lunedì 11 aprile 2011

L'Europa è coesa solo quando si tratta di bocciare l'Italia

Bisogna restare uniti. Questo l’appello lanciato ieri dal presidente Giorgio Napolitano, che sulle politiche per l’immigrazione, a differenza di quello che aveva detto a fine febbraio in Germania, dove aveva invitati tutti «a non cedere ad allarmismi e vittimismo», ha auspicato «scelte più coese» a livello europeo. Una coesione che Bruxelles sembra aver già trovato nel mettere in dubbio l’intervento governativo in difesa di Parmalat, che secondo alcune fonti comunitarie il commissario Almunia si preparerebbe a bocciare.

 L’intervento del capo dello Stato è arrivato da Budapest, a margine della riunione del Gruppo Arraiolos. «C’è una prossima riunione a Bruxelles del Consiglio dei ministri degli Affari interni e di Giustizia», ha spiegato il capo dello Stato. «Quando ho recepito le intese tra il Governo, le Regioni e gli Enti locali», ha proseguito, «ho molto nettamente sottolineato che si tratta di collocare sempre di più queste intese alla base di decisioni che spettano all’Italia nella cornice di una maggiore cooperazione europea».
La cooperazione europea si vede poco, però, di fronte alle decisioni unilaterali della Francia che, sfruttando cavilli e codicilli delle norme comunitarie, lascia sul groppone dell’Italia tutto il peso dell’emergenza clandestini bloccando gli immigrati alle frontiere di Ventimiglia. E non si vede per nulla nell’orientamento che sta prendendo la Commissione Ue sul caso Parmalat, che, casualmente, riguarda sempre i rapporti con i cugini d’Oltralpe.

Sulle mosse di Lactalis «potrebbe esserci una competenza esclusiva» di Bruxelles, che renderebbe di fatto vano qualsiasi tentativo governativo di togliere ai francesi il controllo del gruppo alimentare italiano. Questo, in sostanza, il monito lanciato ieri da fonti della Commissione. In mattinata il commissario Ue per la Concorrenza, Joaquin Almunia, ha fatto sapere che Bruxelles sta conducendo accertamenti per verificare se effettivamente Lactalis, che possiede una quota del 29% di Parmalat, ha già il controllo del gruppo italiano. In questo caso, ha sottolineato Almunia, spetterà solo a Bruxelles valutare se l’operazione viola o no le regole europee sulle concentrazioni e per la salvaguardia della libera concorrenza. Alcune fonti hanno poi spiegato che in queste circostanze, in base a precedenti casi analoghi, la Commissione contrasterà iniziative ufficiali destinate a far fallire l’operazione in assenza di valide motivazioni o una chiara base legale.

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