Il governo ha sterilizzato il possibile aumento della Tasi sulla prima casa con la proroga per il 2015 del tetto massimo al 2,5 per mille. E ha pure congelato il canone Rai di 113,50 euro, evitando di inserirlo nella bolletta della luce. Questo non significa che il nuovo anno sarà privo di spiacevoli sorprese. Immancabile l’aumento della benzina. Dopo i 9 ritocchi degli ultimi 4 anni l’accise sui carburanti salirà ancora nel 2015. Il quantum sarà stabilità dall’agenzia delle Dogane dei Monopoli sulla base del bottino da recuperare: 671 milioni di gettito aggiuntivo per il prossimo anno e 17,8 milioni per il 2016.
Al principio fu creato l'universo. Questo fatto ha sconcertato non poche persone ed è stato considerato dai più come una cattiva mossa. (Douglas Adams)
sabato 27 dicembre 2014
Ma Boeri non ha i titoli per quel ruolo
Il curriculum di Tito Boeri è lungo e corposo. Il professore, che oggi insegna Economia del Lavoro alla Bocconi, dove si è anche laureato, ha un Dottorato in economia alla New York University, ed è stato consulente dell’Fmi, della Banca mondiale, della Commissione Ue e del governo italiano, nonché senior economist all’Ocse dall’87 al 96. È inoltre research fellow del Cepr, del William Davidson Institute dell’Università del Michigan, del Netspar dell’Università di Tilburg e dell’Iza - Institut zur Zukunft der Arbeit (Istituto per il Futuro del Lavoro) a Bonn. È, infine, membro del Consiglio della European Economic Association, direttore della Fondazione Rodolfo Debenedetti e responsabile scientifico del festival dell’Economia di Trento. Nel tempo libero collabora con la Repubblica e con il sito lavoce.info, di cui è uno dei fondatori.
Resta l'obbligo di tenersi i fannulloni
La Cgil insiste. Dopo le sferzate del leader Susanna Camusso («norme sbagliate e punitive, si cancella il contratto a tempo determinato») anche ieri il sindacato rosso è tornato a criticare il jobs act, sostenendo che le nuove misure danno «il via libera alle imprese per licenziare in maniera discrezionale lavoratori singoli e gruppi di lavoratori».
domenica 14 dicembre 2014
Tasse sulla casa: stop all'aumento. Forse il governo l'ha capita
Tasi sulla prima casa «solo» al 2,5 per mille anche per il 2015. Alla fine la decisione è arrivata. Dopo una manciata di giorni vissuti nel terrore, con la prospettiva di un raddoppio secco dell’imposta sui servizi indivisibili per il prossimo anno, i contribuenti italiani possono almeno trattenere il respiro, in attesa dell’approvazione definitiva della legge di stabilità.
venerdì 12 dicembre 2014
Anche Draghi minaccia sanzioni. E Juncker ormai ci prende in giro
E quattro. Dopo S&P, eurogruppo e Jean Claude Juncker (che ieri ha addirittura rincarato la dose) la sberla quotidiana sulla politica economica del governo è arrivata puntuale. Questa volta è stato il turno di Mario Draghi, che qualcuno si ostina a considerare dalla parte di Matteo Renzi. «Lo vedo spesso», disse il premier la scorsa estate dopo il blitz ferragostano nella tenuta dell’ ex governatore a Città della Pieve.
La local tax è rimasta un annuncio. Così nel 2015 la Tasi raddoppierà
La stangata sulla casa è assicurata anche per il 2015. Mentre l’Europa continua a prenderci a sberle ogni giorno (ieri è stato il turno di Draghi e di Juncker, che ha rincarato la dose), inchiodandoci alla prospettiva di una manovra bis, il governo sembra aver deciso che il prossimo anno non solo resterà la Tasi, ma sarà pure più salata.
giovedì 11 dicembre 2014
Schiaffo da Bruxelles: manovra bis o conseguenze spiacevoli
«Se alle parole non seguiranno i fatti, le conseguenze saranno spiacevoli». Dagli avvertimenti alle minacce. Dopo il declassamento di S&P e la bacchettata dell’eurogruppo sul mancato rispetto degli impegni, ieri il traballante percorso di risanamento messo in atto dal governo italiano è finito nel mirino anche della Commissione europea. A Matteo Renzi non piace l’idea dei compiti a casa, ma il tono usato da Jean Claude Juncker è proprio quello con cui ci si rivolge ai discoli che non vogliono ubbidire. «Dobbiamo fidarci di italiani e francesi e poi vedremo, probabilmente nel mese di marzo, come è andata», ha spiegato il presidente della Commissione in un’intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung. Se andrà male, ha proseguito, «la situazione diventerà molto sgradevole per entrambi i Paesi».
martedì 9 dicembre 2014
Aria di manovrina e riforma delle pensioni
Il governo continua a ripetere che la «renzinomics» piace a tutti. Eppure, l’Europa vuole una manovra aggiuntiva mentre l’Ocse ci chiede addirittura un’altra riforma delle pensioni. Malgrado le acrobazie semantiche degli spin doctor, il messaggio arrivato ieri da Bruxelles è chiaro: entro marzo l’Italia dovrà presentare una correzione dei conti più robusta. A ballare sono i soliti 6 miliardi di scarto tra la riduzione del deficit/pil strutturale dello 0,1% previsto dalla legge di bilancio e lo 0,5% imposto dal patto di stabilità. Questo gap, ha spiegato il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, può essere colmato in due modi: «Adottando nuove misure o con una nuova valutazione dell’efficacia delle misure già adottate». Una terza possibilità, ha proseguito, è che la «commissione ritenga che lo 0,1% di correzione già prevista sia in realta più elevata, allo 0,2%».
sabato 29 novembre 2014
Lupi: "Non passerà mai la legge che blocca gli sgomberi"
«Chi occupa abusivamente deve andarsene», ha spiegato ieri il governatore leghista Roberto Maroni, annunciando che la giunta della Regione Lombardia «ha stanziato mezzo milione di euro da assegnare all’Aler di Milano per effettuare gli sgomberi e sostenere il principio di legalità».
Soldi che potrebbero essere inutili. Quella legalità di cui parla l’ex segretario del Carroccio è appesa al filo di un decreto attuativo che, come riferito ieri da Libero, spianerebbe la strada ai «ladri di case» e che il premier Matteo Renzi, se volesse, potrebbe approvare anche domani.
Soldi che potrebbero essere inutili. Quella legalità di cui parla l’ex segretario del Carroccio è appesa al filo di un decreto attuativo che, come riferito ieri da Libero, spianerebbe la strada ai «ladri di case» e che il premier Matteo Renzi, se volesse, potrebbe approvare anche domani.
giovedì 27 novembre 2014
La Ue ci impone di assumere 250mila precari nella scuola
Da 250mila a un milione di ricorsi. Le proporzioni della slavina che potrebbe abbattersi sul governo dopo la sentenza della Corte di Giustizia Ue sono titaniche. La decisione dei giudici di Lussemburgo sui precari della scuola italiana ha aperto una breccia dentro la quale sono pronti ad infilarsi tutti i lavoratori della Pubblica amministrazione in attesa di un contratto a tempo determinato. Un esercito che secondo l’ultimo censimento dell’Aran si limiterebbe a 317mila unità, ma che la Cgia di Mestre quantifica in oltre 1,1 milioni, di cui 514mila nella scuola e nella sanità, 477mila nei servizi pubblici e sociali e 119 occupati direttamente nella Pa.
domenica 23 novembre 2014
Del Monaco: "Renzi spenda i 22 miliardi Ue"
«Perché chiedere prestiti quando abbiamo i nostri fondi?». Per Andrea Del Monaco, esperto di fondi strutturali europei, già consulente del secondo governo Prodi, c’è qualcosa che non quadra. «Renzi e Padoan», spiega, «vogliono chiedere 90 miliardi a Juncker all’interno del ventilato piano da 300 miliardi. Si tratterebbe di un finanziamento della Bei. Non sarebbe meglio spendere prima i 22 miliardi avanzati dal ciclo 2007-2013 entro il 2015 e programmare bene i futuri 80 miliardi del ciclo 2014-2020 (44 miliardi Ue più il cofinanziamento nazionale)? Sono soldi dell’Italia e non sono in prestito».
venerdì 21 novembre 2014
Nella Rc auto la tassa per le Province "abolite"
Abolite, sparite, cancellate. Qualcuno, lo scorso aprile, ci aveva detto che le Province non esistevano più. Che la severa ed impietosa legge Delrio le avrebbe svuotate e declassate in attesa della scomparsa definitiva con la riforma del titolo V della Costituzione. Invece, non solo sono ancora lì, con gli stessi poteri e con gli stessi presidenti di prima, ma continuano pure a succhiarci soldi.
E non si tratta di bruscolini, ma di diversi miliardi di euro che vengono sfilati sottobanco dalle tasche degli automobilisti. Nel 2014, stando ai calcoli effettuati dal portale Facile.it su dati Ania, il furto con destrezza porterà nelle casse degli enti fantasma circa 2,3 miliardi di euro.
E non si tratta di bruscolini, ma di diversi miliardi di euro che vengono sfilati sottobanco dalle tasche degli automobilisti. Nel 2014, stando ai calcoli effettuati dal portale Facile.it su dati Ania, il furto con destrezza porterà nelle casse degli enti fantasma circa 2,3 miliardi di euro.
giovedì 20 novembre 2014
I nuovi balzelli sul mattone rallentano la ripresa del mercato
Malgrado la valanga di tasse sulla casaa e la stretta delle banche sui mutui, il mercato immobiliare riesce ancora a dare qualche debole segnale di vita. A guardare con ottimismo all’andamento del settore è l’ufficio studi di Nomisma, secondo cui il 2014 dovrebbe rappresentare l’anno dell’inversione ciclica, con una timida ripresa delle quantità scambiate, anche se molto più contenuta delle aspettative. L’incremento degli scambi di abitazioni dovrebbe attestarsi al 3,7% a livello nazionale, un dato ben lontano dai livelli delle precedenti fasi di inversione ciclica di mercato (37% nel 1976, 17% nel 1985 e 9% nel 1997), ma comunque sufficiente ad alimentare un pizzico di speranza. Con riferimento, poi, ai mercati delle 13 principali città italiane il preconsuntivo Nomisma evidenzia un’inversione ancora più significativa, pari al 5,5% di compravendite di abitazioni su base annua.
Salasso fino a 2mila euro con la polizza anti-alluvione
Un’altra bella tassa sulla casa che può arrivare, per chi abita nella zone più a rischio, a sfiorare i 2mila euro l’anno. È questo il piano del governo per fronteggiare l’emergenza delle calamità naturali. Non riuscendo a prevenire le catastrofi, l’esecutivo sta pensando di risolvere a valle il problema dei danni provocati e dei costi della ricostruzione costringendo i cittadini ad assicurarsi contro alluvioni e terremoti.
martedì 4 novembre 2014
Moncler spiuma la Gabanelli
Non è bastata la replica ufficiale della Moncler a rassicurare gli operatori di Borsa. Il marchio di abbigliamento di lusso di proprietà dell’imprenditore Remo Ruffini ha continuato a viaggiare in negativo a Piazza Affari per tutta la giornata chiudendo a -4,8%. Merito di Report. Il programma di Milena Gabanelli domenica sera ha ricostruito le fasi della produzione dei giacconi, mettendo sotto accusa le tecniche utilizzate per procurarsi le piuma d’oca.
L'Istat boccia la manovra: non fa crescere il Pil. Allarme per le pensioni
Le previsioni macroeconomiche, per quello che può valere, considerati gli errori di valutazione degli ultimi anni, questa volta coincidono con quelle del governo. Il 2014, ha spiegato ieri l’Istat nella nota diffusa in mattinata e nell’audizione parlamentare del pomeriggio sulla legge di stabilità, si chiuderà a -0,3%, così come previsto nel Def. Nel 2015 ci sarà una lieve ripresina, che l’istituto di statistica quantifica nello 0,5% di pil e il governo nello 0,6, mentre nel 2016 la crescita, per entrambi, arriverà all’1%.
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sabato 1 novembre 2014
Snam investe in Austria, tanto il gasdotto Tap è destinato al fallimento
Nell’Italia dei veti incrociati e delle infrastrutture fantasma, in barba al #cambioverso, anche il gasdotto Tap si avvia verso il fallimento. Sulla carta tutto procede a gonfie vele. Il governo l’ha inserito nelle opere strategiche, il ministero dell’Ambiente ha concesso l’autorizzazione Via (valutazione impatto ambientale) e quello dello Sviluppo giovedì scorso ha convocato per il 3 dicembre la conferenza dei servizi finalizzata al rilascio dell’autorizzazione unica.
La farsa del metrò automatico. Non va senza un macchinista
Dopo tre tentativi a vuoto le porte restano aperte e il convoglio si blocca. Doveva essere il fiore all’occhiello della metropolitana romana, il trionfo della tecnologia, uno sguardo sul futuro. E invece nella nuova metro C che collegherà Montecompatri al quartiere della Capitale Centocelle torneranno i vecchi e collaudati macchinisti. Peccato che l’Atac non abbia assunto macchinisti abilitati e che le carrozze attrezzate con il sistema driverless non prevedano alcuna cabina di guida, ma solo una piccola consolle per spostamenti di emergenza del treno.
giovedì 30 ottobre 2014
Zigliotto (PopVicenza): "Gli stress test? Un pacco preconfezionato"
«Un pacco precofenzionato». Non ci gira intorno Giuseppe Zigliotto. «Gli stress test», spiega il presidente degli industriali di Vicenza nonché consigliere di Pop Vicenza, banca che evitato per un soffio la bocciatura della Ue, «sono stati costruiti con una logica ben precisa, che punisce il sistema italiano, valorizzando i nostri punti di debolezza e penalizzando i nostri punti di forza».
sabato 18 ottobre 2014
Sgravi Irap finanziati con aumenti Irap
Agevolazioni col trucco. Nella fretta di applaudire i tagli di Matteo Renzi non tutte le imprese si sono accorte che l’introduzione dei maxi sconti fiscali previsti dalla legge di stabilità non è affatto a costo zero. Anzi, gran parte degli sgravi sarà finanziata, se il testo della manovrà resterà quello che circola in queste ore, dall’abolizione di misure precedenti sempre volte ad abbattere il costo del lavoro. Il risultato è l’ennesima partita di giro, dove i numeri reali del beneficio alle imprese risultano molto inferiori a quelli urlati dal premier a colpi di «slide».
