Il ragionamento non fa una grinza: congelare la ripartenza sul nucleare per evitare che il referendum blocchi tutto per i prossimi venti anni. Del resto, l’esperienza del 1987 parla chiaro e scotta ancora. Perlomeno a fine mese quando famiglie e imprese mettono mano al portafoglio per pagare una delle bollette più salate d’Europa.
Al principio fu creato l'universo. Questo fatto ha sconcertato non poche persone ed è stato considerato dai più come una cattiva mossa. (Douglas Adams)
mercoledì 27 aprile 2011
Retromarcia nucleare. Davanti a Nicolas, Silvio riaccende l'atomo
La Grecia fallisce per la seconda volta
Il governo di Atene ce la sta mettendo tutta per convincere i mercati internazionali che la guardia resta altissima e che nessuna sorpresa è all’orizzonte. Ieri ha annunciato che raddoppierà gli sforzi per contenere il deficit e che sta preparando un piano lacrime e sangue per spremere almeno 3 miliardi da una spesa pubblica già messa robustamente a dieta.
giovedì 21 aprile 2011
I fondi per la cultura? Ci sono, ma vengono buttati
È difficile ricordare quante volte Giulio Tremonti sia stato accusato di aver tagliato i fondi della cultura. Quando il ministro si è permesso di scherzare sull’argomento dicendo “di cultura non si vive, vado a farmi un panino alla cultura” si scatenò il finimondo. Artisti in rivolta, intellettuali sul piede di guerra, direttori d’orchestra indignati che improvvisano comizi durante le prime della Scala. Tutti lì, pronti a puntare il dito sulle nefandezze del governo degli zotici che si fa beffe del patrimonio culturale italiano.
mercoledì 20 aprile 2011
Le aziende cercano stampelle da Giulio
Bene il rigore, ma la scossa all’economia ancora non si vede. Potrebbe sembrare un disco rotto, quello di Confindustria, se non fosse che questa volta a lanciare l’allarme, in perfetta sintonia con gli imprenditori, ci sono anche le Pmi. La sostanziale sovrapposizione dell’analisi offerta ieri nel corso di due distinte audizioni alle commissioni Bilancio e Finance di Camera e Senato potrebbe far pensare ad un copione concordato. Ma il sospetto che sia la situazione del Paese a non offrire più tante letture alternative è forte. Anche perché imprenditori e artigiani concordano, senza preconcetti, nel sostenere l’azione meritoria del governo, e in particolare del ministro dell’Economia, nel tenere sotto controllo i conti pubblici. Anzi, secondo il direttore generale di Confindustria, quello messo a punto da Giulio Tremonti nel Documento di economia e finanza (Def) è un piano addirittura più ambizioso di quello varato dal governo Prodi per permettere all’Italia di entrare nell’euro.
L'urlo di Tremonti: «L’Europa non funziona. Dai trattati si può uscire»
I trattati europei vanno riscritti, ma non cancellati. È un Giulio Tremonti che gioca, come spesso accade, sul filo delle parole, quello che si è presentato a Bruxelles per illustrare all’Europarlamento la sua ricetta per uscire dalla crisi. E il piatto forte, secondo il ministro dell’Economia non nuovo alle proposte clamorose, è quello di sottoporre le regole di Eurolandia ad un serrato tagliando per verificare se sono ancora in grado di risolvere i problemi che si presentano.
martedì 19 aprile 2011
Il finale della telenovela Alitalia si gioca a Parigi
Ci risiamo. Se non fosse in gioco il destino del principale vettore aereo italiano, la gerarchia degli scali, il futuro dei lavoratori, ci sarebbe da ridere. Ieri il presidente Roberto Colaninno ha voluto scrivere un’altra pagina dell’ormai grottesca telenovela su Alitalia. Dove la suspence si basa su un unico espediente narrativo riproposto all’infinito il cui senso è rappresentato dalla domanda: la compagnia finirà o no in mano ai francesi.
La Grecia chiede altri aiuti per non congelare i debiti
Nel giorno in cui S&P getta ombre minacciose sulla tenuta degli Stati Uniti anche in Europa si riaccendono le tensioni sui debiti sovrani. In Grecia i dubbi sulla capacità del governo di portare a termine il piano di risanamento hanno scatenato una pioggia di indiscrezioni, smentite non solo da Atene ma anche da Bruxelles, sulla necessità di procedere ad una ristrutturazione del debito pubblico che ha fatto schizzare i rendimenti sui titoli di Stato ai massimi dall’introduzione dell’Euro.
giovedì 14 aprile 2011
Spiegate ai leghisti che boicottare Parigi significa azzoppare l’Italia
Boicottare i francesi? Certo, si può fare. Potremmo iniziare a bandire il Galbanino e il Bel Paese dalle nostre tavole. Basta, poi, con i gioielli di Bulgari, per non parlare delle borse di Gucci. State alla larga anche dai supermercati Gs. E correte subito a chiudere i vostri conti alla Banca nazionale del lavoro.
Ma Tremonti sigilla la borsa
Nessuna manovra correttiva, nessun (parola di Silvio Berlusconi) dissidio tra i ministri e misure per lo sviluppo che promettono di spingere la crescita del pil dello 0,4% ogni anno da qui al 2014. È questo, in estrema sintesi, il risultato portato a casa ieri da un Consiglio dei ministri volante, tenutosi alla Camera nell’arco di una veloce “pausa pranzo” nel corso della votazione sul processo breve.
mercoledì 13 aprile 2011
Maroni: il peggio deve ancora arrivare, adesso inizierà l’invasione libica
«Agli immigrati non possiamo sparare, almeno per ora». Benzina sul fuoco, quella di Roberto Castelli, che arriva al termine di una giornata convulsa in cui i tentativi di alcuni esponenti di governo di riallacciare il filo della trattativa con l’Europa, all’indomani delle provocazioni del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, si sono mescolati alle polemiche per la clamorosa porta sbattuta in faccia all’Italia da Bruxelles sull’emergenza immigrati.
