venerdì 31 gennaio 2020

Un italiano su due tifa per chi evade le tasse

I benpensanti e i moralisti da salotto faranno un salto sulla sedia, i dispensatori di etica un tanto al chilo urleranno la propria indignazione. Piaccia o no, dovranno farsene una ragione: gli italiani tifano per gli evasori. Altro che manette e punizioni esemplari. Altro che pagare tutti per pagare meno. Altro che scontrini e fatture elettroniche. Oltre la metà dei nostri connazionali ritiene che le tasse siano troppo alte, che il loro peso continui a crescere senza sosta e che sottrarre un po’ di quattrini all’erario non sia una grande colpa. Anzi, in alcuni casi, come nella cosiddetta evasione di sopravvivenza, è addirittura giustificato e comprensibile.

La fotografia tracciata ieri dall’Eurispes non è una grande novità per chi vive nel mondo reale. Anche coloro che ogni giorno tuonano contro chi truffa il fisco e si stracciano le vesti di fronte a quei 109 miliardi di nero certificati dal Tesoro sanno bene che le tasse non solo non sono bellissime, come diceva Tommaso Padoa Schioppa, ma diventano ingiuste e insopportabili quando raggiungono livelli eccessivi (sia sotto il profilo dell’entità che della complicazione) e non corrispondono ad adeguati servizi pubblici. Così come sanno che senza l’economia sommersa, come sosteneva il Nobel americano Milton Friedman, l’Italia non se la passerebbe tanto bene.
La via più logica per uscirne, al di là delle chiacchiere, sarebbe quella di tagliare i tributi, semplificare il sistema, rendere più leggera ed efficiente la spesa pubblica. La furia giustizialista e l’offuscamento ideologico che unisce grillini e dem ha spinto il governo giallorosso dalla parte opposta: più tasse, più controlli, più adempimenti, più manette.

Sugar tax
Ed ecco cosa ne pensano gli italiani. La maggior parte dei cittadini, scrivono gli esperti dell’Eurispes nel consueto rapportone presentato ieri, in qualche misura «giustifica l’evasione». Per il 25,1% non è grave se compiuta da chi fa fatica a sostenere la pressione fiscale, per il 19,6% è grave solo se a sfuggire all’erario è chi possiede grandi patrimoni, per il 9% non è grave perché da noi i balzelli sono troppo elevati. Insomma, il 53,7% degli italiani vede come fumo negli occhi la grande caccia all’evasore su cui il governo ha finora puntato tutti i suoi sforzi mediatici.
Anche sulle punizioni le idee sono chiare. Per quattro italiani su dieci (40,9%) la sanzione più giusta per i furbetti del fisco è il sequestro dei beni. Tre su dieci (29,6%) pensano che multe e sanzioni economiche e amministrative siano più che sufficienti. Solo il 17,3% ritiene, al contrario, che il carcere sia la pena adeguata per chi nasconde le proprie entrate allo Stato.
Alla base del sostanziale disinteresse per gli evasori c’è, come si diceva, l’idea che il fisco sia troppo pesante e che nel 2019 tale peso sia pure aumentato (lo pensa il 42% degli italiani). Di qui la convinzione che bisognerebbe ridurre in primo luogo l’Iva (36,4%), poi l’Irap e l’Ires (22,4%), l’Imu (il 21,1%) e infine l’Irpef (20,1%).
Ma il balzello in assoluto più odiato è quello recentissimo della sugar tax, vanto ed orgoglio (almeno per un po’) del governo. La cosiddetta tassa etica risulta, con il 67,4% dei pareri negativi, la misura più criticata dagli italiani. Il fiuto dell’esecutivo, a quanto pare, si è rivelato infallibile.

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