Renzi taglia la Lombardia e salva gli spreconi siciliani
Buoni e cattivi tutti dalla stessa parte della lavagna. Anzi, in alcuni casi i buoni finiscono dal lato dei cattivi e viceversa. È questo, secondo quasi tutti i governatori, compresi quelli «amici» delle regioni rosse, l’effetto perverso del taglio di 4 miliardi previsto dalla legge di stabilità.
Il criterio della ripartizione dei sacrifici ancora non è noto. La bozza della manovra si limita a prevedere che il contributo delle autonomie locali andrà cercato «in ambiti di spesa e per importi complessivamente proposti in sede di autocoordinamento, dalle regioni con intesa sancita dalla conferenza permanente per i rapporti con lo Stato». In altre parole, le sforbiciate saranno autogestite fino al raggiungimento dell’importo richiesto. Purché le regioni trovino l’accordo entro l’anno. Dopodiché, interverrà il governo per decreto.
Il criterio della ripartizione dei sacrifici ancora non è noto. La bozza della manovra si limita a prevedere che il contributo delle autonomie locali andrà cercato «in ambiti di spesa e per importi complessivamente proposti in sede di autocoordinamento, dalle regioni con intesa sancita dalla conferenza permanente per i rapporti con lo Stato». In altre parole, le sforbiciate saranno autogestite fino al raggiungimento dell’importo richiesto. Purché le regioni trovino l’accordo entro l’anno. Dopodiché, interverrà il governo per decreto.
mercoledì 15 ottobre 2014
"Violati i patti sul deficit". L'Europa vuole bocciarci
Dai 2 agli 11 miliardi di correzione aggiuntiva dell’indebitamento. Sono queste le cifre che ancora ballano nella trattativa con l’Europa sulla legge di Stabilità. Trattativa che secondo fonti vicine alla Commissione Ue non è affatto in discesa. Ieri, al termine della riunione Ecofin di Lussemburgo (che ha tra l’altro approvato l’accordo per la fine del segreto bancario nell’Ue dal 2017), il ministro dell’Economia ha confermato che per il 2015 è previsto un aggiustamento strutturale del deficit dello 0,1%. «Il Def », ha spiegato Pier Carlo Padoan, «va nella direzione giusta. A un ritmo più lento, ma accelerando sulle riforme». Il ritardo, rispetto a quanto si prevedeva all’inizio dell’anno, è stato dovuto al fatto che «le previsioni di crescita per il 2015 erano dell’1,1% superiori».
Caos tra i ministri sui numeri reali. L'incubo: correzione aggiuntiva da 11 miliardi
A poche ore dal Consiglio dei ministri, previsto per oggi alle 15, il caos sulla legge di Stabilità è totale. Mentre il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, a Lussemburgo, e il premier Matteo Renzi, via telefono, trattano con la Ue per evitare una stangata da 11 miliardi di correzione aggiuntiva, a Roma nessuno conosce il contenuto della manovra da 30 miliardi annunciata dal presidente del Consiglio. In mattinata, prima del voto del Parlamento sul Def che ha dato il via libera allo slittamento al 2017 del pareggio di bilancio, il viceministro dell’Economia, Enrico Morando, e il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei, si presentano alla riunione del gruppo con una bozza di manovra da 20 miliardi già superata dalle parole dello stesso premier e ammettono di non avere «dati certi sull’ammontare totale». Intervistato dal Corriere il sottosegretario Graziano Delrio assicura che il Tfr sarà fuori dalla manovra. Poi nel pomeriggio il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, dice che invece «è probabile». E subito il braccio destro del premier si corregge: «Il governo ci sta concretamente lavorando».
martedì 14 ottobre 2014
Più fisco, meno lavoro, debito record. Chi è venuto dopo il Cav ha fatto peggio
Tre anni fa, più o meno in questo periodo, ci avevano detto che l’Italia era sull’orlo del baratro. Poi ci hanno spiegato che se non fosse arrivato il professor Mario Monti sarebbe andato tutto a carte quarantotto. Stesso discorso per Enrico Letta e Matteo Renzi. Tutti salvatori della Patria che avrebbero dovuto riportare il Paese sulla strada del benessere e dell’abbondanza.
lunedì 13 ottobre 2014
Tasi, giovedì il primo anticipo
Il conto alla rovescia è scattato. E il caos si prepara ad assumere proporzioni apocalittiche. Entro giovedì prossimo, infatti, oltre quindici milioni di italiani in 5.279 dovranno passare alla cassa per versare l’acconto Tasi per il 2014. Il quadro d’insieme è poco incoraggiante. Il costo medio del balzello, secondo le rilevazioni del servizio politiche territoriali della Uil sarà di 148 euro (74 euro la prima rata), che sale a 191 (96 euro l’acconto) con picchi di 429 euro prendendo in esame solo le città capoluogo, dove l’aliquota media è del 2,63 per mille, superiore a quella inizialmente definita come «massima» dalla legge. La sintesi è che per una famiglia su due la nuova tassa sarà più pesante della vecchia Imu.
martedì 7 ottobre 2014
Stangata Tasi-Imu sui capannoni: +200%
Non saranno solo i proprietari di casa a piangere il prossimo 16 ottobre. All’appuntamento col fisco, infatti, dovranno presentarsi anche imprenditori, artigiani e commercianti. E il conto sarà salatissimo anche per loro. Come per i proprietari di abitazioni diverse da quella principale, chi fa impresa quest’anno dovrà fare i conti con il combinato disposto di Imu e Tasi, un mix micidiale che comporterà aumenti rispetto alla vecchia Ici che si aggirano sul tra il 100 e il 200% con picchi a volte ben superiori.
Tasi, per la prima volta stangati gli inquilini
Per quanto ormai tartassati al di là di ogni umana sopportazione, i proprietari di casa al salasso annuale ci hanno fatto un po’ il callo. Tra coloro che il 16 ottobre dovranno passare alla cassa, però, c’è anche un gruppo di esordienti che finora aveva avuto a che fare solo con oneri condominiali e balzelli sui rifiuti. Con la nuova Tasi ad aprire il portafoglio saranno anche gli inquilini. Chi vive in affitto dovrà farsi dare dal proprietario le rendite catastali dell’immobile e delle relative pertinenze, calcolarsi la sua bella tassa su una quota che va dal 10 al 30% dell’aliquota Tasi per le abitazioni locate fissata del proprio comune, compilare un F24 o un bollettino postale dedicato. Tutto qua.
domenica 5 ottobre 2014
Tra Renzi e industriali è scontro continuo
Persino Confcooperative, per una volta isolandosi dall’Alleanza che le unisce alla Legacoop dell’ex presidente ed ora ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha deciso di scagliarsi contro il tfr in busta paga. «Il provvedimento», ha detto il presidente Maurizio Gardini, «interesserebbe oltre il 90% delle pmi. La cooperazione sarebbe interessata per 400.000 occupati con un impegno complessivo di 160 milioni di euro. Troppo per piccole e micro imprese sottocapitalizzate e provate da una crisi interminabile, soprattutto, se non bilanciate da misure compensative».
Un Tfr su cinque è nella mani dei sindacati
Un flusso annuo di 4,2 miliardi che va ad alimentare una massa di risorse gestite che si aggira sugli 85 miliardi di euro. È questo, sostanzialmente, il tfr che interessa ai sindacati. E pure alla Confindustria. Quello per cui entrambi sono saliti senza esitazioni sulle barricate, accanto ad artigiani e piccoli imprenditori, per difendere la liquidazione dei lavoratori dal progetto di Matteo Renzi di metterne una parte subito in busta paga.
venerdì 3 ottobre 2014
Addio scontrini e ricevute, ma per tracciarci meglio
Un fisco amico, ma più occhiuto e, soprattutto, più salato. È questo, in estrema sintesi, lo scenario che si va prefigurando stando ai documenti diffusi nei giorni scorsi dal governo. Il primo punto riguarda il più volte annunciato da Matteo Renzi cambio di strategia nel contrasto all’evasione. Nel dossier presentato dal ministero dell’Economia al parlamento, accanto al progetto della dichiarazione dei redditi precompilata, si dice chiaramente che lo strumento principe per stanare gli evasori sarà il potenziamento dei pagamenti tracciabili.
giovedì 2 ottobre 2014
Padoan prepara la stangata da 51 miliardi
L’Italia potrebbe essere bocciata ancor prima di presentarsi agli esami. L’ipotesi, non troppo peregrina, sta circolando negli ambienti di Bruxelles, dove si fa notare che la Commissione, «in caso di seria violazione degli obblighi di bilancio», potrebbe chiedere una nuova bozza del Def appena varato dal Cdm. Il potere in capo all’esecutivo Ue finora non è mai stato esercitato. Ma c’è sempre una prima volta. E la tensione provocata da Parigi non aiuta di certo. Se il governo francese ha chiesto uno slittamento del vincolo del 3% al 2017, non meno difficili da digerire sono le istanze di Palazzo Chigi.
giovedì 25 settembre 2014
Gli scatti congelati ai pensionati sono costati fino a 2.650 euro l'anno
Migliaia di euro andati in fumo a causa della mancata indicizzazione e del fisco. Mentre i tecnici di Via XX Settembre ancora studiano il modo per togliere un po’ di soldi dalle tasche dei pensionati e a Palazzo Chigi qualcuno pensa di azzoppare definitivamente il secondo pilastro inserendo una parte del Tfr in busta paga, il Cupla (Comitato unitario pensionati lavoratori autonomi) ha affidato all’istituto di ricerca Cer il compito di fare due conti sulla previdenza italiana. I risultati sono impressionanti. Al di là del dato, pur inquietante, secondo cui il 44% dei pensionati vive in una condizione di semipovertà con assegni inferiori ai mille euro, quello che balza agli occhi è la progressiva erosione dei trattamenti previdenziali avvenuta negli ultimi anni.
venerdì 12 settembre 2014
Draghi mette in trappola Renzi: spendi di più ma non sforare
Flessibilità, mini bond europei, spese scorporate dal bilancio. Per convincere Bruxelles ad allentare la corda Matteo Renzi le sta studiando tutte. I risultati, però, stentano ad arrivare. Anche perché il quadro dei conti pubblici continua a peggiorare e le previsioni si fanno sempre più fosche. A gelare il governo alla vigilia dell’Ecofin di Milano di domani ci ha pensato la Bce.
Stangata sulla casa: ecco dove la Tasi costerà più dell'Imu
Dovevano abolire la tassa sulla prima casa. E invece il bottino dei sindaci è addirittura aumentato. A poche ore dalla scadenza dei termini (il 10 settembre) per la comunicazione delle delibere sulle aliquote da parte dei comuni, il grando inganno della Tasi inizia a delinearsi con chiarezza. Abbiamo passato il 2013 ad assistere allle acrobazie politiche sull’abolizione del balzello sulla prima casa reintrodotto da Mario Monti con l’Imu. Compiuta, a fatica, l’opera, il governo ci aveva assicurato che dal 2014 le abitazioni principali sarebbero state esentate dal pagamento delle tasse.
giovedì 11 settembre 2014
Per il dopo Cottarelli si scalda Gutgeld. E punta alle pensioni
Malgrado l’aspetto un po’ austero, Yoram Gutgeld è un ottimista. «Non vedo cosa si ci sia da drammatizzare», ha detto qualche tempo fa riferendosi alla feroce recessione che attanaglia l’Italia, «noi abbiamo come orizzonte temporale mille giorni. E al termine vedrete che il nostro Paese sarà in grado di dare lavoro e prospettive».
Per metà della famiglie Tasi più cara dell'Imu
La bomba Tasi si avvia verso la deflagrazione. Ieri a mezzanotte è scaduto il termine concesso ai comuni per mettersi in regola deliberando le aliquote della nuova tassa. Ma i conti ancora non tornano. Stando ai dati riportati dal portale del ministero dell’Economia, su cui le delibere dei sindaci devono essere obbligatoriamente pubblicate, ieri sera mancavano all’appello oltre 2mila comuni. Alcuni potrebbero aver inviato gli atti nella notte, altri magari lo faranno oggi sforando di qualche ora. Senza contare che il ministero ha tempo per la pubblicazione definitiva fino al 18. Quindi tutto è ancora possibile. Ma i numeri sembrano troppo grandi per lasciar pensare che filerà tutto liscio.
mercoledì 10 settembre 2014
Matteo smentisce se stesso. Gli 80 euro? Non servivano a rilanciare i consumi
Gli 80 euro non erano pensati per aumentare i consumi». La battuta più bella degli ultimi mesi Matteo Renzi l’ha voluta riservare per Bruno Vespa, forse nella speranza di vedersi abbuonata la scommessa che il prossimo 21 settembre, se il governo non avrà pagato tutti i debiti della Pa alle imprese, lo costringerà ad andare in pellegrinaggio a piedi da Firenze a Monte Senario (20 km).
