lunedì 22 agosto 2011

Case e terreni: in ballo 360 miliardi


«È prematuro parlarne, sono solo ipotesi che dovranno essere discusse». Puntuale, come accade ormai tutti i giorni su tutte le proposte di modifica che trapelano dagli ambienti della maggioranza, è arrivata la smentita. Secondo il presidente della Commissione Bilancio del Senato, Antonio Azzollini,  l’accelerazione sulla dismissione degli immobili pubblici contenuta nella manovra che martedì approderà in Commissione Bilancio di Palazzo Madama, è tutta da vedere. «Le ipotesi saranno valutate in base alla compatibilità con i vincoli di bilancio e solo a quel punto si potrà cominciare a valutare concretamente», ha detto Azzollini, aggiungendo che «sui giornali ci sono state tre manovre alternative: è stata venduta la Rai, poi le Poste ora gli immobili... dobbiamo andare con i piedi di piombo».

Mette le mani avanti anche il Tesoro. «Sotto questo punto di vista è già stato fatto molto. La maggior parte degli immobili pubblici è già stata venduta». Ha spiegato sottosegretario all’Economia, Alberto Giorgetti. Secondo l’esponente del Pdl il limite di un’operazione del genere sta nel fatto che «si tratterebbe di misura una tantum e non strutturale». Comunque, ha tagliato corto, «è una delle tante proposte possibili».
Dall’altra parte c’è Ignazio La Russa che invece sembra ansioso di mettere sul mercato le “sue” caserme. «Sono stato io», ha detto il ministro della Difesa, «a proporre di puntare molto sulle dismissioni, purché queste non incidano sulla sicurezza e l’efficienza e purché il ricavato ritorni in larga parte alla Difesa per sopperire ai tagli lineari. Mi fa piacere che adesso si parli della vendita di immobili anche non della Difesa».
Quanto a Giulio Tremonti, stando a quanto dice La Russa, «non si è   dichiarato contrario all’ipotesi di vendere il patrimonio dello Stato». Non contrario, ma «scettico sul risultato perchè in passato è sempre stato difficile procedere alle dismissioni pubbliche».

In effetti, come ha spiegato Claudio Scajola, favorevole a dare un colpo d’acceleratore sulla vendita del patrimonio immobiliare, «se ne parla da tanti anni, ma finora si è fatto molto poco».
Rispetto a un patrimonio complessivo stimato, secondo il censimento dell’Economia, tra i 250 e i 360 miliardi (ma il vendibile, secondo Scajola, non supera i 50 miliardi), le operazioni di dismissione immobiliare realizzate negli ultimi anni, ma che ormai risalgono al 2002-2005, hanno portato in cassa solo 14-15 miliardi. Tre, essenzialmente, i canali seguiti finora per le dismissioni: vendita diretta, cartolarizzazioni, fondi immobiliari. Lo strumento della vendita diretta consente la cessione in blocco di beni immobili adibiti ad uffici non più utili e beni immobili ad uso non abitativo delle amministrazioni. Tra il 2002 e il 2005 sono stati dismessi una settantina di immobili e quattro lotti per un incasso di 1.335,5 milioni complessivi. Attraverso la cartolarizzazione, invece, sono stati alienati, a partire dal 2001, 90.392 immobili di proprietà dello Stato e degli Enti previdenziali per un valore di 8.590 milioni. C’è poi la strada del fondo immobiliare. Nel 2004 è stato costituito il Fip, al quale sono stati trasferiti 400 immobili per un controvalore complessivo di 3.578 milioni. Mentre nel 2005 è stato creato il Fondo Patrimoniale Uno al quale sono stati trasferiti 70 immobili per 648 milioni. Nel caso dei fondi il prezzo di trasferimento resta di competenza dell’ente titolare, ma c’è una trasformazione del valore contabile immobilizzato in una equivalente disponibilità di cassa.
Oltre all’incasso vero e proprio delle vendite, bisognerebbe infine considerare anche il risparmio sul costo di mantenimento degli immobili, che in molti casi hanno rendimenti nulli se non addirittura negativi. Il calcolo sulle ultime dismissioni sarebbe di 2,5 miliardi.
Sul piatto rimarrebbero, considerando tutti gli immobili, addirittura 530mila unità (222 milioni di metri quadrati) e quasi 760mila terreni, prevalentemente agricoli (13 miliardi di metri quadrati). Non è chiaro se tra queste cifre elaborate da Via XX Settembre siano stati inseriti tutti gli immobili della Difesa, la cui entità per anni è stata coperta dal segreto.


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