Il vento di Generali arriva in Telecom
Non siamo alla rissa da condominio, come è accaduto in Generali, ma poco ci manca. Rispettando le previsioni della vigilia, l’assemblea di Telecom (con una rappresentanza record di oltre il 50% dei soci) si è svolta in un clima a dir poco infuocato, tra la furia dei Fossati, le stoccate del consigliere di minoranza Luigi Zingales le critiche dei piccoli azionisti.
martedì 12 aprile 2011
Ora Tremonti può comprarsi Parmalat
Il Fondo strategico può attendere. La Cdp è pronta a scendere in campo. E lo farà da sola. Senza aspettare i cinesi o gli altri soggetti pubblici e privati pronti ad investire nello strumento anti-Opa. Giulio Tremonti continua a lavorare alla creazione di un veicolo finanziario ad hoc, ma i tempi inevitabilmente più lunghi non permetterebbero l’intervento immediato in difesa dell’azienda di Collecchio. Così, per quanto l’obiettivo rimanga quello strutturale di dare vita ad una spa o ad un sgr specializzata nell’acquisto di quote di aziende di rilevante interesse nazionale, per adesso l’operazione si farà senza intermediari.
lunedì 11 aprile 2011
Parmalat-Mediobanca, partita doppia con i francesi
Le due partite non potrebbero essere più diverse e lontane fra loro, ma alla fine sempre lì si arriva. Si tratti di ridisegnare gli equilibri in Mediobanca dopo l’uscita di scena di Cesare Geronzi o di difendere Parmalat, i nodi da sciogliere parlano la stessa lingua, quella inconfondibile dei cugini d’Oltralpe. Sul primo fronte, dopo la soluzione lampo del caso Generali, con la nomina plebiscitaria del presidente di “garanzia” Gabriele Galateri di Genola, i riflettori sono tutti puntati su Piazzetta Cuccia, che martedì prossimo riunirà il cda. E tutte le ipotesi sul tavolo portano dritte ad un ridimensionamento dei soci francesi capitanati da Vincent Bollorè e Tarak Ben Ammar.
L'Europa è coesa solo quando si tratta di bocciare l'Italia
Bisogna restare uniti. Questo l’appello lanciato ieri dal presidente Giorgio Napolitano, che sulle politiche per l’immigrazione, a differenza di quello che aveva detto a fine febbraio in Germania, dove aveva invitati tutti «a non cedere ad allarmismi e vittimismo», ha auspicato «scelte più coese» a livello europeo. Una coesione che Bruxelles sembra aver già trovato nel mettere in dubbio l’intervento governativo in difesa di Parmalat, che secondo alcune fonti comunitarie il commissario Almunia si preparerebbe a bocciare.
giovedì 7 aprile 2011
Ricetta McDonald's: 50mila assunti in un solo giorno
Cinquantamila assunzioni. In un giorno solo. Sarà pure il regno del colesterolo e dei trigliceridi, il simbolo della globalizzazione selvaggia o dell’imperialismo americano, ma storcere il naso di fronte ad un annuncio del genere è praticamente impossibile.
martedì 5 aprile 2011
Per evitare l’assalto degli stranieri abbiamo speso più di sei miliardi
Soldi in cambio di steccati? Qualcuno storce il naso, fingendo di non sapere che il giochino funziona così da una quindicina di anni. E che solo grazie ai corposi “aiuti” concessi ai Paesi più a rischio dal punto di vista dei flussi migratori è stato possibile chiudere gli accordi previsti dalla cosiddetta Turco-Napolitano per il blocco preventivo e il rimpatrio dei clandestini che sbarcano sulle coste italiane.
lunedì 4 aprile 2011
Fiat -31%, Chrysler +31: perciò Marchionne va in Usa
La coincidenza è curiosa, e forse simbolica. A marzo le vendite del gruppo Fiat, al di qua e al di là dell’Oceano, si sono chiuse con un andamento rappresentato dalla stessa cifra. Un destino comune, eppure bifronte, visto che la Chrysler negli Usa ha festeggiato un incremento del 31%, mentre il Lingotto in Italia ha dovuto ingoiare una flessione del 31,9%. Il risultato speculare, al di là della cabala, sintetizza in maniera chiara lo scenario complesso in cui il gruppo guidato da Sergio Marchionne si troverà ad operare nei prossimi mesi. I numeri prodotti dalle due anime della Fiat, infatti, ci spiegano più di qualsiasi chiacchiera i motivi per cui il manager della casa torinese continua a ventilare l’ipotesi di uno spostamento del baricentro degli interessi del Lingotto.
venerdì 1 aprile 2011
Intesa presenta la cordata italiana per Parmalat e Cdp fa da paracadute
Vigilia agitatissima per il cda di Parmalat chiamato a valutare se rinviare l’assemblea degli azionisti a fine giugno come previsto dal decreto anti-scalate varato dal governo. Da una parte c’è il Consiglio dei ministri che ha dato il via libera a un’ulteriore misura anti-Opa prevedendo la discesa in campo del Tesoro, magari attraverso la Cdp, dall’altra c’è Lactalis, che esce allo scoperto dichiarando che il suo 29,87% in portafoglio (ormai effettivo) non è una quota di controllo. Intesa Sanpaolo, inoltre, annuncia di aver inviato una lettera al cda di Collecchio per notificare l’esistenza di una alternativa italiana, firmata anche da Mediobanca e Unicredit.
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