sabato 4 gennaio 2020

Italiani spendaccioni (la povertà immaginaria)

I dati sul fisco e sulla povertà parlano chiaro: l’Italia è un Paese di indigenti. Le ultime rilevazioni dell’Istat e della Caritas individuano in 1,8 milioni le famiglie in condizioni di povertà, vale a dire 5 milioni di individui. I nuclei che sono a un passo dal baratro (la povertà relativa) salgono a 3 milioni, quasi 9 milioni di persone. Ancora peggio va sul fronte dei redditi. Su 60 milioni di italiani, circa 20 neanche presentano la dichiarazione al fisco, non avendo nulla da segnalare. Altri 10 milioni compilano il 730, ma guadagnano così poco che, tra detrazioni e deduzioni, scivolano inevitabilmente nella fascia degli incapienti, quelli che non devono versare neanche un euro di imposte.

A parte i dati che non collimano (30 milioni senza reddito e solo 9 milioni di poveri), la vera sorpresa si presenta ogni qualvolta ci sia all’orizzonte un’occasione di svago, di acquisto o di festeggiamento comandato. E’ qui che, misteriosamente, i portafogli si aprono e i quattrini fuoriescono a iosa, senza più tracce di miseria o di privazione.
Certo, sappiamo bene dai tempi di Trilussa che se il mio vicino va in vacanza alle Maldive e io resto a casa, per gli statistici ce la siamo spassata entrambi. Ma l’affollamento dei negozi e i numeri snocciolati dalle associazioni di categoria sotto le feste indicano, con tutto il rispetto per chi la fame la soffre davvero, che i conti non tornano. Prendiamo le rilevazioni di Swg Confesercenti: per il black friday, evento legato al giorno del ringraziamento americano e caduto, quest’anno, il 27 novembre, gli italiani attirati dagli sconti hanno speso 107 euro a testa. Per doni e pacchi di Natale sono usciti dalle tasche altri 272 euro. Per i saldi che scattano già da oggi in alcune regioni la previsione è di 168 euro. In tutto fa 547 euro. Non una cifra da capogiro, intendiamoci, ma pur sempre una somma superiore ai 522 euro che in media percepiscono i destinatari del reddito di cittadinanza per far tirare avanti una famiglia per 30 giorni.

E non è tutto, perché ai quei 547 euro di acquisti in regali e prodotti di consumo vanno aggiunti i soldi per pranzi e cene di Natale e Capodanno (140 euro per la prima ricorrenza 94 euro per la seconda, ci dice Coldiretti) e, soprattutto, quelli usati per i viaggi, le immancabili vacanze. Tra settimane bianche, soggiorni brevi e week end lunghi, gli italiani, che hanno prenotato, secondo Assoturismo, l’83% dei posti disponibili, hanno speso, ha calcolato Federalberghi, la bellezza di 13 miliardi: 771 a testa per il Natale, 648 il Capodanno. Findomestic, infine, ci spiega che a gennaio è salita del 2,1% la propensione all’acquisto per tutti i comparti, dai viaggi, alle auto fino agli elettrodomestici.
Da dove spunta il denaro? Dove sono finiti gli indigenti? Una consistente quota di chi spende e spande fa parte di quella che il sociologo Luca Ricolfi chiama la società signorile di massa, che fa carte false, s’indebita e compra a rate pur di partecipare ai riti collettivi delle festività. Un’altra buona fetta di italiani che sperpera attinge al proprio ingente patrimonio, che ammonta complessivamente, come sappiamo, a circa 10mila miliardi di euro, il più alto del Continente. Infine, in barba ai poveri veri, ci sono quelli che piangono miseria, truccano gli Isee e intascano i bonus, ma si tengono sotto il materasso (o in qualche banca svizzera) una parte di quei 109 miliardi di tasse non versate all’erario.

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