Invece di contenere le opportune correzioni di rotta per evitare l’ennesima stangata di circa un miliardo che nelle prossime settimane si abbatterà sulla testa dei contribuenti, il governo Letta ha pensato bene di utilizzare il decreto di fine anno, tradizionalmente dedicato alla proroga dei termini per alcune misure in scadenza al 31 dicembre, per infilare qua e là qualche nuova tassa.
Al principio fu creato l'universo. Questo fatto ha sconcertato non poche persone ed è stato considerato dai più come una cattiva mossa. (Douglas Adams)
domenica 29 dicembre 2013
martedì 24 dicembre 2013
Bankitalia si rivaluta le quote senza il via libera di Draghi
Il Natale, si sa, quando arriva arriva. Così, per non lasciare le banche senza doni sotto l’albero, Bankitalia ha deciso di procedere comunque alla rivalutazione delle quote societarie (detenute per il 95% da banche private), senza aspettare né il parere della Bce (in barba alla nuova vigilanza unica bancaria coordinata proprio da Francoforte), né la conversione del decreto legge sulla materia, la cui discussione al Senato partirà solo l’8 gennaio e potrebbe di nuovo modificare le carte in tavola.
sabato 14 dicembre 2013
Il debito vola a 2.085 miliardi. E Saccomanni gira il conto a noi
La mini-Imu? Per Fabrizio Saccomanni si tratta solo di «un eccesso di drammatizzazione». Anzi, il ministro dell’Economia, ascoltato al Senato sul decreto che ha abolito parzialmente la seconda rata della tassa, ha assicurato che da parte del governo non c’è stata «alcuna volontà di dar fastidio al contribuente». Tanto è vero, ha proseguito senza battere ciglio, che la scadenza per il pagamento, il prossimo 16 gennaio, «è stata fissata il più tardi possibile, compatibilmente con la necessità di contabilizzare le entrate nel 2013». Non solo, «qualora ai Comuni venga assegnato un ammontare di risorse superiore a quanto necessario l’eccedenza verrà restituita dai Comuni ai contribuenti».
venerdì 13 dicembre 2013
Affitti mai più in contanti. Colpa del Pd
Prima la pensione. E ora gli affitti. Non bastava aver abbassato il limite dei pagamenti in contante da 2.500 a mille euro e aver obbligato gli anziani ad aprire un conto corrente per ricevere l’assegno dell’Inps. Adesso il cash, tanto per complicare un altro po’ la vita ai contribuenti, viene spazzato via anche dal mondo delle locazioni. A prevederlo è un emendamento alla legge di stabilità presentato dal capogruppo del Pd in commissione Finanze della Camera, Marco Causi, il quale ha subito ricevuto il parere favorevole sia del relatore Maino Marchi (sempre del Pd) sia del governo. Modifica, manco a dirlo, approvata con larga maggioranza dalla commissione Bilancio. Il testo è chiaro e semplice: «I pagamenti riguardanti canoni di locazione di unità abitative fatta eccezione per quelli di alloggi di edilizia residenziale pubblica, devono essere corrisposti obbligatoriamente, quale ne sia l’importo, in forme e modalità che escludendo l’uso del contante ne assicurino la tracciabilità».
giovedì 12 dicembre 2013
De Benedetti e giudici sbancano Fininvest
Non bastavano 494 milioni. Ora Carlo De Benedetti ne vuole un altro centinaio per «i gravissimi disagi nella sfera psichica ed emotiva». Può sembrare incredibile, considerati i numerosi gradi di giudizio (una decina tra la sede penale e quella civile), ma la saga del Lodo Mondadori riparte con un nuovo clamoroso episodio. Dopo la sentenza della Cassazione dello scorso settembre, che ha condannato la Fininvest a risarcire 494 milioni di euro alla Cir per i danni patrimoniali subiti nell’ambito della cosiddetta guerra di Segrate per il controllo della Arnoldo Mondadori Editore, tutti pensavano che il duello tra il gruppo della famiglia Berlusconi e quello dei De Benedetti fosse concluso.
