mercoledì 24 agosto 2011

Anche la Cina scalpita per i pozzi libici


I fucili ancora non hanno smesso di sparare, ma gli emissari delle compagnie e le diplomazie internazionali sono già al lavoro per ripartire alla conquista dei pozzi libici. Sullo scenario si stanno muovendo sia i vecchi attori, che sperano di confermare il proprio ruolo o di spostare i precedenti equilibri a proprio vantaggio, sia soggetti, come la Russia o la Cina, che tentano di approfittare del caos post bellico per accaparrarsi una fetta più grande della torta.

martedì 23 agosto 2011

Unicredit non trova pace in Borsa


Dopo due sedute difficili le Borse europee provano un nuovo rimbalzo, ma il clima resta molto incerto. I mercati hanno infatti aperto la settimana con segnali diversificati: l’oro fa segnare nuovi record storici oltre i 1.890 dollari l’oncia, il petrolio non sfrutta il possibile epilogo della crisi libica, l’euro si muove al ribasso. E, nella giornata in cui la Bce conferma ingenti acquisti di titoli di Stato, torna la tensione sulla Grecia. Il nodo sta nell’accordo bilaterale, per ora unico, chiesto e ottenuto dalla Finlandia per partecipare al piano di salvataggio di Atene, con il versamento da parte della Grecia di un deposito in contanti di garanzia, che verrà investito in obbligazioni tripla A in cambio della partecipazione di Helsinki al salvataggio. Ora lo stesso trattamento potrebbe essere chiesto da altri Paesi, mettendo a rischio l’intero piano. Così i titoli di Stato ellenici hanno fatto segnare rendimenti in forte crescita (circa 25 punti base), con la Borsa di Atene che, unica in Europa, ha ceduto oltre i due punti percentuali.

Le Borse si godono la disfatta di Gheddafi. L’Eni sente profumo di petrolio


Le notizie rimbalzano da Tripoli a Rimini, dove i vertici delle principali aziende italiane, tra una conferenza e l’altra, gironzolano tra gli stand del Meeting di Cl. L’ottimismo sembra dettare la linea. Malgrado la situazione in Libia sia ancora fluida ed incerta, tutti già festeggiano. L’ad di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, dice di aver «parlato con Bengasi» e assicura che «i contratti in essere verrano rispettati». «Si riapre un mercato importante», dice il presidente dell’Eni, «che serviva a garantire il fabbisogno italiano di energia». E il fatto che succeda prima dell’inverno, continua, «è una cosa positiva». L’Enel, con l’ad Fulvio Conti, si dichiara addirittura pronto a valutare «opportunità di investimento» nel Paese nordafricano ora che non c’è più Gheddafi.

lunedì 22 agosto 2011

La disoccupazione frena. Ma il Sud resta un dramma


La notizia buona è che l’emorragia di posti di lavoro frena e le assunzioni ripartono. Quella cattiva è che la risalita è ancora molto lunga. Malgrado i dati positivi il saldo totale resta purtroppo ancora negativo di quasi 88mila unità. A preoccupare è soprattutto la difficoltà del Mezzogiorno a rimettersi sui binari. Rispetto ad una contrazione tutto sommato limitata al Nord-Ovest (-0,5%), al Nord-Est (-0,4%) e al Centro (-0,7%), la flessione occupazionale al Sud è invece più robusta, dell’1,6%.

Il senatore Nicola Rossi: «La patrimoniale per super-ricchi permetterà di tagliare le tasse»


Stretta sulle pensioni d’anzianità, dismissioni per abbattere il debito pubblico e mini-patrimoniale per i super ricchi. Sono questi i tre punti che secondo Nicola Rossi cambierebbero il volto alla manovra, trasformando «contenuti deludenti» in «misure strutturali» che permetterebbero di allungare lo sguardo oltre l’emergenza del pareggio di bilancio. «Perché il mondo non finisce nel 2014», spiega  l’ex consigliere economico di Massimo D’Alema nonché ex senatore del Pd (ora nel gruppo misto). Rossi, che in questi giorni ha sintetizzato le sue proposte nella contromanovra in dieci punti presentata dalla fondazione montezemoliana Italia Futura, aveva accolto con favore l’annuncio del governo di anticipare di un anno l’obiettivo della correzione di bilancio.


