domenica 29 novembre 2015

Poletti salta sul modello Ducati

Per Maurizio Sacconi si tratta di «una constatazione perfino banale sui cambiamenti in atto nel lavoro che conducono a ritenere sempre più importante il risultato, rispetto al tempo di lavoro, ai fini della definizione della retribuzione». Eppure, le frasi pronunciate venerdì da Giuliano Poletti, e ribadite ieri nel corso di un convegno sulla cooperazione in provincia di Udine, hanno scatenato un polverone che non accenna a placarsi. L’idea di archiviare o quantomeno depotenziare, nella definizione dei nuovi contratti, «il vecchio attrezzo» del rapporto ora/lavoro ha fatto saltare sulla sedia tutti i sindacati.  E le polemiche, partite in tempo reale venerdì  subito dopo la sortita del ministro del Lavoro nel corso di un convegno sul Jobs Act alla Luiss di Roma, sono proseguite ieri durante la manifestazione degli statali, scesi in piazza nella Capitale per il contratto del pubblico impiego.

venerdì 27 novembre 2015

Renzi butta giù dal treno il cda ribelle di Fs

«A tutti gli amministratori, e in particolare a Marcello Messori e a Michele Elia nei rispettivi ruoli di presidente e amministratore delegato, va la gratitudine del governo per il lavoro svolto». Si è conclusa così, con poche righe di circostanza diffuse dal ministero dell’Economia, la defenestrazione dei vertici delle Fs.

giovedì 26 novembre 2015

I soldi dei nonni per fare la bad bank

Una bad bank di sistema garantita indirettamente dalla Cdp. È questa l’idea a cui sta lavorando il governo per aggirare il divieto di Bruxelles sugli aiuti di Stato. L’Italia è da tempo che duella con la Ue per mettere un argine alla crescita inarrestabile delle sofferenze bancarie, arrivate a quota 200 miliardi. Un duello finora senza esito, malgrado il sostegno della Bce, che anche lunedì scorso, per bocca della presidente della vigilanza, Danièle Nouy, ha auspicato che l’operazione vada in porto.

martedì 24 novembre 2015

Renzi svende le Ferrovie e getta la società nel caos

Non si conoscono ancora i nomi degli allenatori né le regole del gioco, ma il governo ha voluto comunque dare il fischio di inizio di una partita dagli esiti imprevedibili. E, forse, catastrofici. Il 40% delle Ferrovie dello Stato finirà sul mercato: questa la sostanza del Dpcm approvato ieri in fretta e furia da una riunione lampo del Consiglio dei ministri. Una decisione che era attesa da tempo, ma che non scioglie la maggior parte dei nodi su cui nell’ultimo anno si è consumata una guerriglia sottotraccia sia all’interno del governo sia all’interno delle Fs.

sabato 14 novembre 2015

Buttati 42 milioni per scrivere la manovra

Quarantadue milioni di euro. Il che significa circa 82mila euro per ognuna delle 511 pagine di cui è composta la legge di stabilità. È questo il prezzo che hanno dovuto pagare i contribuenti per consentire al governo di far arrivare in Parlamento la manovra di bilancio. Neanche fosse il lavoro di un antico amanuense.

venerdì 13 novembre 2015

Lady Fisco blinda 600 dirigenti. Uno squadrone contro Renzi

Circa 600 dirigenti al riparo da qualsiasi azione legale e alle dirette dipendenze di Rossella Orlandi. Mentre tutta l’attenzione è rivolta agli emendamenti della legge di stabilità, dove si è consumato l’ennesimo scontro sulla opportunità di concedere ulteriori deroghe regolamentari e legislative all’Agenzia delle entrate, negli uffici del fisco sta andando avanti un’operazione che non solo riporterà al proprio posto buona parte dei dirigenti decaduti dopo la sentenza della Corte costituzionale, ma gli concederà anche una sorta di immunità rispetto a futuri contenziosi.

mercoledì 11 novembre 2015

Sacconi boccia Boeri: "Fa confusione sulle pensioni"

Basta con la mitizzazione del contributivo. Ad infiammare il convegno organizzato dall’Associazione nazionale magistrati e degli Avvocati dello Stato in pensione ci ha pensato Maurizio Sacconi, che dal palco della Casa dell’Aviatore a Roma ha tentato di smascherare la truffa delle nuova previdenza.
«Bisogna finirla», ha spiegato l’ex ministro del Lavoro ora presidente dell’omonima commissione del Senato, «di considerare il sistema contributivo un regno delle virtù in contrapposizione a quello del vizio rappresentato dal retributivo.

Vani, metri quadri, catasto: le cose da sapere

Tari, Tasi, Imu, vani e metri quadri. Per essere una semplificazione la novità annunciata lunedì dall’Agenzia delle entrate ha creato un bel po’ di confusione. Alimentata anche dall’insistenza con cui il fisco ha voluto sottolineare l’importanza dell’operazione trasparenza ai fini del calcolo dell’imposta sui rifiuti.

martedì 10 novembre 2015

Giudici e Pd sanano gli abusi del Fisco

Il fisco ha sempre ragione. Mentre la Cassazione, con una sentenza attesa e clamorosa, ha stabilito la validità di tutti gli atti firmati dagli 800 dirigenti dichiarati illegittimi dalla Corte costituzionale, il Pd va avanti a testa bassa sul tentativo di rimettere al proprio posto con una sanatoria quegli stessi dirigenti.

