione call, che garantiva a Telecom Italia la possibilità di acquisire la totalità del capitale.
La riforma Gelmini cerca soldi. Braccio di ferro nella maggioranza
I conti non tornano. E il voto sfuma, ad un passo dal traguardo. Doveva arrivare oggi nell’aula della Camera, la riforma dell’università messa a punto da Maria Stella Gelmini. Ma all’ultimo momento un attacco congiunto di Ragioneria generale dello Stato e ministero del Tesoro ha sollevato dubbi che rischiano di aprire l’ennesimo braccio di ferro nella maggioranza e con l’opposizione. Il nodo è quello dello coperture del provvedimento, bocciate in vari punti dalla relazione della Ragioneria e da quella di Via XX Settembre. In particolare, l’emendamento che potrebbe determinare «effetti finanziari negativi tali da pregiudicare la stabilità dei conti di finanza pubblica» riguarda il piano di sei anni di concorsi per 9mila ricercatori universitari. Una norma che Fli considera, però, «dirimente». «Il governo», ha spiegato Chiara Moroni, «deve trovare la copertura, semmai rinviando l’esame del provvedimento».
mercoledì 13 ottobre 2010
Ancora attacchi contro la Cisl. Scritte sui muri e lancio di uova a Terni e Teramo
Altri attacchi, altre aggressioni. Con la Uil che finisce per la prima volta nel mirino e la Cisl che continua ad essere bersagliata. Una violenza ormai quotidiana, quella messa in scena dalla sinistra antagonista e dall’ala massimalista del sindacato rosso. Sono molti gli episodi di ieri. A Terni nuove scritte ingiuriose e ancora uova contro e davanti (in un pacchetto con su scritto «fate schifo, tiratevele») le sedi locali di Cisl e Uil. Altre scritte di insulti sono comparse nella notte a Teramo, sempre sui muri e sulle finestre di in una sede della Cisl. «Squadracce che si muovono con uno stile da fascisti», ha commentato a caldo il segretario, Raffaele Bonanni, aggiungendo che «il colore di cui vogliono tingersi è rosso, ma la simbologia dell’iniziativa è tutta fascista».
Telecom da sola sulla banda larga
Avanti col progetto della banda larga per arrivare a metà della popolazione nel 2018. Il presidente di Telecom, Gabriele Galateri, ha ribadito l’impegno della società, sottolineando, però, che la collaborazione con gli operatori alternativi potrà avvenire solo nelle città più piccole. Nelle grandi, «intendiamo operare in maniera diretta come Telecom». A scaldare un altro po’ il clima ci ha pensato ieri l’esperto di tlc, Franco Morganti, che ha lanciato l’allarme sugli aumenti unbundling decisi dall’authority, spiegando che potrebbero invertire il trend di diminuzione delle tariffe per l’utenza in atto da 15 anni.
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Profuma di nucleare lo sbarco di Gdf nel salotto buono di Confindustria
Gdf Suez entra nel salotto buono di Confindustria. Profuma molto di nucleare la decisione presa dal colosso francese di sbarcare in Anigas, l’associazione di Viale dell’Astronomia che vede tra gli iscritti anche Enel ed Eni. Fino ad ora le due società di Gdf attive nella vendita e distribuzione di gas, Italcogim Energie e Italcogim Reti erano in Assogas, che raccoglie le Pmi del settore. In uno scenario di mercato in rapida evoluzione, rileva il gruppo, «le prospettive strategiche e le priorità di sviluppo di Gdf Suez in Italia hanno motivato l’adesione ad Anigas, in quanto principale associazione industriale del gas che, rappresentando oltre il 50% del mercato italiano e i maggiori operatori, è certamente un punto di riferimento». Non bisogna dimenticare che in Anigas c’è anche E.On. È proprio in tandem con la società tedesca che i francesi si sono candidati per la formazione di un secondo consorzio (oltre a quello Enel-Edf) per la realizzazione delle centrali nucleari in Italia. Un dossier, quello dell’atomo, la cui strategicità per l’interesse nazionale impone alle aziende che saranno della partita un profondo radicamento nel nostro Paese. A partire, chiaramente, dalle strutture associative.