Demansionamento e salari giù. Ecco il piano per il lavoro
Matteo Renzi, a parole, vuole spaccare tutto. «Non abbiamo bisogno di discussioni ideologiche, ma di creare posti di lavoro e faremo di tutto perché questo avvenga riscrivendo tutti insieme nella delega lo statuto dei lavoratori, che ha bisogno di futuro e non solo di racconti del passato», ha detto qualche giorno fa il premier.
martedì 9 settembre 2014
Sopravvivere al caos Tari e Tasi
Scadenze, calcoli, bollettini. Passata l’estate, gli italiani sono subito ripiombati nell’incubo Iuc ( che incorpora Tasi-Tari-Imu), la nuova tassa varata con l’obiettivo di semplificare e che invece ha reso la vita dei contribuenti un inferno.
sabato 6 settembre 2014
I freni di Bombassei salvano il treno Italo
I soci di Ntv sono pronti a fare la loro parte. Accanto alla polemica, che non si placa, sulle responsabilità della politica per il mancato rispetto delle regole della concorrenza, gli azionisti dell’azienda ferroviaria privata chiariscono che non hanno alcuna intenzione di gettare la spugna. «Per noi il progetto resta valido», ha detto ieri da Cernobbio Alberto Bombassei, patron di Brembo e socio di Ntv con il 5%, «ma spetta a governo e autorità dei trasporti, che non ha l’indipendenza auspicata, garantire regole più corrette e certe per gli investitori».
Irpef, Tasi, Tari: i romani pagano il doppio
L’ultima beffa per i romani è di poche ore fa. Sembrava che la raffica di ricorsi presentati dalle associazioni dei consumatori fosse riuscita a congelare gli aumenti folli dei permessi per l’accesso alla Ztl. Giovedì scorso, infatti, il Tar ha accolto le obiezioni contenute nell’esposto collettivo del Codacons, fissando l’udienza al 3 dicembre.
venerdì 5 settembre 2014
Buttiamo soldi per avere alunni somari
L’infornata di circa 200mila nuovi docenti che costerà oltre 3 miliardi ai contribuenti italiani probabilmente servirà poco o niente al miglioramento dell’istruzione dei nostri figli. La dimostrazione dell’inefficacia, almeno sotto il profilo tecnico-finanziario, della mossa di Matteo Renzi per smorzare le insofferenze che agitano il mondo della scuola arriva dall’Efficiency Index, un rapporto commissionato da Gems Education solutions e realizzato da Peter Dolton, professore di Economia presso l’Università del Sussex e ricercatore senior presso il Centre for economic performance della London School of Economics, dal dottor Oscar Marcenaro Gutiérrez, professore associato presso l’Università di Malaga, e da Adam Still, specialista di Formazione, finanza e sviluppo presso Gems Education solutions.
Lupi e sindacati cercano di rimettere Ntv sui binari
«Va riconosciuto che Ntv ha avuto molto coraggio. Ha pagato la difficoltà del passaggio da un regime di monopolio a uno, ancora da perfezionare, di vera concorrenza». Tirato per la giacchetta dalle paginate a pagamento pubblicate sui principali quotidiani, il governo scende in campo sull’affaire Ntv. E lo fa, per bocca di Maurizio Lupi, schierandosi senza esitazioni al fianco del gruppo privato. All’appello, con polemica, lanciato da Ntv il ministro delle Infrastrutture risponde dicendosi pronto a «fare la propria parte creando le condizioni per una effettiva concorrenza».
La Pa sempre meglio del privato: lavori meno e prendi di più
Guadagnano di più e lavorano meno. Per i travet il rientro dalle vacanze non è stato dei migliori, con la doccia gelata arrivata dal governo sulla proroga del blocco degli stipendi anche per il 2015. Eppure, malgrado le legittime e comprensibili lamentele di gran parte della catagoria che dal 2010 deve fare i conti con la stretta sulle retribuzioni, i numeri sembrano confermare che, rispetto all’intero mondo del lavoro, la bilancia pende ancora dalla parte degli statali.
venerdì 29 agosto 2014
La compagnia del Comune di Roma che rimborsa anche senza polizza
I premi non vengono pagati da anni. Ma se qualcuno viene investito la compagnia è pronta ad elargire sull’unghia un lauto risarcimento. Come è accaduto all’ex tronista Karim Capuano, che nell’aprile del 2011 è finito con la sua Smart contro un bus della Cotral e si è beccato un indennizzo di 1,2 milioni di euro.
L’impatto è stato devastante. E il povero Capuano (al di là dei sospetti sulla sua sobrietà al momento dell’incidente) si è fatto un mese di coma. Ma quale assicurazione onorerebbe una polizza non pagata? Una c’è. E il suo azionista di maggioranza si chiama Ignazio Marino. Stiamo parlando delle Assicurazioni di Roma (Adir), compagnia fondata nel 1971 per volontà del Comune di Roma e delle grandi aziende municipalizzate, Acea, Ama, Atac e Stefer. Il Campidoglio ama fare tutto in casa, dai servizi pubblici alla previdenza. Quindi, perché non metter su anche la propria assicurazione?
L’impatto è stato devastante. E il povero Capuano (al di là dei sospetti sulla sua sobrietà al momento dell’incidente) si è fatto un mese di coma. Ma quale assicurazione onorerebbe una polizza non pagata? Una c’è. E il suo azionista di maggioranza si chiama Ignazio Marino. Stiamo parlando delle Assicurazioni di Roma (Adir), compagnia fondata nel 1971 per volontà del Comune di Roma e delle grandi aziende municipalizzate, Acea, Ama, Atac e Stefer. Il Campidoglio ama fare tutto in casa, dai servizi pubblici alla previdenza. Quindi, perché non metter su anche la propria assicurazione?
Invece di sbloccare l'Italia s'impantanano sulla casa
Opportunamente limato e ridimensionato, il pacchetto casa potrebbe restare nello sblocca Italia. Dopo un pressing serrato condotto quotidianamente da alcuni giorni sembra che il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, sia riuscito a portare a casa un mezzo risultato. Tutto è ancora da verificare. I tecnici dell’Economia sono al lavoro su tutti i punti del provvedimento che prevedono oneri per lo Stato. Ma sul tavolo del Cdm di oggi pomeriggio dovrebbe arrivare almeno una versione soft dello sconto fiscale per chi acquista immobili destinati alla locazione. Si riduce l’asticella rispetto alle previsioni iniziali dal 20 al 15%, mentre sul tetto di spesa massimo su cui operare la deduzione Irpef (si parlava di 300mila euro) si sta ragionando su una soglia tra i 100 e i 200mila euro.
giovedì 28 agosto 2014
Sblocca Italia, quattordici dossier finiscono sotto la scure di Padoan
Quattordici pacchetti per sbloccare l’Italia. Dalle infrastrutture al commercio estero, dall’edilizia al piano antiburocrazia. C’è tantissima carne al fuoco nel provvedimento che domani arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri. Resta da capire quante misure sopravviveranno alla scure del ministero dell’Economia. Ieri Pier Carlo Padoan ha dichiarato che il governo «risparmierà su tutto» seppure «tenendo conto del quadro economico peggiorato». Gli intendimenti del ministro sono ben visibili nella bozza dello sblocca Italia, dove tutta la «ciccia» è corredata dalla dicitura in rosso «parere del Mef».
mercoledì 27 agosto 2014
Forse è la volta buona che tagliano le partecipate
Qualcosa si muove, seppure ancora con un alto grado di evanescenza, sul fronte della spending review. A pochi giorni dall’atteso Cdm sullo sblocca Italia, previsto per venerdì, Carlo Cottarelli ha deciso di incrementare un po’ l’assai scarna presentazione di documenti sul sito di Revisione della spesa snocciolando tutti i numeri delle società partecipate.
Buttati tre miliardi per chiudere Alcoa
Su un piatto della bilancia ci sono circa 3 miliardi di incentivi pagati dai contribuenti in bolletta, sull’altro circa 1000 lavoratori (considerato l’indotto) adesso ufficialmente senza lavoro. La decisione formalizzata lunedì dall’Alcoa di chiudere definitivamente lo stabilimento sardo di Portovesme mette fine ad un’agonia iniziata nel 2012 con lo stop della produzione, ma traccia anche il bilancio fallimentare della politica industriale dei governi che si sono susseguiti negli ultimi venti anni.
domenica 24 agosto 2014
Renzi si aggrappa alla svolta di Draghi
Nulla di clamoroso, né di particolarmente inedito. Ma tra qualche settimana è tempo di tirare le somme e presentare il conto all’Europa. Così, quelle poche parole dedicate da Mario Draghi alla flessibilità, quella «già prevista dal patto di stabilità» che non esime i governi dal fare le riforme, sono bastate a rivitalizzare le prove di intesa tra Italia e Francia contro l’austerity tedesca e a ridare qualche filo di speranza ai tentativi di Matteo Renzi di non finire travolto dalle macerie della recessione.
venerdì 22 agosto 2014
Lo Stato fa la cresta sulle tasse a rate
Sembra di essere in un grande magazzino e invece sei allo sportello del fisco. Dodici, 24 o 36 rate. Per i più temerari si può arrivare anche a 120, dieci anni tondi tondi. E il grande boom del pagamento dilazionato, la trovata del fisco amico che tende la mano al contribuente e ti offre la possibilità di spalmare il tuo debito in centinaia di comode rate mensili.
domenica 17 agosto 2014
Fa ricorso nel 1974 ma la notifica arriva ora. Commerciante deve pagare 78 euro di Ilor
Quarant’anni secchi. È questo il tempo trascorso tra il primo accertamento per 78 euro di tasse non pagate e la cartella esattoriale da 808,17 euro recapitata lo scorso 2 luglio all’incredulo contribuente, ormai 81enne. In barba alle indicazione del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Antonella Orlandi, che ha invitato gli ispettori a concentrare l’attenzione sugli ultimi anni e sugli scostamenti più rilevanti, il fisco non molla l’osso neanche quando si tratta di pochi euro ormai fossilizzati in ere geologiche precedenti.
domenica 3 agosto 2014
La Cgil sconfitta in Alitalia si vendica e rompe con la Uil
Niente più accordi con la Uil. Può sembrare incredibile, ma dopo l’esito burrascoso delle schermaglie sindacali in Alitalia, con lo strappo degli uomini di Angeletti sull’applicazione del contratto collettivo del trasporto aereo e il costo del lavoro, la Cgil ha deciso di portare via il pallone. Gli uomini dell’organizzazione guidata da Susanna Camusso non dovranno più sedersi ad un tavolo negoziale in cui sia presente anche la Uil.
sabato 2 agosto 2014
Dalla casa alla monnezza: Roma caput tasse
La maggioranza in Campidoglio parla di «rigore finanziario» ed «equità sociale». Ma la realtà è che la manovra di Ignazio Marino approvata nottetempo, come nelle migliori tradizioni, dall’assemblea capitolina porta in dote una nuova valanga di tasse per i romani.
I numeri del bilancio previsionale 2014, varato a colpi di maxiemendamenti della giunta dopo una maratona iniziata il 14 luglio, parlano chiaro. Complessivamente si tratta di un intervento da 6,5 miliardi di euro, con 244 milioni di maggiori entrate rispetto allo scorso anno e tagli alla spesa corrente di 150 milioni.
I numeri del bilancio previsionale 2014, varato a colpi di maxiemendamenti della giunta dopo una maratona iniziata il 14 luglio, parlano chiaro. Complessivamente si tratta di un intervento da 6,5 miliardi di euro, con 244 milioni di maggiori entrate rispetto allo scorso anno e tagli alla spesa corrente di 150 milioni.
Renzi ci minaccia: state sereni. Niente 80 euro a pensionati e autonomi
I pensionati e gli autonomi resteranno a bocca asciutta. È questa la notizia arrivata ieri da Matteo Renzi, che dopo aver invitato gli italiani «ad andare tranquillamente in vacanza» (l’ultimo che doveva “stare sereno” è stato buttato fuori da Palazzo Chigi) perché «il Paese ha le condizioni per ripartire in maniera straordinaria» si è tranquillamente rimangiato la promessa di allargare la platea del bonus Irpef alle categorie ora escluse.
mercoledì 16 luglio 2014
Il governo nasconde il file con i tagli di Cottarelli
Con il #cambioverso di Matteo Renzi un’aria di rinnovamento spira nel Paese. A partire dalla Pubblica amministrazione, dove il pallino del premier è quello della trasparenza. Basta andare su www.revisionedellaspesa.gov per avere un’idea. Il sito predisposto dal governo per informare i cittadini sull’andamento della spending review è tutto un guizzare di documenti e rapporti. La pagina più attiva è senza dubbio il blog del commissario, con ben 7 (sette!) interventi dall’inizio dell’anno ad oggi. tutti concentrati tra gennaio-marzo e giugno-luglio. In mezzo non c’è nulla. Del resto, è il periodo in cui anche lo stesso Carlo Cottarelli era misteriosamente sparito dalla circolazione.
Lo Ior pubblica il bilancio sul web. Al presidente 200mila euro
Mentre il governo nasconde i file sulla spending review, a casa di Papa Francesco si procede a testa bassa sulla trasparenza. C’è chi assicura che sulle questioni veramente importanti la riservatezza all’interno delle mura vaticane sia ancora impenetrabile. Sta di fatto, però, che dopo l’esordio dello scorso ottobre, la prima volta in assoluto per l’istituto bancario della Santa Sede, ieri lo Ior ha pubblicato on line (www.ior.va) il suo secondo rendiconto della storia.
martedì 15 luglio 2014
Nuovo record per il debito. Ora i conti tornano a rischio
Il debito pubblico raggiunge nuovi livelli record, il governo studia la manovra correttiva di ferragosto e il Pd si prepara a fare melina sulla reintroduzione dell’anatocismo bancario. Malgrado le temperature ancora primaverili, si preannuncia l’ennesima estate caldissima per le tasche degli italiani.
Le notizie che continuano ad arrivare sul fronte dei conti pubblici sono prossime alla catastrofe. Ieri Bankitalia ha certificato che il debito ha sfondato una nuova soglia, arrivando a quota 2.166,3 miliardi. Nel solo mese di maggio, alla faccio di tagli e spending review, lo stock è aumentato di 20 miliardi, con una crescita che dall’inizio dell’anno segna il 4,7%.