Case e terreni: in ballo 360 miliardi


«È prematuro parlarne, sono solo ipotesi che dovranno essere discusse». Puntuale, come accade ormai tutti i giorni su tutte le proposte di modifica che trapelano dagli ambienti della maggioranza, è arrivata la smentita. Secondo il presidente della Commissione Bilancio del Senato, Antonio Azzollini,  l’accelerazione sulla dismissione degli immobili pubblici contenuta nella manovra che martedì approderà in Commissione Bilancio di Palazzo Madama, è tutta da vedere. «Le ipotesi saranno valutate in base alla compatibilità con i vincoli di bilancio e solo a quel punto si potrà cominciare a valutare concretamente», ha detto Azzollini, aggiungendo che «sui giornali ci sono state tre manovre alternative: è stata venduta la Rai, poi le Poste ora gli immobili... dobbiamo andare con i piedi di piombo».

sabato 20 agosto 2011

Solo la new economy fa girare i soldi


Internet e i telefonini sembrano essere l’unico settore in cui, malgrado la bufera che ha travolto le economie e i mercati internazionali, si continuano a fare affari e a chiudere operazioni. Non è un caso che la Apple in questi giorni abbia un valore di Borsa (340 miliardi di dollari) praticamente identico alla somma delle 32 maggiori banche europee. Dopo il colpaccio di Google, che si è pappato in un boccone gli smartphone di Motorola mettendo sul piatto 12,5 miliardi, a scuotere il mondo della new economy è arrivato l’annuncio clamoroso di Hp, che ha deciso di abbandonare il mercato dei pc, di cui è uno dei leader mondiali, e di puntare sui servizi per internet, con una maxi acquisizione da 11,7 miliardi.

Ultima idea: vendere caserme e uffici pubblici


Mentre spunta la carta dismissioni, che porterebbero liquidità immediata, si rafforza l’asse tra i frondisti del Pdl e l’Udc su alcuni punti da inserire in manovra. In particolare, la convergenza sembra puntare dritta su province, che verrebbero abolite, e quoziente famigliare, che consisterebbe in una rimodulazione del contributo di solidarietà per chi ha figli a carico.

venerdì 19 agosto 2011

La stangata sull’Iva è certa. Si discute solo sul come


In un modo o nell’altro la stangata sull’Iva arriverà sul groppone degli italiani. L’idea di alzare le aliquote delle imposte indirette per ammorbidire l’effetto del contributo di solidarietà continua ad essere al centro del dibattito sulla manovra di ferragosto.

Triplo no del governo allo scudo


Non ci sarà uno scudo fiscale bis. C’è voluta una tripla smentita del governo per fugare l’ipotesi. Nessun condono è in arrivo, hanno fatto sapere prima il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli e, successivamente, Paolo Romani. «Una realtà virtuale che nella manovra non c’è», ha fatto notare il primo. «A mio avviso», ha dichiarato il titolare dello Sviluppo economico, «il governo al momento non sta studiando questa ipotesi». Anche il ministro per le Infrastrutture, Altero Matteoli, fa sapere: «Uno scudo bis per i capitali esportati all’estero non è una misura in programma».

giovedì 18 agosto 2011

Il Tfr subito in busta paga? Ai lavoratori non conviene


Prima ci hanno raccontato che era meglio investirlo in un fondo per integrare la pensione, in vista delle future strette previdenziali, ora vogliono addirittura che ce lo spendiamo mese per mese, per rilanciare i consumi. Tra le varie ipotesi di modifica della manovra bis lanciate nel caldo ferragostano, in attesa che martedì in commissione Bilancio del Senato parta l’esame del provvedimento (la prima seduta d’Aula è invece convocata per il 5 settembre), fa discutere quella che riporta sotto i riflettori il trattamento di fine rapporto. L’idea piace a Umberto Bossi che l’ha sparata dal comizio del 15 a Ponte di Legno attribuendone la paternità a Giulio Tremonti.

mercoledì 17 agosto 2011

Autogol Robin Tax: gettito perso in una seduta di Borsa


Rastrellare 3,6 miliardi per bruciarne 3,5. È questo l’effetto paradossale della nuova Robin Hood Tax al termine del primo giorno di contrattazioni in Borsa dopo la pubblicazione in Gazzetta della manovra bis. Malgrado la tenuta complessiva di Piazza Affari (dopo una giornata in altalena l’Ftse Mib ha chiuso con un calo dello 0,8%), l’inasprimento dell’addizionale Ires per le società dell’energia ha mandato a picco tutti i titoli del settore. La mazzata ha risparmiato solo l’Eni, che in finale di seduta è riuscita a recuperare con un più 0,4%. Per il resto, i ribassi vanno da quelli robusti di Enel (-4,2%), Saras (-4,4%), Edison (-3,3%), Enel Green Power (-5,4%), Falck Renewables (-6,%), Ternienergia (-3,9%), A2A (-1,5%), Iren (-4,6%) e Acea (-1,4%), a quelli devastanti di Snam Rete Gas e Terna, che hanno perso rispettivamente il 9,9 e il 13,6%.