martedì 6 settembre 2011

Le esportazioni tengono a galla l’Italia


L’export non si ferma, ma le difficoltà dell’Italia si fanno sentire anche qui. Non è un caso che il sottosegretario al Commercio estero, Catia Polidori, abbia già convocato gli Stati generali del settore per tentare di dare una mano alle imprese che scommettono sull’internazionalizzazione.

A luglio 2011, secondo i dati diffusi ieri dall’Istat, le esportazioni verso i Paesi fuori dall’Unione europea hanno registrato una crescita rispetto al mese precedente del 2,3%, mentre le importazioni sono diminuite dello 0,4%. Nel trimestre maggio-luglio le esportazioni sono, invece, salite del 2,1% rispetto al periodo febbraio-aprile, mentre le importazioni sono scese del 3,2%.  Un trend positivo, che non basta, però, a far uscire il Paese dalla palude. Anche gli incrementi tendenziali sul 2010, pur mantenendosi su tassi col segno più pressoché simili per importazioni (+8%) ed esportazioni (+7,6%), hanno segnato, secondo l’Istituto nazionale di statistica, un «marcato rallentamento» nel confronto con i mesi precedenti. Il risultato è che a luglio il saldo commerciale con i Paesi extra Ue è stato negativo per 315 milioni di euro, in leggero aumento rispetto al deficit di luglio 2010 (-232 milioni).

Consola poco sapere che le cose vanno malino anche negli altri Paesi. In luglio, secondo Eurostat, l’Ufficio di statistica europeo, il commercio al dettaglio nelle zone euro ed Ue-27 è aumentato, in identica misura per entrambe, dello 0,2%. Lo scorso giugno la crescita era stata rispettivamente di 0,7% e 0,5%. Su base annua (luglio 2011 rispetto a luglio 2010), l’indice ha subito una diminuzione dello 0,2% nelle due zone.
A mettere il freno a mano è stato soprattutto il settore dell’alimentazione, delle bevande e dei tabacchi, che ha segnato in luglio un calo dello 0,4% nell’area euro e dello 0,3% nell’Ue-27, mentre il comparto non alimentare è cresciuto rispettivamente dello 0,5% e dello 0,6%.
Tornando all’export, l’Istat rileva che il deficit del comparto energetico (-5,1 miliardi di euro) è più ampio rispetto ad un anno prima (-4,3 miliardi), ma l’avanzo nell'interscambio di prodotti non energetici cresce da 4 miliardi di luglio 2010 a 4,8 miliardi di luglio 2011. L’aumento tendenziale delle esportazioni coinvolge tutti i principali comparti, con tassi superiori alla media per l’energia (+18,3%), i beni strumentali (+10,3%) ed i beni di consumo non durevoli (+8,9%). I mercati più dinamici per le nostre esportazioni restano la Russia (+21,8%), la Svizzera (+13,6%), la Turchia (+12,8%) e il Giappone (+11,8%).

Resta da capire se nei prossimi mesi il Paese sarà in grado di ritrovare lo sprint che in primavera aveva fatto sperare governo e imprese. Per dare una mano alle aziende la Polidori ha convocato per fine ottobre gli Stati generali del commercio estero. L’obiettivo, ha spiegato il sottosegretario a Libero, «è quello di intercettare i colli di bottiglia del settore ascoltando la voce degli stessi imprenditori». Il progetto prevede la creazione di sei gruppi di lavoro dedicati al rilancio del made in Italy. La macchina è già partita. «Ho convocato una prima riunione», ha proseguito la Polidori, «organizzativa già a metà agosto e una successiva  c’è stata il 26 scorso. I tavoli si riuniranno nuovamente il prossimo venerdi, dove faremo un primo punto con i sei presidenti dei tavoli per toccare con mano i risultati elaborati dai gruppi di lavoro». A fine ottobre si terrà poi una due giorni conclusiva dove gli operatori si confronteranno con rappresentanti del governo italiano, di Bruxelles e del Wto.


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