martedì 10 dicembre 2013

Mezza Italia non sa ancora se pagherà l'Imu

Può sembrare incredibile, ma a sei giorni dal pagamento della seconda rata Imu e a pochi giorni dall’approvazione definitiva della legge di stabilità, che dovrebbe contenere la compensazione per la cosiddetta mini-Imu, 3mila comuni non hanno ancora deciso quali saranno le aliquote su cui pagare l’imposta. Il termine ultimo per pubblicare le delibere sul proprio sito web (tralasciando il paradosso che circa l’1% degli enti territoriali neanche ce l’ha) è scaduto a mezzanotte. Ieri pomeriggio, stando ai dati del dipartimento delle Finanze (aggiornati all’8 dicembre scorso) a cui affluiscono gli atti dei comuni, risultavano all’appello solo 5mila invii su un totale di 8mila enti. Evidentemente i sindaci hanno deciso di utilizzare anche gli ultimi minuti a propria disposizione. Un modo come un altro per gettare il Paese nel caos più totale.

Come prevedevano caf e commercialisti, i termini generosamente concessi dal governo manderanno in tilt il meccanismo dei pagamenti. Già, perché al di là della mini Imu che piomberà sulla testa dei contribuenti il 16 gennaio, moltissimi italiani la tassa la devono pagare già il prossimo 16 dicembre. E non si tratta di pochi sfortunati. Il balzello immobiliare scatterà per le abitazioni principali di lusso (cat. A/1, A/8, A/9); i terreni agricoli incolti o in affitto; le ex abitazione anziani in casa riposo o residenti all’estero sfitte;  le seconde case; le pertinenze di seconde case; gli uffici A/10, i negozi, i depositi, i fabbricati strumentali e le aree fabbricabili. Per tutte queste tipologie di immobili i contribuenti dovranno attendere la decisione del comune sulle aliquote e poi ricalcolare la seconda rata, mettendo eventualmente la differenza in sede di conguaglio.

Per tutti gli altri, la speranza è appesa al dibattito in corso sulla legge di stabilità. Un dibattito al buio, perché allo stato attuale nessuno sa esattamente a quanto ammonterà la quota del 40% dell’extragettito dei comuni che sarà scaricato sulle spalle di circa 10 milioni di famiglie. E il conto finora non ha fatto che aumentare. Si era partiti con stime di poco più di 200 milioni di euro, poi l’asticella è rapidamente salita a 250, 300, finché la scorsa settimana il presidente dell’Anci, Piero Fassino, non ha ammesso che si trattera almeno di 350-400 milioni di gettito da recuperare.

Dove trovare le risorse? L’ipotesi che sta caldeggiando nelle ultime ore il Pd, che ora con la nuova guida di Mattero Renzi vorrà incidere di più sull’agenda politica, è quella di risolvere la questione con una bella stangata sulle altre abitazioni. Per superare la mini-rata Imu il Partito democratico propone infatti di lasciare ai comuni la libertà di far portare in detrazione dall’imposta dovuta per l’anno 2014 a titolo di Tasi il pagamento dell’Imu sull’abitazione principale relativa all’anno 2013. Per consentire ai comuni di coprire le minori entrate viene consentito di elevare il nuovo tributo al 12,6 per mille per le abitazioni successive alla seconda e ricadenti nello stesso territorio comunale. In altre parole si tratta di un balzo del 2 per mille rispetto all’aliquota prevista con l’ultima fomrulazione della service tax per il prossimo anno, che prenderà il nome di Iuc.

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