lunedì 22 agosto 2011

La disoccupazione frena. Ma il Sud resta un dramma


La notizia buona è che l’emorragia di posti di lavoro frena e le assunzioni ripartono. Quella cattiva è che la risalita è ancora molto lunga. Malgrado i dati positivi il saldo totale resta purtroppo ancora negativo di quasi 88mila unità. A preoccupare è soprattutto la difficoltà del Mezzogiorno a rimettersi sui binari. Rispetto ad una contrazione tutto sommato limitata al Nord-Ovest (-0,5%), al Nord-Est (-0,4%) e al Centro (-0,7%), la flessione occupazionale al Sud è invece più robusta, dell’1,6%.

I numeri sono contenuti in un rapporto del centro studi di Unioncamere diffuso lo scorso 11 agosto, che le tensioni sui mercati finanziari e le accelerazioni del governo sulla manovra bis hanno impedito di valutare a fondo.
In linea di massima, si legge nel documento, «le previsioni delle imprese dell’industria, del commercio e dei servizi con almeno un dipendente mostrano un ulteriore rallentamento della riduzione delle forze lavoro già evidenziata lo scorso anno, anche se di entità più contenuta». L’inversione di tendenza, però, non sembra essere alle porte. Soprattutto per il settore industriale, che dovrebbe complessivamente registrare a fine 2011 una perdita di quasi 59mila unità (-1,2%). Decisamente meno fosco il quadro dei servizi, per i quali è attesa una riduzione di circa 29mila unità, pari al -0,4%.

Più in dettaglio, tutti i comparti del manifatturiero prevedono flessioni occupazionali a fine anno. Le contrazioni maggiori si rilevano nel legno e mobile, mentre più contenute sono le perdite nella chimica (-0,3%) e nella meccanica (-0,5%). Decisamente più consistente, invece, la riduzione dei dipendenti che verrà effettuata dalle imprese delle costruzioni (quasi 29mila gli occupati in meno, pari al -2,5%). Nei servizi, l’unico settore che arriva a perdere un punto percentuale di occupati alle dipendenze dovrebbe essere quello degli alberghi, ristoranti e servizi turistici, mentre i tassi di variazione degli altri comparti sono compresi tra il -0,7% degli altri servizi alle imprese e alle persone e il -0,2% dei servizi alle persone e del commercio al dettaglio. Nota finalmente positiva viene invece dai Servizi avanzati, ambito nel quale le imprese prevedono di incrementare di circa 1.500 unità i propri dipendenti, con un tasso di crescita, quindi, dello 0,4%.
Come lo scorso anno, anche il 2011 vede una più diffusa riduzione del personale dipendente tra le imprese di più piccola dimensione: saranno, infatti, 41mila i posti in meno nelle imprese fino a 9 dipendenti. Le contrazioni dovrebbero essere meno incisive al crescere della dimensione d’impresa, fino ad arrivare a circa 7.600 unità in meno per le società con oltre 250 dipendenti.


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