mercoledì 29 novembre 2017

Governo in bolletta: dimezza il bonus bebè

Dopo giorni di stallo, passati a trattare con le varie componenti della maggioranza e con le stampelle esterne necessarie a mettere in sicurezza il voto sulla manovra al Senato, il governo sembra aver finalmente trovato la quadra. Un risultato ottenuto, ovviamente, aprendo il portafoglio. Ma solo dello stretto necessario.

domenica 26 novembre 2017

Il governo trucca numeri e leggi. Doppia fregatura sulle pensioni

Gabbati due volte. Sia chi sperava di andare in pensione con qualche anno di anticipo sia chi pensava di poter evitare l’allungamento dei requisiti per lasciare il lavoro a 67 anni, così come previsto dalle tabelle Istat sull’aspettativa di vita. Le mosse del governo sul terreno previdenziale iniziano ad assumere il sapore della beffa. Da una parte c’è l’Ape sociale, che non solo è partito in ritardo, ma rischia di non poter essere utilizzato per niente.

I consulenti del governo aiutano le multinazionali e fregano gli imprenditori

Solo qualche giorno fa l’Ocse ci ha rivelato che, malgrado un infinitesimale calo dello 0,4%, la pressione fiscale italiana del 2016, pari al 42,9% del Pil, è ancora la sesta più alta del mondo. Le cose vanno un pochino meglio, ma non di molto, se si calcola la tassazione pro capite. Con 13.383 euro versati al fisco nel 2015, l’Italia si piazza al 13esimo posto, ben al di sopra della media dei Paesi Ocse. Dove abbiamo il primato assoluto è nell’utilizzo della leva fiscale per far quadrare i conti pubblici. La percentuale delle entrate tributarie sul totale delle entrate del governo è infatti risultata nel 2015 al 91,4%. Il valore più alto del pianeta a cui si avvicinano solo Nuova Zelanda (90,5%) e, seppure più distanziata, Spagna (87,3%), mentre la maggior parte dei Paesi è intorno all’83%.
La percentuale significa che senza svuotare le tasche dei contribuenti lo Stato non ha alcun modo di procurasi quattrini. Ragionamento che rimanda alla cattiva gestione delle partecipate pubbliche e all’incapacità di sfruttare materie prime e bellezze naturali.

venerdì 24 novembre 2017

Imbarcata di statali inutili

Fatta la legge, questa volta, non c’è stato neanche bisogno di trovare l’inganno. La possibilità di aggirare la norma è stata fornita direttamente da chi l’ha scritta. Il principio della riforma messa a punta da Marianna Madia era chiaro. Per programmare le assunzioni della Pa non si potrà più fare riferimento alla dotazione organica, criterio statico e difficilmente in grado di misurare le reali esigenze produttive degli uffici. Si dovrà invece ricorrere ad un moderno e dinamico piano triennale dei fabbisogni di personale, in coerenza, si legge nel decreto legislativo 75/2017, «con la pianificazione pluriennale delle attività e della performance». Una rivoluzione? Forse. Arrivati al dunque, però, la ministra della Pubblica amministrazione si è rimangiata tutto. La programmazione ancora non c’è (anche perché il ministero non ha emanato gli atti di indirizzo), ma la Madia ha voluto comunque sbloccare l’assunzione per 50mila precari storici della Pa, tirando fuori dal cilindro una sorta di regime transitorio.

Nascosta la lista dei 107 bidonisti Mps

Pierferdinando Casini ha ammesso ieri che l’indagine parlamentare dei crac di Veneto Banca e Popolare di Vicenza ha fatto emergere «un quadro sconfortante di corruzioni private e di tanti risparmiatori truffati cui sono stati collocati prodotti tossici». Ha anche spiegato che «i controlli non hanno funzionato» e che «il tumore in questa vicenda sono i banchieri che si sono comportati male». Quando si è trovato davanti la lista dei grandi debitori inadempienti che hanno mandato in dissesto il Monte dei Paschi, però, il presidente della commissione d’inchiesta sulle banche non se l’è sentita di dare seguito alle sue parole, divulgando l’elenco, e l’ha infilata in un cassetto. Anzi, l’ha affidata in busta ancora chiusa al servizio di sicurezza delle Fiamme Gialle, scegliendo, così raccontano alcuni parlamentari, una graziosa agente. Cosa che, commentano sempre le fonti anonime, oggi potrebbe rendere ancora più numerose le richieste di accesso per visionare il documento secretato.