Le notizie che continuano ad arrivare sul fronte dei conti pubblici sono prossime alla catastrofe. Ieri Bankitalia ha certificato che il debito ha sfondato una nuova soglia, arrivando a quota 2.166,3 miliardi. Nel solo mese di maggio, alla faccio di tagli e spending review, lo stock è aumentato di 20 miliardi, con una crescita che dall’inizio dell’anno segna il 4,7%.
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Finmeccanica si riorganizza: "Taglieremo i costi del 20%"
Entra al Salone dell’aerospazio di Londra a passo di carica, Mauro Moretti, annunciando un robusto taglio dei costi, un nuovo piano industriale e tempi rapidi per Ansaldo Breda. «Una missione possibile», ha spiegato il neo ad di Finmeccanica al suo primo appuntamento internazionale. «Renzi», ha raccontato l’ingegnere da Farnborough, «mi ha detto: c’è la più grande industria del Paese che deve essere riposizionata e rivitalizzata e anche per questo ho accettato l’incarico. Le cose che in coscienza non riesco a fare non le accetto. Penso di farcela».
mercoledì 9 luglio 2014
I tagli alle Camere di Commercio costano 2,5 miliardi di Pil
La riforma della Pa rischia di essere incompatibile con la legge di stabilità. Qualcuno ieri in commissione Affari costituzionali ha strabuzzato gli occhi quando il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, ha spiegato, numeri alla mano, che il taglio del 50% dei tributi camerali renderà impossibile finanziare il sistema dei Confidi con 70 milioni l’anno per il prossimo triennio, così come disposto dalla manovra di bilancio 2014.
Un effetto collaterale che ha colto si sorpresa gran parte dei parlamentari presenti all’audizione.
Un effetto collaterale che ha colto si sorpresa gran parte dei parlamentari presenti all’audizione.
Flop a Bruxelles di Padoan: arriva la manovra per far quadrare i conti
Sforzi aggiuntivi nel 2014 e nessuna flessibilità sugli investimenti fuori bilancio. Per essere una prima volta, non è andata male. L’Ecofin guidato dall’esordiente Pier Carlo Padoan poteva anche proporre l’apertura di una procedura d’infrazione contro il nostro Paese. E invece si è limitato a bocciare su tutta la linea le richieste italiane, chiedendo in aggiunta una ulteriore correzione dei conti entro la fine dell’anno.
martedì 8 luglio 2014
La Ue non si fida delle promesse di Renzi
Gli sconti si fanno sulle riforme, non sulle promesse. Alla prima uscita ufficiale dopo la presunta vittoria sulla flessibilità ottenuta da Matteo Renzi l’Italia ha incassato subito un bel due di picche. Pier Carlo Padoan, che oggi presiederà il primo Ecofin del semestre italiano dell’Unione Europea, ha aperto ieri il dibattito con i colleghi della zona euro e le istituzioni Ue sulla necessità di dare più enfasi alle riforme dopo mesi di predominanza dell'austerità.
sabato 5 luglio 2014
Tasse, rigore e flessibilità: le contraddizioni di Renzi e Padoan
Accordo pieno con il «rigorista» Wolfgang Schaeuble (messo addirittura nero su bianco in un intervento a quattro mani sul Wall Street Journal), rispetto totale di tutti i vincoli europei e perplessità sulla crescita italiana. Dopo la plateale smentita delle proposte sugli eurobond avanzate dal sottosegretario Graziano Delrio, Pier Carlo Padoan continua a tracciare i confini del doppio forno sulle politiche economiche.
venerdì 4 luglio 2014
Il piano della Madia per mettere le mani sui tesoretti delle Camere di Commercio
A chi convenga realmente ancora non è chiaro a nessuno. Neanche a chi sta studiando da settimane il dossier. Ma nei corridoi della Funzione pubblica e del ministero dello Sviluppo continuano a circolare bozze di provvedimenti che puntano a smantellare il sistema Camerale. Matteo Renzi aveva assicurato inizialmente che le Camere di Commercio, come le prefetture, non si riformano per decreto. Intanto, però, la prima bastonata è arrivata proprio nel dl sulla Pa ora in discussione alla Camera, dove si prevede un taglio secco del 50% dei cosiddetti diritti camerali, ovvero le quote che le imprese pagano alle Camere di Commercio per avere accesso ad una lista sterminata di servizi. Dal registro delle imprese alle certificazioni per il commercio estero, dalla tutela delle filiere al sistema dei confidi, dalle certificaioni agroalimentari alle analisi merceologiche, dalla metrologia ai protesti cambiari. Non c’è aspetto della vita di un’impresa che non rientri nel perimetro dei servizi offerti dalla rete delle Camere di Commercio disseminata sul territorio italiano.
martedì 1 luglio 2014
Il flop degli 80 euro, in calo pure la spesa alimentare
Malgrado gli 80 euro e l’ottimismo di Matteo Renzi l’economia non riparte. Nel mese di giugno, secondo le stime preliminari dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,1% rispetto al mese precedente e dello 0,3% nei confronti di giugno 2013, in forte rallentamento rispetto a maggio (+0,5%). Si tratta di una quota che non veniva toccata dal 2009 e che è dovuta principalmente all’accentuarsi della diminuzione dei prezzi degli alimentari non lavorati. Contribuiscono in misura minore anche le decelerazioni della crescita su base annua dei prezzi degli alimentari lavorati, dei beni energetici e dei servizi relativi all’abitazione.
domenica 29 giugno 2014
Torna anche la tassa sugli interessi
Ci mancava solo l’anatocismo. Dopo anni di battaglie, leggi e sentenze, che si erano di fatto concluse solo qualche mese fa, l’odiosa pratica degli interessi sugli interessi con cui le banche spolpano i risparmiatori e le imprese rispunta a sorpresa in un provvedimento appena varato dal governo. La norma è contenuta nel decreto legge imprese che dalla prossima settimana sarà all’esame del Senato. Nella relazione tecnica del Mef (scritta dalla Ragioneria generale dello Stato) è scritto che la disposizione sostituisce la normativa introdotta nel 2013 con la legge di stabilità e riporta in vigore le regole previste nel testo unico bancario.
Padoan tace. Imbarazzo al ministero: "Solo una questione linguistica"
Una svista? Un bluff? Possibile che Matteo Renzi nel momento in cui ha firmato il documento finale del Consiglio europeo non si sia accorto che stava dando il via libera anche ad una versione più stringente delle raccomandazioni della Commissione per il nostro Paese?
Dal Via XX Settembre assicurano che nulla è cambiato nella sostanza rispetto al documento diffuso da Bruxelles lo scorso 2 giugno. E che le modifiche testuali inserite nel corso del vertice Ecofin del 16 giugno altro non sono che correzioni «tecnico-linguistiche» che lasciano inalterato il senso delle raccomandazioni per l’Italia.
Dal Via XX Settembre assicurano che nulla è cambiato nella sostanza rispetto al documento diffuso da Bruxelles lo scorso 2 giugno. E che le modifiche testuali inserite nel corso del vertice Ecofin del 16 giugno altro non sono che correzioni «tecnico-linguistiche» che lasciano inalterato il senso delle raccomandazioni per l’Italia.
Svelata la balla della flessibilità. Renzi ha firmato per più rigore
Altro che vittoria. Ieri il governo ha proseguito i festeggiamenti iniziati venerdì con la firma del documento finale del Consiglio europeo. Il premier Matteo Renzi ha spronato i suoi a rimboccarsi le maniche raccontando di «aver fatto capire all’Europa che l’Italia è un Paese forte, che non va con il cappello in mano, ma si fa rispettare». Stessa musica a Treia (Macerata), dove il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha partecipato alla presentazione del rapporto Symbola. Il vertice Ue, ha spiegato Graziano Delrio, «è una grande vittoria dell’Italia, che ha ritrovato credibilità con le riforme fatte e forza grazie al voto delle ultime elezioni europee». E proprio dall’europarlamento arriva la perentoria dichiarazione della neo eletta piddina Alessandra Moretti: «Siamo passati da una fase in cui i documenti li subivamo a una nuova in cui li scriviamo».
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venerdì 13 giugno 2014
Draghi chiede a Renzi un'altra manovra
Mario Draghi ha voluto ribadire ieri che il bazooka è pronto. E che, se necessario, la Bce «interverrà con prontezza» non solo «attraverso un ulteriore allentamento della politica monetaria» ma anche con «strumenti non convenzionali». Quanto all’Italia, il presidente dell’Eurotower è voluto entrare ufficialmente nel «club dei gufi». Quelli che Matteo Renzi accusa di tifare contro l’Italia. Nel consueto bollettino mensile, infatti, la Bce è tornata a girare il coltello nella piaga dell’indebitamento e del mancato rispetto degli impegni da parte del nostro Paese, confermando quanto già detto lo scorso 2 giugno dalla Commissione UE. E chiedendo di fatto la necessità di una manovra correttiva per il 2014.
I sindacati azzoppano lo sciopero Enav per aiutare il governo (e se stessi)
Che i sindacati possano tifare contro uno sciopero è difficile a credersi. Eppure, sono in molti a pensare che lo stop arrivato dal ministero delle Infrastrutture contro l’agitazione dei controllori di volo prevista per martedì scorso non sia affatto dispiaciuto a Cgil, Cisl e Uil. Sull’Enav da qualche mese i riflettori sono perennemente puntati. L’ente di assistenza al volo è da una parte al centro del piano di privatizzazioni del governo, che proprio in questi giorni deve scegliere la nuova squadra di comando che condurrà in porto l’operazione. Allo stesso tempo l’Enav è una pedina fondamentale per il nuovo contratto del trasporto aereo. Lo scorso 27 giugno, infatti, Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno siglato l’’intesa per l’ingresso della filiera dell’assistenza al volo nel perimetro del grande Ccnl di settore, che sulla carta riguarda 55mila addetti, ma che nei fatti, considerata la situazione delle principali compagnie italiane, a partire da Alitalia, per ora sarà applicato solo ai 1.500 dipendenti dell’Enav.
martedì 10 giugno 2014
Imu, Tari e Tasi. Renzi toglie gli sgravi sulla casa a malati, anziani e militari
I consulenti dei Caf hanno già indossato l’elmetto. Da qui al 16 giugno, quando ci sarà il lunedì nero del fisco con un ingorgo devastante di 8 scadenze, gli uffici saranno letteralmente presi d’assalto dai contribuenti. L’appuntamento di fuoco, inutile dirlo, è quello che riiguarda le imposte sugli immobili. Per tentare di arginare la marea i Centri di avviamento fiscale hanno già predisposto sportelli dedicati esclusivamente al pagamento del trittico Imu-Tari-Tasi. Ma il numero elevatissimo delle prenotazioni e la giungla di norme diverse con cui bisognerà fare i conti lasciano prevedere che gli accorgimenti non saranno sufficienti.
giovedì 5 giugno 2014
La Corte dei Conti silura Renzi: macché 80 euro, tagli le tasse.
Le tasse sono altissime e gli 80 euro «un surrogato» che avrà l’unico effetto di ritardare la riforma del fisco. Da oggi Matteo Renzi sarà costretto ad inserire nel lungo elenco di «gufi», che a suo dire tifano contro l’Italia, anche la Corte dei Conti. Un atto dovuto, per il premier toscano, considerata la robusta lista di doglianze contenuta nel Rapporto 2014 sulla finanza pubblica presentato ieri dal presidente dei magistrati contabili Raffaele Squitieri.
domenica 25 maggio 2014
Dopo le elezioni la stangata fiscale
Chiusa la campagna elettorale, per i contribuenti inizieranno i guai. Aliquote Tasi, riforma del catasto e superesattore fiscale sono solo alcune delle grane che, tenute prudentemente sottotraccia in vista del voto europeo, riesploderanno con violenza sulla testa dei cittadini.
La prima sorpresa arriverà a stretto giro da Palazzo Chigi, che la prossima settimana dovrebbe sciogliere le riserve sul successore di Attilio Befera e sul ridisegno dell’intera macchina fiscale di Via XX Settembre. La decisione era attesa, come annunciato dallo stesso Matteo Renzi, per giovedì scorso. Ma alla fine, motivazione ufficiale l’assenza del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, il Consiglio dei ministri ha deciso di far slittare tutto a dopo il voto.
La prima sorpresa arriverà a stretto giro da Palazzo Chigi, che la prossima settimana dovrebbe sciogliere le riserve sul successore di Attilio Befera e sul ridisegno dell’intera macchina fiscale di Via XX Settembre. La decisione era attesa, come annunciato dallo stesso Matteo Renzi, per giovedì scorso. Ma alla fine, motivazione ufficiale l’assenza del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, il Consiglio dei ministri ha deciso di far slittare tutto a dopo il voto.
venerdì 23 maggio 2014
Il governo prende tempo su Tasi ed erede di Befera
L’idea circola da tempo e nelle ultime settimane a Matteo Renzi era venuto lo sghiribizzo di accelerare sulla fusione tra Agenzia delle Entrate ed Equitalia per depotenziare, a poche ore dal voto, una delle vecchie battaglie di Grillo. L’appuntamento era previsto per ieri, in occasione del Consiglio dei ministri che avrebbe dovuto anche nominare il successore di Attilio Befera. Alla fine, però, né l’una né l’altra cosa sono andate in porto. Le divergenze all’interno del governo, che avrebbero fatto esplodere una bomba prelettorale, hanno spinto il premier a un prudente rinvio.
martedì 20 maggio 2014
La Tasi si paga in 75mila modi
Chi era scontento dell’Imu può mettersi l’anima in pace. La nuova Tasi costerà di più e si dovrà pagare in 75mila modi differenti. Più la scadenza del 16 giugno (che slitterà a settembre per i municipi indisciplinati) si avvicina, più prende forma lo spettro di un’altra apocalisse fiscale.
venerdì 16 maggio 2014
Sulla Tasi i sindaci fanno i furbetti
Meglio il caos che le casse vuote. È questa, in sostanza, la posizione espressa ieri al governo dai sindaci italiani, che da una parte non vogliono fissare le aliquote Tasi in campagna elettorale e dall’altra non vogliono rinunciare ad incassare comunque l’acconto. «Il rinvio a dicembre del pagamento rischia di provocare un buco e di rendere impossibile l’erogazione di quei servizi che oggi erogano i comuni», ha minacciato ieri il presidente dell’Anci, Piero Fassino. Un avvertimento che non ha trovato alcuna opposizione al ministero dell’Economia, dove l’orientamento emerso è quello di procedere al pagamento della prima rata del 16 giugno senza proroghe o slittamenti.