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Anche il Dow Jones premia l’innovazione di Finmeccanica
Circa 35mila dipendenti su 73mila impegnati nel settore dell’innovazione (+10% rispetto al 2008). Quasi 2 miliardi di euro investiti in attività di ricerca e sviluppo (+10% sul 2008). Balzo del 36% del portafoglio brevetti rispetto all’anno precedente. Dodici milioni investiti nel miglioramento delle performance ambientali degli impianti. Trentaquattro milioni in salute e sicurezza. Riduzione tra il 2006 e il 2009 delle emissioni di Co2 per 12.000 tonnellate, programmi per il risparmio energetico (23GWh di elettricità e 1.600.000 metri cubi di gas risparmiati solo nel 2009) che hanno consentito di diminuire del 12% i consumi, sistemi innovativi per la cattura dei gas nocivi e impegno sull’utilizzo delle fonti rinnovabili. E ancora progetti di solidarietà in Abruzzo, in Camerun, in Congo e in Nigeria.
martedì 12 ottobre 2010
L’industria italiana tallona Berlino
Per stappare lo champagne c’è tempo. La ripresa non è dietro l’angolo. E il percorso è tutt’altro che agevole. Il fronte dei catastrofisti, però, è stato costretto nelle ultime settimane ad ingoiare un po’ di bocconi amari. L’ultimo della serie, il più indigesto, è arrivato ieri dall’Istat, che ad agosto ha certificato il balzo più consistente della produzione industriale dal dicembre del 1997. Un dato che si va ad aggiungere alla ripresina in atto dei consumi (+0,6% nel secondo trimestre) e del reddito delle famiglie (+0,9% sempre nel secondo trimestre). Ma anche ai segnali positivi arrivati dalle imprese, che da aprile a giugno hanno visto aumentare i profitti dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti e del 2,3% rispetto allo stesso periodo del 2009.
domenica 10 ottobre 2010
Tremonti nella tana del lupo: «I bankers sono tornati»
A sentire Giulio Tremonti che l’Italia ha resistito alla crisi meglio degli altri lo hanno capito più gli americani che i “soloni” di casa nostra. Da qui a pensare che il ministro dell’Economia sia volato Oltreoceano per uno scambio di cortesie, ce ne passa. Non è nel suo stile. Anzi, per lanciare i suoi strali contro la speculazione che si riaffaccia e i bonus dei banchieri sempre più alti, Tremonti ha aspettato di trovarsi nella tana del lupo, ossia in quella 19ma strada di Washington DC dove si affacciano, uno di fronte all’altra, il Fondo monetario internazionale e la Banca Mondiale.
«Dieci, cento, mille Pomigliano». Urlo liberatorio contro la Cgil
Certo, ci sono le richieste sul fisco, le proposte per lo sviluppo e il pressing sulle politiche sociali, ma la manifestazione di ieri sarà ricordata soprattutto per la spallata al vecchio sistema sindacale. Quello della triplice, per intenderci. Già, perché al di là della folla, dei comizi e degli slogan, la cosa che si è notata di più ieri per le strade di Roma è stata l’assenza delle solite bandiere rosse. È la prima volta. Cisl e Uil hanno portato centinaia di migliaia di lavoratori in piazza. E la Cgil è rimasta alla finestra. Per carità, nessuno punta il dito sui sindacalisti di Corso d’Italia. I nostri avversari, ci tengono a sottolineare gli organizzatori, «sono gli evasori» e la manifestazione non è “contro” qualcuno, ma “per” rilanciare l’azione di governo sulle politiche fiscali e su quelle per la crescita. Difficile, però, dimenticare quello che è successo nelle scorse settimane. Il clima di intolleranza, le tensioni sulla Fiat e sul contratto dei metalmeccanici, le aggressioni fisiche contro la Cisl, i proclami battaglieri della Fiom-Cgil.
venerdì 8 ottobre 2010
Londra impone l'apertura della banda larga. Catricalà denuncia l'impasse in Italia
Anche in Gran Bretagna si discute molto di fibra ottica. Ma il livello delle chiacchiere sembra di gran lunga inferiore a quello dei fatti concreti. Mentre in Italia si dibatte, e si litiga, da mesi sui progetti, sulle tecnologie e sul ruolo degli operatori, a Londra hanno preso il toro per le corna senza troppe cerimonie. Nell’arco di qualche mese (dal marzo scorso), dopo avere annunciato l’iniziativa e dopo aver messo in consultazione le proposte, Ofcom (l’equivalente della nostra Authority per le Tlc) è andata al cuore del problema imponendo all’ex monopolista BritishTelecom di concedere l’accesso alla rete in fibra agli operatori alternativi.
