venerdì 29 agosto 2014

Invece di sbloccare l'Italia s'impantanano sulla casa

Opportunamente limato e ridimensionato, il pacchetto casa potrebbe restare nello sblocca Italia. Dopo un pressing serrato condotto quotidianamente da alcuni giorni sembra che il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, sia riuscito a portare a casa un mezzo risultato. Tutto è ancora da verificare. I tecnici dell’Economia sono al lavoro su tutti i punti del provvedimento che prevedono oneri per lo Stato. Ma sul tavolo del Cdm di oggi pomeriggio dovrebbe arrivare almeno una versione soft dello sconto fiscale per chi acquista immobili destinati alla locazione. Si riduce l’asticella rispetto alle previsioni iniziali dal 20 al 15%, mentre sul tetto di spesa massimo su cui operare la deduzione Irpef (si parlava di 300mila euro) si sta ragionando su una soglia tra i 100 e i 200mila euro.

Lo stesso Lupi, però, ha invitato ieri alla cautela. «Lo sblocca Italia non sostituisce la legge di Stabilità, che è l’atto più importante per il 2015», ha spiegato, «contiene alcuni punti e ci saranno le coperture».
Più rassicuranti, ma non molto differenti nella sostanza, le parole di Pier Carlo Padoan. Nel decreto «ci sono coperture là dove servono e ci sono molte regole che sbloccheranno investimenti pubblici e privati», ha dichiarato in un’intervista al Tg2 il ministro dell’Economia, aggiungendo che gli investimenti porteranno «crescita e lavoro, quindi le famiglie ne beneficieranno».
A sbloccare la trattativa sembra sia stato il vertice di lavoro di ieri pomeriggio a Palazzo Chigi. Una riunione allargata, a cui, oltre a Lupi, Padoan, al sottosegretario Graziano Del Rio e a Matteo Renzi, hanno partecipato anche molti tecnici dei rispettivi dicasteri, a partire da quello di Via XX Settembre.
Lì, è nel successivo colloquio tra il premier e il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, è maturata anche la decisione di rinviare le linee guida della riforma della scuol. Per non ingolfare il Cdm, già intasato da sblocca Italia e dalla riforma della giustizia, il ministro Stefania Giannini è stata invitata a pazientare un altro po’.
Il negoziato sulle misure da finanziare è comunque ancora in corso. Dalla stabilizzazione dell’ecobonus agli incentivi per la banda larga. La coperta è corta e il governo sta decidendo dove destinare le poche risorse a disposizione. Alcune delle quali potrebbero arrivare dallla prima sforbiciata alle partecipate locali. Anche attraverso l’esenzione dal patto di stabilità interno per i comuni che metteranno sul mercato quote delle società controllate.

Punti fermi del provvedimento saranno invece le norme a costo zero, dalle semplificazione in materia edilizia allo sblocca cantieri. Punto, quest’ultimo, su cui si tratta in sostanza di riallocare risorse già stanziate dallo Stato o dai fondi europei. Come spiega l’ex viceministro delle Infrastrutture, Mario Ciaccia, rivendicando lo sblocco di opere per 45 miliardi di euro, quando vedremo il testo «capiremo se si tratta di risorse fresche, oppure di rimescolamento di quelle già assegnate». Secondo Renzi lo sblocca Italia «mobiliterà 43 miliardi di risorse già disponibili». Per ora le bozze del testo parlano di 1,2 miliardi che dovrebbero essere reperiti dal «fondo revoche», per ridestinarle a nuovi lavori, e altri 2,5 miliardi che verrebbero dal Fondo sviluppo coesione (Fsc) per il biennio 2015-2016. L’alta velocità Napoli-Bari e la linea Palermo-Messina-Catania sono tra le priorità. Sul tavolo anche misure per incentivare il project financing, con l’abbassamento da 200 a 50 milioni della soglia per ottenere il credito di imposta.
Per le imprese sono ancora in forse i duecento milioni per un triennio, fino al 2017, che dovrebbero essere messi a disposizione dell’Ice per il rilancio del made in Italy per «potenziare la presenza sui mercati esteri delle imprese italiane» evalorizzare l’immagine del made in Italy.

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