martedì 6 settembre 2011

Giulio tra Bossi e il Tesoro. Mal di pancia tra gli azzurri


Una scappatella dall’amico Umberto Bossi e poi una fuga a Roma per studiare possibili limature alla manovra. L’agenda ufficiale di Giulio Tremonti prevedeva per la giornata di ieri un unico appuntamento: il ministro avrebbe dovuto essere il protagonista dell’anteprima del Festival del Diritto che si terrà a piacenza dal 22 al 25 settembre. Tema dell’incontro: le prospettive dell’Italia tra umanesimo e tecnocrazia.

Gli organizzatori (e i contestatori, che si erano preparati con striscioni e cartelli) hanno atteso invano. A metà pomeriggio il portavoce del ministro dell’Economia ha fatto sapere che una riunione prevista per la serata con i tecnici del Tesoro è stata anticipata e Tremonti è stato costretto ad annullare la partecipazione all’evento di Piacenza.
Prima, però, il titolare di Via XX Settembre ha trovato il tempo per fare un “salto” a Via Bellerio. Ad aspettarlo nella storica sede milanese della Lega c’erano il ministro delle Riforme, Umberto Bossi, e quello della Semplificazione, Roberto Calderoli, oltre allo stato maggiore del Carroccio. L’incontro è durato più di due ore, ma sui contenuti della chiacchierata i ministri hanno tenuto le bocche cucite.
Il pensiero di quasi tutti è andato subito alla manovra e alle tensioni che non accennano a spegnersi tra il Pdl e il ministro. L’anticipo della riunione al Tesoro ha poi alimentato voci di possibili correzioni dell’ultim’ora concordate con il Senatur. Voci puntualmente smentite dagli ambienti di Via XX Settembre.
Anche dal Pdl confermano che i temi economici non sono stati oggetto di discussione. Ma i toni non sembrano proprio entusiastici. «Credo», ha ipotizzato il capogruppo dei deputati del partito, Fabrizio Cicchitto, palesando un po’ di sorpresa per il vertice, «che siano incontri politici e non attinenti al testo della manovra che è stato approvato e ora andrà in Aula».
La manovra forse non c’entra, ma la scampagnata di due ore del ministro a Via Bellerio ha tutta l’aria di una risposta agli attacchi arrivati nei giorni scorsi da molti esponenti del Pdl. Il chiarimento diretto avvenuto tra il ministro e il premier Silvio Berlusconi, ufficializzato poi dalle dichiarazioni di Angelino Alfano e dai comunicati di Paolo Bonaiuti a sostegno di Tremonti, non è stato evidentemente sufficiente a tranquillizzare del tutto l’inquilino di Via XX Settembre.


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