mercoledì 11 dicembre 2013
Vince ancora la Germania: rinviato l'accordo sulle banche
Che tirava aria di rinvio, al di là degli annunci di circostanza del ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Scheauble, lo si era capito da un po'. A confermare l'andamento delle trattative in sede Ecofin è stato ieri mattina Jorg Asmussen, che da rappresentate della Bce ha partecipato a tutti i vertici informali dei giorni scorsi ed era presente al summit di ieri a Bruxelles. «Nei colloqui bilaterali sono stati fatti dei progressi», ha spiegato l'uomo incaricato da Mario Draghi di spingere con forza verso uno sblocco della fase di stallo, «ma non mi aspetto che si raggiunga un accordo finale ora e immagino che vi sarà un altro Ecofin prima del vertice Ue del 19 e 20 dicembre». Asmussen ha poi ribadito che la Bce «considera il meccanismo di risoluzione unico come un elemento complementare rispetto al meccanismo unico di vigilanza», che è stato già approvato ed entrerà in funzione entro il 2014. Per Francoforte è essenziale non solo che si arrivi ad un fondo unico per i salvataggi delle banche e ad una autorità unica, ma anche che nel periodo di transizione, nel tempo cioè che occorrerà per finanziare lo strumento ci sia «un paracadute finanziario credibile». In altre parole, che gli Stati siano pronti a fornire la liquidità necessaria in caso di bisogno.
Saccomanni è felice per la crescita zero
Fabrizio Saccomanni gongola e si lancia in un’ardita previsione su Twitter: «Nel quarto trimestre l’andamento del Pil sarà positivo. Con la ripartenza delle imprese potranno finalmente arrivare miglioramenti per l’occupazione». Poi, interpellato nel pomeriggio a margine dell’Ecofin di Bruxellex, rettifica: «Ci stiamo avviando verso la fine della recessione», ma è «ingiusto sperare» che ci saranno riflessi immediati sull’occupazione perché «la situazione è molto grave».
martedì 10 dicembre 2013
Banche e debito: la Merkel comanda l'Europa esegue
Il senso e i possibili esiti delle delicate trattative in sede europea dei prossimi dieci giorni stanno anche nel voto con cui ieri la Cdu ha dato il via libera al governo di grande coalizione con la Spd: nessuno dei 167 delegati si è espresso contro l’intesa. Una compattezza granitica che pone Angela Merkel ad un passo dal suo terzo mandato. Se tutto va come ci si aspetta, manca ancora il referendum nella Spd, la Cancelliera potrà presentarsi al tavolo del Consiglio Ue del 19-20 dicembre già alla guida del nuovo governo. E a quel punto i margini di manovra dei Paesi periferici potrebbero assottigliarsi ulteriormente.
Mezza Italia non sa ancora se pagherà l'Imu
Può sembrare incredibile, ma a sei giorni dal pagamento della seconda rata Imu e a pochi giorni dall’approvazione definitiva della legge di stabilità, che dovrebbe contenere la compensazione per la cosiddetta mini-Imu, 3mila comuni non hanno ancora deciso quali saranno le aliquote su cui pagare l’imposta. Il termine ultimo per pubblicare le delibere sul proprio sito web (tralasciando il paradosso che circa l’1% degli enti territoriali neanche ce l’ha) è scaduto a mezzanotte. Ieri pomeriggio, stando ai dati del dipartimento delle Finanze (aggiornati all’8 dicembre scorso) a cui affluiscono gli atti dei comuni, risultavano all’appello solo 5mila invii su un totale di 8mila enti. Evidentemente i sindaci hanno deciso di utilizzare anche gli ultimi minuti a propria disposizione. Un modo come un altro per gettare il Paese nel caos più totale.
sabato 7 dicembre 2013
Scaroni si ricandida all'Eni e sfida Letta sulle privatizzazioni
«Un quarto mandato? Perché no, mi piacerebbe». Con largo anticipo, senza ipocrisie, Paolo Scaroni ha messo ufficialmente sul piatto la sua riconferma in vista della scadenza del consiglio dell’Eni, prevista per la prossima primavera. Un’autocandidatura che porta in dote i risultati conseguiti finora dal gruppo sul fronte industriale, ma nessuno sconto sul piano politico. Anzi. Intervistato da Gianni Minoli su Radio 24 il manager ha fatto chiaramente capire che il governo dovrà rifare il calcolo delle privatizzazioni. La quota di 2 miliardi del pacchetto di dismissioni da 10-12 miliardi previsto dal governo non potrà infatti arrivare entro il 2014.