Anche la Bce conferma; lo spread non salì per cause economiche
Se è vero che tre indizi fanno una prova, almeno il dubbio che qualcosa nel 2011 non sia andata come ce l’hanno raccontata sembra ormai più che legittimo. Dopo i fuori onda di Mario Monti, le rivelazioni giornalistiche e i racconti dell’ex ministro del Tesoro Usa Timothy Geithner sulle manovre che hanno destabilizzato l’Italia e portato il Paese sotto la guida del governo tecnico di larghe intese è arrivato anche il parere illuminante e autorevole della Bce.
Alitalia si gioca l'ultima carta
L’accordo tra Alitalia ed Etihad sembra più vicino. La lettera con le proposte della compagnia italiana è finalmente partita alla volta di Abu Dhabi. E nei prossimi giorni si capirà se il vettore emiratino deciderà di procedere con l’ultimo step, quello che scatta con la sottoscrizione della lettera d’intenti e che dovrebbe portare nell’arco di circa un mese alla definizione dell’accordo.
giovedì 15 maggio 2014
La Electrolux si salverà coi soldi di Stato e Regioni
Nessun lavoratore licenziato, nessuno stabilimento chiuso, nessun taglio ai salari. Messa così, la chiusura della vertenza Electrolux sembra quasi un miracolo. E forse lo è, considerato che solo qualche mese fa l’ex ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato, sosteneva che non c’erano le condizioni materiali per l’accordo.
Certo, i lavoratori faranno la loro parte, con la riduzione del 60% dei permessi sindacali, la contrazione da 10 a 5 minuti della pausa di lavoro a Porcia e lo scaglionamento delle ferie. Ma come si è arrivati alla «produttività polacca» che l’azienda chiedeva per evitare la delocalizzazione degli stabilimenti?
Certo, i lavoratori faranno la loro parte, con la riduzione del 60% dei permessi sindacali, la contrazione da 10 a 5 minuti della pausa di lavoro a Porcia e lo scaglionamento delle ferie. Ma come si è arrivati alla «produttività polacca» che l’azienda chiedeva per evitare la delocalizzazione degli stabilimenti?
Il rischio di un nuovo pasticcio sulla Tasi è dietro l’angolo. Ad un mese dalla scadenza del 16 giugno la maggioranza dei Comuni non ha ancora deliberato l’aliquota per il pagamento della prima rata e nemmeno la ripartizione dell’imposta delle prime case tra proprietari e inquilini. Un disastro annunciato che sta finalmente iniziando a spaventare anche il governo.
Nuovo record per il debito. In 3 anni 200 miliardi in più
La cura europea per rimettere in ordine i conti pubblici non è stata esattamente salutare. Dal novembre 2011, quando si insediò Mario Monti, a marzo, con l’arrivo di Matteo Renzi, il nostro debito pubblico è salito di circa 207 miliardi. A certificare ieri l’ennesimo record negativo ci ha pensato Bankitalia, che ha registrato il nuovo tetto di 2.120 miliardi, in aumento di 12,8 miliardi dalla rilevazione precedente. Il rosso, in realtà, doveva essere anche peggiore. Come spiegano da Via Nazionale, infatti, «l’incremento del debito è stato inferiore al fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (17,8 miliardi)». Ma il decremento delle disponibilità liquide del Tesoro e l’andamento dei titoli di Stato ha permesso di assottigliare le perdite.
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mercoledì 14 maggio 2014
Così il fisco punisce chi aiuta i contribuenti
La scorsa estate, parafrasando una definizione di Italo Calvino del “bravo scrittore”, Attilio Befera inviò una lettera ai dipendenti spiegando che «il bravo funzionario pubblico è colui che si sdoppia sempre nel cittadino che ha di fronte».
Il principio, invocato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate insieme a quello del «buon padre di famiglia», sembra essere lo stesso a cui si è ispirata l’azione di un funzionario della Direzione provinciale di Ferrara il quale, accorgendosi di incongruenze o errori materiali nel versamento di tributi relativi ad atti notarili ed utilizzando prassi consolidate negli uffici del fisco, tentava di risolvere la pratica in via informale attraverso “avvisi bonari” inviati telematicamente o manualmente. L’Agenzia guadagna tempo, evitando di avviare un procedimento formale per l’errata liquidazione dell’imposta, il contribuente risparmia soldi, evitando di pagare le spese di notifica e tutti i costi accessori. Messa così, il buon senso è la prima cosa che viene in mente. Soprattutto alla luce dei continui riferimenti dell’amministrazione e della politica alla necessità di un «fisco amico».
Il principio, invocato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate insieme a quello del «buon padre di famiglia», sembra essere lo stesso a cui si è ispirata l’azione di un funzionario della Direzione provinciale di Ferrara il quale, accorgendosi di incongruenze o errori materiali nel versamento di tributi relativi ad atti notarili ed utilizzando prassi consolidate negli uffici del fisco, tentava di risolvere la pratica in via informale attraverso “avvisi bonari” inviati telematicamente o manualmente. L’Agenzia guadagna tempo, evitando di avviare un procedimento formale per l’errata liquidazione dell’imposta, il contribuente risparmia soldi, evitando di pagare le spese di notifica e tutti i costi accessori. Messa così, il buon senso è la prima cosa che viene in mente. Soprattutto alla luce dei continui riferimenti dell’amministrazione e della politica alla necessità di un «fisco amico».
sabato 10 maggio 2014
Arrestati i fratelli Magnoni: "Truffe a professionisti"
Non solo le responsabilità per «il dissesto» di una holding, attraverso «episodi distrattivi e dissipatori», ma anche l’utilizzo della società in un «più ampio e consolidato quadro criminale» per arricchirsi attraverso frodi fiscali e soprattutto truffe per un totale di 79 milioni ai danni delle casse previdenziali di giornalisti, medici e ragionieri. Nei giorni in cui le manette sono tornate a tintinnare, ieri mattina in carcere sono finiti pure i tre fratelli Ruggero, Aldo e Giorgio Magnoni, e il figlio di quest'ultimo, Luca. Tutti eredi di una famiglia che ha avuto un ruolo da protagonista in numerose vicende finanziarie degli ultimi cinquant’anni, dalla Banca Privata Italiana di Michele Sindona alla Bpi di Gianpiero Fiorani, dalla scalata a Telecom di Gnutti e Colaninno fino al crac della Lehman Brothers e le disavventure di Mps.
Vogliono fare cassa con le pensioni integrative
Mentre 10 milioni di lavoratori italiani intascheranno il bonus di Matteo Renzi, ce ne sono altri 6, i titolari di pensioni integrative, che rischiano l’ennesima stangata a sorpresa. L’ipotesi, non troppo peregrina, sta prendendo corpo nelle ultime ore per tentare di mettere una pezza alla bomba lanciata sul settore previdenziale con l’aumento della tassazione sulle rendite al 26%.
L’incremento deciso dal governo per coprire il taglio dell’Irap alle imprese, infatti, si abbatterà in maniera indiscriminata su quasi tutte le forme di capital gain: dagli interessi sui risparmi dei conti correnti fino ai guadagni legati alla compravendita dei titoli di Borsa. Le uniche eccezioni riguardano gli investimenti in titoli di Stato e i rendimenti della previdenza integrativa, che continueranno ad essere tassati con imposta sostitutiva dell’11%.
L’incremento deciso dal governo per coprire il taglio dell’Irap alle imprese, infatti, si abbatterà in maniera indiscriminata su quasi tutte le forme di capital gain: dagli interessi sui risparmi dei conti correnti fino ai guadagni legati alla compravendita dei titoli di Borsa. Le uniche eccezioni riguardano gli investimenti in titoli di Stato e i rendimenti della previdenza integrativa, che continueranno ad essere tassati con imposta sostitutiva dell’11%.
Un cedolino per l’Europa. Guai a parlare di mancia elettorale, però al maxi spot Matteo Renzi non ha saputo rinunciare. Con tanto di comunicato ufficiale del Ministero dell’Economia e delle Finanze e l’immancabile tweet del premier ieri il governo ha annunciato che il bonus è già bell’e pronto, da intascare e spendere. Per i più scettici Renzi ha addirittura allegato al messaggio su twitter una foto della busta paga preparata dal ministro: «Oggi Padoan mi ha portato a vedere i primi cedolini degli 80 euro. Le coperture dunque ci sono. Gli 80 euro pure». Al di là dell’incomprensibile collegamento tra cedolino e coperture, considerato che il bilancio si chiude a fine anno (e lì si faranno i conti), la mossa del premier è ad alto effetto.
martedì 6 maggio 2014
De Benedetti insulta il Vaticano: una fogna
Il filo logico è sottile al punto da diventare in alcuni passaggi impalpabile, ma le parole sono pesanti come macigni. Dalla politica alla religione, fino alla giustizia. Parlando con Giovanni Minoli al Festival della tv e dei nuovi media la scorsa settimana e ieri a Radio 24 Carlo De Benedetti non ha davvero risparmiato le bordate. Colpi assestati in ogni direzione, senza uno schema apparentemente preordinato. L’affondo più clamoroso è quello verso la Santa Sede.
Dal pil di quest'anno "spariscono" 3 miliardi
I consumi ripartono, ma di poco, mentre la crescita si conferma debole e lenta. A prima vista il quadro tracciato ieri dall’Istat non si presenta drammatico, anzi. Dopo tre anni di caduta, secondo l’Istituto nazionale di statistica, il 2014 vedrebbe di nuovo crescere la spesa delle famiglie. Segnando, quindi, un fondamentale giro di boa che si attendeva da tempo. La realtà, però, è che gli esperti dell’Istat hanno fotografato una situazione ancora profondamente segnata dai colpi della crisi e dal cattivo andamento dell’economia. Uno scenario che appare per nulla modificato dall’azione, seppur spumeggiante, del nuovo governo guidato da Matteo Renzi.
domenica 4 maggio 2014
Ben Affleck cacciato dal casinò: il cervello non si può spegnere
Come dice Tom Cruise a Charlie in Rain Man «i casinò hanno una regola: non amano perdere». A farne le spese, questa volta, è stato Ben Affleck, cacciato in malo modo dall’Hard Rock di Los Angeles. La stragrande maggioranza dei mezzi di informazione riporta la notizia spiegando che il noto attore di Hollywood è stato «beccato a barare» al tavolo del blackjack. Cosa avrà mai fatto il buon Affleck per farsi sbattere fuori ? Il pensiero corre subito ai classici trucchi da prestigiatore: assi nella manica, carte segnate, manipolazione delle fiches.
Esuberi Alitalia e tasse di Marino, due trappole elettorali per il Pd
A poche settimane dalle elezioni europee a smorzare la carica propulsiva degli 80 euro di bonus distribuiti da Matteo Renzi con tempismo perfetto ci pensano, con altrettanto, se non migliore tempismo, gli amici dello stesso premier. Il colpo da maestro è senz’altro quello del sindaco di Roma, renziano della prima ora, che già ha abituato i cittadini della Capitale a performance di altissimo livello (basti pensare che ci sono ancora strade cantierizzate per i danni dell’alluvione di tre mesi fa). Non contento dei continui disagi che i romani devono subire sul fronte del trasporto pubblico e di quello privato, Ignazio Marino ha pensato bene di aggiungere sul piatto una stangata di quelle che non si vedevano da tempo.
giovedì 1 maggio 2014
Senza l'ok della Triplice non puoi guidare il camion
Senza il consenso di Cgil, Cisl e Uil non si possono avere rappresentanti nell’albo di categoria. È questo il clamoroso esito del carteggio tra Transfrigoroute Italia Assotir e il ministero dei Trasporti. L’associazione, che rappresenta un migliaio di imprese, dopo aver siglato un contratto collettivo con il sindacato autonomo Fast/Confsal, come previsto dalla legge, nelle scorse settimane ha chiesto di poter entrare nel direttivo dell’Albo dell’autotrasporto. Normale amministrazione? Tutt’altra l’opinione del ministero, secondo cui Assotir non solo avrebbe firmato il contratto fuori tempo (in realtà entro i termini previsti per la domanda), ma soprattutto avrebbe firmato quello sbagliato, perdendo così il diritto a far parte dell’organismo. Il Ccln giusto, secondo i tecnici governativi, era quello del 2005, guarda caso siglato solo dalle tre confederazioni. «La decisione di considerare come unica fonte di legittimazione il contratto del 2005», si legge in un’interrogazione parlamentare di Deborah Bergamini (FI), «determina un veto assoluto» di Cgil, Cisl e Uil, «nel decidere quali associazioni lo Stato debba riconoscere come rappresentanti delle imprese».
