Con il #cambioverso di Matteo Renzi un’aria di rinnovamento spira nel Paese. A partire dalla Pubblica amministrazione, dove il pallino del premier è quello della trasparenza. Basta andare su www.revisionedellaspesa.gov per avere un’idea. Il sito predisposto dal governo per informare i cittadini sull’andamento della spending review è tutto un guizzare di documenti e rapporti. La pagina più attiva è senza dubbio il blog del commissario, con ben 7 (sette!) interventi dall’inizio dell’anno ad oggi. tutti concentrati tra gennaio-marzo e giugno-luglio. In mezzo non c’è nulla. Del resto, è il periodo in cui anche lo stesso Carlo Cottarelli era misteriosamente sparito dalla circolazione.
Ma il piatto forte arriva con la sezione «revisione aperta». Qui, si legge, «verranno inseriti progressivamente tutti i dati e le informazioni disponibili sulla spesa e sui risultati raggiunti dall’attività di revisione della spesa». Un lavoro che si giustifica con la convinzione che «la trasparenza è, in generale, un valore fondamentale nella Pa, ma risulta a maggior ragione fondamentale nell’ambito di un programma di revisione della spesa pubblica».
Con delle premesse così, ci saranno intere enciclopedie da consultare. E invece, spostando lo sguardo sulla destra, ad accoglierci c’è solo una stringata e deludente frase: «Al momento non sono presenti aggiornamenti».
Al momento? Per sapere da quanto dura questo momento bisogna chiedere a Riccardo Puglisi, professore di Economia politica a Pavia e alla Bocconi di Milano, che ieri dalle pagine del Corriere della Sera ha denunciato la scomparsa delle relazioni finali presentate dai 25 gruppi di lavoro incaricati da Cottarelli lo scorso marzo. Puglisi non è il solito «gufo» che rema contro il governo, ma uno degli esperti scelti dal commissario per far parte di uno dei 25 gruppi, in particolare quello sui costi della politica. «Con uno spericolato esercizio di estrapolazione», ironizza Puglisi, «posso immaginare che gli altri 24 gruppi abbiano prodotto documenti simili al nostro». Ed ecco la domanda: «Perché non sono liberamente consultabili all’interno della sezione del sito apposito?».
L’unico lavoro che il professore può leggere è il suo. Ma solo perché avuto l’accortezza di salvarne una copia sul proprio pc. E gli altri? Al momento non sono disponibili. Eppure, ricorda Puglisi, durante le primarie del 2012 Renzi aveva sottolineato la necessità di un Freedom of Information Act per «combattere corruzione e inefficienza».
Al di là delle mancate promesse da campagna elettorale, che in politica sono ordinaria amministrazione, l’oscuramento del governo fa notizia, oggi, soprattutto perché è ormai chiaro che al successo dell’operazione spending review è appesa la possibilità di evitare la manovra correttiva. Secondo i calcoli effettuati dal Sole24Ore, infatti, se Cottarelli non taglierà almeno 11 miliardi dei 14 previsti, per far tornare i conti e rispettare gli impegni con l’Europa saranno necessarie nuove tasse. Ipotesi quasi impossibile per il sociologo Luca Ricolfi, che ieri in un’intervista ha definito «inevitabile» la correzione dei conti, spiegando che «tagliare 10 miliardi in un anno è una cosa che nessuno ha mai fatto».
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