venerdì 6 dicembre 2013
A Berlino vertice segreto sul destino delle banche
Un vertice informale a Berlino con tutti i papaveri della finanza e dell’economia europea. È qui, con tutta probabilità, che si decideranno i destini dell’Europa nei prossimi anni. Un’iniziativa stile Bilderberg lanciata dal ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Scheuble, e a cui parteciperà, sembra, anche il nostro Fabrizio Saccomanni. Il condizionale è d’obbligo perché dal dicastero di Via XX Settembre sugli impegni istituzionali del ministro c’è il massimo riserbo. «Sono indiscrezioni europee che noi non commentiamo», fanno sapere dal ministero dell’Economia. Eppure, non si tratta di una gita di piacere. Né di un incontro privato tra semplici cittadini. Al summit riservato di oggi in terra di Germania parteciperanno i responsabili delle Finanze dei principali Paesi europei (si parla di Italia, Francia, Spagna), il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Djisselbloem, e il commissario al mercato interno, Michel Barnier.
giovedì 5 dicembre 2013
L'ultima resa di Letta: far scrivere alla Merkel la nostra finanziaria
Catene in cambio di soldi o, nella versione più rigorosa, di tempo. È questa la sostanza dei cosiddetti «contractual arrangements» o «reform contracts» di cui si parla da qualche tempo e che ieri sera il presidente del consiglio Ue, Herman Van Rompuy, ha portato sul tavolo di Enrico Letta in vista del vertice del 20 dicembre. I riflettori, dopo l'intemerata di martedì di Olli Rehn, sono tutti puntati sul mancato rispetto da parte dell'Italia della tabella di marcia del pareggio strutturale di bilancio, con 6 miliardi di correzione dei conti che mancano all'appello. In realtà, l'affondo del commissario europeo al mercato interno contro il nostro Paese altro non è che il preludio di una manovra a cui la cancelliera Merkel, sostenuta dagli Stati rigoristi dell'Unione, sta lavorando da alcuni mesi. E cioè quella di stringere ancora di più le maglie dei controlli sui Paesi indisciplinati, tra cui chiaramente l'Italia.
Il governo si vergogna della pensione che ci dà. Addio busta arancione
I fondi di previdenza integrativa già lo fanno. L’Inps ci sta provando da 18 anni. O meglio, ci stava provando, visto che ieri il governo ha definitivamente annunciato l’intenzione di archiviare l’operazione trasparenza sulle nuove pensioni: la famosa «busta arancione» che i lavoratori italiani aspettano da tempo per conoscere l’entità dei futuri assegni previdenziali non arriverà mai. Il motivo? Gli italiani, ha spiegato ieri Enrico Giovannini citando il recente rapporto dell’Ocse sull’istruzione, «hanno una scarsa capacità a districarsi con i numeri». Al di là della battuta di cattivo gusto del ministro del Welfare, la realtà è che il governo Letta, che ha già troppi problemi di cui occuparsi, ha deciso di disinnescare una mina dagli effetti probabilmente devastanti. Ovvero, far sapere ai cittadini quale sarà il loro destino previdenziale dopo il passaggio dal sistema retributivo al sistema contributivo il cui percorso si è completato sotto il governo Monti con la legge Fornero.
mercoledì 4 dicembre 2013
Bruciato il taglio al cuneo e la mini-Imu raddoppia
Il taglio del cuneo è già svanito, la mini Imu raddoppia e il taglio lineare delle detrazioni fiscali spunta all’orizzonte. Si fa irto di ostacoli, e cupo per i contribuenti, il percorso del governo dei prossimi mesi, che sembra ormai inghiottito in una spirale di tasse e coperture senza uscita.
La brutta notizia per le imprese arriva dalle categorie, che si sono fatte due conti dei vari prestiti forzosi disposti dal ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, per far tornare i conti. Secondo la Cgia di Mestre la clausola di salvaguardia del decreto sulla prima rata dell’Imu, che ha fatto lievitare gli acconti Ires e Irap dal 101 al 102,5% avrà un impatto medio sulle società di capitale di poco superiore ai 1.200 euro.