giovedì 7 ottobre 2010
Atomo al via con Usa e Francia
Agenzia per la sicurezza, definizione delle tecnologie, formazione dei consorzi e atto di indirizzo sulla strategia del governo. È questo il pacchetto di interventi che lo Sviluppo economico conta di portare a casa entro la fine dell’anno per dare un colpo di acceleratore alla pratica nucleare. Il tema è stato al centro dei numerosi incontri tecnici che il neoministro Paolo Romani ha tenuto negli ultimi giorni per riannodare i fili del dialogo con le categorie e le imprese dopo il lungo interim di Silvio Berlusconi. L’esigenza di ripartire al più presto è stata manifestata martedì da Emma Marcegaglia, ma soprattutto ieri dall’ad dell’Enel Fulvio Conti, che sul nucleare ha già firmato un’intesa con i francesi di Edf ed Areva per la costruzione delle prime quattro centrali ed è pronto ad investire qualcosa come 9 miliardi di euro.
Contro la Cisl uova, vernice e insulti
Ci risiamo. La Cisl è di nuovo sotto attacco. Dopo il fumogeno lanciato contro Raffaele Bonanni a Torino, gli attacchi alle sedi di Treviglio e Livorno, ieri la violenza è tornata ad affacciarsi contemporaneamente a Roma e nella provincia di Lecco. Nella Capitale alcuni militanti della sinistra antagonista che fanno capo ad Action si sono presentati davanti alla sede centrale del sindacato, in via Po, per protestare “pacificamente” a colpi di uova e vernice rossa, con l’aggiunta di qualche volantino. Nelle stesse ore a Merate un gruppo di operai della Fiom-Cgil, provenienti da una fabbrica vicina dove, tanto per cambiare, avevano proclamato uno sciopero, ha fatto irruzione nella sede locale della Cisl lanciando insulti e lasciando volantini.
mercoledì 6 ottobre 2010
Marchionne sbanda. A Cisl e Uil che chiedono di vedere il piano di rilancio l’ad di Fiat risponde con l’ultimatum: accordo preventivo o niente. Così tratta le due sigle come la Fiom
«Senza sindacati Fabbrica Italia non parte». Sergio Marchionne si è presentato così, con l’ennesimo ultimatum, al tavolo con le parti sociali sul progetto della Fiat per rilanciare la produzione. Niente sconti, niente concessioni. Solo la conferma di un percorso annunciato: se entro l’anno i sindacati non si schiereranno ufficialmente al fianco del Lingotto, il piano di investimenti da 20 miliardi salta. Le parole del manager non sono nuove. Sono mesi che l’ad della Fiat insiste sulle garanzie necessarie a convincere l’azienda che restare in Italia sia una buona scelta. Ma nel frattempo Marchionne ha incassato non solo il sì su Pomigliano, ma anche l’accordo sulle deroghe al contratto dei metalmeccanici. Una piccola rivoluzione che di fatto spiana la strada a quella maggiore flessibilità chiesta a gran voce dal Lingotto.
martedì 5 ottobre 2010
Operatori alla guerra delle tariffe. Missione anti-Telecom a Bruxelles
Un costo non in linea con l’Europa, che taglia le gambe agli investimenti nella rete di nuova generazione. Oggi a Bruxelles si gioca l’ennesimo round della guerra tra Telecom e gli operatori alternativi per tentare di scongiurare gli aumenti dell’unbundling (il canone che bisogna pagare all’ex monopolista per l’utilizzo del cosiddetto ultimo miglio) decisi qualche settimana fa dall’Authority. Sul piatto, secondo i calcoli dei “piccoli”, ci sarebbe un salasso di circa 600 milioni di euro per i prossimi tre anni, che diventerebbero 1,1 miliardi spalmati su cinque anni se si considerano gli aumenti già approvati lo scorso anno. Cifre nei giorni scorsi contestate dall’authority (che ha parlato di 70 milioni complessivi) ma parzialmente confermate da Deutsche Bank, che in un report ha quantificato in 200 milioni il possibile guadagno per Telecom. Al di là dell’ovvia considerazione in base alla quale aumentare la redditività della rete in rame dell’ex monopolista scoraggia qualsiasi accelerazione sulla nuova rete veloce in fibra ottica, Fastweb, Wind, Vodafone e Tiscali si presenteranno oggi davanti al commissario Ue per le Tlc, Neelie Kroes, con dati e cifre che dovrebbero dimostrare l’errore anche tecnico dell’aumento deciso dall’Agcom (8,63 euro al mese nel 2010, 9,14 e 9,48 rispettivamente nel 2010 e nel 2011).