Caos Tari, l'Agenzia delle entrate pubblica i metri quadri

I vani servono ancora per calcolare l’imponibile Imu, come sanno bene tutti quegli italiani a cui l’Agenzia delle entrate ha provveduto a riclassare l’immobile facendo schizzare la rendita. Ma in vista del nuovo catasto, che non si sa quando arriverà perché il governo continua a rinviare il decreto legislativo, il fisco ha finalmente deciso di rendere disponibili nelle visure anche i dati sui metri quadri, di cui i Comuni sono da tempo in possesso, che verranno utilizzati per stabilire i nuovi valori  della case (con probabile aumento delle imposte).

domenica 8 novembre 2015

Pioggia di emendamenti. Manovra verso la fiducia

«Fiducia, fiducia, fiducia». Così Matteo Renzi nell’ultimo libro di Bruno Vespa ha sintetizzato lo spirito della legge di stabilità. E così, con tutta probabilità, finirà al Senato, dove sarà quasi impossibile per il governo evitare la blindatura del testo. Al termine della presentazione degli emendamenti (ieri era l’ultimo giorno) la senatrice del Pd, Magda Zanoni, relatrice del provvedimento, si è detta soddisfatta: «Sono contenta, siamo riusciti a contenere il numero delle nostre proposte di modifica che sono complessivamente molto meno della metà di quelle da noi presentate per la precedente legge di stabilità. Si è valorizzata la qualità e la competenza per materia».


venerdì 6 novembre 2015

Regioni in rivolta: Renzi ci taglia 72 miliardi

Settantadue miliardi di tagli cumulati tra il 2016 e il 2019 alla sanità, 31 in valore assoluto, 10 miliardi di tagli alla spesa corrente solo sul 2016. Sono solo alcuni dei numeri snocciolati ieri dalle Regioni, che per ora hanno deciso di sospendere il parere sulla legge di stabilità. Un’approccio «serio» lo definisce il governatore della Liguria, Giovanni Toti, in attesa di «finire l’istruttoria per andare a un giudizio più compiuto». Anche il presidente della Conferenza Stato-Regioni, Sergio Chiamparino, parla di una decisione «coerente» con la costituzione dei tavoli di lavoro, assicurando che il clima è sereno.

L'Inps vuol fare come Robin Hood ma il ministero non è d'accordo

Reddito minimo per gli over 55 e flessibilità in uscita finanziati, in parte, con tagli alle prestazioni sociali per gli over 65 e decurtazioni delle pensioni più alte. È questa «l’equità» di Tito Boeri, condensata in una proposta di legge in 16 articoli consegnata lo scorso giugno a Palazzo Chigi e ieri, dopo una serie di indiscrezioni, polemiche e anticipazioni parziali dello stesso presidente dell’Inps, resa finalmente pubblica.

mercoledì 4 novembre 2015

La Corte dei Conti smaschera Renzi: manovra elettorale

Coperture traballanti, nodi irrisolti e deficit nascosto sotto il tappeto. Il primo esame tecnico della manovra non è andato granché bene per Matteo Renzi. E di gufi in giro non se ne vedono. A demolire punto per punto la legge di stabilità ci hanno pensato le principali istituzioni economiche italiane in audizione al Senato: dalla Corte dei Conti a Bankitalia, fino all’Istat e all’Ufficio parlamentare di bilancio.

martedì 3 novembre 2015

La Corte dei Conti boccia l'8 per mille: non è trasparente

Una truffa bella e buona. Controlli inesistenti, volontà dei contribuenti calpestata, soldi sottratti dalla politica e montagne di denaro consegnate alle confessioni cattoliche senza un briciolo di trasparenza. A un anno di distanza dalla relazione sulla Destinazione e gestione dell’8 per mille dell’Irpef la Corte dei Conti è tornata a battere, con una deliberazione del 26 ottobre pubblicata solo ieri, sul meccanismo che sottrae ogni anno al gettito nazionale circa 1,3 miliardi di euro.

Il governo pensiona Boeri: il suo piano è incostituzionale

Di tagliare, per ora, non se ne parla. Non che l’idea non abbia solleticato più volte la fantasia del governo. L’ipotesi di sforbiciare le pensioni è stata suggerita più volte, nell’ultimo anno, da più di un consigliere economico del premier. Ma Matteo Renzi non vuole sporcare l’immagine della legge di stabilità con provvedimenti lacrime e sangue a carico dei lavoratori in quiescenza, fossero pure quelli super ricchi che Tito Boeri dice di voler colpire. Anche perché per tutti, il prossimo anno, ci sarà l’amara sorpresa della rivalutazione azzerata, se non negativa. L’indice dell’inflazione usato per la perequazione potrebbe infatti attestarsi a -0,1%. E se è vero che la legge non prevede adeguamenti al ribasso i pensionati dovranno comunque restituire la differenza tra lo 0,3% di inflazione prevista per il 2015 e il tasso definitivo fissato allo 0,2%.