La brutta notizia per le imprese arriva dalle categorie, che si sono fatte due conti dei vari prestiti forzosi disposti dal ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, per far tornare i conti. Secondo la Cgia di Mestre la clausola di salvaguardia del decreto sulla prima rata dell’Imu, che ha fatto lievitare gli acconti Ires e Irap dal 101 al 102,5% avrà un impatto medio sulle società di capitale di poco superiore ai 1.200 euro.
L'Europa ci stritola ancora. E Letta scopre che è cattiva
Precisazioni, repliche, persino minacce. È bastata una carezza per il verso sbagliato a far evaporare l’europeismo del governo. Poche parole piazzate nei punti nevralgici per mandare in pezzi un idillio che sembrava granitico. Può apparire sorprendente, ma il primo a perdere le staffe per le dichiarazioni del commissario Ue al mercato interno, Olli Rehn, è stato proprio Enrico Letta. Lo stesso che fino a ieri decantava le magnifiche sorti e progressive degli Stati Uniti d’Europa, lo straordinario sostegno di Bruxelles per lo sviluppo, il contributo imprescindibile dell’Unione per la ripresa dell’Italia. Roba vecchia, superata e sorpassata dall’affronto di Rehn, che nei giorni in cui il premier cerca di puntellare il governo spiegando che il mondo nuovo è dietro l’angolo, si permette non solo di accusare il nostro Paese di non aver fatto i compiti, ma addirittura di criticare la legge di stabilità.
martedì 3 dicembre 2013
Gran casino Imu. La pezza del Tesoro è peggio del buco
A cinque giorni dal varo del provvedimento il governo si è finalmente accorto del pasticcio Imu. Il decreto per l’abolizione della seconda rata, approvato in tutta fretta mercoledì sera per celebrare l’ingresso nell’era post-berlusconiana, si è trasformato nel più clamoroso degli autogol.
Il testo uscito da Palazzo Chigi, che attraverso kafkiani meccanismi fiscali porterà di nuovo alla cassa 10 milioni di famiglie, ora non lo difende più nessuno.
Il testo uscito da Palazzo Chigi, che attraverso kafkiani meccanismi fiscali porterà di nuovo alla cassa 10 milioni di famiglie, ora non lo difende più nessuno.
domenica 1 dicembre 2013
Imu infinita, si paga pure la prima rata
Il cerchio si chiude. Dopo la beffa della seconda rata dell’Imu, la cui abolizione costringerà comunque una decina di milioni di famiglie a sborsare 250 milioni di gettito mancanti all’appello, il governo torna all’incasso pure sulla prima rata. La favola delle famose clausole di salvaguardia, inserite ormai dall’esecutivo con disinvoltura e ipocrita spensieratezza in ogni provvedimento di spesa, si è infranta ieri pomeriggio con il comunicato del ministero dell’Economia.
Saccomanni scatenato: un condono per lo Stato
Mentre gli italiani dovranno tornare alla cassa per l’Imu, alla faccia dell’abolizione promessa, il governo si fa un bel condono edilizio a suo uso e consumo. È questa l’ultima novità emersa dal diabolico decreto che fa rientrare dalla finestra l’imposta municipale unica per 10 milioni di italiani. Lo scopo è sempre quello di fare cassa, ma in questo caso non a spese dei contribuenti. La norma riguarda infatti «la valorizzazione degli immobili pubblici, in relazione ai processi di dismissione finalizzati ad obiettivi di finanza pubblica».
Buoni propositi, dunque, su cui, però, il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, visto il fallimento dei numerosi tentativi fatti finora e l’assoluta necessità di recuperare risorse per far quadrare i conti, ha deciso di mettere da parte gli scrupoli istituzionali.
Buoni propositi, dunque, su cui, però, il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, visto il fallimento dei numerosi tentativi fatti finora e l’assoluta necessità di recuperare risorse per far quadrare i conti, ha deciso di mettere da parte gli scrupoli istituzionali.
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