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Altro giro di valzer per Wind, comprano i russi
Da Via XX Settembre alla Piazza Rossa, passando per le piramidi. A cinque anni di distanza dall’operazione con cui il controllo del terzo operatore di telefonia mobile italiano è passato dalle mani del Tesoro, attraverso l’Enel,aquelle del magnate egiziano Naguib Sawiris, per Wind è di nuovo tempo di cambiamenti. Ieri, dopo settimane di trattative, VimpelCom e Weather Investments hanno siglato l’accordo che darà vita al quinto operatore mondiale della telefonia. Dalla fusione tra il secondo operatore russo e i gioielli della famiglia Sawiris nasce un gruppo con oltre 174 milioni di utenti nella telefonia mobile e un giro di affari complessivo da 21,5 miliardi di dollari.
lunedì 4 ottobre 2010
In cinque milioni col doppio lavoro, la metà in nero
La disoccupazione scende. Anzi no, sale. Non passa giorno, ormai, senza che qualcuno snoccioli numeri sul mondo del lavoro. Tutti rigorosomente veri e tutti rigorosamente diversi. Qualche settimana fa l’Istat ci ha spaventato annunciando che la disoccupazione nel secondo trimestre dell’anno è salita al livello record dell’8,5%. Mani nei capelli. Senonché pochi giorni dopo sempre l’Istat ci spiega che ad agosto i senza lavoro rappresentano solo l’8,2% del totale, il dato più positivo dal settembre 2009. Non abbiamo fatto in tempo a tirare un sospiro di sollievo che ieri la Cgil se n’è uscita sostenendo che la disoccupazione è salita nei sei mesi al livello monstre dell’11,5%. Com’è possibile, direte voi? La spiegazione sta nel fatto che il sindacato rosso ha inserito nel calcolo anche i cassaintegrati e i cosiddetti inattivi, cioè coloro che il lavoro hanno smesso di cercarlo o non lo hanno mai cercato.
Marchionne contro il clima violento: «Hanno aperto gli zoo»
Un’Italia violenta, in cui «sono stati aperti i cancelli dello zoo» e che «ha perso il senso delle istituzioni», ma dove la Fiat vuole continuare a investire nonostante qualcuno «la prenda a schiaffi». Non usa mezzi termini Sergio Marchionne. Di fronte ai Cavalieri del lavoro riuniti a convegno a Firenze per parlare di Europa al manager preme soprattutto difendere l’accordo di Pomigliano, che «non azzera alcun diritto istituzionale» e rappresenta il frutto della scelta della Fiat di restare in Italia, malgrado «logiche economiche e finanziarie spingerebbero verso altre scelte e altri Paesi». Ma le parole di Marchionne si dirigono in fretta sui fatti degli ultimi giorni, sulle tensioni alimentate dalla Fiom a Treviglio e a Livorno, sulla criminalizzazione della Cisl e anche sulla vicenda che ha coinvolto il direttore di Libero, Maurizio Belpietro. «Il paese», spiega con amarezza l’ad del Lingotto, «ha perso il senso istituzionale, la bussola è partita, qualcuno ha aperto i cancelli dello zoo e sono usciti tutti». Una situazione «difficile da spiegare» quando si va in giro per il mondo. Qualcosa di «vergognoso».
