lunedì 19 settembre 2011

Il paradosso della crisi: in Italia il 20% degli impieghi resta vuoto


Il fenomeno è noto. Ma ogni volta che l’ufficio studi di Unioncamere sforna l’aggiornamento dei suoi dati è impossibile non strabuzzare gli occhi e fare un salto sulla sedia. Avete presente la crisi, il debito pubblico, le tasse? Ebbene, malgrado una leggera diminuzione rispetto allo scorso anno, ci sono ancora centinaia di migliaia di posti di lavoro che restano vuoti. Non è possibile, direte voi. I numeri, però, parlano chiaro. Su un totale di 595mila assunzioni non stagionali previste dalle imprese entro il 2011, circa 117mila sono considerate di «difficile reperimento». Espressione con cui il rapporto Excelsior stilato da Unioncamere e ministero del Lavoro intende che la ricerca può durare dai 6 mesi ad un anno. La percentuale di introvabili nell’estate del 2010 era del 26,7%. Adesso si tratta “solo” di un 19,7%.

La cosa incredibile è che nell’elenco ci sono mestieri di ogni genere e retribuzione. Quelli pesanti e quelli impiegatizi, quelli considerati meno dignitosi e quelli più ambiti, quelli sottopagati e quelli più redditizi. Per avere un’idea si va dagli infermieri ai carpentieri, dagli idraulici ai parrucchieri, dagli autisti di pullman agli operatori di mensa. Il paradosso è che i posti di lavoro più difficili da reperire non sono quelli per cui è richiesta una maggiore specializzazione. Che le imprese non riescano a trovare facilmente farmacisti o progettisti meccanici si può anche capire. Come dice il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, il problema riguarda «l’incontro tra domanda e offerta di lavoro» e «l’integrazione tra la formazione universitaria e quella lavorativa». Le percentuali più alte di introvabilità si incontrano però nella fascia mediana delle competenze necessarie, dove si trovano ad esempio gli installatori di impianti termici (il 67,5% delle offerte resta senza candidati), gli idraulici (57,5%), gli addetti alle vendite (49%) oppure i banconieri di tavola calda (36%). Alla fine della classifica ci sono i lavapiatti, un mestiere come tanti altri che alla fine del mese ti permette di portare a casa uno stipendio. Le assunzioni richieste sono 1.800. Cinquecento posti sono ancora vuoti.


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