venerdì 30 settembre 2011

Soviet Italia: lo Stato controlla ancora 13mila società (3mila in più del 2003)

I dati in parte erano già noti. Ma i numeri snocciolati ieri dal rapporto stilato dal capo economista della Cdp, Edoardo Reviglio, al seminario sulle dimissioni fanno comunque un po’ impressione. A partire da quelle 13mila (addirittura cresciute rispetto alle 10mila del 2003) società disseminate sul territorio italiano che, alla faccia di privatizzazioni e liberalizzazioni, ancora risultano controllate o partecipate dallo Stato. A questo esercito di aziende pubbliche, dal sapore decisamente sovietico, si aggiungono immobili, terreni, infrastrutture, risorse naturali, beni culturali. Il tutto, bizzarra coincidenza, fa più di 1.800 miliardi, praticamente la stessa cifra del nostro debito.

giovedì 29 settembre 2011

Tremonti accerchiato. Mezzo governo al vertice con le parti sociali

Di sicuro non si può dire che Giulio Tremonti agisca nell’ombra. Ieri a via XX settembre, tranne un paio di ministri palesemente estranei ai temi in discussione, c’era praticamente tutto il governo. Dal titolare del Welfare, Maurizio Sacconi, a quello dello Sviluppo, Paolo Romani, dal ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, a quello della Semplificazione, Roberto Calderoli. Il tutto, novità frutto della tregua siglata martedì tra il ministro dell’Economia e il premier Silvio Berlusconi, con la supervisione del gran visir di Palazzo Chigi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. E oggi si replica, con l’aggiunta del Cavaliere, al tavolo sulle dismissioni del patrimonio pubblico, sempre nelle stanze di Via XX settembre.

mercoledì 28 settembre 2011

Putin grazie all’Eni incassa i dividendi libici

La guerra in Libia gli è piaciuta pochissimo, al punto da definire l’intervento dell’Onu «una crociata medievale». Quando si tratta di passare all’incasso, però, Vladimir Putin, non si fa problemi. Anche perché a trattare con il governo di transizione per l’ingresso dei russi nello sfruttamento del petrolio libico ci penserà la nostra Eni, che, malgrado le sgomitate di Sarkozy, sembra avviata a riottenere le posizioni occupate prima del conflitto.

Tremonti sigla la tregua col premier, ma finisce sotto tutela

La cabina di regia non c’è, ma la sensazione che Giulio Tremonti da oggi sia sotto stretta sorveglianza è difficile da scacciare. Sarà un caso, ma questa mattina, per la prima volta, un pezzo di Palazzo Chigi, nella persona del gran ciambellano Gianni Letta, sbarcherà a Via XX Settembre per presenziare al tavolo tra il ministro e le parti sociali sul decreto sviluppo. Mentre domani sarà lo stesso Silvio Berlusconi a presidiare il seminario convocato da Tremonti sulle dismissioni del patrimonio pubblico.

martedì 27 settembre 2011

C’è sempre più puzza di recessione

Il Crb è crollato del 4,86%. Così come l’S&P Gsci. Mentre il DJ-Ubs ha chiuso in calo del 4,41%. Non siamo di fronte all’ennesima diavoleria dei mercati. O ad una nuova categoria di prodotti finanziari più imperscrutabile dei neutrini del Cern. Tutt’altro. Dietro quelle sigle bizzarre si nascondono le cose più reali e concrete del mondo: le materie prime. Ovvero oro, petrolio, argento, ma anche rame, stagno, cacao, granturco o caffè. Ed è proprio lì che gli analisti, nei periodi di burrasca finanziaria, puntano gli occhi per capire quanto e come la crisi stia sconfinando dalle sale operative di Borsa per sbarcare nell’economia reale.

Semplificazioni all'italiana. Brunetta lapidato perché vuole applicare la legge e sburocratizzare i certificati antimafia

Guai, in Italia, a passare dalle parole ai fatti. Che la burocrazia sia un mostro da abbattere, una zavorra per la crescita e un onere improprio per cittadini e imprese nessuno lo mette in dubbio. Ma se qualcuno, come ha fatto ieri Renato Brunetta, si permette di indicare una via concreta, ecco che si scatena il finimondo.
A far scattare sull’attenti i professionisti dell’indignazione è stata la proposta del ministro della Funzione pubblica sulla “sburocratizzazione” dei certificati antimafia. Terreno scottante, ma strategico. Basta parlare con qualche imprenditore del Sud per rendersi conto di quante e quali peripezie debbano affrontare le aziende per ottenere il “bollino di onestà” dalle autorità. Che senso ha, si è chiesto Brunetta, costringere il cittadino a farsi dare un certificato dallo Stato da restituire poi allo Stato per lavorare con il settore pubblico?
L’idea, che vale principalmente per il Durc e per le certificazioni antimafia, è che i documenti rilasciati dalla Pa servano solo per i rapporti con i privati, mentre alle amministrazioni e ai gestori di pubblici servizi verrebbe lasciata la scelta fra acquisire d’ufficio le informazioni oppure accettare le autocertificazioni di cittadini e imprese.

