sabato 20 agosto 2011

Solo la new economy fa girare i soldi


Internet e i telefonini sembrano essere l’unico settore in cui, malgrado la bufera che ha travolto le economie e i mercati internazionali, si continuano a fare affari e a chiudere operazioni. Non è un caso che la Apple in questi giorni abbia un valore di Borsa (340 miliardi di dollari) praticamente identico alla somma delle 32 maggiori banche europee. Dopo il colpaccio di Google, che si è pappato in un boccone gli smartphone di Motorola mettendo sul piatto 12,5 miliardi, a scuotere il mondo della new economy è arrivato l’annuncio clamoroso di Hp, che ha deciso di abbandonare il mercato dei pc, di cui è uno dei leader mondiali, e di puntare sui servizi per internet, con una maxi acquisizione da 11,7 miliardi.

A mettere all’angolo il colosso dell’hardware hanno contribuito gli sganassoni presi proprio dalla Apple sul mercato dei tablet. Un ko che si è verificato in sole sette settimane, che è il tempo trascorso da quando Hp ha messo sul mercato il suo TouchPad. Quello che doveva essere il gioiellino di casa Hewlett-Packard non ha fatto neanche in tempo ad arrivare in Europa. È rimasto praticamente invenduto nei magazzini Usa accanto agli scaffali, vuoti, dell’iPad della Apple.
L’ennesimo successo del tablet della Mela deve aver convinto i manager di Hp che qualcosa non sta funzionando. E che forse, in un mercato ormai dominato dai tre grossi leader Apple, Google/Motorola, Microsoft/Nokia, non c’è più molto spazio né per i nuovi computerini portatili touchscreen, né per i vecchi pc. Di qui la decisione che ha lasciato di stucco il settore: Hp, uno dei miti della Silicon Valley, potrebbe abbandonare completamente la produzione di computer, tablet e smartphone, scorporando dall’azienda la divisione che se ne occupa.

La notizia è arrivata praticamente insieme ai conti del terzo trimestre fiscale, durante il quale Hp ha ottenuto profitti per 1,93 miliardi di dollari, il 9% in più rispetto agli 1,77 miliardi, dello stesso periodo dell’anno scorso, su un giro d’affari di 31,19 miliardi di dollari, il 2% circa in più dai 30,7 miliardi del terzo trimestre 2010. La società ha però tagliato le stime su utile e giro d'affari del quarto trimestre e rivisto in leggero calo le previsioni per l’intero anno. Cosa che ha provocato un terremoto in Borsa facendo crollare il titolo ai minimi delle ultime 52 settimane.
La mossa difensiva di Hp non è comunque una semplice fuga, piuttosto un cambiamento di rotta. Contemporaneamente allo spin off delle attività nei pc e negli smartphone, il colosso della Silicon Valley ha infatti intenzione di dirottare i suoi interessi verso il software e i servizi, una scelta già fatta alcuni anni fa da un altro gigante come Ibm. È in quest’ottica che va letta la maxi acquisizione di Autonomy, colosso britannico di programmi informatici. L’operazione è già stata avviata, con un’offerta da 11,7 miliardi di dollari che ha fatto balzare alle stelle (+71%) il titolo della società alla Borsa di Londra. L’ad, Leo Apotheker, ha spiegato che il gruppo «è ad un punto critico e questi cambiamenti sono fondamentali per ottenere il successo che vogliamo».


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