sabato 2 ottobre 2010
Il Corriere sciopera contro Internet
«Cari colleghi, questa lettera vi complicherà la vita». Sono righe esplosive, quelle spedite da Ferruccio de Bortoli alla redazione. Piene di realismo, ma anche di spine. Risultato: due giorni di buio totale. Niente giornale in edicola oggi e domani, nessun aggiornamento sul sito web. Più un pacchetto di altri cinque giorni di sciopero. Una protesta scontata, considerato l’affondo del direttore del Corriere della Sera, che parte dalle nuove tecnologie («è finita l’era del piombo») per finire ad affondare il coltello contro i “senatori” di Via Solferino, che farebbero di tutto per ostacolare il nuovo e i nuovi. «Non è più accettabile, anzi è preoccupante», scrive de Bortoli, «il muro che è stato eretto nei confronti del coinvolgimento di giovani colleghi. Non è più accettabile una visione così gretta e corporativa». Nel denunciare la scarsa collaborazione sulle piattaforme multimediali, il direttore prende a mazzate l’intero “sistema Corriere”. Non è più accettabile, è il refrain, «che parte della redazione non lavori per il web o che si pretenda per questo una speciale remunerazione. Non è più accettabile che perduri la norma che prevede il consenso dell’interessato a ogni spostamento», ma anche «non è più accettabile, e nemmeno possibile, che l’edizione iPad non preveda il contributo di alcun giornalista professionista dell’edizione cartacea del Corriere».
venerdì 1 ottobre 2010
Cgil fuori controllo. Uova marce e petardi contro la sede Cisl
A farne le spese è sempre la Cisl. Questa volta però la contestazione/aggressione non è arrivata dai giovani militanti di un centro sociale, come nel caso del petardo sparato contro Raffaele Bonanni alla festa del Pd, ma da un gruppo di operai della Fiom-Cgil, con tanto di dirigente al seguito. L’episodio, che il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha definito il frutto di «una vera e propria campagna d’odio», è avvenuto a Treviglio, in provincia di Bergamo. Sull’onda della rabbia alimentata dai commenti durissimi dei vertici del sindacato rosso contro i “traditori” che hanno firmato l’accordo sulle deroghe del contratto, un gruppetto di lavoratori della Same, guidato dal segretario generale della Fiom di Bergamo, Eugenio Borella, ha pensato bene di passare alle vie di fatto. Così, gli operai si sono presentati davanti alla sede della Cisl, dov’era in corso una riunione congiunta con i metalmeccanici della Uil proprio sulla vicenda Pomigliano, e hanno iniziato a lanciare fischi e insulti prima, uova e petardi poi.
Riparte l’alta velocità, ma guidano i giudici
La partita, paradossalmente, non è ancora chiusa. Il match legale tra le Fs e i francesi di Alstom proseguirà il 18 novembre, quando il Tar del Lazio dovrebbe, si spera, mettere fine alla vicenda con il giudizio di merito. Per ora il tribunale amministrativo («per non pregiudicare il servizio pubblico») si è limitato a revocare la sospensiva con cui il 27 agosto aveva bloccato la gara da 1,5 miliardi per la fornitura di 50 treni superveloci. Una gara pubblica vinta dal nuovo V300 Zefiro prodotto da Ansaldo Breda e Bombardier, ma subito contestata dai concorrenti di Alstom.
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Tremonti: «Non temiamo le nuove regole di Bruxelles»
«Non temiamo le nuove regole». Giulio Tremonti non ci sta a fare il sorvegliato speciale dell’Europa. Il commissario agli affari monetari, Olli Rhen (che giovedì ha puntato il dito sull’enorme debito pubblico italiano), può sbraitare quanto vuole. Ma, ha spiegato il ministro dell’Economia a margine dell’Ecofin, «visto che la crisi è venuta dalla finanza privata e non da quella pubblica, siamo convinti che per l’Italia un conteggio algebrico tra attivi e passivi ci metta in zona di sicurezza». La tesi, non nuova, è che malgrado le apparenze (un debito pubblico al 118,2% ben oltre la soglia del 60% prevista dal nuovo patto di stabilità) l’Italia abbia una solidità sul fronte del risparmio privato che la mette al riparo dai terremoti che hanno scosso l’Europa. Non si può, ha spiegato Tremonti, «guardare in una tasca e non in un’altra». Anche il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, ha ricordato che il problema del debito «non riguarda solo l’Italia» e che comunque il nostro Paese «non è a rischio sanzioni». Rehn non ha rinunciato alla controreplica: «Mi dovrei comprare una giacca italiana ben tagliata per capire come funziona il meccanismo della doppia tasca».
© Libero
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