domenica 25 settembre 2011

Stangatina sull'eolico. La Robin Tax per i petrolieri la pagheranno le famiglie

Siamo alle solite. Nata per colpire i petrolieri, alla fine, la Robin Hood Tax la pagheranno le famiglie. Può sembrare uno scherzo, ma è esattamente quello che accadrà tra qualche settimana, quando il governo emanerà i decreti attuativi per ridisegnare il sistema degli incentivi all’eolico.

giovedì 22 settembre 2011

Quando D’Alema snobbava l’agenzia di rating

Cos’hanno in comune Massimo D’Alema e Gianfranco Fini? Entrambi fanno spallucce di fronte ai verdetti delle agenzie di rating. È curioso, se si pensa che la decisione di martedì di S&P, invece, ha scatenato un polverone di polemiche proveniente anche, tra gli altri partiti di opposizione, proprio da Pd e Fli.

Arriva la quarta manovra: tassano la casa

Ci risiamo. A pochi giorni dall’approvazione della manovra bis di ferragosto da 54 miliardi già spunta all’orizzonte un’altra stangata. Il ministero dell’Economia, per ora, smentisce, ma l’ipotesi circola con insistenza. E, visti i balletti che hanno caratterizzato le correzioni del bilancio nelle ultime settimane (con la manovra schizzata senza colpo ferire da 45,5 a 54,2 miliardi), nulla può essere escluso con certezza. La versione ufficiale arrivata in serata da Via XX Settembre è che la «manovra è pienamente sufficiente per il pareggio nel 2013».

mercoledì 21 settembre 2011

Giulio pensa di durare dieci anni

L’annuncio è tempestivo. I tempi un po’ meno. La risposta del governo al pressing internazionale (e nazionale) sulla necessità di rilanciare lo sviluppo è arrivata ieri, a poche ore dal declassamento di S&P, nel corso di un incontro con le associazioni delle imprese e delle banche a Via XX Settembre.

Occhio, Finmeccanica perde i pezzi

Da una parte i mercati, dall’altra le inchieste. Se il governo ci mette sopra pure i tagli alla difesa, per Finmeccanica la strada non è semplicemente in salita, ma così ripida da non essere più praticabile. Questo ha cercato di spiegare, ieri, l’ad Giuseppe Orsi davanti alla commissione Lavoro del Senato. Il manager l’ha presa un po’ larga, parlando di competitività, di crescita, di espansione nei mercati emergenti. La realtà è che la stretta sui fondi pubblici rischia di mettere il gruppo con le spalle al muro. E il risultato sarà che pezzi di quello che era l’orgoglio italiano della difesa e dell’aerospazio finiranno svenduti qua e là al migliore offerente.

martedì 20 settembre 2011

Effetto domino. Aumentano benzina e sigarette, ma la stangatina sull'Iva colpirà pure il carrello della spesa

Un effetto domino incontrollabile che alla fine colpirà anche i prodotti esclusi per legge dall’aumento
dell’Iva. È questo lo scenario, poco entusiasmante per le nostre tasche, che si va prefigurando a soli 3 giorni dall’entrata in vigore della manovra bis.

lunedì 19 settembre 2011

Il paradosso della crisi: in Italia il 20% degli impieghi resta vuoto


Il fenomeno è noto. Ma ogni volta che l’ufficio studi di Unioncamere sforna l’aggiornamento dei suoi dati è impossibile non strabuzzare gli occhi e fare un salto sulla sedia. Avete presente la crisi, il debito pubblico, le tasse? Ebbene, malgrado una leggera diminuzione rispetto allo scorso anno, ci sono ancora centinaia di migliaia di posti di lavoro che restano vuoti. Non è possibile, direte voi. I numeri, però, parlano chiaro. Su un totale di 595mila assunzioni non stagionali previste dalle imprese entro il 2011, circa 117mila sono considerate di «difficile reperimento». Espressione con cui il rapporto Excelsior stilato da Unioncamere e ministero del Lavoro intende che la ricerca può durare dai 6 mesi ad un anno. La percentuale di introvabili nell’estate del 2010 era del 26,7%. Adesso si tratta “solo” di un 19,7%.

sabato 17 settembre 2011

Vietato criticare le Coop. Condannata l’Esselunga


Vietato criticare le Coop. Se ancora non avete letto il libro-denuncia «Falce & carrello», correte ad acquistarlo perché tra qualche giorno non lo troverete più nelle librerie. Accogliendo un ricorso presentato dalla Lega delle Cooperative il Tribunale di Milano ha infatti condannato Esselunga per concorrenza sleale proprio sulla base del volume di fuoco scritto tre anni fa dal padre fondatore della catena di supermercati lombarda, Bernardo Caprotti.

