I vani servono ancora per calcolare l’imponibile Imu, come sanno bene tutti quegli italiani a cui l’Agenzia delle entrate ha provveduto a riclassare l’immobile facendo schizzare la rendita. Ma in vista del nuovo catasto, che non si sa quando arriverà perché il governo continua a rinviare il decreto legislativo, il fisco ha finalmente deciso di rendere disponibili nelle visure anche i dati sui metri quadri, di cui i Comuni sono da tempo in possesso, che verranno utilizzati per stabilire i nuovi valori della case (con probabile aumento delle imposte).
La novità riguarda 57 milioni di immobili nelle categorie dei gruppi A, B e C sui 61 registrati (restano fuori quelli censiti quando non era obbligatoria la planimetria). I contribuenti che sono abilitati al dialogo «on line» con il fisco, attraverso l’iscrizione al portale dell’Agenzia delle entrate, potranno vedere direttamente queste informazioni dal proprio computer o tablet, gli altri potranno richiederli allo sportello gratuitamente se sono i proprietari (o i possessori).
Si tratta di un passaggio non solo formale. La superficie della proprietà immobiliare indicata in visura non solo aiuterà e semplificherà gli adempimenti, ma servirà anche a mettersi al riparo da sgradite sorprese: controlli, contestazioni e accertamenti. In più, il contribuente potrà finalmente verificare la corrispondenza della tassa sui rifiuti con la somma dovuta. L ’Agenzia delle Entrate infatti indichera d’ora in poi nelle visure due nuovi valori. Il primo sono i metri quadrati complessivi. Un dato che potrebbe servire, ad esempio, a controllare se per la compravendita la superficie dichiarata è gonfiata rispetto a quella reale. Il secondo, invece, è la superficie, sempre calcolata in metri quadrati, senza le aree scoperte (come balconi, terrazzi). Questo dato servirà a calcolare la Tari. Ma la semplificazione non è così «semplice». Per poter calcolare con esattezza l’imponibile dell’imposta in base ad una finanziaria del 2013 bisognerà considerare solo l’80% di questo valore, operando uno sconto del 20% che di fatto serve a togliere i muri dalla misurazione. Anche così, comunque, non è detto che fili tutto liscio. Confedilizia, ad esempio, nel ribadire che si tratta di una novità che ha effetti solo ai fini della tassa rifiuti, caratterizzata peraltro da una normativa piuttosto confusa, fa notare che il criterio della superficie catastale, pur con l’abbattimento del 20%, potrà comunque comportare aumenti in considerazione del calcolo dei muri.
Resta poi sempre la possibilità, non peregrina considerate le farragginosità della burocrazia italiana, che la superficia catastale indicata dall’Agenzia delle entrate non sia quella effettiva. In caso di incoerenza tra la planimetria conservata agli atti del catasto e la superficie calcolata, i cittadini interessati potranno inviare le loro osservazioni attraverso il sito dell’Agenzia
Quanto agli immobili non dotati di planimetria, che risalgono per lo più alla prima fase di censimento del Catasto edilizio urbano, e sono di conseguenza privi anche del dato relativo alla superficie, i proprietari possono presentare una dichiarazione di aggiornamento catastale, con procedura Docfa, per ’inserimento in atti della piantina catastale. Una regolarizzazione che è obbligatoria se si è intenzionati a vendere l’immobile, come prescritto dal Dl n. 78/2010 (art. 19, comma 14).
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