martedì 15 luglio 2014

Finmeccanica si riorganizza: "Taglieremo i costi del 20%"

Entra al Salone dell’aerospazio di Londra a passo di carica, Mauro Moretti, annunciando un robusto taglio dei costi, un nuovo piano industriale e tempi rapidi per Ansaldo Breda. «Una missione possibile», ha spiegato il neo ad di Finmeccanica al suo primo appuntamento internazionale. «Renzi», ha raccontato l’ingegnere da Farnborough, «mi ha detto: c’è la più grande industria del Paese che deve essere riposizionata e rivitalizzata e anche per questo ho accettato  l’incarico. Le cose che in coscienza non riesco a fare non le accetto. Penso di farcela».

L’operazione Fenice è già partita e passa anche attraverso la divisionalizzazione del gruppo, che permetterà risparmi consistenti. «Abbiamo già costituito una task force», ha spiegato Moretti, «entro il mese di luglio rivedremo tutta la parte delle strutture centrali. Costituiremo tre centri di coordinamento. Uno su ricerca e sviluppo tecnologico, uno su gestione per il controllo degli investimenti e uno sullo sviluppo strategico, business e marketing. Per la divisionalizzazione ci prenderemo tutto il tempo necessario per non sbagliare. E andremo anche nel 2015 per completare l’intero proccesso. La transizione consentirà risparmi per almeno il 20% grazie a riduzioni di costi e sinergie». Anche il nuovo piano industriale, che arriverà entro l’anno, costituirà un tassello importante di questa strategia. L’obiettivo, ha detto, «è un rafforzamento economico, finanziario e industriale. Il problema è  dove investire. Oggi abbiamo troppe cose da fare e la competizione è fortissima. Dobbiamo concentrarci su poche cose ad alto contenuto tecnologico e ad alta redditività».

Per quanto riguarda Ansaldo Breda, la data room è aperta fino alla fine di luglio per ricevere le offerte vincolanti. A settembre, ha detto l’ex ad delle Fs, «saremo in grado di decidere». Per Drs, la cui partecipazione è stata già pesantemente svalutata, era circolata la voce di una cessione, ma per ora si punta a un alleggerimento delle attività no core. «Stiamo cercando», ha spiegato l’ad, «di studiare in maniera approfondita il sistema di proxy (ovvero il protocollo che tutela i sistemi ad alto contenuto tecnologico ritenuti strategici per il governo Usa, ndr). Dobbiamo capire questa cosa dal punto di vista legale e industriale». Idee più chiare, invece, per Fata, il cui destino sembra segnato. «Probabilmente al prossimo cda», ha detto Moretti, «porterò il problema delle dismissioni, perché non c'entra nulla con il nostro core business. Non so cosa c’azzeccava, però adesso non c’azzecca». Infine, una nuova filosofia per gli F35. «Noi abbiamo lavorato, come sta facendo il governo italiano, per far sì che la nostra industria non faccia solo parti di struttura, ma anche quelle pregiate e questo può aprire campi importanti come è successo per l’Eurofighter», ha detto Moretti sottolineando «il momento positivo» per il gruppo. «La Borsa», ha spiegato, «sembra stia dando fiducia a questo corso e vediamo avvicinarsi clienti e investitori».

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