Il giorno dell’Iva. Parte la stangatina sulle imposte indirette


Carburante, treni, elettrodomestici, abbigliamento, automobili. Occhio ai prezzi. Ieri la versione definitiva della manovra di ferragosto è stata pubblicata in Gazzetta. E da oggi le chiacchiere, gli annunci e gli inutili veti della Lega, che non voleva intervenire sulle imposte indirette, si trasformano in tasse, a partire proprio dall’aumento dell’Iva dal 20 al 21%. Sugli acquisti minori ma frequenti come la benzina, i detersivi o il caffè, la stangata sarà quasi impercettibile, un piccolo stillicidio quotidiano che, spicciolo dopo spicciolo, ci svuoterà progressivamente le tasche. Per chi dovrà comprare prodotti più costosi l’aumento sarà più robusto e visibile. Ma la sostanza cambia poco.

venerdì 16 settembre 2011

Arriva lo zio Sam. E vale quasi come una manovra


Forse il paragone con il crac della Lehman è azzardato. Certo è che un intervento coordinato di cinque banche centrali per immettere liquidità nel mercato non si vedeva dall’autunno del 2008. Mentre non era mai accaduto che ad un vertice Ecofin si presentasse, come accadrà oggi in Polonia, il ministro dell’Economia degli Stati Uniti. Difficile non pensare che la crisi del debito europeo stia iniziando ad essere vista, anche da Oltreocano, come una bomba pronta ad esplodere e a travolgere tutti i mercati internazionali come, se non peggio, era successo con i mutui subprime.

giovedì 15 settembre 2011

Liberalizzazioni addio. Arrivano 5 nuovi ordini professionali


Dovevano finire in soffitta e invece rischiamo di trovarcene tra i piedi cinque in più. No, non si tratta delle province, ma di un altro tormentone italiano rappresentato dagli ordini professionali, di cui tutti criticano le farraginosità, l’obsolescenza e gli effetti negativi sull’accesso dei giovani nel mondo del lavoro, ma che nessuno riesce a riformare seriamente.

Un cavaliere bianco per Ansaldo


Titoli alle stelle con volumi di scambi fino a otto volte sopra la media. A far scattare le valanghe di acquisti sul colosso Finmeccanica (+16,8%) e la sua controllata Ansaldo Sts (+20,2% dopo un rialzo teorico del 45%) non sono stati i giudizi di una grande banca d’affari, né l’annuncio di una commessa importante, ma le parole di un “futurista” di Pistoia. Può sembrare incredibile, eppure a far entrare in fibrillazione i mercati sono state le dichiarazioni, riportate dal Tirreno, del capogruppo di Fli, Alessio Bartolomei, nel consiglio comunale della città toscana.

Governo a caccia di altri 400 miliardi


Se i 54,2 miliardi della manovra bis (la correzione di bilancio più alta di tutti i tempi, persino di quella monstre di Amato da 96mila miliardi di lire) vi sembravano pochi, ora rischiano di diventare 400. Malgrado l’Europa abbia chiarito in mattinata di «non aver chiesto alcuna manovra o misura aggiuntiva», in Italia si continua a ragionare su una cura da cavallo che possa abbattere in un sol colpo dai 20 ai 30 punti percentuali di debito e far uscire il Paese dalla spirale delle turbolenze finanziarie sui titoli di Stato che rischiano di vanificare ogni sforzo messo in campo dal governo (e dei contribuenti) per agguantare il pareggio di bilancio.

martedì 13 settembre 2011

«Basta soldi all’Italia». Lascia il tedesco della Bce


La solita favoletta dei motivi personali, questa volta, è servita a poco. Il clamoroso addio del capo economista della Bce, Juergen Stark, si è abbattuto su un’Europa con i nervi a fior di pelle con la violenza di un uragano. Le Borse, partite con il piede sbagliato sin dalla mattina, alla fine della giornata hanno mandato in fumo 157 miliardi. Con Milano che da sola ha perso 15,6 miliardi, chiudendo in ribasso del 4,93%. A picco pure Madrid (-4,44%), Francoforte (4,04%), Parigi (-3,6%) e Londra (-2,35%). Non è andata meglio all’euro, precipitato a 1,36 dollari, ai minimi dallo scorso marzo. Mentre lo spread tra Btp e bund è volato intorno a quota 370 punti.

