giovedì 15 settembre 2011

Un cavaliere bianco per Ansaldo


Titoli alle stelle con volumi di scambi fino a otto volte sopra la media. A far scattare le valanghe di acquisti sul colosso Finmeccanica (+16,8%) e la sua controllata Ansaldo Sts (+20,2% dopo un rialzo teorico del 45%) non sono stati i giudizi di una grande banca d’affari, né l’annuncio di una commessa importante, ma le parole di un “futurista” di Pistoia. Può sembrare incredibile, eppure a far entrare in fibrillazione i mercati sono state le dichiarazioni, riportate dal Tirreno, del capogruppo di Fli, Alessio Bartolomei, nel consiglio comunale della città toscana.

Che c’entra Pistoia con Fimeccanica? Si trovano lì gli stabilimenti dell’Ansaldo Breda, società che da diversi mesi vive con lo spettro della cessione. A ventilare l’ipotesi è stato lo stesso neo ad di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, alla fine di luglio. «O si ristruttura entro l’anno o si vende», aveva detto brutalmente il manager di Piazza Monte Grappa. Che l’operazione sia imminente pare convinto il consigliere del Fli, che a chiesto al sindaco di Pistoia di attivarsi perché, a suo giudizio, esistono già carte firmate con la statunitense GE per la vendita congiunta delle due controllate di Finmeccanica, Ansaldo Sts e Ansaldo Breda.
La realtà è che lo scenario, rispetto a luglio, è profondamente modificato. Le difficoltà della Breda (che produce treni e metropolitane) restano, basti pensare che la società dal 2004 al 2010 ha perso qualcosa come 800 milioni di euro. Ma Orsi non sembra più così convinto che l’unica soluzione sia quella di sbarazzarsi dell’azienda. Anzi. La pausa estiva ha portato sul tavolo dell’ad di Finmeccanica diverse idee per non rinunciare al pilastro attualmente meno redditizio del gruppo come quello dei trasporti ferroviari. Il cambio di prospettiva ha coinciso con la decisione, avvenuta all’inizio di agosto, di piazzare nella cabina di comando della società Maurizio Manfellotto, l’ex braccio destro di Sergio De Luca, attuale ad di Ansaldo Sts. E di inserire lo stesso De Luca nel board della Breda.

L’intenzione, come ha detto Orsi in una recentissima intervista al Secolo XIX, è quella di intrecciare il business delle due società, in modo da avere almeno una «visione unitaria» che permetterebbe di essere più competitivi sui mercati internazionali. Ieri Manfellotto, in un incontro con i sindacati, ha escluso che si possa arrivare ad una fusione. Ipotesi che a dire il vero era stata ventilata proprio da Orsi, consapevole che «tutti i grandi player internazionali hanno la manifattura ferroviaria e il segnalamento in un’unica azienda».
Di sicuro, comunque, i destini della due società appaiono incrociati. Anche perché, a fronte delle perdite della Breda, Ansaldo Sts (attiva nella segnalazione ferroviaria) invece continua a macinare utili e fatturato (rispettivamente +8,1% e +9,2% nel 2010) anche sotto i colpi della crisi. E una sinergia forte tra le due potrebbe facilitare la seconda fase del piano che ha in testa Orsi: trovare un partner internazionale in grado di fornire quella «massa critica» necessaria per non finire messi all’angolo dai grandi gruppi. Tra i nomi che circolano c’è sicuramente la GE citata dal “futurista”, ma anche la canadese Bombardier (con cui Breda ha già un’alleanza per la fornitura di treni superveloci alle Fs) o la spagnola Caf.
Il modello che circola è quello già sperimentato per la Space Alliance, la doppia joint venture tra Thales e Finmeccanica che vede un controllo alternato delle due società in Thales Alenia Space (a maggioranza francese) e Telespazio (a maggioranza italiana).
Questo non toglie che AnsaldoBreda vada letteralmente rimessa sui binari. Manfellotto ieri ha detto chiaramente che la sua intenzione è quella di preparare rapidamente un piano di efficientamento e risanamento. L’ipotesi di una partnership ha già il sostegno della Uilm. Gli altri sindacati, per ora, restano con i fucili puntati. Tutti, però, sembrano condividere la necessità di fare in fretta. A stringere i tempi ci sono anche appuntamenti importanti che potrebbero fare la differenza per i bilanci della società, come la gara delle Fs da 1,5 miliardi per 97 treni regionali che dovrebbe scadere il 19 settembre.


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