Invimit, Idea Fimit, Equitalia e Fs. Così la Masi moltiplicava le poltrone

Sarà stato per non sfigurare di fronte ai presunti compensi erogati da Ernst & Young o più semplicemente perché nel pubblico si usa così. Sta di fatto che da quando Susanna Masi, per cui la procura di Milano ipotizza un ruolo di «talpa» sulle decisioni tributarie del governo, è sbarcata a via XX Settembre, le poltrone si sono magicamente moltiplicate.

giovedì 16 novembre 2017

Se ti occupano la casa, lo Stato ti risarcisce

Il governo ci ha provato in tutti i modi a garantire i poveri occupanti abusivi di case, che non possono essere cacciati via, come recita il decreto legge 14 del febbraio 2017, senza che il prefetto abbia prima valutato, insieme al supercomitato che riunisce tutte le autorità di pubblica sicurezza della provincia, i modi per «prevenire il pericolo di possibili turbative per l’ordine e la sicurezza pubblica». Ma qualche volta il diritto è più forte della politica. Piaccia o no al governo e a tutti i dispensatori di buoni sentimenti coi soldi degli altri, lo scorso 9 novembre il giudice Lilia Popoff della seconda sezione civile del Tribunale di Roma ha stabilito, con sentenza 21347/2017 che i proprietari hanno pieni diritti sull’immobile e chi ne impedisce l’utilizzo deve pagare, foss’anche lo Stato. Un principio semplice, ma rivoluzionario per l’Italia, dove tutti vengono tutelati tranne coloro che dovrebbero esserlo per legge.

martedì 14 novembre 2017

I capi dell'Agenzia delle entrate intoccabili per legge

Premi più cospicui per i graduati, mano libera sulle funzioni dirigenziali, allungamento del mandato del direttore. È una rivoluzione assai benevola per le Agenzie fiscali quella contenuta nella riforma  presentata dal piddino Silvio Lai, relatore al decreto fisco collegato alla manovra. Il provvedimento ruota intorno al rafforzamento dei meccanismi di  accountability e di supervisione, all’autonomia finanziaria e all’autonomia  nella gestione del personale. L’intervento, si legge nella relazione illustrativa, ha come «obiettivo principale assicurare un maggiore orientamento ai  risultati e quindi una maggiore responsabilizzazione nei confronti dell’autorità politica, in cambio del ripristino dell’autonomia gestionale e operativa». In pratica, in cambio di qualche controllo sui risultati, si concede ampio spazio di manovra su tutte le scelte interne delle agenzie.

Pagano la tassa sui rifiuti, ma nessuno li smaltisce

I rifiuti diminuiscono, il costo per i contribuenti aumenta. Difficile dire se dietro il curioso fenomeno ci sia lo zampino delle tariffe Tari sballate in un terzo dei comuni italiani. Di sicuro, errori o no nelle bollette, i soldi sborsati dagli italiani continuano a crescere senza sosta. Quest’anno, secondo quanto calcolato dalla Cgia di Mestre, si arriverà complessivamente a 9,1 miliardi di euro, con un aumento delle tariffe tra il 2 e il 2,6% (rispetto all’inflazione dell’1,3%) per negozi, bar, ristoranti, alberghi e botteghe artigiane.  Per le famiglie l’incremento sarà leggermente più contenuto. Per un nucleo con 2 componenti la maggiore spesa sarà del 2%, con 3 dell’1,9% e con 4 dello 0,2%. «Continuiamo a pagare di più, nonostante la produzione dei rifiuti  abbia subito in questi ultimi anni di crisi una contrazione di 3 milioni di tonnellate, l’incidenza della raccolta differenziata sia aumentata di 20 punti percentuali e la qualità del servizio non abbia registrato alcun miglioramento. Anzi, in molte grandi aree urbane del paese è addirittura peggiorata», sottolinea la Cgia.

sabato 11 novembre 2017

Ci rubano anche sui rifiuti

Non bastavano le trappole della burocrazia, le persecuzioni esattoriali, la pressione fiscale da paese scandinavo (con servizi da terzo mondo). Oltre a tassare e tartassare ogni piccolo tassello della nostra esistenza, come previsto dalle norme di legge, ora si scopre che la Pubblica amministrazione sui balzelli ci fa pure la cresta. Errori, sviste, malafede? Difficile dirlo. Ma la sostanza cambia poco. In circa un comune su tre l’imposta sui rifiuti è sballata, calcolata in maniera illegittima con importi che possono arrivare fino al doppio del dovuto.

