Al principio fu creato l'universo. Questo fatto ha sconcertato non poche persone ed è stato considerato dai più come una cattiva mossa. (Douglas Adams)
domenica 28 febbraio 2016
Petrolio a 30 dollari? Buco da 2 miliardi per Renzi
Secondo quanto dichiarato ieri dal ministro dell' Energia russo, Alexander Novak, «in mancanza di un accordo sulla diminuzione della produzione i prezzi bassi del petrolio potrebbero durare fino al 2017». Se così fosse, Matteo Renzi avrebbe un' altra bella gatta da pelare in vista degli impegni presi con l' Europa. Sul piatto c' è infatti un buco potenziale di circa 2 miliardi che potrebbe facilmente mettere a rischio il già fragile equilibrio dei conti pubblici.
venerdì 26 febbraio 2016
Prove di pace in Ansaldo con la distribuzione della cedola
L' auspicio del governo sulla pace in Ansaldo Sts è forse ancora lontano. La matassa di polemiche, interventi regolatori e amministrativi scatenata dalla contestazione dei fondi sul prezzo dell' Opa lanciata da Hitachi è intricata. E le schermaglie si trascineranno sicuramente per diverse settimane. Ieri, però, l' annunciato duello in cda sul dividendo non è stato poi così aspro. Considerando i fronti di battaglia ancora aperti, si potrebbe addirittura parlare di segnali distensivi.
Il solito Tar vuole "imbustare" Poste
Le sentenze del Tar «non creano problemi». Così lo scorso dicembre Francesco Caio commentava le decisioni dei tribunali amministrativi che avevano stoppato la chiusura di alcuni piccoli uffici postali. Il duello con i Comuni, però, inizia a diventare più spigoloso del previsto. Ieri anche la Toscana, con una clamorosa sentenza pilota, si è candidata ad uscire dalla mappa dei tagli prevista dall’ad di Poste. Lasciando intendere che i «problemi» potrebbero diventare nazionali. Fino a trasformarsi nella solita, insormontabile montagna di carte bollate che prima o poi, in Italia, blocca ogni tentativo di modernizzazione.
sabato 13 febbraio 2016
Consumi al palo: il Pil s'inchioda
L’Italia riparte. Anzi no, si ferma. C’è chi ha voluto vedere nelle stime preliminari dell’Istat l’uscita della nostra economia dalla recessione. Circostanza tecnicamente ineccepibile dopo tre anni di pil negativo. Ma la realtà è che il Paese ha di nuovo tirato il freno a mano dopo una piccola pausa in cui la domanda interna aveva tentato di rialzare la testa. La crescita del quarto trimestre si è, infatti, fermata ad un misero 0,1% che da qualunque lato lo si guardi non può essere considerato segnale di dinamismo. Il piccolo decimale è l’ultimo atto di una progressiva e inesorabile discesa. Dallo 0,4% del primo trimestre allo 0,3% del secondo fino allo 0,2% nel terzo. A questo punto, cosa ci autorizza a pensare che nei prossimi mesi l’economia ingranerà di nuovo la marcia per raggiungere addirittura l’1,6% previsto dal governo per il 2016?
Le garanzie sui crediti in sofferenza. Per i tecnici del Tesoro è acqua fresca
Pulizia parziale, sconto limitato, agevolazioni fiscali a tempo. I dettagli trapelati nelle scorse ore dagli incontri degli esperti del Mef con i giornalisi e dalle prime letture del testo ridimensionano di molto la portata del decreto sulle sofferenze bancarie. Intanto, i tecnici di Via XX Settembre hanno chiarito che l’obiettivo della garanzia di Stato non è quello di ripulire a fondo i bilanci, ma di riportare il livello delle sofferenze in linea con l’Europa.
venerdì 12 febbraio 2016
Delrio vuole i vagoni ferroviari di Stato
Altro che privatizzazione. Con la scusa di liberalizzare il mercato ferroviario il governo sta pensando di nazionalizzare pure i treni (intesi come vagoni e motrici). L’idea che sta frullando nella testa del ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, nasce da alcune proposte contenute nel Quarto pacchetto ferroviario attualmente al vaglio dell’Europarlamento. La questione è antica e irrisolta. La proprietà del materiale rotabile è il principale nodo competitivo nelle gare d’appalto del trasporto pubblico locale, dove sono poche le imprese che possono permettersi di acquistare i treni.
L'Ue a Lisbona: preparatevi alla Troika. E dopo il Portogallo toccherà all'Italia
L' attenzione principale dei ministri delle Finanze Ue, riuniti ieri per l' Eurogruppo, è rivolta chiaramente alle banche. Dal presidente del summit Jeroen Dijsselbloem, al commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, ai vari ministri giunti alle riunioni a Bruxelles, tra cui il nostro Pier Carlo Padoan, tutti hanno cercato di tranquillizzare investitori e risparmiatori. Il crollo delle Borse mondiali osservato negli ultimi giorni non è dovuto a «un fattore specifico» ma «alle prospettive di crescita globale, che iniziano a essere meno incoraggianti rispetto a qualche mese fa», ha minimizzato il titolare di Via XX Settembre.