© Libero
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Come sopravvivere alle imboscate del fisco
Sfuggire al fisco, come abbiamo visto nei giorni scorsi, è assai difficile. Soprattutto per chi le tasse cerca di pagarle, facendo i dovuti conti con i morsi della crisi e la giungla di adempimenti a cui la legislazione italiana sottopone tutti i contribuenti. L’inchiesta di Libero partita con le confessioni del finanziere delle Fiamme Gialle sulle direttive imposte a funzionari e pubblici ufficiali incaricati degli accertamenti ha dimostrato che lo stato di polizia fiscale in vigore nel nostro Paese prescinde spesso dalla volontà di combattere l’evasione, ma risponde più all’obiettivo di raggiungere soglie di incasso predefinite a tavolino. Detto questo, però, conoscere le norme può aiutare a cavarsela. E, in alcuni casi, anche a risparmiare qualcosa. Nei prossimi mesi il lavoro dei contribuenti per ottemperare alle disposizioni di legge sarà duro e intenso. Da qui alla metà di giugno imprese e famiglie dovranno versare nelle casse di Stato e comuni qualcosa come 33 miliardi di euro.
giovedì 24 aprile 2014
Mistero sul bonus di Renzi. Il decreto ancora non c'è
«Se non è la tela di Penelope», ha ironizzato Renato Brunetta, «poco ci manca». In effetti, anche ieri, malgrado le agenzie dessero per imminente la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il testo del decreto sul bonus da 80 euro non è arrivato. Eppure, c’è chi assicura che il dl sia stato ultimato, impacchettato e spedito al Quirinale. Cosa è successo sul Colle per spingere il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, a ritardare l’ufficializzazione degli interventi messi a punto dal governo? La versione più diffusa che circola, forse messa in giro ad arte dalle solite «fonti» di Palazzo Chigi, è che ci sia stato solo un problema di tempi. Un disguido tecnico, insomma, che avrebbe costretto i funzionari a rinviare ad oggi la pubblicazione in Gazzetta.
mercoledì 23 aprile 2014
Alle imprese solo sberle, bonus Irap più che dimezzato
I lavoratori, se tutto va bene, vedranno il loro bonus da 80 euro già nella busta paga di maggio. Tutt’altra la musica per le imprese, che non solo sono state chiamate a coprire parte dei costi del provvedimento attraverso una serie di trappole fiscali, ma per avere il beneficio promesso, ovvero il taglio dell’Irap del 10%, dovranno attendere fino alla metà del 2015.
martedì 22 aprile 2014
Il bonus ci costerà 4 miliardi di nuove tasse
Una terrificante tagliola fiscale da oltre 4 miliardi di euro. La mancetta di Matteo Renzi per 10 milioni di lavoratori con redditi compresi tra 8mila e 24mila euro potrebbe costare molto cara agli italiani. A prefigurare uno scenario catastrofico per le tasche di tutti i contribuenti (compresi quelli che gli 80 euro di bonus non li vedranno mai) è stato lo stesso Pier Carlo Padoan.
Falsi sconti alle imprese. Renzi toglie 300 milioni
Settecento milioni dati, un miliardo tolto. Si preannuncia una vera e propria beffa quella architettata da Matteo Renzi ai danni delle imprese. Il decreto Irpef ancora non è approdato in Gazzetta ufficiale e, teoricamente, c’è il tempo per limature, modifiche e aggiustamenti. Se le ultime bozze circolate dovessero essere confermate, però, l’effetto fiscale del provvedimento a carico delle aziende sarà clamoroso, con un saldo finale per il 2014 chesi rivelerà addirittura negativo malgrado i tagli di imposte annunciati.
sabato 15 marzo 2014
Il premier presenta i compiti. Merkel: "Piano ambizioso"
Gli aggettivi entusiastici dalle parti di Berlino non mancano mai. Quando Mario Monti si presentò la prima volta davanti ad Angela Merkel la Cancellierà definì «impressionante» il piano del professore. Ieri a parlare è stato il suo portavoce Steffen Seibert: «Il governo tedesco è consapevole dell’ambizioso progetto di riforme del governo di Matteo Renzi. Certamente lo illustrerà alla Cancelliera e ne parleranno. Ma non voglio anticipare i contenuti di quel che diranno subito dopo».
Il governo insiste: tagli alle pensioni
Il giochino si è ripetuto anche ieri. I tagli alla previdenza previsti alla mattina sono misteriosamente spariti alla sera. Un simpatico balletto che sta tenendo col fiato sospeso i pensionati, costretti a seguire minuto per minuto l’andamento del dibattito per sapere se devono prepararsi a tirare la cinghia. Dopo l’annuncio del sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio e la successiva smentita di Matteo Renzi di giovedì, la giornata ieri si è aperta con le dichiarazioni di Pier Paolo Baretta nel corso della trasmissione Rai Tre Agorà. «Visto anche l’allungamento della vita media, bisognerebbe fare un ragionamento sui consumi, un’analisi sociologica prima di decidere qual è il tetto che fa scattare il concetto di pensioni ricche o pensioni accettabili. Poi è decisivo capire se stiamo parlando di cifre lorde o nette, ma intorno ai 3mila euro o a una cifra che consenta un buon livello di vita penso che possa essere chiesto, a crescere, un contributo di solidarietà».
Con la gestione italiana il Sigaro Toscano fa il botto
Dal Sud America, dove il mercato è ancora cannibalizzato dagli habanos, agli Emirati Arabi, nei cui aeroporti transitano ogni anno oltre 60 milioni di passeggeri. Sono questi i prossimi obiettivi del Sigaro toscano, che da quando è tornato in mani italiane, malgrado i suoi quasi 200 anni di età, sta conoscendo una nuova giovinezza. I numeri sono eloquenti. Dal 2006, anno in cui il gruppo Maccaferri ha acquisito il ramo d’azienda dalla British American Tobacco, ad oggi la Manifattura Sigaro Toscano spa (Mst) è passata da 62 a 90 milioni di fatturato, mentre la produzione è balzata da 110 a 180 milioni di unità.
venerdì 14 marzo 2014
Stangare il 15% degli assegni farebbe incassare solo 307 milioni
Tartassati e mazziati? Matteo Renzi assicura di no. «I pensionati non pagheranno la manovra», ha detto ieri sera il premier a Porta a Porta, smentendo in un colpo solo il commissario alla spending review Carlo Cottarelli, che mercoledì aveva ventilato l’ipotesi durante un’audizione formale in Parlamento, e il suo braccio destro nonché sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, che solo qualche ora prima aveva confermato lo studio di un prelievo sulle pensioni «più robuste».
La Bce ci striglia. Renzi: cambiamo la Ue
«Non teniamo in ordine i conti per fare un favore ai capi di Stato e di governo, ma perché chi non lo ha fatto in passato ha sbagliato. Lo dobbiamo ai nostri figli. È come se la nonna portasse i nipoti al ristorante e dicesse “ora lascio loro un bel conticino da pagare”». Matteo Renzi non rinuncia alla battuta. Neanche dopo le sberle arrivate ieri dall’Europa. Intervenendo a Porta a Porta il premier ha cercato di confondere un po’ le acque replicando che l’Italia non è lì a farsi «dare i compiti», che «l’Europa non può essere un insieme di tecnici senz’anima», che lui cambierà «le regole del gioco» e che «la Ue ha bisogno dell’Italia almeno quanto l’Italia ha bisogno dell’Europa».
martedì 11 marzo 2014
Il report mai svelato: la moneta unica salta
Una rischiosa e inutile partita a «rubamazzetto». A questo, al di là della retorica e delle celebrazioni condite di aggettivi altisonanti sulle sorti magnifiche e progressive del Vecchio Continente, si riduce l’architettura economica dell’Unione europea. A tracciare il quadro di «un gioco a somma zero» in cui gli unici risultati positivi si ottengono rubando risorse al proprio vicino di casa («beggar-thy-neighbour», letteralmente rubamazzo) non è il solito euroscettico che tuona contro lo straniero, ma un pool di autorevoli economisti di Mediobanca, che lo scorso ottobre ha pubblicato un dettagliatissimo report sulla situazione italiana e sui guai provocati dall’eurosistema. Un lavoro di cui quasi nessuno si è occupato tranne, allora, il quotidiano The Telegraph e, oggi, Mario Giordano, che nel suo ultimo libro «Non vale una lira. Euro, sprechi, follie: così l’Europa ci affama» (Mondadori), inserisce lo studio in un lungo elenco di analisi con cui negli ultimi anni le grandi banche d’affari avevano previsto e contemplato la possibilità che per il nostro Paese fosse necessario e, secondo alcuni, opportuno liberarsi dalla gabbia europea.
domenica 9 marzo 2014
Piano Renzi: l'Irap resta, Irpef giù
Confindustria, che qualcuno inserisce nella lista dei grandi sponsor dell’ascesa del premier, ha continuato a difendere Matteo Renzi anche ieri, sostenendo sul Sole 24 Ore che Bruxelles non ha affatto bacchettato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ma anzi ha dato un primo via libera allo sblocco dei fondi comunitari. La lettura mattutina degli altri giornali, però, ha riservato agli imprenditori una brutta sorpresa. Stando a quanto riferisce Repubblica, infatti, l’ex sindaco, in vista del Cdm di mercoledì prossimo, avrebbe deciso di piazzare tutti i 10 miliardi previsti per il taglio del cuneo fiscale sulla riduzione delle aliquote Irpef per i redditi più bassi (fino a 25mila euro lordi). L’operazione, secondo i primi calcoli, potrebbe portare in busta paga ai lavoratori 80-100 euro al mese. Le aziende, che confidavano in una sforbiciata più o meno robusta dell’Irap, resterebbero invece a bocca asciutta.
sabato 8 marzo 2014
L'Europa dà i compiti pure a Renzi
Matteo Renzi non ha perso l’entusiasmo. Il «buongiorno» arriva alle 6.49 del mattino, ovviamente via twitter: «Al lavoro a Palazzo Chigi sul dossier che presenteremo il 12 marzo». Poi, l’ex sindaco trova anche il tempo di scherzare. E a chi gli chiede se si sia iscritto alla Cgil, risponde: «Tranquillo, è un rischio che non corro». La sensazione, però, è che a pochi giorni dal primo banco di prova (mercoledì dovrebbe esserci un cdm straordinario su debiti Pa, crescita e lavoro, piano casa ed edlizia scolastica) il terreno sotto i suoi piedi non sia così solido.
giovedì 6 marzo 2014
Eurosberle pure con Renzi: «L'Italia non fa abbastanza»
Altro che cronoprogramma. Il governo di Matteo Renzi ha due mesi di tempo per mettere a punto un piano credibile di misure e riforme in grado di invertire la rotta su debito e competitività. A meno di un anno dai festeggiamenti per l'uscita dell'Italia dalla procedura d'infrazione per deficit eccessivo il nostro Paese è già tornato nella lista dei sorvegliati speciali. Non che la notizia fosse inattesa, ma la sberla di Bruxelles arriva nel pieno dell'euforia renziana in cui qualcuno si era illuso che il vento del rinnovamento avesse raggiunto e contagiato anche le burocrazie internazionali.
martedì 4 marzo 2014
Alla canna del gas
Non solo energia. Da quando la situazione a Kiev è precipitata il primo pensiero riguardo alle possibili conseguenze per l’Italia è, ovviamente, andato al gas. In effetti, nel 2013 la pipeline che, passando per l’Ucraina, porta il combustibile dalla Russia fino al rubinetto del Tarvisio ha trasportato il 43% dei consumi di gas del nostro Paese, pari a 29,5 miliardi di metri cubi. Malgrado i numeri imponenti, però, la minaccia che potrebbe arrivare dai tubi sembra allo stato assai modesta. Per ora i flussi sono regolari, ma anche nel caso dello scenario peggiore, un blocco totale delle forniture, l’ad dell’Eni, Paolo Scaroni ha spiegato che almeno fino all’estate non ci sarà alcun problema. Anche perché gli stoccaggi, causa crisi, sono ancora pieni al 45%.
domenica 2 marzo 2014
La Tasi costerà 140 euro più dell'Imu
Non sempre e non ovunque. Ma nella stragrande maggioranza dei casi la nuova Tasi di Matteo Renzi si preannuncia un balzello altrettanto se non più pesante della vecchia Imu di Mario Monti. Buona parte dell’impianto fiscale sulla casa il neo premier lo ha sicuramente ereditato dal precedente governo Letta, di cui il Pd era comunque azionista di maggioranza, ma sull’ultimo tassello della riforma c’è, nero su bianco, la sua firma. E non è cosa da poco, perché il provvedimento varato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri è quello che ha sancito ufficialmente lo scippo delle detrazioni sulla prima casa ai danni dei cittadini.
sabato 1 marzo 2014
Col mix Tasi-nuovo catasto rischio rincari fino al 1000%
Dopo aver citato i suoi ex colleghi decine di volte nel discorso sulla fiducia, Matteo Renzi non poteva davvero deluderli nel primo decreto del nuovo governo. Il regalo ai sindaci è generoso e perfettamente in linea con la precedente gestione, i cui pregressi impegni, alla faccia dell’annunciata «rottamazione», peseranno ora sulla schiena degli italiani come se nulla fosse successo.
sabato 15 febbraio 2014
Madia, Vietti, Epifani: un toto-ministri da horror
Una squadra snella (12-15 persone), con molti giovani e donne e una forte impronta politica. Matteo Renzi sta lavorando ventre a terra alla lista dei nuovi ministri, nel tentativo di ridurre all’osso i tempi istituzionali per la formazione dell’esecutivo. Trovare la quadra, però, è meno semplice di quello che il segretario Pd si aspettava. Angelino Alfano, ad esempio, avrebbe puntato i piedi sull’ipotesi di tenere solo l’incarico di vicepremier e lasciare il Viminale. Una poltrona che il futuro presidente del Consiglio affiderebbe volentieri a Dario Franceschini, per ripagarlo del repentino passaggio dalle file dei lettiani a quelle dei renziani.