venerdì 10 novembre 2017

Gentiloni festeggia: siamo ultimi in Europa

L’Europa certifica il balzo della crescita italiana per il 2017 e aggiorna al rialzo anche le stime per il 2018. Una magra consolazione per il governo italiano, che continuerà a fare il fanalino di coda della Ue per altri tre anni, con il Pil sempre più basso anche dei Paesi meno veloci. Cattive notizie anche sul debito, che, seppure alleggerito dalla maggiore crescita, continua a mancare l’obiettivo di riduzione fissato dalle regole, e sul deficit strutturale, rivisto al rialzo. Malgrado il quadro sostanzialmente poco roseo, non è detto che il 22 novembre, con l’opinione sulla legge di bilancio, arriverà un richiamo formale. Pierre Moscovici continua infatti a vedere segnali di ripartenza e una volontà di far quadrare i conti. «Non è sbagliato dire che è il Paese che cresce meno, ma è anche quello che segnala una vera ripresa», ha detto il commissario agli affari monetari. Tanto è bastato al premier Paolo Gentiloni per cantare vittoria: «Bisogna rendere stabili i risultati raggiunti e non disperderli».

Scaricabarile sui crac veneti. Tra Bankitalia e Consob finisce a schiaffi

Alla fine l’atteso confronto all’americana non c’è stato. Ma questo non ha impedito a Consob e Bankitalia di suonarsele di santa ragione, accusandosi reciprocamente di non aver fatto il possibile per evitare i crac bancari di Veneto Banca e Pop Vicenza e per tutelare i risparmiatori.

mercoledì 8 novembre 2017

Rottamazione peggio dei condoni. Stesse conseguenze e minori incassi

La versione ufficiale del governo è nota. Né la voluntary disclosure né la rottamazione delle cartelle, ha spiegato più volte il ministero dell’Economia, Pier Carlo Padoan, rappresentano «un condono», poiché i contribuenti ottengono un colpo di spugna su interessi di mora e sanzioni, ma alla fine pagano il «dovuto». Versione buona, forse, la prima volta. Ma che ha iniziato a vacillare con la riproposizione ossessiva prima delle misure per l’emersione dei capitali (il bis del 2016) e poi della definizione agevolata per i ruoli di Equitalia (il bis è nel decreto fiscale attualmente in discussione al Senato). Persino Pier Luigi Bersani, allora ancora nella minoranza Dem, di fronte alla disclosure bis ebbe a dire: «Sembra un’idea di Corona...».

giovedì 2 novembre 2017

Tutte le sviste di Visco sulle venete

L’asimmetria nei comportamenti della vigilanza tra Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca, la valutazione delle cosiddette operazioni baciate con cui  si concedevano prestiti in cambio di acquisto di azioni, l’inadeguata e arbitraria determinazione del valore delle azioni, la cessione della partecipata Bim. Sono questi i quattro temi su cui si concentrerà oggi «l’interrogatorio» del segretario di Scelta Civica, Enrico Zanetti, al capo della Vigilanza di Bankitalia.

mercoledì 1 novembre 2017

Visco confessa: non servo a niente

Bankitalia non serve a niente. È questo, in estrema sintesi, il senso della lunga e appassionata autodifesa di Ignazio Visco andata in scena ieri alla 93esima Giornata del risparmio. Con gli strascichi dello strappo politico sul secondo mandato che ancora risuonano nell’aria e la prospettiva di un duello prelettorale al calor bianco nella commissione d’inchiesta sulle banche, il governatore ha scelto di utilizzare la sua prima uscita pubblica dopo il rinnovo per andare al contrattacco. Nessun passo indietro e nessun timore di metterci la faccia, ha detto Visco davanti al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan e alla platea tutt’altro che ostile del tradizionale convegno organizzato dalle Fondazioni bancarie.


Occhio ai bond super-rischiosi

Non bastavano le obbligazioni subordinate a far penare i rispamiatori. Su suggerimento di Bruxelles il governo si è inventato il «debito chirografario di secondo livello». Il nuovo strumento, inserito all’articolo 100 della legge di bilancio, consentirà alle banche di introdurre una nuova categoria di bond che si collocherà, per livello di rischiosità e dunque di rendimento, tra i tioli senior (parzialmente garantiti nel caso di bail in) e quelli subordinati (praticamente privi di garanzie).