sabato 2 agosto 2014

Dalla casa alla monnezza: Roma caput tasse

La maggioranza in Campidoglio parla di «rigore finanziario» ed «equità sociale». Ma la realtà è che la manovra di Ignazio Marino approvata nottetempo, come nelle migliori tradizioni, dall’assemblea capitolina porta in dote una nuova valanga di tasse per i romani.
I numeri del bilancio previsionale 2014, varato a colpi di maxiemendamenti della giunta dopo una maratona iniziata il 14 luglio, parlano chiaro. Complessivamente si tratta di un intervento da 6,5 miliardi di euro, con 244 milioni di maggiori entrate rispetto allo scorso anno e tagli alla spesa corrente di 150 milioni.

Nella manovra non mancano le spese dedicate all’assistenza, come i 209 i milioni destinati ai servizi sociali essenziali, suddivisi tra quelli erogati ai dipartimenti e quelli ai Municipi, e i 400 nuovi posti nelle scuole comunali, scuole dell’infanzia e asili nido.  Ma l’elenco dei nuovi balzelli è sterminato. Sulla casa, tanto per cominciare, arriva una Tasi al 2,5 per mille per le abitazioni principali  e (compresa l’Imu) all’11,4 per mille sugli altri immobili. Cresce del 4% la tassa sui rifiuti (42 milioni in più), mentre l’Irpef resta fortunatamente congelata al 9 per mille, con l’esenzione per i redditi fino a 10mila euro. Ma i romani (e non solo loro) dovranno pagare di più anche per parcheggiare sulle strisce blu, così come sarà più salato il permesso per chi risiede in zone Ztl.

Stangata in vista pure per gli asili. «Una famiglia che prima non pagava il nido per il terzo figlio», denuncia Gianluigi De Palo della Lista CittadiniXRoma, « da settembre si trovera' a pagare 83 euro al mese, mentre una famiglia con due figli che avrebbe pagato 276 euro, si troverà a pagare circa 40 euro al mese in più». In aumento anche la tassa di soggiorno (per gli alberghi a 5 stelle si passa da 3 a 7 euro al giorno), che a regime porterà in Campidoglio 117 milioni di gettito.
Salira alle stelle, come aveva promesso il sindaco, la tassa di occupazione del suolo pubblico (Osp) per le piazze del centro storico della Capitale. L’affitto del Circo Massimo per un concerto o un grande evento, ad esempio, passerà dagli attuali 8mila a circa 200mila euro. Rivisti anche i coefficienti moltiplicatori per le attività commerciali: per i camion bar la Cosap aumenterà di 3,5 volte mentre per i venditori di souvenir 3 volte.
«Dalla culla alla tomba i romani non avranno scampo alle nuove tasse e ai nuovi aumenti imposti dal bilancio targato Marino», tuonano i sindacati Cgil, Cisl e Uil questa volta uniti nel contestare la manovra di Marino. Mentre l’ex sindaco Gianni Alemanno parla di «un bilancio da brivido per i cittadini, con 300 milioni di nuove tasse che graveranno sulle spalle dei ceti più deboli e sulle loro famiglie e 120 milioni di tagli sui servizi essenziali».

Tutt’altra, ovviamente, la versione di Marino, secondo cui Roma sarebbe diventata «la prima della classe» con una manovra che «si proietta nel futuro diminuendo la pressione fiscale e dicendo no agli sprechi».
Al di là degli slogan, c’è da dire che i margini di manovra del sindaco non erano ampissimi. Il bilancio di previsione 2014 approvato la scorsa notte (28 voti favorevoli, 12 contrari e un astenuto) si inserisce, infatti, nel contesto del piano di rientro, per verificare le cause del disavanzo strutturale e per definire il percorso di riequilibrio. Il disequilibrio strutturale, da assorbire in 3 anni, ammonta a circa 550 milioni di euro: 440 milioni con risparmi strutturali di spesa e riduzione delle partecipate e 110 milioni con contributo del governo per gli extra costi di Capitale. La convergenza del bilancio 2014 con il piano di rientro ha imposto anche una revisione della spesa che consentirà di realizzare 33 milioni di ulteriori risparmi, rispetto ai 110 milioni già programmati, per finanziare voci che risultano invece sottostimate rispetto all’effettivo fabbisogno. In particolare, i 33 milioni di ulteriori risparmi sono suddivisi tra 7.8 mln per il sociale, 4 mln per la manutenzione stradale, 5.7 mln per la cultura, 4.5 mln per gli interventi stradali, 1.4 mln per il settore sportivo e 9.2 mln per altri interventi.
Intanto è già riesplosa la vertenza sul salario accessorio dei dipendenti comunali. Ieri, infatti, la giunta ha deciso di approvare comunque, anche senza l’accordo con i rappresentanti dei lavoratori, la delibera sul nuovo contratto decentrato. «attendiamo di conoscere», ha detto Alemanno, «l’impatto che questa decisione unilaterale avrá sulle buste paga dei singoli lavoratori, ma si parla di tagli che oscillano fra i 100 e 200 euro al mese».

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