Bolletta più cara per 20 anni per pagare i lavoratori del Sulcis
Sessanta milioni l’anno di costi aggiuntivi per 20 anni: in tutto 1,2 miliardi. Può sembrare incredibile, ma la norma che farà lievitare fino all’inverosimile le nostre bollette è inserita nel decreto Destinazione italia approvato martedì scorso dalla Camera in prima lettura. Lo stesso che promette di farci risparmiare 850 milioni sull’energia.
venerdì 14 febbraio 2014
Scaroni si presenta al rinnovo del cda con 5 miliardi di utili
Paolo Scaroni si presenta all’appuntamento del rinnovo dei vertici, previsto per la prossima primavera, con la muscolatura tonica. È lo stesso ad a sintetizzare il bilancio complessivo dell’Eni nel 2013. «L’effetto complessivo di quanto realizzato», ha spiegato ieri davanti alla comunità finanziaria di Londra, «ci ha consentito di registrare un utile netto in crescita rispetto al 2012, di pagare un dividendo generoso, di lanciare il programma di riacquisto di azioni proprie, mantenendo un indebitamento costante». Un poker di risultati che renderà complicato per il nuovo esecutivo mettere alla porta il manager, che a scanso di equivoci ha già fatto sapere che non disdegnerebbe un altro mandato.
mercoledì 12 febbraio 2014
L'Ue stacca la luce a Berna. Ma l'Italia pagherà per tutti
Dopo aver chiuso le frontiere ai nostri lavoratori ora la Svizzera potrebbe anche lasciarci a secco di energia. È questo il paradossale effetto collaterale dello scontro tra Europa e Confederazione innescato dal referendum sulle quote di cittadini comunitari che possono varcare i confini svizzeri. L’escalation della tensione tra Berna e Bruxelles ieri ha visto scendere in campo le istituzioni europee, che hanno duramente criticato l’iniziativa elvetica invitando il governo svizzero a spiegare subito come intende tradurre in legge l’esito della consultazione. Se è vero, infatti, che Berna ha tre anni di tempo per adeguare la legislazione, c’è anche un problema immediato rappresentato dall’ingresso della Croazia nella Ue dello scorso luglio. La Svizzera aveva un anno di tempo per varare le norme che consentissero la circolazione dei croati sul proprio territorio, ma ora è chiaro che sarà tutto congelato. Di fatto, hanno spiegato da Bruxelles, «ci sarebbero due classi di cittadini europei e questo la Ue non può accettarlo».
Compensazione beffa. Spunta la clausola che frega le imprese
Prima la sospensione, poi la compensazione, infine il nulla. Dal cilindro del decreto Destinazione Italia è uscita l’ennesima beffa per le imprese, che nei giorni scorsi avevano sperato in una provvidenziale boccata di ossigeno. Un emendamento presentato in zona Cesarini aveva infatti previsto per tutto il 2014 la sospensione delle cartelle esattoriali per le imprese titolari di crediti con la pubblica amministrazione. La norma sembrava non solo di civiltà, ma anche ben impostata sotto il profilo dei conti pubblici. Se lo Stato deve dei soldi ad un’azienda perché pretendere la stessa ne sborsi altrettanti per il fisco? Sul piano della tenuta del bilancio, in teoria, non avrebbero dovuto esserci problemi: togli da una parte e metti dall’altra. Se non fosse che gli sprovveduti parlamentari delle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera che hanno dato il via libera alla modifica non hanno considerato che la Pa paga i suoi debiti in media con 170 giorni di ritardo. Un tempo eterno, che alle imprese costa qualcosa come 2 miliardi di euro l’anno e allo Stato, evidentemente, vale una cifra altrettanto consistente.
lunedì 10 febbraio 2014
Bankitalia apre alla bad bank
Una valanga di decine di miliardi di asset tossici si prepara ad invadere la finanza italiana e internazionale. Dopo una serie di orientamenti già espressi in via informale ieri il governatore di Bankitalia ha rotto definitivamente gli indugi sulla bad bank. «Vanno nella giusta direzione», ha esordito Ignazio Visco nel corso del tradizionale appuntamento del Forex, «gli interventi, quali quelli in corso presso alcune banche, volti a razionalizzare la gestione dei crediti deteriorati con la creazione di strutture dedicate in grado di aumentare l’efficienza delle procedure e la trasparenza di questi attivi». E fin qui il pensiero corre alle operazioni su cui si stanno muovendo tutte le grandi banche italiane, da Unicredit a Intesa, fino a Mediobanca. Progetti che nelle ultime settimane hanno subìto una forte accelerazione in vista degli stress test europei.
domenica 9 febbraio 2014
Per coprire i buchi di bilancio Marino porterà l'aliquota all'1,2%
Il fango è ancora lì, ai bordi delle strade, a ricordare ai romani che cercano di circolare facendo lo slalom tra le voragini aperte nell’asfalto la devastazione cittadina provocata da qualche giorno di pioggia. Ma il pensiero di Ignazio Marino, nei giorni della breve tregua concessa dagli elementi alla Capitale (da oggi dovrebbe tornare il brutto tempo), è tutto rivolto al modo di spremere ulteriormente i suoi contribuenti per coprire un buco di bilancio che quest’anno, tra tagli dello Stato e debiti del Campidoglio, dovrebbe ammontare a 1,2 miliardi di euro. Senza contare il costo dei danni causati dall’acquazzone - questi sì che stanno preoccupando il sindaco - stimati in 243 milioni di euro.
sabato 8 febbraio 2014
Bce e Commissione gettano acqua. Ma Nomisma: si rischia il disastro
L'affondo della Germania contro il bazooka di Mario Draghi non ha, almeno per ora, spaventato i mercati. Anzi, i tassi dei nostri Btp sono scesi ai minimi dal marzo 2006 (3,68%), con lo spread in calo a 203 punti. Mentre i Bonos spagnoli hanno chiuso a 192 punti base. Anche la Borsa è andata bene, con l'Ftse Mib di Milano a +0,96%, tra le migliori performance europee. La reazione degli investitori è dovuta in gran parte alla linea morbida e ottimista della Commissione, che proprio per evitare di far deflagrare l'ordigno partito dalla Corte costituzionale tedesca ha voluto vedere il mezzo pieno accogliendo la bocciatura da parte di Berlino del piano di acquisti di bond sovrani (Omt) annunciato dall'Eurotower nel 2012 per allentare la tensione dello spread come una buona notizia.
giovedì 6 febbraio 2014
Se la Merkel non cede non c'è euro senza austerity
Viva l'Europa, abbasso l'austerity? Lo slogan, sbandierato con forza martedì dal capo dello Stato Giorgio Napolitano, può sembrare efficace. In realtà, è poco più di un ossimoro. Almeno finché l'austerity consentirà alla Germania di avere le spalle grosse e di dettare legge nel vecchio Continente. Il legame tra predominio tedesco e politiche restrittive su conti pubblici e moneta è così forte che persino la Spd ha accettato di fare un passo indietro. Il senso del contratto di coalizione siglato dai socialdemocratici con Angela Merkel è infatti che la Spd non disturberà la Cdu sulle politiche europee e finanziarie, che resteranno saldamente in mano al ministro dell'Economia, Wolfgang Schäuble, in cambio di qualche contropartita sulle questioni sociali interne. Una posizione spalleggiata, ingenuamente, anche dall'opinione pubblica tedesca, convinta, come ha detto qualche tempo fa Romano Prodi, «che qualsiasi stimolo a favore dell'economia europea sia un aiuto ingiustificato a favore degli inetti del Sud».
mercoledì 5 febbraio 2014
Mamma li arabi: Letta fa cassa in Kuwait
In tempi di vacche magre e liquidità azzerata i soldi degli arabi sono manna dal cielo. Per Enrico Letta, poi, la potenza di fuoco dei fondi sovrani potrebbe essere l’ultima carta da giocare per evitare di far miseramente naufragare il piano di privatizzazioni a cui sono sostanzialmente appesi tutti gli impegni di bilancio con la Ue.
Di qui lo sforzo profuso dal premier nella trasferta araba. Un viaggio a caccia di soldi e promesse. Dove le seconde, però, superano ancora di gran lunga i primi.
Di qui lo sforzo profuso dal premier nella trasferta araba. Un viaggio a caccia di soldi e promesse. Dove le seconde, però, superano ancora di gran lunga i primi.
martedì 4 febbraio 2014
Governo sbugiardato: da qui al 2016 le tasse triplicheranno
Altro che meno tasse. Nel testo finale della legge di stabilità il peso dei balzelli sugli italiani nel triennio 2014-2016 è addirittura triplicato, passando dagli 1,6 miliardi previsti dal disegno di legge originario ai 4,6 miliardi previsti nella versione definitiva. A fare i calcoli, sulla base dei dati Bankitalia, Istat e Cer, ci ha pensato l’ufficio studi di Confcommercio, che di fronte ad alcuni timidi segnali di ripresina, che fanno imprudentemente sorridere alcuni esponenti di governo, ha voluto scattare l’impietosa fotografia del Paese strozzato tra crisi e politica. A fronte della valanga di tasse, ha infatti sottolineato l’organizzazione dei commercianti, le famiglie sono sempre più povere, con 18mila euro a testa di ricchezza persa e i consumi fermi (-4,2% nel 2012). Un dato confermato anche ieri dall'Istat.
Sostenere Renzi conviene. Serra e Farinetti all'incasso
L’endorsement politico a favore di Matteo Renzi inizia a dare i suoi frutti. Ricordate il terribile finanziere David Serra? Quello della famosa «cena delle Cayman», che sollevò l’indignazione della sinistra bersaniana durante le primarie del Pd dell’autunno 2012? Ebbene, da oggi potrà vendere i suoi prodotti d’investimento ai risparmiatori italiani, attraverso la rete di Unicredit. Che dire poi di Oscar Farinetti, il guru della nuova sinistra modaiola, il novello re del made in Italy culinario nel mondo, che viene celebrato dal Pd rigorista e legalitario anche quando ammette di aver aperto diversi ristoranti senza licenza? Per lui, dopo i tappeti srotolati da numerose amministrazioni rosse ora arriva un cadeau da Bologna, che ha deciso di omaggiare il patron di Eataly mettendogli a disposizione una struttura sterminata poco fuori la città del valore di 55 milioni, e forse uno da Siena, si parla di Santa Maria della Scala.
venerdì 31 gennaio 2014
Il governo finge di riformare l'Inps
La presidenza dell’Istituto nazionale di previdenza sociale deve essere un incarico «da svolgere in esclusività». Dopo settimane di imbarazzi e tentennamenti Enrico Letta ha finalmente deciso di prendere posizione sul caso Mastrapasqua e i suoi incarichi plurimi. Diventati particolarmente scomodi dopo la bufera dei rimborsi gonfiati dell’Ospedale israelitico di Roma per cui il numero uno dell’Inps (che è anche direttore generale del nosocomio) è indagato dalla procura e dalla Corte dei Conti.
Non si tratta di una vera e propria prova di forza, intendiamoci. Al termine del Consiglio dei ministri di ieri il premier ha annunciato la presentazione di un disegno di legge con procedura di urgenza alle Camere «contenente disposizioni in materia di incompatibilità presso enti pubblici nazionali, in particolare per presidenti e amministratori». La decisione di non procedere con un dl, come molti avrebbero preferito, è stata motivata da Letta con una sorta di rispetto istituzionale verso la presidente della Camera, Laura Boldrini, che ieri, in relazione alla «situazione di ingorgo parlamentare di questi giorni, ha scritto per chiedere di limitare i decreti». Il gesto del ddl urgente, ha però assicurato il premier dicendo di voler arrivare «velocissimamente» ad una conclusione, «è assolutamente chiaro ed equivalente dal punto di vista politico».
Ha qualche dubbio la Lega, che da tempo invoca le dimissioni del presidente dell’Inps. Secondo il capogruppo al Senato, Massimo Bitonci, l’annuncio del premier «nasconde il timore di dire chiaramente che Mastrapasqua se ne deve andare subito non solo perché coinvolto in uno scandalo truffa che è costato ai contribuenti decine di milioni di euro ma anche perché questo sistema clientelare di concentrare decine di incarichi su poche persone deve finire».
Non si tratta di una vera e propria prova di forza, intendiamoci. Al termine del Consiglio dei ministri di ieri il premier ha annunciato la presentazione di un disegno di legge con procedura di urgenza alle Camere «contenente disposizioni in materia di incompatibilità presso enti pubblici nazionali, in particolare per presidenti e amministratori». La decisione di non procedere con un dl, come molti avrebbero preferito, è stata motivata da Letta con una sorta di rispetto istituzionale verso la presidente della Camera, Laura Boldrini, che ieri, in relazione alla «situazione di ingorgo parlamentare di questi giorni, ha scritto per chiedere di limitare i decreti». Il gesto del ddl urgente, ha però assicurato il premier dicendo di voler arrivare «velocissimamente» ad una conclusione, «è assolutamente chiaro ed equivalente dal punto di vista politico».
Ha qualche dubbio la Lega, che da tempo invoca le dimissioni del presidente dell’Inps. Secondo il capogruppo al Senato, Massimo Bitonci, l’annuncio del premier «nasconde il timore di dire chiaramente che Mastrapasqua se ne deve andare subito non solo perché coinvolto in uno scandalo truffa che è costato ai contribuenti decine di milioni di euro ma anche perché questo sistema clientelare di concentrare decine di incarichi su poche persone deve finire».
Se sei un attore il fisco non ti spia i conti
Niente fisco, siamo artisti. Da domani l’Agenzia delle entrate inizierà a ficcare il naso nei nostri conti correnti. Oggi, infatti, scade il termine entro il quale istituti di credito e altri intermediari finanziari dovranno inviare al supercervellone di Attilio Befera tutte le informazione relative ai movimenti bancari del 2011. Poi, il 31 marzo, sarà la volta del 2012. Dopodiché il meccanismo entrerà a regime, con la comunicazione dei dati prevista per il 20 aprile di ogni anno. L’enorme flusso di informazioni che finirà nei server di Serpico (Servizi per i contribuenti, l’enorme computer che processa 22mila dati al secondo) è il perno intorno a cui ruota tutto l’impianto del nuovo fisco stile Grande fratello.
giovedì 30 gennaio 2014
Saccomanni a Berna al posto del premier: la trattativa con la Svizzera rallenta
Per ora, gli unici accordi tra Italia e Svizzera andati in porto sono quelli sulle ferrovie: martedì è stata firmata l’intesa per il corridoio del San Gottardo e ieri quella per unificare l’omologazione nei due Paesi per locomotive e veicoli passeggeri. Sul fronte dei capitali, invece, la trattativa continua, ma la svolta ancora non si vede. Oggi doveva essere la giornata decisiva.
