venerdì 16 settembre 2011

Arriva lo zio Sam. E vale quasi come una manovra


Forse il paragone con il crac della Lehman è azzardato. Certo è che un intervento coordinato di cinque banche centrali per immettere liquidità nel mercato non si vedeva dall’autunno del 2008. Mentre non era mai accaduto che ad un vertice Ecofin si presentasse, come accadrà oggi in Polonia, il ministro dell’Economia degli Stati Uniti. Difficile non pensare che la crisi del debito europeo stia iniziando ad essere vista, anche da Oltreocano, come una bomba pronta ad esplodere e a travolgere tutti i mercati internazionali come, se non peggio, era successo con i mutui subprime.

Ad annunciare l’intervento straordinario, con l’effetto di dare subito slancio ai mercati, è stata la Banca centrale europea. L’Eurotower si muoverà in coordinamento con la Federal Reserve americana, la Bank of England, la Banca del Giappone e la Banca nazionale svizzera per condurre tre operazioni con cui fornire liquidità in dollari a tre mesi alle banche europee. Si tratta di operazioni aggiuntive rispetto a quelle già esistenti, come lo swap in dollari con cui mercoledì la Bce aveva aggiudicato 575 milioni di dollari a sette giorni a due banche europee. L’obiettivo ufficiale è quello di prevenire qualsiasi intoppo sui mercati monetari ed evitare un effetto domino sugli istituti di credito del Vecchio continente. Nello specifico si tratta di inondare l’Europa con una valuta che da qualche mese scarseggia. Le banche americane, infatti, non prestano più dollari alle concorrenti europee temendo che finiscano a gambe all’aria.
Ma è chiaro che dietro la mossa congiunta si intravede nitidamente lo zampino di Washington. Sono mesi, se non anni, che la Fed sta mettendo in atto una politica di quantitative easing (allentamento monetario) tenendo il costo del denaro a zero e immettendo massicce dosi di biglietti verdi sui mercati. Un modo per tenere basso il valore del dollaro e aiutare la traballante economia del Paese. La valuta europea è chiaramente uno dei tasselli del piano della Federal reserve. Non è un caso che subito dopo l’annuncio della Bce l’euro sia tornato immediatamente sopra quota 1,38 dollari. L’interesse crescente degli States verso le vicende europee è del resto dimostrato dall’inusuale presenza del segretario al Tesoro, Tim Geithner, al summit Ue dei ministri dell’Economia.

Alle Borse, comunque, il blitz delle banche centrali è piaciuto.  Tutti i listini hanno subito reagito positivamente. Piazza Affari ha toccato il 4% per poi chiudere al 3,55%. Sopra al 3% anche Francoforte, Parigi e Madrid. Ad entusiasmare i mercati c’è anche la convinzione che all’annuncio della Bce potrebbero seguire nuove misure straordinarie. Secondo Bnp Paribas l’Eurotower si prepara a tagliare i tassi d’interesse già ad ottobre, e li riporterà all’1% entro fine anno.
Anche di questo si discuterà oggi all’Ecofin, sebbene l’agenda sia zeppa di nodi da sciogliere. A partire dagli aggiustamenti di bilancio di Grecia, Irlanda e Portogallo e dalla stagnazione in arrivo per molte economie dell’euro. Sul tavolo anche la questione degli Eurobond, ieri di nuovo bocciati dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, e il potenziamento del fondo di salvataggio europeo che dovrebbe subentrare alla Bce negli acquisti di titoli di Stato.
Tra i temi all’ordine del giorno c’è pure l’Italia. Il ministro Giulio Tremonti illustrerà la manovra e cercherà di convincere i colleghi europei che è tutto sotto controllo. Compito reso più difficile dalle previsioni diffuse ieri dalla commissione Ue, che ha tagliato le stime sul Pil dell’Italia per il 2011 dall’1% allo 0,7%, con il terzo e quarto trimestre a crescita zero. Poco ottimista anche la Bce, che ha avvertito i governi ha prepararsi a nuovi interventi e ha intimato all’Italia di mettere subito in atto le misure annunciate. L’unico che sembra non scoraggiarsi è Giorgio Napolitano. «Non facciamoci atterrire dai dati negativi sulla crisi», ha detto il capo dello Stato, anche perché «l'Unione Europea con le sue istituzioni può e deve fare molto per sostenere lo sviluppo e per risanare le situazioni finanziarie più squilibrate».


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