giovedì 11 febbraio 2016
C'è una bolla anche nelle assicurazioni
Scarsa trasparenza, elevata complessità, costi occulti. Gli ingredienti per l’ennesima trappola ai danni dei risparmiatori ci sono tutti. Solo che questa volta la minaccia non arriva dalle banche, ma dalle assicurazioni, che da qualche anno stanno inondando i clienti di polizze finanziarie ad alto rischio. Sulla carta le “unit linked”, così chiamate perché i rendimenti non derivano dalla gestione separata delle compagnie, ma dall’andamento dei fondi a cui sono collegate, sono l’uovo di Colombo. I clienti ottengono guadagni impensabili con le tradizionali polizze, le società possono ripulire i bilanci (le linked non richiedono coperture) in vista dei nuovi vincoli patrimoniali di Solvency II. Di qui l’enorme successo sul mercato. Solo nel 2015 la raccolta è stata di 30 miliardi (erano 12,6 nel 2013), con una crescita del 49% sul 2014 e un’incidenza sul ramo Vita del 30%.
lunedì 8 febbraio 2016
Ministero unico Ue per commissariare le nostre finanze
L’idea di un superministro delle finanze Ue che tenga al guinzaglio tutti i contribuenti del Vecchio continente non è nuova. Una proposta in questo senso comparve nel 2012 nel documento «Verso un’autentica unione economica e monetaria» sottoscritto da Mario Draghi, Herman Van Rompuy, Manuel Barroso e Jean Claude Juncker. Il progetto, sopravvissuto sottotraccia per anni, ha ripreso forza sull’onda della crisi greca, che ha mostrato ancora una volta le difficoltà di Bruxelles nella gestione delle emergenze. Lo scorso giugno sempre Juncker e Draghi, insieme questa volta a Donald Tusk (presidente del Consiglio Ue), Jeroen Dijsselbloem (presidente dell’Eurogruppo) e Martin Schulz (presidente del Parlamento Ue), hanno presentato il documento denominato «Five Presidents Report» in cui viene delineato un percorso che da qui al 2025 dovrebbe portare alla creazione di un ministero del Tesoro comunitario.
domenica 7 febbraio 2016
Il sogno delle Fs in Borsa slitta di almeno due anni
Per il nuovo piano industriale delle Fs ci vorrà ancora qualche mese. Come ha già detto più volte, Renato Mazzoncini vuole aspettare che si definisca il quadro regolatorio del trasporto pubblico locale. Ma il manager sbarcato a novembre dalla controllata Busitalia alla guida del colosso pubblico dei binari ha già le idee molto chiare sulle priorità per rilanciare il gruppo. E tra queste, a differenza di quello che si potrebbe pensare dopo il blitz renziano sui vecchi vertici e le necessità economiche del governo, non c’è affatto la privatizzazione.
venerdì 5 febbraio 2016
La Ue: Renzi stai sereno. Ma i numeri non tornano
Si fa sempre più stretto il pertugio dentro il quale Matteo Renzi cercherà di far passare gli sconti di Bruxelles sul bilancio dello Stato. Sul piano formale le tensioni dei giorni scorsi sembrano superate. I toni sono distesi. Le parole morbide. Illustrando le previsioni invernali sui conti pubblici dei Paesi Ue il commissario Pierre Moscovici ha spiegato che «lo spirito di dialogo e compromesso deve sempre prevalere». Per questo Bruxelles esaminerà le richieste italiane sulla flessibilità «con pazienza, molto serenamente, molto obiettivamente, molto metodicamente». Quanto alle polemiche, è colpa della stampa che fa «confusione» e lo accusa di «schizofrenia». Malattia, ha detto Moscovici, «di cui non credo di soffrire».
giovedì 4 febbraio 2016
Fuoco amico su Renzi: "L'Ue ha ragione sui conti"
Tra i 25 e i 30 miliardi per il 2017. E altrettanti per il 2018. Lo sconticino ottenuto da Matteo Renzi sulla Turchia potrebbe costare caro ai contribuenti italiani. La posta in gioco del braccio di ferro innescato dal premier con Bruxelles è ben più alta dei 57 milioni risparmiati con l’impuntatura sul contributo per i rifugiati. In ballo ci sono non solo i 16,5 miliardi di flessibilità sul deficit/pil chiesti per il 2016, ma anche i 35 miliardi di nuove tasse derivanti dalle clausole di salvaguardia che il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, si è «dimenticato» di disinnescare nella manovra di bilancio.
martedì 2 febbraio 2016
Renzi sballa sui numeri. Per il Financial Times l'Italia è come la Grecia
Mentre Matteo Renzi continua a litigare (ieri è stata la volta dei migranti) con il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, il mondo inizia ad accorgersi del bluff italiano. Un tagliente articolo del Financial Times ci accomuna addirittura alla Grecia nell’analisi su quelle che rischiano di essere «le due più grandi falle» della Ue, strette dalla morsa dell’emergenza immigrati e dall’economia che arranca. Gli incessanti attriti tra Bruxelles e il premier del nostro Paese, secondo l’analisi di Wolfgang Munchau, fanno emergere da una parte i dubbi europei sulla «sostenibilità» dell’Italia nell’Eurozona, dall’altra sono il segnale che «l’Italia sta perdendo la pazienza con la Germania e la Ue».
Reddito minimo: i soliti 80 euro a un indigente su quattro. Ora il governo deve trovare 4 miliardi
Trecentoventi euro al mese per un milione di poveri. Sarebbe questo, secondo quanto riferito ieri mattina da Repubblica e rilanciato in giornata dallo stesso ministro del Lavoro, il piano a cui sta lavorando Giuliano Poletti nell’ambito della legge delega per il contrasto al disagio sociale approvata qualche giorno fa.
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