sabato 17 settembre 2011

Vietato criticare le Coop. Condannata l’Esselunga


Vietato criticare le Coop. Se ancora non avete letto il libro-denuncia «Falce & carrello», correte ad acquistarlo perché tra qualche giorno non lo troverete più nelle librerie. Accogliendo un ricorso presentato dalla Lega delle Cooperative il Tribunale di Milano ha infatti condannato Esselunga per concorrenza sleale proprio sulla base del volume di fuoco scritto tre anni fa dal padre fondatore della catena di supermercati lombarda, Bernardo Caprotti.

Nel dettaglio, il Tribunale ha sancito che il libro integra «un’illecita concorrenza per denigrazione ai danni di Coop Italia». Di qui la condanna per Esselunga a un risarcimento pari a 300.000 euro e al ritiro del pamphlet dal mercato. Sarà vietato, inoltre, reiterarne la pubblicazione e diffonderne gli scritti. Oltre a Caprotti e a Esselunga spa risultano condannati anche l’economista Geminello Alvi, curatore della prefazione, il giornalista del Giornale, Stefano Filippi, coautore, e la casa editrice Marsilio.
«Un’aggressione violenta e lesiva che noi di Coop non ci saremmo mai sognati di fare nei confronti di un concorrente, è il giudizio di Coop in merito alla sentenza. «Abbiamo sempre respinto ogni accusa che ci viene mossa da un libro che si fonda solo sull’acredine dei suoi autori nei confronti di un sistema di imprese di successo che gode della fiducia di oltre 7 milioni e mezzo di italiani», si legge ancora in una nota, «riteniamo che questa sentenza renda ragione anche a loro. A questa sentenza va aggiunto il recente pronunciamento della Corte di Giustizia dell'Unione Europea che riconosce la distintività delle imprese cooperative in merito alle esenzioni fiscali che non devono essere considerate come aiuti di Stato».

Il libro denunciava, con ampia documentazione, l’ostruzionismo della grande distribuzione mutualistica. In estrema sintesi, il proprietario di Esselunga sosteneva di aver incontrato ostacoli all’espansione del suo gruppo nelle regioni «rosse», accusato Coop locali di gravi scorrettezze commerciali, oltre che di intrecci indissolubili con la politica.
Caprotti non ha commentato la decisione del Tribunale, ma il ricorso è quasi scontato. Tra l’altro Esselunga ha gia vinto due cause per diffamazione, sempre relative a «Falce & Carrello», intentate da Coop Liguria e Coop Estense. Ancora aperta è poi la questione dei presunti atti di spionaggio industriale che ha coinvolto anche la centrale acquisti Esd. Sulla vicenda c’è già stata una sentenza penale, ma si attende il giudizio civile con una richiesta di risarcimento nei confronti di Caprotti di 300 milioni.


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