mercoledì 1 novembre 2017

Visco confessa: non servo a niente

Bankitalia non serve a niente. È questo, in estrema sintesi, il senso della lunga e appassionata autodifesa di Ignazio Visco andata in scena ieri alla 93esima Giornata del risparmio. Con gli strascichi dello strappo politico sul secondo mandato che ancora risuonano nell’aria e la prospettiva di un duello prelettorale al calor bianco nella commissione d’inchiesta sulle banche, il governatore ha scelto di utilizzare la sua prima uscita pubblica dopo il rinnovo per andare al contrattacco. Nessun passo indietro e nessun timore di metterci la faccia, ha detto Visco davanti al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan e alla platea tutt’altro che ostile del tradizionale convegno organizzato dalle Fondazioni bancarie.


«Sui comportamenti delle singole banche la supervisione è ferma e intensa. Del nostro operato non esitiamo a dare conto alle istituzioni e al paese», ha detto Visco, lasciando intendere che da ora in poi, incassata la fiducia del governo, non accetterà più di essere messo sotto accusa. Malgrado la risposta forte alle polemiche alimentate dalla lunga serie di crac bancari, il governatore non ha potuto fare a meno di ritornare sul tormentone che ha caratterizzato negli ultimi anni la difesa di Palazzo Kock: abbiamo fatto il massimo.
Ma il massimo, sembra di capire, è troppo poco per garantire la tenuta del sistema: «La supervisione sulle banche riduce singificativamente la probabilità che si verifichino crisi bancarie, ma non può annullarla». Anche perché, ha proseguito, gli accertamenti di vigilanza «richiedono analisi accurate e complesse, in loco e a distanza, e non possono fare ricorso ai poteri che la legge riserva all’autorità giudiziaria e alle forze di polizia». Il senso di impotenza resta sullo sfondo. E diventa ben visibile subito dopo, quando il governatore ha sottolineato che «i fenomeni più gravi sono stati individuati per tempo e tempestivamente segnalati all’autorità giudiziaria, anche se non sempre questo è sufficiente a evitare una crisi».

Ricapitolando, la vigilanza non può impedire i crac perché gli ispettori di Bankitalia non sono i magistrati. E anche quando i pm vengono avvertiti per tempo, se il caso è grave non si può far nulla. Il passaggio successivo è quello che riguarda i comportamenti fraudolenti dei manager, «operazioni poste in essere rapidamente per eludere i controlli, per aggirare regole e limiti». Anche in questo caso, Bankitalia può fare poco. «Le banche sono imprese», ha spiegato Visco, «e in condizioni normali, anche in presenza di difficoltà, la Vigilanza non può sostituirsi agli amministratori». Cosa che in realtà non è completamente vera, poiché il Testo unico bancario prevede che il ministero dell’Economia possa mettere una banca in amministrazione straordinaria su proposta della Banca d’Italia, la quale poi, provvederà a nominare i commissari, che esercitano le funzione ed i poteri di amministrazione dell’istituto. La verità, ha sintetizzato il governatore chiudendo il cerchio, è che «ogni forma di investimento è rischiosa» e la tutela del risparmio «non potrà mai annullare completamente il rischio di perdite».

Quanto al «dopo», per il numero uno di Palazzo Koch la soluzione delle crisi bancarie «ha richiesto tempi non brevi». Vanno, dunque, approfondite le cause «che hanno determinato i ritardi» e si deve «operare per rendere più rapide le procedure di gestione». Riferendosi all’addendum della Bce sui crediti deteriorati, che rischiano di mettere in ginocchio banche e imprese, Visco, come già accaduto con il bail in, ha osservato che «le iniziative vanno nella giusta direzione». Anche se l’introduzione delle nuove regole deve essere «graduale e ben calibrata».
Non si è fatto attendere il commento del segretario di Scelta Civica, Enrico Zanetti. «Anche il presidente della commissione Casini ha detto di fronte alle associazioni degli azionisti delle Venete che è addirittura palese che vi sia stata una massiccia elusione dellenorme. Se esiste un minimo di consecutio logica, questo significa che evidentemente il giudizio sull’operato degli organi di vigilanza potrà oscillare al massimo tra l’estremamente negativo e l’abbastanza negativo». Lapidario il giudizio di Maurizio Gasparri. «Oggi #Visco ha fatto una patetica difesa dei disastri di bancaditalia. Suo attaccamento al potere fa danni ai risparmiatori #cacciamolo», ha scritto su Twitter il senatore di Forza Italia.

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