martedì 6 settembre 2011

Altra fregatura: salvi i mini-enti


Si parte oggi alle 16.30. E non è escluso che la pratica si possa chiudere già domani pomeriggio. Malgrado le vesti stracciate in piazza da sindacati e opposizioni nel giorno del grande sciopero generale di protesta proclamato dalla Cgil, sulla manovra si va profilando un’accelerazione bipartisan. Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha infatti convocato per le 12 una nuova conferenza dei capigruppo dopo le dichiarazioni convergenti dei presidenti dei senatori Pd e Pdl, Anna Finocchiaro e Maurizio Gasparri, di anticipare il voto finale sul provvedimento. Resta ancora da vedere, però, se il governo rinuncerà alla procedura ormai collaudata sulle leggi di bilancio della fiducia su un maxiemendamento che recepisca (più o meno) il testo uscito domenica sera dalla commissione Bilancio.

In attesa dell’avvio del dibattito in Aula, si continua a discutere di possibili correzioni dell’ultim’ora. Da Via XX Settembre escludono ripensamenti di rilievo, a partire dalla misura, che è sempre rimasta sul tavolo, di un incremento dell’Iva. Sta di fatto, però, che nel pomeriggio Giulio Tremonti si è chiuso in ufficio a Roma con i tecnici del Tesoro per fare il punto sulla manovra. Riunione a cui il ministro dell’Economia è arrivato dopo aver fatto tappa, a Milano, a Via Bellerio per un vertice con il leader della Lega, Umberto Bossi.
Tra le pieghe del testo approvato, comunque, non mancano le sorprese. Spulciando i resoconti parlamentari si è infatti scoperto che su alcune questioni minori la maggioranza si è rimangiata un altro po’ di buoni propositi, facendo marcia indietro su liberalizzazioni e tagli ai costi della politica.
Clamoroso, su quest’ultimo fronte, il dietrofront sui mini enti. Dopo i tanti proclami anti-burocrazia di destra e sinistra, in commissione Bilancio è infatti passato un emendamento che annulla la soppressione degli enti pubblici non economici con meno di 70 dipendenti. Si riapre così, come per le province, la battaglia infinita a colpi di annunci e promesse per riuscire a dare una sforbiciata ai cosiddetti enti inutili che continuano ad essere foraggiati con i quattrini dei contribuenti. Si salva, in qualche modo, pure il Cnel. La riorganizzazione dell’ente, che conterà 70 componenti, viene infatti rinviata ad un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.

Altra beffa in arrivo è quella sulle liberalizzazioni. Un altro emendamento riguarda infatti l’abrogazione entro quattro mesi delle  «restrizioni in materia di accesso ed esercizio delle attività economiche previste dall’ordinamento vigente». Varrà per tutte le categorie tranne per i «servizi di taxi e noleggio con conducente non di linea». Salta anche l’apertura libera dei negozi, la sera o la domenica, che resta facoltativa solo per le località turistiche e le città d’arte. Mentre viene varato un curioso condono per i bonus bebè: se qualcuno ha fatto il furbo e ha incassato nel 2005 l’incentivo di 1.000 euro, previsto per la nascita di un figlio se il nucleo aveva un reddito inferiore ai 50mila euro, senza averne diritto, «non si applicano le conseguenti sanzioni penali e amministrative se si restituiscono le somme indebitamente percepite». Per aumentare le accise sulle sigarette, infine, ci sarà tempo fino al 30 giugno 2012 e non più fino al 31 dicembre 2011, mentre i proventi che arriveranno dalla vendita degli immobili della Difesa saranno destinati per il 55% al fondo ammortamento dei titoli di Stato, per il 35% alla Difesa e per il 10% agli enti territoriali interessati alle valorizzazioni.


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