Dopo il Molise, l’Abruzzo, la Sardegna e la Basilicata, il Carroccio, insieme al Centrodestra, stravince pure in Calabria, non solo confermando e consolidando la sua vocazione nazionale, ma dimostrando che il messaggio di Salvini non è comprensibile e masticabile solo dall’operoso popolo padano, da chi vive nelle regioni più ricche del Paese, dove i servizi funzionano, l’economia tira, il lavoro si trova e l’immondizia non straborda lungo le strade.
Anzi, la sensazione è che il richiamo della Lega sia più forte proprio lì dove nulla funziona, dove la disoccupazione è una piaga sociale (in Calabria il tasso di senza lavoro supera il 21%, più del doppio dell’Italia), dove dilagano la corruzione e la criminalità organizzata e le grandi opere non si vedono neanche col binocolo.
Ad orientare il voto dei calabresi, non da oggi, è sicuramente la disperazione, la rabbia. Sentimenti cui hanno cercato di dare risposta anche i Cinquestelle. Con risultati non trascurabili. Alle politiche del 2018 qui il M5S aveva preso il 43% delle preferenze rispetto ad un misero 5,6% rastrellato dalla Lega.
Quello che era stato anticipato alle ultime Europee (con la Lega balzata al 22%, malgrado il 26,6% di M5S) ed è stato confermato ieri è, però, qualcosa di nuovo e di diverso. Il consenso raccolto dai Cinquestelle, come prima avevano fatto la Dc, il Pd e la stessa Forza Italia, era anche il frutto di strutture politiche, di presenza sul territorio, di militanza attiva.
La Lega al Sud ha appena iniziato a guardarsi intorno. È un partito non radicato, senza quella capillare rete di sedi e militanti che il Nord conosce ormai da decenni. Lo straordinario successo del Caroccio, che ha di nuovo trainato la coalizione portando alla guida della Regione l’azzurra Jole Santelli, è il risultato di una particolare alchimia. Da una parte c’è l’indiscussa forza di Salvini, la sua capacità di parlare alla gente e ottenere consensi. Dall’altra c’è una ragione più profonda: la voglia di voltare veramente pagina, mandando al diavolo chi continua a riempirsi la bocca di rilancio del Sud e questione meridionale. Da decenni la politica cerca voti nel Mezzogiorno promettendo soldi, finanziamenti e redditi di cittadinanza. E tutto resta uguale. Questa volta sulle schede c’è il nome di chi non offre regali, ma un modello di società vincente, dove si vive meglio e più a lungo. Forse era semplicemente questo che i Calabresi, e il Sud, aspettavano.
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