giovedì 13 febbraio 2020

Il governo amico della Ue ingoia il riso cambogiano

Riso amaro. La battuta è scontata, ma calzante. Perché dietro la decisione della Ue di escludere il cereale italiano dall’inasprimento dei dazi europei nei confronti della Cambogia non c’è solo l’ennesimo sgambetto di Bruxelles, a cui siamo abituati da tempo, ma c’è anche la beffa che a ricevere la fregatura è il governo che la scorsa estate si era presentato come l’esecutivo che nei palazzi dell’euroburocrazia si muoveva meglio che a casa propria, la maggioranza con cui la Ue non vedeva l’ora di dialogare dopo gli attriti e i duelli con quel bruto di Matteo Salvini.

mercoledì 12 febbraio 2020

Banche e agenti del fisco ci lasciano senza tetto. Boom di pignoramenti

Da anni si parla di leggi a protezione delle proprietà immobiliari di chi è temporaneamente in difficoltà, di norme sul fallimenti personali, sull’esdebitazione, sulla tutela della prima casa. I Cinquestelle avevano addirittura chiamato a Palazzo Chigi Sergio Bramini, l’imprenditore che si era visto pignorare l’abitazione per alcuni debiti non saldati malgrado i suoi crediti vantati verso la pubblica amministrazione, il simbolo della protesta contro le vessazioni del fisco e l’inflessibilità delle banche.
Annunci, promesse e norme non sono, però, serviti a molto. Gli istituti di credito (ancora alle prese con montagne di sofferenze) e gli agenti della riscossione (pressati dall’inesauribile fame di incassi tributari dei governi) hanno proseguito senza cedimenti il loro assedio a famiglie e imprese in difficoltà finanziarie per rientrare in possesso del dovuto.
E quando l’economia si ferma, la crescita arranca e i balzelli aumentano, il numero delle vittime, inevitabilmente, lievita. Come dimostrano i dati sfornati ieri dal Centro studi di Sogeea, che nel suo consueto rapporto semestrale sulle aste immobiliari ha fotografato il dramma di migliaia di italiani che hanno dovuto abbandonare la propria casa.

martedì 11 febbraio 2020

Il governo si accorge del virus

Il coronavirus è sbarcato a Palazzo Chigi. Nessun contagio, per carità. È solo che il governo, ad un mese dalla prima vittima in Cina e a dieci giorni dai casi accertati in Italia e dall’allarme globale lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità dopo l’esplosione di focolai in ogni angolo del pianeta, si è finalmente accorto che l’epidemia è una roba seria. Un’emergenza che non si risolve abbracciando bambini cinesi o facendosi selfie  a tavola con due involtini primavera e qualche raviolo al vapore, ma prendendo provvedimenti urgenti e valutando attentamente i rischi, sia quelli relativi alla salute sia quelli legati alle ricadute economiche per le nostre imprese.

venerdì 31 gennaio 2020

Un italiano su due tifa per chi evade le tasse

I benpensanti e i moralisti da salotto faranno un salto sulla sedia, i dispensatori di etica un tanto al chilo urleranno la propria indignazione. Piaccia o no, dovranno farsene una ragione: gli italiani tifano per gli evasori. Altro che manette e punizioni esemplari. Altro che pagare tutti per pagare meno. Altro che scontrini e fatture elettroniche. Oltre la metà dei nostri connazionali ritiene che le tasse siano troppo alte, che il loro peso continui a crescere senza sosta e che sottrarre un po’ di quattrini all’erario non sia una grande colpa. Anzi, in alcuni casi, come nella cosiddetta evasione di sopravvivenza, è addirittura giustificato e comprensibile.

mercoledì 29 gennaio 2020

Conte incassa ma non paga

In Italia, secondo i recentissimi dati di Unioncamere, nel 2019 hanno chiuso i battenti 326.423 imprese. Alcune di queste non hanno retto alla concorrenza, altre sono state semplicemente mal gestite. Molte, però, sono perite sotto i colpi del fisco. In altre parole, non sono riuscite a pagare le tasse nei tempi e nei modi chiesti dall’Erario. La beffa è che tra queste ce ne sono alcune, tante, che per sborsare il dovuto aspettavano che un altro Stato, quello che invece di incassare deve versare soldi per i servizi e i prodotti acquistati dai fornitori, saldasse le proprie fatture.
E qui viene il bello. Anzi il brutto. Già, perché mentre la pubblica amministrazione che deve riscuotere i balzelli è severa e inflessibile, quella che deve scucire quattrini è lasca, pigra e indisciplinata. Se paga, malgrado norme e regole che stabiliscono con precisioni i termini (30 giorni ordinari, 60 in casi eccezionali), solitamente lo fa con un ritardo tale che per il piccolo imprenditore si rivela spesso fatale.

