sabato 13 febbraio 2016

Le garanzie sui crediti in sofferenza. Per i tecnici del Tesoro è acqua fresca

Pulizia parziale, sconto limitato, agevolazioni fiscali a tempo. I dettagli trapelati nelle scorse ore dagli incontri degli esperti del Mef con i giornalisi e dalle prime letture del testo ridimensionano di molto la portata del decreto sulle sofferenze bancarie. Intanto, i tecnici di Via XX Settembre hanno chiarito che l’obiettivo della garanzia di Stato non è quello di ripulire a fondo i bilanci, ma di riportare il livello delle sofferenze in linea con l’Europa.

Un target fumoso, che potrebbe significare anche una sforbiciata di poche decine di miliardi rispetto alla montagna di crediti dubbi di 350 miliardi. Le principali banche italiane, infatti, hanno in media un rapporto tra prestiti deteriorati e impieghi totali alla clientela dell’11,3%, le big europee sono al 3,3%, Ma le coperture italiane sono più elevate, quindi per pareggiare i conti potrebbe essere sufficiente anche un intervento di minori dimensioni. Le misure del governo, del resto, non danno molti margini di manovra. Il mercato italiano delle sofferenze è sostanzialmente bloccato da un disallineamento tra la richiesta degli investitori (disposti ad acquistare i crediti al 20% del loro valore) e l’offerta delle banche (disposte a vendere al 40%). Su questo fronte la stima emersa dagli incontri tecnici al Mef è che la garanzia di Stato ridurrà il gap di appena 2 punti percentuali. Ci sono poi gli sconti fiscali sulle case acquistate mediante asta giudiziaria (che dovrebbero aumentare il valore delle garanzie dei crediti). Dalla bozza del testo si apprende, però, che  scadranno nel 2016, mentre la garanzia sulle cartolarizzazioni ha una durata di 18 mesi prorogabili per altri 18. Quanto alla possibilità di utilizzare gli asset cartolarizzati come collaterali per ottenere prestiti dalla Bce, il governo ha ammesso che sta ancora trattando con Draghi, perché si tratta di titoli non ammessi. L’unica cosa certa, per ora, è che l’agenzia che si occuperà di supervisionare il rilascio delle garanzie sarà pagata 12 milioni l’anno a valere su un fondo  di 100 milioni. A spese, ovviamente, dei contribuenti.

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