Zanonato rischia il posto e si sveglia su Electrolux
Le posizioni restano distanti e la tensione alta. I vertici di Electrolux continuano a ribadire che l’azienda resterà in Italia e che i presunti tagli selvaggi alle buste paga non sono altro che ritocchi al costo del lavoro. Ma le rassicurazioni dell’ad Ernesto Ferrario, ieri, non hanno convinto nessuno. Né i presidenti delle Regioni coinvolte, né i sindacati e neanche Flavio Zanonato, che fino a qualche giorno fa parlava di «costi produttivi superiori a quelli dei nostri concorrenti», quasi a giustificare le necessità del gruppo svedese.
mercoledì 29 gennaio 2014
Letta a Bruxelles: un flop annunciato
L’obiettivo apertamente dichiarato era quello di portare sul tavolo di Bruxelles sia l’agenda di governo per il 2014 sia il patto di coalizione scritto «alla tedesca». Al vertice Ue di oggi il premier Enrico Letta si presenterà invece senza neanche poter garantire la tenuta dell’esecutivo nelle prossime 24 ore. Una debacle su tutta la linea, quella del presidente del Consiglio, che dovrà aggirarsi tra i leader europeo con la coda tra le gambe e la paura che qualcuno gli faccia cucù.
La Germania fa collezione delle migliori Pmi italiane
Una colonizzazione lenta e inesorabile. Un’erosione progressiva del tessuto produttivo italiano. Mentre tutti, dal governo fino ai sindacati, sono impegnati a difendere quelle poche bandiere rimaste a rappresentare il nostro sistema industriale, siano esse Telecom od Alitalia, c’è chi da mesi, per lo più inosservato, sta succhiando la linfa vitale del Paese a colpi di piccole acquisizioni e ristrutturazioni.
martedì 28 gennaio 2014
Bloccati 60mila stipendi dei dipendenti della Sicilia
Sembra una maledizione dantesca quella che si è abbattuta sui parlamentari siciliani. Dopo aver passato anni ad intascare prebende molto più sostanziose dei loro colleghi nel resto d’Italia ora i deputati regionali si ritrovano addirittura con la busta paga completamente vuota. E la beffa è che il blocco degli stipendi coincide con l’entrata in vigore dall’allineamento degli emolumenti, approvato a dicembre tra mugugni e polemiche, al tetto previsto dalla spending review di Monti. Una novità che dal primo gennaio ha ridotto l’assegno mensile dai precedenti 17mila euro lordi ad 11.100 euro.
domenica 19 gennaio 2014
Su Tares e Imu valanga di ricorsi
La confusione normativa messa in campo dal governo sulla tassazione immobiliare rischia di trasformarsi in un vero e proprio boomerang. Su mini Imu e Tares si sta infatti per abbattere una pioggia di ricorsi e contenziosi che potrebbe far clamorosamente sfumare le aspettative di gettito.
Sulla mini Imu i legali delle associazioni dei consumatori sono già al lavoro. L’ipotesi è quella di cause collettive di contribuenti che non hanno ricevuto sufficienti informazioni sulle complicate modalità di calcolo dell’imposta, che, lo ricordiamo, impone un doppio conteggio dell’Imu (ad aliquota ordinaria e maggiorita) per individuare la quota di extragettito comunale su cui applicare il 40% a carico dei cittadini.
Sulla mini Imu i legali delle associazioni dei consumatori sono già al lavoro. L’ipotesi è quella di cause collettive di contribuenti che non hanno ricevuto sufficienti informazioni sulle complicate modalità di calcolo dell’imposta, che, lo ricordiamo, impone un doppio conteggio dell’Imu (ad aliquota ordinaria e maggiorita) per individuare la quota di extragettito comunale su cui applicare il 40% a carico dei cittadini.
sabato 18 gennaio 2014
Rivolta contro mini Imu e Tares
Cartelle pazze, scadenze che si accavallano e si modificano, codici errati, tributi fantasma, rinvii, sospensioni, delibere. Nessuno sa più cosa, quanto e quando pagare. Che la bomba prima o poi sarebbe esplosa era prevedibile, ma immaginare che al primo appuntamento concreto con il fisco si sarebbe scatenato un tale inferno era francamente più difficile. Dopo dieci mesi di modifiche, revisioni, passi falsi e scivoloni sulla tassazione immobiliare il risultato dell’azione governativa è ora sotto gli occhi di tutti: contribuenti nel panico, centralini in tilt, sindaci in rivolta, Caf intasati, guerriglia urbana davanti agli uffici comunali.
venerdì 17 gennaio 2014
Arriva il taglio delle detrazioni. Perderemo 25 euro a testa
La mini Imu è colpa dei sindaci e comunque è «equa» e «costerà meno del 10% del dovuto». Fabrizio Saccomanni, ascoltato dalla commissione Finanze della Camera sul decreto Imu-Bankitalia, cerca di difendersi come può. Ma il quadro complessivo sul versante fiscale, malgrado le buone notizie sul riconteggio del Pil che arrivano dall’Europa, si fa sempre più cupo. Intanto, diventa molto concreta, considerato lo slittamento alla prossima settimana della delega fiscale, l’ipotesi di un taglio lineare delle detrazioni Irpef (dal 19 al 18%) di 480 milioni. La misura, prevista dalla legge di stabilità se il governo non approverà entro fine mese una razionalizzazione delle agevolazioni di pari importo, peserà, secondo la Uil, almeno 25 euro l’anno (su detrazioni medie di 282 euro) per lavoratori e pensionati. Che diventeranno 40 quando, nel 2015, l’aliquota passerà al 17%.
mercoledì 15 gennaio 2014
I prezzi vanno sotto zero. In Italia non si compra più
La buona notizia è che il debito pubblico a dicembre dovrebbe scendere. Forse. Per il resto, dopo il raggio di luce arrivato lunedi, con la produzione industriale finalmente in crescita dopo 26 mesi, l’Italia è immediatamente ripiombata nel buio. Sul fronte dei consumi l’Istat ha certificato che il tasso d’inflazione medio annuo si è attestato nel 2013 all’1,2%, meno della metà di quello registrato nel 2012 (3%).
sabato 11 gennaio 2014
Come sopravvivere al casino sulla casa
Un filo d’Arianna per sopravvivere al labirinto dell’Imu. Ieri pomeriggio, forse nel tentativo di arginare lo stillicidio di articoli di stampa e notizie sul caos normativo che ha travolto la tassazione sulla casa, il ministero dell’Economia e delle finanze ha deciso di fissare in un comunicato ufficiale tutte le scadenze previste per le imposte sugli immobili. Il risultato, a prima vista, è che la toppa sia peggiore del buco. Nel documento diffuso da Via XX Settembre si legge, infatti, che la nuova Iuc, che si compone di Imu, Tari e Tasi, ha i seguenti termini di versamento: per l’Imu si pagherà il 16 giugno e il 16 dicembre, per la Tari e la Tasi ci saranno invece «due rate semestrali i cui termini sono stabiliti da ciascun comune in maniera anche differenziata fra i due tributi». Non solo. È prevista anche «la possibilità del pagamento in un’unica soluzione entro il 16 giugno».
Saccomanni sbaglia ancora. Alza l'Iva e perde 3 miliardi
Il conto è leggermente migliorato rispetto ai mesi scorsi, ma il dato è inequivocabile. Da gennaio a novembre il gettito dell’Iva è diminuito del 3,3%. Una percentuale che in termini monetari si traduce in un buco nelle entrate di 3,3 miliardi di euro. Un’emorragia che corrisponde quasi al costo della vecchia Imu sulla prima casa ad aliquota ordinaria (3,7 miliardi) e permetterebbe di azzerare una Tasi al 2 per mille sulla prima casa (3,4 miliardi).
venerdì 10 gennaio 2014
Stangati sul mattone 38 volte
Il fisco, in Italia, non è mai stato troppo leggero. Ma una volta, almeno, era rassicurante. Quello era e quello rimaneva per anni, se non decenni. Stessa tassa, identico bollettino. Come l’Invim, ad esempio, nata nel 1972 e morta nel 2001. Oppure l’Ilor, l’imposta locale sui redditi, introdotta nel 1973 e in vigore fino al 1997. Uno quasi si affezionava al tributo, prendeva confidenza col balzello, programmava le spese.
Detrazioni sulla casa? A spese nostre
Contribuenti stangati e comuni a bocca asciutta. Dopo mesi di attenta riflessione e di puntigliosa valutazione il governo è riuscito a scontentare tutti. Dal sistema escogitato dal ministero dell’Economia per reintrodurre le detrazioni sulla prima casa già previste dalla vecchia Imu scaturiscono infatti conseguenze paradossali che renderanno ancora più indigesta la nuova Tasi. A partire dai proprietari di casa, su cui verrà di fatto scaricato il peso delle agevolazioni che in precedenza era a carico dello Stato.
giovedì 9 gennaio 2014
Retromarcia con rissa sul taglio alle paghe dei prof
Se non è furto con destrezza, poco ci manca. Dopo aver svuotato le tasche degli italiani con tasse e balzelli di ogni tipo, il governo ha pensato pure di fare cassa togliendo i soldi dagli stipendi già incassati. Una sorta di operazione «cuneo fiscale» al contrario, quella messa a punto in combinata dai ministeri dell'Economia e dell'Istruzione, che nel giro di un paio di settimane hanno cercato di alleggerire retroattivamente le buste paga dei lavoratori della scuola di circa 350 milioni di euro. Ora, dopo le denunce dei sindacati, la presa di posizione netta di Matteo Renzi, uno squallido scaricabarile tra i due ministri coinvolti e un vertice col premier Enrico Letta, il colpo di mano sembrerebbe rientrato, con lo stop governativo ai prelievi disposti nei giorni scorsi. La stessa titolare dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha assicurato ieri sera che tutti, sia il personale docente che quello non docente, possono stare «tranquilli» perché «l'esecutivo sta lavorando su questi temi». Mentre Fabrizio Saccomanni ha parlato di «eccessiva drammatizzazione».
La Tasi sale ancora, gli sgravi latitano
Un pasticcio dietro l’altro. L’emendamento sulla Tasi alla fine è arrivato, ma non sarà inserito, come si pensava, nel decreto Imu-Bankitalia, ma su quello enti locali. Veicolo rovente e ingarbugliato, con cui alla fine dell’anno sono state recuperate le norme saltate per la bocciatura del capo dello Stato del «Salva Roma» e su cui ieri è esplosa la bagarre al Senato. Il governo è infatti andato sotto in commissione Affari costituzionali sui presupposti di costituzionalità del provvedimento. Scivolone che è stato possibile recuperare solo con un provvidenziale voto di senso contrario da parte dell’aula.
mercoledì 8 gennaio 2014
Saccomanni leva 150 euro al mese ai prof
Rientro in classe amaro per gli insegnanti italiani. Alla ripresa delle lezioni, dopo la pausa natalizia, si troveranno 150 euro in meno in busta paga. A confezionare il dono per iniziare bene il 2014 ci ha pensato, manco a dirlo, il ministero dell'Economia, che con una nota del 19 dicembre scorso ha disposto la restituzione degli scatti stipendiali già percepiti nel 2013, con una trattenuta appunto di 150 euro mensili, a partire da gennaio.
Il superbollo è un flop. Ma ce lo teniamo stretto
Malgrado il flop clamoroso il governo non sembra disposto a fare marcia indietro sul superbollo. Che la sovrattassa non avesse prodotto gli effetti sperati si era capito già da un po’. Il balzello era stato introdotto dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, nel luglio 2011, con effetto ovviamente reotrattivo: 10 euro aggiuntivi per ogni kW di potenza del veicolo superiore ai 225 kW. Per non essere da meno il professore premier Mario Monti, nel famoso Salva Italia del dicembre 2011, non solo a confermato la stangata sulle auto di grande cilindrata, ma ha addirittura rincarato la dose, raddoppiando l’importo da 10 a 20 euro per ogni kW e abbassando la soglia di partenza da 225 a 185 kW.
La Tasi sarà al 3 per mille e pagheremo pure la mini Imu
Per l’Ance alla fine il gettito complessivo della nuova tassazione sulla casa sarà di 23,7 miliardi, esattamente quello della vecchia Imu nel 2012. Più pessimista il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, che quantifica la stangata in 30 miliardi e si rivolge direttamente al vicepremier ed ex collega di partito Angelino Alfano: «Come fai ad accettare una simile violenza?».
martedì 7 gennaio 2014
Saccomanni: meno tasse. Ma la Tasi va alle stelle
Inguaribile ottimismo o discreta faccia tosta. Sta di fatto che alla vigilia delle riunioni di governo che dovranno decidere l’entità della stangata aggiuntiva sulla casa Fabrizio Saccomanni ha voluto assicurare che ora si cambia. E i balzelli diminuiranno. «Il 2014», ha spiegato in un’intervista a Repubblica, «sarà l’anno della svolta. La ripresa si consoliderà e famiglie e imprese pagheranno meno tasse».
sabato 4 gennaio 2014
Il governo si attacca allo spread per nascondere i suoi fallimenti
Quando, nel luglio 2012, lo spread tornò improvvisamente sopra quota 500 punti l’allora premier Mario Monti, professore illustre e super esperto di numeri, non si scompose: «Il grande nervosismo sui mercati ha poco a che fare con i problemi specifici dell’Italia, ma piuttosto dipende dalle notizie, dichiarazioni e indiscrezioni sull’applicazione delle decisioni prese dal vertice Ue di fine giugno».
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