martedì 28 gennaio 2020

Cinquestelle è morto ma resta al governo

Venerdì 13 ai Cinquestelle gli fa un baffo. Il vero incubo dei Pentastellati è lunedì 27. Quello dello scorso maggio, all’indomani dell’elezioni europee, si ritrovarono catapultati dal robusto e muscolare 32% preso alle politiche del 2018 ad un ben più modesto 17%. Percentuali specularmente inverse a quelle dell’alleato di governo leghista, passato dal 17 al 34%, che da allora si presentò al tavolo di Palazzo Chigi con il piglio di chi può e vuole dettare legge.

lunedì 27 gennaio 2020

Calabria più salviniana dell'Emilia

Altro che terroni. Ora tra le cime dell’Aspromonte e nella piana di Gioia Tauro si parla in bergamasco e si mangia polenta. Mentre i riflettori sono tutti puntati sulla roccaforte rossa in Emilia-Romagna, la Lega, ormai orfana di quel “Nord” nel simbolo, messo in soffitta da Matteo Salvini con l’ultimo congresso, continua la sua inarrestabile espansione nel Sud. Anche quello più profondo.
Dopo il Molise, l’Abruzzo, la Sardegna e la Basilicata, il Carroccio, insieme al Centrodestra, stravince pure in Calabria, non solo confermando e consolidando la sua vocazione nazionale, ma dimostrando che il messaggio di Salvini non è comprensibile e masticabile solo dall’operoso popolo padano, da chi vive nelle regioni più ricche del Paese, dove i servizi funzionano, l’economia tira, il lavoro si trova e l’immondizia non straborda lungo le strade.

sabato 18 gennaio 2020

L'Italia se ne frega della politica. Salgono i guadagni

Ci sono le piccole aziende del Nord-Est e della Lombardia che continuano ad esportare le eccellenze del made in Italy, gli operatori dell’agroalimentare che inondano il mondo di prodotti unici e inimitabili (se non nel nome), i colossi dell’aerospazio, dell’energia e del settore navale che piazzano senza sosta i loro gioielli supertecnologici e portano oltre confine le loro competenze, i campioni della componentistica e della meccanica, della farmaceutica, dell’abbigliamento che non smettono di crescere e di conquistare quote di mercato estero. Ci sono, in altre parole, gli imprenditori che se ne fregano della politica e delle politiche anti industriali, che malgrado la guerra dei dazi tra Usa e Cina, i timori legati alla Brexit le centinaia di crisi nostrane irrisolte, la burocrazia folle, il fisco eccessivo e il pregiudizio sociale, si ostinano a fare il loro mestiere. A creare ricchezza, per se stessi e per il Paese.
Certo, la produzione industriale non vola, l’occupazione cresce ma le ore lavorate diminuiscono, i prezzi ristagnano e il prodotto interno lordo resta ancorato su percentuali da prefisso telefonico.

venerdì 17 gennaio 2020

Contrordine compagni: viva il nucleare

L’Europa, malgrado le proteste della Francia e il malumore del blocco di Visegrad (Austria esclusa) ha appena bocciato il nucleare. L’energia derivante dall’atomo, che genera bassissime emissioni di CO2, non è stata infatti inserita dal Parlamento di Strasburgo tra le fonti pulite che riceveranno parte dei finanziamenti provenienti dal grande Green Deal promosso da Bruxelles. Ma gli obiettivi imposti dalla Ue per avvicinarsi alla cosiddetta «neutralità climatica», taglio delle emissioni del 55% rispetto al 1990 entro il 2030 invece del 40% attualmente previsto, sono così ambiziosi, per non dire irraggiungibili, che anche i più ferventi ambientalisti, spente le telecamere e i riflettori, nutrono più di un dubbio sulla fattibilità del piano.

sabato 11 gennaio 2020

La lotta all'evasione si farà senza ispettori

È possibile combattere una guerra senza generali, senza ufficiali e con l’esercito in rivoltà? A Palazzo Chigi sembrano convinti di sì. Malgrado la lotta all’evasione fiscale, seppure ridimensionata rispetto agli obiettivi iniziali, sia uno dei tormentoni della manovra appena approvata e un pallino del nuovo esecutivo giallorosso, il governo di tutto si sta occupando tranne che della gestione dell’Agenzia delle entrate, che sta andando letteralmente a pezzi.