venerdì 9 settembre 2011

Lo sfregio di Trichet: è la manovra di Napolitano


La direzione è quella giusta, ma per essere sicuri che la barra venga mantenuta dritta Jean-Claude Trichet ha preferito rivolgersi direttamente al Colle. Che il pressing sul governo da parte del presidente Giorgio Napolitano durante la stesura della manovra bis sia stato serrato e costante, non è un mistero. E ieri, accanto alle parole di cauto apprezzamento per il lavoro del governo, il presidente uscente della Bce ha voluto sottolineare in maniera un po’ inusuale il ruolo svolto dal Quirinale, facendo capire non troppo velatamente che sarà lui l’interlocutore di Francoforte.

mercoledì 7 settembre 2011

Per non tagliare gli sprechi alzano l’Iva


Fiducia e tasse. Alla fine, sempre lì si torna. Dopo settimane di tira e molla, il governo piazza la pedina alla casella di partenza. Nel maximendamento alla manovra, su cui il Consiglio dei ministri straordinario di ieri sera ha già posto la fiducia, ricompare la supertassa europea, seppure ridimensionata, e arriva pure l’aumento dell’Iva. Forse non è ancora la puntata conclusiva, certo è che la telenovela è ricca di colpi di scena. Prima è stato il momento del “non metteremo le mani nelle tasche degli italiani”, poi è arrivato quello del contributo di solidarietà perché aumentare le imposte indirette deprimerebbe i consumi, ancora dopo è spuntato il «contributo dall’evasione», che nelle parole di Giulio Tremonti avrebbe tranquillamente sostituito, nei saldi finali, quello di solidarietà. Adesso, per assicurare il lieto fine, ci ritroviamo con più Iva, più Irpef e un fisco con gli artigli sempre più affilati.

Riforma pensioni al rallentatore. Donne a riposo a 65 anni nel 2026


Due anni. Le donne andranno in pensione come gli uomini (a 65 anni) nel 2026 e non più nel 2028. Di tutto quello che si poteva (e doveva) fare sul fronte previdenziale, questo è quanto il PdL è riuscito a strappare agli “amici” della Lega. L’ultima (e non è detto che sia quella definitiva) versione della manovra prevede un ulteriore anticipo della misura già contenuta nella prima manovra. Nel provvedimento approvato a luglio l’allineamento partiva dal 2020 per arrivare a regime nel 2032. Un iter assai morbido che l’emergenza di agosto ha costretto a riscrivere. Nella manovra bis la data di partenza dell’adeguamento era scesa al 2016, con traguardo previsto al 2028.


martedì 6 settembre 2011

Le esportazioni tengono a galla l’Italia


L’export non si ferma, ma le difficoltà dell’Italia si fanno sentire anche qui. Non è un caso che il sottosegretario al Commercio estero, Catia Polidori, abbia già convocato gli Stati generali del settore per tentare di dare una mano alle imprese che scommettono sull’internazionalizzazione.

Giulio tra Bossi e il Tesoro. Mal di pancia tra gli azzurri


Una scappatella dall’amico Umberto Bossi e poi una fuga a Roma per studiare possibili limature alla manovra. L’agenda ufficiale di Giulio Tremonti prevedeva per la giornata di ieri un unico appuntamento: il ministro avrebbe dovuto essere il protagonista dell’anteprima del Festival del Diritto che si terrà a piacenza dal 22 al 25 settembre. Tema dell’incontro: le prospettive dell’Italia tra umanesimo e tecnocrazia.

Altra fregatura: salvi i mini-enti


Si parte oggi alle 16.30. E non è escluso che la pratica si possa chiudere già domani pomeriggio. Malgrado le vesti stracciate in piazza da sindacati e opposizioni nel giorno del grande sciopero generale di protesta proclamato dalla Cgil, sulla manovra si va profilando un’accelerazione bipartisan. Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha infatti convocato per le 12 una nuova conferenza dei capigruppo dopo le dichiarazioni convergenti dei presidenti dei senatori Pd e Pdl, Anna Finocchiaro e Maurizio Gasparri, di anticipare il voto finale sul provvedimento. Resta ancora da vedere, però, se il governo rinuncerà alla procedura ormai collaudata sulle leggi di bilancio della fiducia su un maxiemendamento che recepisca (più o meno) il testo uscito domenica sera dalla commissione Bilancio.