martedì 20 settembre 2011

Effetto domino. Aumentano benzina e sigarette, ma la stangatina sull'Iva colpirà pure il carrello della spesa

Un effetto domino incontrollabile che alla fine colpirà anche i prodotti esclusi per legge dall’aumento
dell’Iva. È questo lo scenario, poco entusiasmante per le nostre tasche, che si va prefigurando a soli 3 giorni dall’entrata in vigore della manovra bis.

Le associazioni dei consumatori sono state costrette ad aggiornare rapidamente i calcoli effettuati soltanto la settimana scorsa sull’impatto per le famiglie. Benzina e sigarette, infatti, hanno spiccato subito il volo, con aumenti (e conseguenze) superiori a quelle previste. Per quanto riguarda il carburante, il passaggio dell’Iva dal 20% al 21% ha provocato rincari medi per la benzina di 1,4 centesimi al litro, per il diesel di 1,3 e per il Gpl di 0,5 centesimi. Secondo le rilevazioni di Quotidianoenergia la verde sfiora così quota 1,7 euro, balzando al nuovo record di 1,646 negli impianti Tamoil. Per il diesel si arriva fino all'1,525 di Q8, mentre il Gpl più caro è quello a 0,742 euro al litro di TotalErg. Il sovrapprezzo applicato dai gestori rientra,più o meno, in quello previsto dalla nuova Iva, che comporta un rincaro complessivo, al lordo dell’imposta indiretta, dello 0,83% (e non dell’1%). Ma l’effetto del caro-carburante sarà devastante per i bilanci delle famiglie. Al costo dei pieni di benzina si dovrà infatti aggiungere quello indiretto che colpirà tutte le merci, compresii beni alimentari di prima necessità, che, usufruendo dell’Iva agevolata, non rientrano nelle disposizioni della manovra.

La stangata collaterale, stando a quanto spiegano dalla Coldiretti, è praticamente inevitabile, visto che l’86
per cento delle merci viaggia su gomma. «L’aumento delle spese di trasporto dovute a quello dei carburanti,
andrà a pesare sui listini al supermercato», avvertono anche gli agricoltori della Cia, che prevedono un calo degli acquisti dell’1,5%. Alla faccia di chi considerava trascurabile l’effetto depressivo della misura sui consumi. Nessun domino, invece, per i fumatori, che la mazzata dell’Iva se la beccano direttamente sul prezzo dei pacchetti di sigarette. Il conto salato presentato dai tabaccai ieri mattina parla di aumenti di 15-20 centesimi a pacchetto. Si tratta di rincari, considerando prezzi che si aggirano sui 4,5 euro,
che vanno ben oltre l’automatismo innescato dal punto percentuale di Iva in più, che dovrebbe comportare una maggiorazione lorda solo dello 0,8%.

Il rischio di speculazione, che appare assai concreto, non sembra spaventare più di tanto Via XX Settembre. Fonti della Guardia di Finanza assicurano che saranno effettuati monitoraggi, ma ritengono che i commercianti non faranno troppo i furbi «per evitare il pericolo che si inneschi un fenomeno dicontrazione deiconsumi». Nell’incertezza, al ministero dello Sviluppo, si sono già allertati. Roberto Sambuco, il cosiddetto Mister Prezzi, ha spiegato a Libero di aver già predisposto «una rilevazione degli andamenti anomali per settore su base mensile rispetto al tasso d’inflazione».


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