venerdì 10 gennaio 2020

Occupazione in crescita malgrado grillini e Cgil

Il governo, in particolare la sua componente grillina, ce la sta mettendo tutta per complicare la vita ad imprese e lavoratori. Nuovi balzelli e ulteriori adempimenti burocratici, mancato sblocco dei cantieri, stretta sui contratti a tempo, gestione disastrosa dei 150 tavoli di crisi, tempi biblici per portare a termine il salvataggio di Alitalia, pasticci colossali sulla cessione dell’Ilva ad ArcelorMittal. Ma il Paese, fortunatamente, va avanti lo stesso. Corre addirittura.

giovedì 9 gennaio 2020

Clini: "L'Ilva uccisa da toghe, politica e burocrazia"

Decreti, perizie, ordinanze, sentenze, sequestri, ricorsi, esposti, denunce, condanne, assoluzioni. È un groviglio di carte bollate e documenti protocollati mai visto quello che negli ultimi 8 anni si è abbattuto sull’Ilva, un corto circuito politico-giudiziario senza precedenti, un pantano burocratico che neanche Kafka avrebbe avuto l’ardire di immaginare. Alcuni di quegli atti li ha firmati Corrado Clini, che nel 2012 era titolare del ministero dell’Ambiente e, con una buona dose di ottimismo e, forse, un po’ di ingenuità, pensava di aver trovato il modo di risolvere la vicenda.
«Nel febbraio 2012», spiega a Libero, «la situazione era diventata complicata, la procura di Taranto, che aveva aperto un’inchiesta e messo sotto sequestro gli impianti, pur concedendo la facoltà d’uso, aveva contestato l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) e stava disponendo una serie di perizie da cui emergevano criticità sul rispetto delle norme ambientali».

mercoledì 8 gennaio 2020

L'Ilva non inquinava. Distrutta dai giudici

Mettetevi seduti. E tenetevi forte. Niente bancarotta fraudolenta dell’Ilva, niente omissioni sulle tutele ambientali, ingenti investimenti e corretta gestione imprenditoriale. Le motivazioni della sentenza con cui il gup di Milano Lidia Castellucci ha assolto lo scorso luglio Fabio Riva dall’accusa di bancarotta sono lunghe 127 pagine e così zeppe di illuminanti dettagli che meriterebbero di essere lette per intero, parola dopo parola.

domenica 5 gennaio 2020

Scontrino elettronico. Altra botta sui negozi

Basta carta. Antica, obsoleta, inquinante, truffaldina. Il futuro viaggia sulle linee internet, sulle connessioni super veloci, sulla trasparenza digitale, sulla tracciabilità delle transazioni finanziarie, sulla lotta telematica all’evasione. Tutti si devono adeguare. Dalla grande azienda alla bottega artigiana, dal ristorante stellato al piccolo bar di paese, dall’hotel di lusso al rifugio sperduto di montagna. Dopo la fattura elettronica e lo scontrino elettronico per le imprese sopra i 400mila euro di fatturato, scattati entrambi lo scorso anno, dal primo gennaio nessuno è più escluso. Ogni transazione effettuata dai 2 milioni di esercizi italiani dovrà essere trasmessa in tempo reale all’Agenzia delle entrate. C’è tempo fino al 30 giugno per mettersi in regola senza conseguenze, dopodiché fioccheranno multe e sanzioni.

sabato 4 gennaio 2020

Italiani spendaccioni (la povertà immaginaria)

I dati sul fisco e sulla povertà parlano chiaro: l’Italia è un Paese di indigenti. Le ultime rilevazioni dell’Istat e della Caritas individuano in 1,8 milioni le famiglie in condizioni di povertà, vale a dire 5 milioni di individui. I nuclei che sono a un passo dal baratro (la povertà relativa) salgono a 3 milioni, quasi 9 milioni di persone. Ancora peggio va sul fronte dei redditi. Su 60 milioni di italiani, circa 20 neanche presentano la dichiarazione al fisco, non avendo nulla da segnalare. Altri 10 milioni compilano il 730, ma guadagnano così poco che, tra detrazioni e deduzioni, scivolano inevitabilmente nella fascia degli incapienti, quelli che non devono versare neanche un euro di imposte.